Citazione:gl'unici che si lamentano con moderazione (ma anche li paradossalmente ci sono le lamentele) sono quelli di eurofly. li al limite chi "rogna" un pò sono quelli chi si vedono, col passare del tempo, de-professionalizzati, quelli che, tenendoci al lavoro che fanno, si domandano con un bricciolo di ragione e di coscienza, cosa stanno imparando professionalmente... il resto sono solo e tutte lamentele sui turni, sulle pressioni psicologiche, sulle ingiustizie subite, sulle pretese dell'azienda e via di questo passo! io sono più propenso a credere, facendo una spiccia analisi sociologica, che:
1. siamo in una innarrestabile fase di cambiamento della figura dei naviganti (più per gli aavv che per i piloti). fare l'av oggi non è com'era nel 1980. il mercato, la liberalizzazione ne ha mutato i contenuti e non solo in italia ma nel mondo (non crediate che sia tutto oro lavorare in emirates o in singapore o altrove...)
2. in italia il riferimento universale resta, ahimè ancora oggi, per la stra-grande maggioranza della categoria dei naviganti, resta dicevo, alitalia. li tutti tendono, sia come stipendio, sia come contenuti lavorativi. alitalia è il paragone!... tutti la prendono come riferimento alzando addirittura barriere psicologiche sulle "pessime" condizioni in cui versa il vettore: stà male, stà per fallire, però li si sta bene...
e come tutte le fasi di cambiamento ci sono dei prezzi da pagare. un esempio? questa fase determina la presenza nei vettori degli stagionali (leggi determinati) a vita. e fintantochè non saranno cambiate definitivamente i "pilastri" portanti dell'offerta di questo genere di lavoro, fintantochè nell'immaginario collettivo non sarà mutata la percezione del mestiere dei naviganti (quindi anche l'approccio dei novelli ad una professione "da sogno", salvo poi, accorgersi che c'è da sputare sangue come in molti lavori) ci saranno sempre lamentele!
Più o meno d'accordo su tutto...
Però un conto è subire la giusta pressione sul posto di lavoro per spronare il dipendente a dare il meglio di sè.
Un conto è trattare il dipendente come vera e propria carne da macello con annessi e connessi!