Ho letto con piacere ed interesse tutti i post che tra ieri ed oggi hanno esplorato con grande intelligenza i termini della questione relativa al rebranding Alitalia.
Oggi mi espongo

e dico cosa farei io.
Da un lato come FF sono letteralmente innamorato del branding attuale e della A verde e rossa.
Dall'altro, se provo a riflettere e penso alla mission che Etihad vuole dare ad Alitalia, ritengo che sia necessario un cambio epocale. In Italia molti appassionati storceranno il naso, all'estero coglieranno invece il cambiamento più favorevolmente fin da subito. E qui una prima domanda per prendere una decisione: quali mercati vuole aggredire la nuova Alitalia? La risposta è fondamentale per ridefinire e posizionare il brand.
Aggiungo che ritengo sia possibile coniugare la tradizione con la modernità; ovvero si può salvare la A stravolgendo il marchio: è la mission (im)possible da affidare alla Società che dovrà elaborare varie proposte, dando ad essa requisiti apparentemente contraddittori (cambia tutto ma da qualche parte richiamami la A che per decenni ha rappresentato Alitalia), ma che costituiranno il frame di riferimento.
In ogni caso la livrea deve essere Bella, nel senso nobile del termine, e deve
trasmettere tutti i valori di lusso ed eccellenza che si vorrebbero attribuire ad Alitalia. Per intenderci, non può essere un'accozzaglia di forme geometriche insignificanti.
In questa operazione vedo un rischio molto forte: al cambio del brand deve corrispondere un cambio epocale di tutti gli aspetti rilevati e discussi nei post di oggi, e che non ripeto. Se l'experience di chi metterà piede al check in, in lounge, sull'aereo, o di chi utilizzerà per qualsiasi ragione il customer care resta quella di adesso, qualsiasi nuovo brand subirà immediatamente ed irreparabilmente l'onta negativa che ad oggi viene affibbiata ad Alitalia. Eccellenza e rebranding devono procedere di pari passo. Sono due lati della stessa medaglia.