Thread Alitalia da gennaio 2015


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i miei due cent. c'è da dire che a parte i Tedeschi con il loro passato e con i brutti colori nazionali che si ritrovano, Francesi Inglesi Statunitensi Russi e molti altri hanno ben chiari i colori nazionali sulle loro code e attirano stranieri a bordo credo al di là del loro "nazionalismo". Il tricolore Italiano inoltre è cromaticamente più bello di tutti gli altri colori nazionali. Bello, distintivo, riconoscibile, cosa vuoi di più?

Vero, infatti le livree Aeroflot e British Airways sono davvero "azzeccate", come pure quella AZ secondo me...
 
i miei due cent. c'è da dire che a parte i Tedeschi con il loro passato e con i brutti colori nazionali che si ritrovano, Francesi Inglesi Statunitensi Russi e molti altri hanno ben chiari i colori nazionali sulle loro code e attirano stranieri a bordo credo al di là del loro "nazionalismo". Il tricolore Italiano inoltre è cromaticamente più bello di tutti gli altri colori nazionali. Bello, distintivo, riconoscibile, cosa vuoi di più?

Vero, infatti le livree Aeroflot e British Airways sono davvero "azzeccate", come pure quella AZ secondo me...

SU e BA non devono rifarsi un immagine, AZ si
 
Non credo che basti cambiare una livrea per rifarsi un'immagine (almeno per AZ)
 
Non credo che basti cambiare una livrea per rifarsi un'immagine (almeno per AZ)

Finalmente qualcuno l'ha detto. La livrea è la parte esteriore è quello che c'è dentro la compagnia che deve essere rinnovato. Prodotti, servizi e attenzione al cliente, la livrea è un qualcosa di piu', prima bisogna cambiare la sostanza, poi eventualmente la forma.
 
Finalmente qualcuno l'ha detto. La livrea è la parte esteriore è quello che c'è dentro la compagnia che deve essere rinnovato. Prodotti, servizi e attenzione al cliente, la livrea è un qualcosa di piu', prima bisogna cambiare la sostanza, poi eventualmente la forma.

Se cambi la sostanza e non la forma, rischi che la sostanza non sia percepita come cambiata. Le due devono andare di pari passo.
 
Ci sono soluzioni intermedie. Come quella di avere varie tonalità insieme, e poi dopo qualche anno ridurne alcune.

Tipo queste. Ti assicuro che c'è gente che se le mette.

calze-gallo-uomo-9.jpg

Mi hai chiamato? ;)
 
Le bottiglie hanno cambiato colore qualche mese fa. In Italia Mc Donald's è passato da rosso a verde sui materiali, non sui loghi dei ristoranti.

Tipo Omnitel diventata Omnitel Vodafone, poi Vodafone Omnitel e poi Vodafone

Sono casi un po' differenti, nel caso di McDonald's hanno un disperato bisogno di lavarsi via l'immagine di azienda che vende cibo schifoso e poco salutare, altrimenti spronfodano come incassi (e infatti in America ultimamente i conti sono iniziati a peggiorare, anche per una cattiva immagine). Non per altro dal rosso fastfood stanno introducendo gradualmente i McCafes, con colori sul marroncino e ispirati a aziende vincenti e dai locali meno freddi e piu' accoglienti come Starbucks.

Nel caso di Omnitel, era un caso di acquisizione, in cui in un po' di tempo tutto e' passato alla casa madre con colore rosso e che ora e' il brand anche in Italia. Un po' come AirOne che e' stata assorbita in Alitalia, e dopo un po' gli aerei blu sono diventati verdi con logo Alitalia...

Attenzione, però, ché il timone con la A stilizzata può ricordare casa agli italiani, ma non è affatto detto che evochi le stesse emozioni ai potenziali clienti esteri: se per anni, come è stato, la coda con la A stilizzata avesse ricordato agli stranieri non il Bel paese col suo patrimonio culturale, ma il sistema Italia noto e stigmatizzato per l'inefficienza e l'incapacità di erogare un servizio degno, allora abbandonare quel logo potrebbe rivelarsi una buona idea. Marchio a parte, bisogna mettersi nella testa che il vettore di bandiera non esiste più - né in Italia né nel mondo. Alitalia non serve più a portare il simbolo dell'Italia nel mondo, e la sua immagine non deve essere rivolta solo agli italiani (coi quali, in teoria, AZ dovrebbe avere un vantaggio competitivo), ma soprattutto agli stranieri. Sono gli americani, i cinesi, i giapponesi, i brasiliani, gli inglesi, i tedeschi e i canadesi a determinare se Alitalia faccia utili o meno, e a loro si deve rivolgere il marchio: della nostalgia degli italiani per la coda tricolore alla nuova AZ non deve interessare - la nuova Alitalia si occupi piuttosto di costruire un'immagine (tricolore, azzurra, marrone, magenta, ecc.) globalmente prestigiosa.

SU e BA non devono rifarsi un immagine, AZ si

Se cambi la sostanza e non la forma, rischi che la sostanza non sia percepita come cambiata. Le due devono andare di pari passo.

Questi sono i fatti fondamentali: Alitalia cosa deve fare? rifare una immagine, posizionarsi bene sul mercato, avere un prodotto buono e poter venderlo bene. L'esempio piu' simile che mi viene in mente e' American Airlines: compagnia grandissima ma dalla reputazione ultimamente sprofondata nella bancarotta (Alitalia non l'ha fatto ufficialmente a questo giro di boa, ma piu' o meno era messa cosa), l'unica differenza e' stato il merger con US Airways in quel caso. Ma anche li, in Alitalia arriva Etihad e impone molti uomini chiave e direzioni nuove nel gestire l'impresa (anche in AA, molte persone chiave sono arrivate da US). Alla fine, American sta lavorando tantissimo per migliorare il prodotto, i servizi a bordo e a terra, la reputazione, e guarda caso si e' anche fatta un bel cambio di immagine e livrea..

Spero solo che in Alitalia facciano solo le cose per bene e non una cosa orrida...
 
Fra l'altro negli anni sia BA che SU hanno cambiato immagine, SU anche per dare una netta linea di demarcazione con il passato sovietico e proporsi con standard occidentali.

esatto, hanno cambiato. AZ deve cambiare. Quello che deve cambiare e' la percezione di AZ all'estero. Deve diventare simile a quella di Prada, Armani, Zegna, la Ferrari, ecc. non quella del carrozzone statale.

Prima che inizi la contraerea, ho parlato di percezione.
 
SU praticamente non aveva una livrea, se non il solo simbolo distintivo, il logo alato con falce e martello, che è ancora quello. BA era un carrozzone come AZ negli anni 80, si è rifatta un'immagine ma non ha mai cambiato il logo (coat of arms col motto sardo "to fly to serve") ed ha mantenuto colori e forme tutto sommato assai simili. Anzi, quando lanciò le livree etniche (bellissime secondo me) ne scaturì un caso nazionale e dovettero fare dietrofront.
 
Dai Oscar... spedisci una buona offerta e potrebbe essere una bella cosa per tutti, Eataly per lounge lo abbiamo visto nella Dolce Vita. Sul catering di bordo, se non ricordo male, fornirono per alcuni mesi la Y+.
La cosa sarebbe positiva, basta che si mettano d'accordo sul prezzo.

Il catering Eataly è già stato un disastro su Italo (guarda caso anche in questo caso c'era Luca il re dei perdenti), non perché non fosse buono ma perché troppo complicato (e caro) per un treno. Se ci provano sugli aerei sarà difficile non fare lo stesso errore.
 
Io approfitterei del rebranding per completare il branding sensoriale. Facili ironie a parte, l'adozione da parte di aziende di un aroma ufficiale è sempre più comune: chi è stato a Las Vegas avrà notato come i grandi hotel/casinò abbiano ciascuno un odore molto preciso (il Bellagio e il Venetian/Palazzo si sono fatti sviluppare l'essenza da AromaSys). Molti hotel (fra i quali proprietà i marchi Kimpton, Westin, Holiday Inn e Mandarin Oriental) e catene di negozi (Victoria's Secret) hanno fatto grossi progressi nel scent branding negli ultimi anni.
Nel campo dell'aviazione, British Airways e JAL hanno ciascuna un aroma ufficiale per le proprie lounge, e Singapore Airlines si è fatta fare su misura l'essenza Stefan Floridian Waters, usata sugli aerei, nelle lounge, e dagli assistenti di volo come profumo.

Mandolino a parte, anche l'audio vorrebbe la sua parte: Etihad ha una piacevolissima boarding music, il duetto dei fiori da un'opera di Delibes è noto ai più come "musica di British Airways", e Lufthansa ha un audiologo da anni.
 
Servirebbe urgentemente anche l'accentologo per de-romanizzare la gran parte degli annunci e soprattutto quelli del call center telefonico, che sembrano parte di un cinepanettone di De Sica.
 
Il catering Eataly è già stato un disastro su Italo (guarda caso anche in questo caso c'era Luca il re dei perdenti), non perché non fosse buono ma perché troppo complicato (e caro) per un treno. Se ci provano sugli aerei sarà difficile non fare lo stesso errore.

La cosa che fa rabbrividire è che parlano dell'esperienza della lounge di Roma come fosse 'sta meraviglia.
Sebbene anni luce migliori rispetto al passato, tutte le salette AZ in Italia restano delle ciofeche pazzesche.
Imbattibile Linate, che dà una pista a tutte, con un'offerta alimentare che fa ricordare la carestia in Somalia del 1992.
 
Se cambi la sostanza e non la forma, rischi che la sostanza non sia percepita come cambiata. Le due devono andare di pari passo.

Quoto e aggiungo un elemento di discussione, mi pare, rimasto finora un po' in secondo piano rispetto alla livrea/brand/divisa/grafica della carte d'imbarco. Il grosso dei clienti perduti o di quelli potenziali si riconquista fornendo per un periodo di tempo adeguato (che non si misura in mesi) un servizio migliore rispetto a quello dei competitor. Migliore, non uguale.

Roma non fu fatta in un giorno: due anni mi sembra davvero il periodo minimo per conquistare un passeggero-tipo ormai disamorato da tempo. Vendere intelligentemente la leva dell'Italian Sytle significa poter mantenere la promessa nell'esperienza complessiva di volo, non a spizzichi e bocconi.

Il cronometro parte dal momento in cui il sito funziona, il call centre pure, le miglia vengono accreditate senza esitazioni, le lounge sono migliori - di nuovo, migliori, non uguali - a quelle della concorrenza e via discorrendo, con tutte le belle cose che molti hanno evidenziato finora.

Cerco di spiegarmi meglio citando l'esempio di due compagnie che uso tutti i mesi. American, che si è incamminata da più di un anno sulla strada impervia della ricostruzione della reputazione, nella percezione del passeggero medio è ancora parecchio indietro rispetto a Delta e United. E infatti il pay-off delle campagne pubblicitarie di qualche tempo fa era "the new American is coming", recentemente mutato in "creating a new airline for you". Tradotto in italiano: attenzione a non vendersi la pelle dell'orso, che il pax non è scemo, specie quando ha il portafoglio in mano e tante alternative a portata di mouse.
Sulla reputazione di US Airways stendiamo un velo pietoso, che è meglio. E infatti il brand morirà a breve.
 
Quoto e aggiungo un elemento di discussione, mi pare, rimasto finora un po' in secondo piano rispetto alla livrea/brand/divisa/grafica della carte d'imbarco. Il grosso dei clienti perduti o di quelli potenziali si riconquista fornendo per un periodo di tempo adeguato (che non si misura in mesi) un servizio migliore rispetto a quello dei competitor. Migliore, non uguale.

Roma non fu fatta in un giorno: due anni mi sembra davvero il periodo minimo per conquistare un passeggero-tipo ormai disamorato da tempo. Vendere intelligentemente la leva dell'Italian Sytle significa poter mantenere la promessa nell'esperienza complessiva di volo, non a spizzichi e bocconi.

Il cronometro parte dal momento in cui il sito funziona, il call centre pure, le miglia vengono accreditate senza esitazioni, le lounge sono migliori - di nuovo, migliori, non uguali - a quelle della concorrenza e via discorrendo, con tutte le belle cose che molti hanno evidenziato finora.

Cerco di spiegarmi meglio citando l'esempio di due compagnie che uso tutti i mesi. American, che si è incamminata da più di un anno sulla strada impervia della ricostruzione della reputazione, nella percezione del passeggero medio è ancora parecchio indietro rispetto a Delta e United. E infatti il pay-off delle campagne pubblicitarie di qualche tempo fa era "the new American is coming", recentemente mutato in "creating a new airline for you". Tradotto in italiano: attenzione a non vendersi la pelle dell'orso, che il pax non è scemo, specie quando ha il portafoglio in mano e tante alternative a portata di mouse.
Sulla reputazione di US Airways stendiamo un velo pietoso, che è meglio. E infatti il brand morirà a breve.
Parlando di fusioni Usa, in effetti solo in quella Continental-United è stato soppresso il brand con una migliore percezione da parte del cliente, ma ne hanno mutuato colori e livrea associandoci comunque un nome importante come United quasi a voler trasmettere su United l'esperienza dei clienti con Continental.
 
Parlando di fusioni Usa, in effetti solo in quella Continental-United è stato soppresso il brand con una migliore percezione da parte del cliente, ma ne hanno mutuato colori e livrea associandoci comunque un nome importante come United quasi a voler trasmettere su United l'esperienza dei clienti con Continental.

C'e' da dire pero' che la fusione che hai citato e' ancora indietro anni luce. American sta facendo un lavoro migliore nel risalire la china. Tornando ad AZ il problema e' che per un certo numero di anni AZ dovrebbe faticare il doppio della concorrenza per guadagnare piccoli passi, ad un certo punto cambia la percezione e la crescita diventa migliore e si puo' rallentare un po'. Se fai il confronto fra EK e QR, EK e' un esempio di una linea aerea che ha fatto un notevole sforzo nel passato e adesso puo' 'vivere di rendita' per un po', QR sta facendo molti sforzi per salire nella percezione dei passeggeri.
 
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