Attenzione, però, ché il timone con la A stilizzata può ricordare casa agli italiani, ma non è affatto detto che evochi le stesse emozioni ai potenziali clienti esteri: se per anni, come è stato, la coda con la A stilizzata avesse ricordato agli stranieri non il Bel paese col suo patrimonio culturale, ma il sistema Italia noto e stigmatizzato per l'inefficienza e l'incapacità di erogare un servizio degno, allora abbandonare quel logo potrebbe rivelarsi una buona idea. Marchio a parte, bisogna mettersi nella testa che il vettore di bandiera non esiste più - né in Italia né nel mondo. Alitalia non serve più a portare il simbolo dell'Italia nel mondo, e la sua immagine non deve essere rivolta solo agli italiani (coi quali, in teoria, AZ dovrebbe avere un vantaggio competitivo), ma soprattutto agli stranieri. Sono gli americani, i cinesi, i giapponesi, i brasiliani, gli inglesi, i tedeschi e i canadesi a determinare se Alitalia faccia utili o meno, e a loro si deve rivolgere il marchio: della nostalgia degli italiani per la coda tricolore alla nuova AZ non deve interessare - la nuova Alitalia si occupi piuttosto di costruire un'immagine (tricolore, azzurra, marrone, magenta, ecc.) globalmente prestigiosa.