Ita Airways vede il pareggio: "Decollo riuscito, saliamo in quota"
L’ad Eberhart: "Crescita sul lungo raggio e sinergie con Lufthansa. Col governo rapporti molto buoni"
Roma, 4 dicembre 2025 – L’ultima novità, in ordine di tempo, riguarda l’introduzione del volo intercontinentale diretto tra Roma Fiumicino e Houston, negli Stati Uniti. "La nuova destinazione, che sarà operativa da maggio, si inserisce in un più ampio percorso di crescita sui mercati internazionali, che culminerà con l’ingresso di Ita Airways in Star Alliance, previsto per il 2026, nell’ambito dell’integrazione nel Gruppo Lufthansa", precisa Joerg Eberhart, ad e direttore generale di Ita Airways, da circa un anno al timone della compagnia oggi protagonista di un piano di sviluppo e di investimenti. Sul fronte della sostenibilità – per ridurre grazie ad aerei di nuova generazione il consumo di carburante tra il 20 e il 25 per cento e abbattere le emissioni di CO2 – e del miglioramento dei servizi per i passeggeri. "Vogliamo offrire non solo servizi di viaggio, ma esperienze in grado di emozionare – sottolinea Eberhart – come testimoniano la nuova lounge di Milano Linate e quella, inaugurata lunedì, all’aeroporto di Roma Fiumicino".
A gennaio sarà un anno esatto dal suo approdo nella stanza dei bottoni di Ita Airways. Un bilancio di quest’esperienza?
"È stato un anno interessante, durante il quale ho imparato molto. Guido un’azienda di 5.000 persone avviata da zero quattro anni fa e siamo un po’ tutti come pionieri. La compagnia ha raddoppiato il numero di aerei raggiungendo il traguardo dei cento velivoli, di cui il 69% di nuova generazione, con un’età media di appena 6,8 anni. Vivo un periodo intenso, fatto di grandi sfide".
Per esempio quella dei motori, che vi danno ancora problemi.
"Siamo costretti a ridurre la capacità offerta a causa di aeromobili fermi per questo motivo. Quello col fornitore della manutenzione è un interfaccia molto sfidante. Con Itatech siamo cresciuti insieme, dobbiamo solo ottimizzare il rapporto che ci lega".
Altra sfida, la regolarità delle operazioni.
"Questa impone un rapporto costruttivo con la gestione dell’aeroporto e le istituzioni. Grazie al governo siamo riusciti a introdurre più passaportisti, particolare che rende tutto più veloce per i passeggeri in transito".
Conta ancora di raggiungere il pareggio entro quest’anno?
"Sono fiduicioso. Manca circa un mese, i numeri che vedo sono incoraggianti. La catastrofe di Airbus non si è verificata, il problema è stato risolto. Ma all’inizio temevo di dover essere costretto a invocare aiuti di Stato...".
Diceva dei numeri.
"Sì, il percorso è imprevedibile ma dovremmo farcela. Al 31 ottobre avevamo ricavi superiori del 2,7% rispetto allo scorso anno. Sul risultato netto potremmo essere ancora sotto a causa dei costi dei leasing. Se non prima recupereremo entro il 2027, quando svilupperemo appieno le sinergie col gruppo Lufthansa".
La compagnia tedesca, che detiene il 41% di Ita Airways, vuole salire al 90.
"Un segnale positivo. C’è l’intenzione di esercitare l’opzione a giugno, poi, ottenute le necessarie autorizzazioni, il nuovo assetto entrerà a regime dal gennaio 2027. A tutto vantaggio dell’Italia".
Cioè?
"I soldi vanno al governo italiano, che è azionista di Ita. E comunque è la mossa giusta".
Gli italiani potranno ancora fregiarsi di una compagnia di bandiera?
"Direi di sì. Lo fanno già anche gli austriaci, i belgi, gli svizzeri. E stiamo trasformando Ita in una vetrina del Made in Italy".
C’è nostalgia di Alitalia?
"Negli Anni Sessanta era un’eccellenza nel mondo e negli Anni Novanta era una realtà più grande di Lufthansa. Poi la compagnia tedesca è stata privatizzata ed è cambiato tutto. È la chiave per diventare più sostenibili e per crescere."
I rapporti col governo italiano?
"Molto buoni. Visto il lungo periodo di gestazione dell’operazione abbiamo avuto occasione di conoscerci bene. Nessuna pressione politica, ed è la garanzia che chiedevamo".
Chiederebbe qualcosa in più?
"No. Ci dicono: “Dovete gestire l’azienda“. Ed è quello che vogliamo fare".
Ha parlato di un 2026 difficile: la spaventa?
"No, quest’incarico è un grande onore. Sul fronte del mercato la domanda c’è, nei prossimi cinque anni cresceremo del 4% sul lungo raggio; vediamo del potenziale negli Usa e non solo. Resta il problema dei vettori a terra. Diciamo che siamo al decollo e dobbiamo ancora raggiungere quota. Però acquistiamo aerei di nuova generazione (saranno 30 fra cinque anni nel lungo raggio) e assumiamo: sono in arrivo 70 persone ad aereo. Piloti ma anche tecnici e personale di terra".
L’ad Eberhart: "Crescita sul lungo raggio e sinergie con Lufthansa. Col governo rapporti molto buoni"
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