AZ: decreto legge ad hoc e nuovo coinvolgimento di Intesa


ALITALIA: TOTO, SIAMO PRONTI MA NOSTRO PIANO E' UN PO' CAMBIATO
Roma, 4 giu - AirOne continua a guardare con interesse all'Alitalia anche se il piano che venne proposto all'epoca della ricerca di acquirenti promossa dal governo Prodi e' un po' cambiato a causa del prezzo del carburante e del riposizionamento del network da Malpensa a Fiumicino deciso dalla compagnia di bandiera. Lo ha detto il presidente di AirOne, Carlo Toto.
''Alitalia ha bisogno di una sana gestione, di un piano industriale e di aerei nuovi- ha detto Toto -. Noi attendiamo che ci sia presentata una soluzione. Se ci sara' presentata la guarderemo con grande interesse. Siamo li' pronti per vedere e aspettare. Il piano - ha aggiunto il presidente di AirOne - e' sempre li'. E' un po' cambiato a causa dello spostamento dei voli da Malpensa e per il prezzo del petrolio''.
Toto ha aggiunto che anche le banche che avevano sostenuto il piano di AirOne per Alitalia ''sono ancora li', vive e vegete''.
(ASCA)

la soluzione ora non la propone più lui come fece a suo tempo,ora l'aspetta....sarà che ora a differenza di dicembre a tirare i fili è qualcun'altro?
 
Roma, 4 giu (Velino) - “Sei pronto a firmare? Abbiamo un grande testimone”, dice il patron di Air One, Carlo Toto al ceo di Airbus, Tomas Enders. “Certifico”, replica il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. “La penna è mia, eh”, ironizza l’imprenditore abruzzese. La firma in questione vale 4 miliardi e 600 milioni di dollari e permetterà ad Air One di avere in flotta, entro il 2018, dodici nuovi A330 e altrettanti A350. L’accordo, però, potrebbe valere 8 miliardi e 600 milioni di dollari se la compagnia italiana eserciterà le opzioni per altri otto A330 e dodici A350. Il finanziamento sarà garantito da banche estere. Di certo l’operazione permetterà ad Air One di implementare la sua offerta - raggiungendo entro il 2012 sedici destinazioni intercontinentali - oltre che contenere gli effetti del caro greggio visto che i nuovi aerei hanno un consumo nettamente inferiore di quelli attuali. Eppure, in tempo di privatizzazione di Alitalia, lo shopping di Toto non può non essere letto come un incremento della “dote” che l’imprenditore chietino vuole assicurare alla sua compagnia nelle nozze con la Magliana.

L’ultima uscita pubblica di Toto risale al 17 dicembre scorso. Al suo fianco c’era l’ad di Intesa San Paolo, Corrado Passera e insieme tentavano la scalata alla Magliana. “Al dossier Alitalia – ricorda il numero uno di Air One – ci lavoriamo dal 2006, ci siamo battuti energicamente ma a dicembre ci hanno esclusi. Ora guardiamo con interesse alla partita”. L’allora ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, giustificando il “no” all’offerta italiana sottolineava come fosse “nettamente inferiore” a quella del gruppo presieduto da Jean Cyril Spinetta. Inoltre, spiegava l’ex ministro, Air one “è un operatore regionale privo di esperienza nella gestione sia di hub sia di integrazioni industriali”. Da allora la trattativa in esclusiva fra Alitalia e Air France è fallita, il governo è cambiato e Santintesa è l’advisor di Palazzo Chigi per il terzo tentativo in due anni di privatizzare la compagnia di bandiera.

“Siamo interessati ad Alitalia e qualcuno scrive che il topo vuole mangiare il gatto ma non è così”, afferma Toto. Che spiega: “Non è che Air One deve prendere Alitalia, farà parte della compagnia di bandiera nel senso che eventualmente confluirà in Alitalia per portare la sua cultura manageriale e riprendere il mercato italiano”. L’imprenditore, tuttavia, definisce “non corretta” l’ipotesi secondo cui nel futuro della Magliana ci sarà una new company costituita per un terzo da Air One, un terzo dalla cordata di imprenditori messa in piedi da Bruno Ermolli e un terzo dalle banche. Conferma invece che, qualora la sua compagnia parteciperà all’acquisizione di Alitalia, lo farà col supporto di Nomura, Intesa SanPaolo e Morgan Stanley, le tre banche che hanno affiancato Air One fino allo scorso dicembre e che “non sono sparite”. Secondo Toto “Alitalia non rischia il fallimento” ma a questo punto “attendiamo che ci sia sottoposta una soluzione: se ci verrà portata la guarderemo con grande interesse. Noi siamo pronti”. Quanto ad Air One, ha aggiunto Toto “il nostro piano industriale è sempre pronto ma è stato un po’ cambiato, adeguandolo all’aumento del prezzo del petrolio e allo spostamento di molti voli da Malpensa a Fiumicino”. Con o senza Alitalia, l’imprenditore conferma la volontà, già comunicata al sindaco di Milano, Letizia Moratti e al governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, di fare di Air One il vettore di riferimento per Malpensa entro il 2014. Secondo Toto, infatti, gli attuali 6,5 milioni di passeggeri annuali sono destinati, in sei anni, a diventare 17,5 milioni.


secondo me la newco sarà 2/3 banche e 1/3 cordata by ermolli
e si comrpano AP+AZ di AP prendono la flotta di az il marchio
 
con tutto il rispetto per toto, mi fa piacere che la sua posizione sia un pò ridimensionata. il padre-padrone non può certo giovare ad un'eventuale grossa azienda che si andrebbe a formare, si abbandonerebbe quella "gestione familiare" che va bene per AP, ma per un AP/AZ ci vuole qualcosa di più complesso
 
con tutto il rispetto per toto, mi fa piacere che la sua posizione sia un pò ridimensionata. il padre-padrone non può certo giovare ad un'eventuale grossa azienda che si andrebbe a formare, si abbandonerebbe quella "gestione familiare" che va bene per AP, ma per un AP/AZ ci vuole qualcosa di più complesso

Infatti, anche io la vedo così.

Provo a tirare giù qualche considerazione sul nuovo scenario post elettorale:

1- AP non si configura più come compratore di AZ ma come importante partner industriale (acquistato, al pari di AZ, da un terzo soggetto economico)

2- Viene meno la preoccupazione di chi vedeva nello scenario "AP compra AZ" il pericolo di un non adeguato livello manageriale da parte della prima rispetto alle dimensioni e complessità di AP+AZ

3- Si salva l'italianità (fa comodo soprattutto verso l'opinione pubblica), si salva AZ (ed il suo brand) e si salva anche AP (che ha giocato molto allo scoperto, ma evidentemente a ragion veduta)

4- Si riconquista il mercato domestico, trampolino di lancio per il successivo risanamento

5- Si interviene sulla flotta con la "dote" di AP, portandola in 6 anni ad un profondo rinnovo

6- Ammortizzatori sociali quali prepensionamenti e scivoli per gli inevitabili esuberi

Alla fine sono tutti contenti:

- Il Governo, che ha fatto bella figura

- AP e AZ, insieme per sfruttare le naturali sinergie e non uno compratore dell'altro

- L'opinione pubblica ed il patrio onore

- I lavoratori di entrambe le società, consci di essere finalmente destinatari di una soluzione reale e in grado di sopravvivere sul mercato

- I sindacati (spero) consci che, pagato il prezzo inevitabile degli esuberi, vedranno nel nuovo gruppo una realtà competitiva e quindi in grado di sopravvivere sul mercato

- La politica, che potrà continuare a farsi dare le CFA onorarie....
 
Infatti, anche io la vedo così.

Provo a tirare giù qualche considerazione sul nuovo scenario post elettorale:

1- AP non si configura più come compratore di AZ ma come importante partner industriale (acquistato, al pari di AZ, da un terzo soggetto economico)

2- Viene meno la preoccupazione di chi vedeva nello scenario "AP compra AZ" il pericolo di un non adeguato livello manageriale da parte della prima rispetto alle dimensioni e complessità di AP+AZ

3- Si salva l'italianità (fa comodo soprattutto verso l'opinione pubblica), si salva AZ (ed il suo brand) e si salva anche AP (che ha giocato molto allo scoperto, ma evidentemente a ragion veduta)

4- Si riconquista il mercato domestico, trampolino di lancio per il successivo risanamento

5- Si interviene sulla flotta con la "dote" di AP, portandola in 6 anni ad un profondo rinnovo

6- Ammortizzatori sociali quali prepensionamenti e scivoli per gli inevitabili esuberi

Alla fine sono tutti contenti:

- Il Governo, che ha fatto bella figura

- AP e AZ, insieme per sfruttare le naturali sinergie e non uno compratore dell'altro

- L'opinione pubblica ed il patrio onore

- I lavoratori di entrambe le società, consci di essere finalmente destinatari di una soluzione reale e in grado di sopravvivere sul mercato

- I sindacati (spero) consci che, pagato il prezzo inevitabile degli esuberi, vedranno nel nuovo gruppo una realtà competitiva e quindi in grado di sopravvivere sul mercato

- La politica, che potrà continuare a farsi dare le CFA onorarie....


quoto,riquoto e straquoto
 
Quello di seaking mi pare un schema verosimile degli intenti del dossier Ermolli. Ci sono però due punti che ostacolano il passaggio dall'idea al concreto:
  • i rilievi di Bruxelles, sia riguardo agli aiuti di Stato che al possibile abuso di posizione dominante che ad azioni di lobbying dei vettori comunitari;
  • la fase di rilancio vera, cioé sul lungo raggio, comincerebbe fra 3 anni concludendosi fra almeno 10, un'eternità in aviazione; nel frattempo la concorrenza (che non si chiama MyAir o Meridiana) non starebbe a grattarsi la pancia.
 
Ultima modifica:
E un'operazione alla swissair come la vedete? Cessione alla newco delle sole operazioni di volo e tutto il carrozzone lasciato sprofondare. Dire potrebbe essere veramente la soluzione per l'italia!
 
^^ La mia soluzione preferita. Solo per renderla socialmente e politicamente accettabile, salviamo le chiappe a chiunque nel resto del carrozzone. E' un'ingiustizia verso tutti gli altri lavoratori, ma penso sia politicamente inevitabile.
 
e ora, che Tremonti mi renda i miei 5 euro!!!!

Il fatto è che hanno fatto in modo da non renderlo più tecnicamente prestito...con qualche alchimia legislativa... quindi...temo che dovrai almeno chiedere di poterli scaricare dal 730 alla voce "beneficienza" (e neppure a una Onlus:((