La montagna ha partorito un topolino.
Questo piano non porterà, ahimè, da nessuna parte. È semplicemente un'ulteriore contrazione, la terza dal 2009. Il numero di macchine infine toccherà quota 100. Ciò che si perderà sul medio raggio non verrà controbilanciato da nulla (o quasi) sul lungo. Sono due anni che ci dicono che sarebbero arrivati dapprima 40 aerei long haul, poi a settembre abbiamo ricevuto una lettera firmata a penna dal sig. Ball in cui a breve avrebbero annunciato l'imminente arrivo di trenta (così è scritto, giuro), infine a marzo ci dicono che ne arriva uno! Da qui al 2019 un solo aereo di lungo!!! Mah, la sagra della buffonata.
Da questo piano emerge solo una cosa certa ed ineluttabile: vengono gettate le basi per separare in due aziende ben distinte il medio raggio dal lungo. Anche perchè dubito che la stessa compagnia possa assumere una struttura da low cost da una parte e da major carrier dall'altra. È solo una questione di tempo ma la scissione avverrà.
Emerge anche un'ulteriore considerazione (tale è, senza alcuna vena polemica), che in Italia si volerà d'ora in poi solo col modello low cost, che piaccia o no, che si voglia o no. È la fine di un'epoca, è un punto di non ritorno per l'intero Paese.
Ora, cambiando radicalmente tema, vestendo i panni dell'avvocato del diavolo, pongo una domanda: e se i sindacati a sorpresa rigettassero ulteriormente il piano? Probabilmente firmeranno, come sempre in passato, ma dovessero non farlo? E d'altronde, non vedo questa predisposizione a farlo (lo sciopero è ancora di fresca memoria). Vorrebbe dire il commissariamento. Ho la precisa sensazione che alcune forze centrifughe stiano spingendo in quella direzione, e non mi riferisco solo al sindacato, ma anche a chi detiene il 51%. Sicuramente mi sbaglio, è solo una sensazione personale, ma non sono del tutto sicuro che le cose fileranno fluide come disegnato nel piano. Anche perchè un eventuale compratore estero potrebbe avere tutta la convenienza ad andare al commissariamento.