Wizz Air, l’utile cala di oltre il 41% e le azioni crollano in Borsa: cosa sta succedendo alla low cost?
di Leonard Berberi
Il peggioramento dei conti dovuto soprattutto agli aerei a terra per problemi ai motori che richiedono ispezioni anche di un anno. Ricavi a quasi 5,3 miliardi di euro e 63,4 milioni di passeggeri trasportati
Il calo significativo dei profitti — nonostante il prezzo del carburante ai minimi da tempo — fa crollare in Borsa le azioni di Wizz Air (-27,9% a fine giornata), la terza più grande compagnia aerea low cost d’Europa e tra i vettori più presenti in Italia. L’azienda punta il dito contro il blocco di numerosi aerei Airbus A320/A321neo a causa di
problemi ai motori. Ma gli analisti si chiedono se non ci sia anche altro da «aggiustare» nel modello di business dell’azienda e infatti rivedono al ribasso i dati anche per i prossimi mesi.
Il bilancio
I dati dell’esercizio che si è concluso il 31 marzo mostrano che l’utile netto è stato di 213,9 milioni di euro, sceso del 41,5% rispetto all’anno precedente (aprile 2023-marzo 2024) a causa dell’aumento dei costi e dalle limitazioni operative dovute al fermo di 42 aeromobili. Secondo la low cost, infatti, le spese per manutenzione, materiali e riparazioni sono aumentate di quasi il 16%, anche perché è stata costretta a noleggiare aerei sostitutivi per riempire i buchi nella flotta.
Il credito d’imposta record
Il dato dell’utile, va detto, è superiore alle attese del mercato (163 milioni, secondo il consensus generale), ma la spiegazione è nelle pagine del bilancio: questo superamento è avvenuto semplicemente perché l’azienda ha beneficiato di un credito d’imposta (194,2 milioni) superiore al 2024 (24,8 milioni). E infatti
l’utile ante imposte per l’esercizio 2025 è stato di appena 19,7 milioni di euro, contro i 341,1 milioni dell’anno precedente: il crollo è stato del 94,2%.
Il fatturato
Nei dodici mesi Wizz Air ha trasportato un numero record di passeggeri (63,4 milioni), con un tasso di riempimento medio dei 231 aerei del 91,2%. Quanto ai ricavi questi sono stati 5,27 miliardi di euro (+3,8% sul 2024): di cui 2,92 miliardi dalla vendita dei biglietti e 2,35 miliardi di ricavi accessori (come il bagaglio a mano, l’imbarco prioritario, la scelta del posto, la valigia in stiva).
L’INCHIESTA
Il caso dei motori
La compagnia sottolinea che i problemi ai motori Pratt&Whitney — installati sugli Airbus A320neo e A321neo — hanno ostacolato i piani di crescita. Com’è noto nel 2023 il produttore Rtx ha avviato il richiamo per l’ispezione dei propri motori date le preoccupazioni legate a contaminanti presenti nel metallo in polvere utilizzato per produrre i turbofan. Wizz Air è stata la più danneggiata in Europa — e per il 2025-2026 la situazione dovrebbe migliorare di poco con 34 velivoli fermi entro il 30 settembre.
«Circostanze uniche»
«La compagnia ha operato in circostanze uniche», commenta József Váradi, amministratore delegato di Wizz Air. «I problemi ai motori hanno avuto un profondo impatto sulla performance dei costi». L’aviolinea ha concordato un altro pacchetto di risarcimenti con Pratt&Whitney che dovrebbe coprire i costi diretti sostenuti dal vettore per gli aerei già messi a terra e quelli che lo saranno in futuro. La low cost ha già ricevuto un indennizzo, di cui non è stato mai rivelato l’ammontare, per la mancanza degli aerei nell’estate 2024.
Le previsioni
Váradi si aspetta altri due o tre anni di disagi e ha dichiarato che entro il 2027 «la maggior parte degli aerei sarà operativa: quello sarà l’anno della svolta». Gli analisti di Goodbody prevedono per l’anno finanziario 2026 un utile netto «attorno ai 200 milioni» contro le precedenti stime di 415 milioni. «Il consensus compilato dalla società era di 335 milioni — si legge nel loro bollettino — e secondo le nostre stime sarà ridotto del 30%-35%».
La capitalizzazione di mercato di Wizz Air, alle 13 del 5 giugno, è di appena 1,5 miliardi di euro.
lberberi@corriere.it
(articolo aggiornato con il dato finale delle azioni di Wizz Air)
Il peggioramento dei conti dovuto soprattutto agli aerei a terra per problemi ai motori che richiedono ispezioni anche di un anno. Ricavi a quasi 5,3 miliardi di euro e 63,4 milioni di passeggeri trasportati
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