Aereo fuori pista, indagini a una svolta
"L'incidente non fu causato dal wind shear" A una svolta le indagini sull'atterraggio fuori pista dell'airbus della Wind jet avvenuto la sera del 24 settembre. A bordo, tra i passeggeri, c'era un pilota che, interrogato dai pm, ha smentito il comandante: "Non ho avvertito alcun fenomeno di wind shear ma solo l'impatto repentino con la pista" di ROMINA MARCECA
"Non ho avvertito alcun fenomeno di wind shear. Il volo quella sera era stato buono fino all'impatto improvviso con la pista". La ricostruzione è quella di Fabio Buccero, pilota romano della Wind Jet, ascoltato in Procura nell'ambito delle indagini sulle cause dell'incidente dello scorso 24 settembre a Punta Raisi, quando un Airbus 319 della Wind Jet, con a bordo 123 passeggeri, durante l'atterraggio uscì fuori pista.
Le parole del pilota rappresentano per la Procura una svolta nelle indagini. La sera del disastro evitato il supertestimone viaggiava in cabina di pilotaggio insieme con il comandante Raoul Simoneschi e il suo secondo, Fabrizio Sanza. Una procedura abituale quando a bordo di un aereo c'è un pilota fuori servizio.
Le piste battute dalla Procura sull'incidente sono sempre state tre: l'errore umano, il guasto meccanico e la perdita di equilibrio del velivolo per il fenomeno del wind shear. Tesi, quest'ultima, accreditata a caldo sia dal comandante sia dalla compagnia. Dopo la ricostruzione di Buccero, confortata dalle sue conoscenze tecniche, la Procura potrebbe adesso decidere di escludere dalle piste investigative l'improvvisa raffica di vento che avrebbe destabilizzato l'aereo, accreditando le altre due. Il che smorzerebbe la tensione salita in questi mesi per la mancata installazione a Isola delle Femmine del sistema radar che rileva i fenomeni di wind shear. La verità sull'incidente è comunque attesa dalle scatole nere, ancora all'esame di due tecnici nominati dalla Procura.
"Stavo leggendo un libro e non ero attento al piano di volo che seguivano i colleghi", ha riferito ieri Buccero al sostituto procuratore Carlo Lenzi, che svolge le indagini, ancora a carico di ignoti, insieme con l'aggiunto Maurizio Scalia e il sostituto Gaetano Paci. Il pilota avrebbe anche riferito che ai comandi dell'aereo c'era Sanza, fino a quando non è iniziata la discesa verso Palermo. È a quel punto che a pilotarlo è passato Simoneschi, il quale avrebbe deciso per un atterraggio manuale, cioè senza l'assistenza dell'autopilota. Un particolare, questo, che accredita la versione secondo la quale quella sera la visibilità era accettabile, come ha confermato Buccero. La ricostruzione, anche su questo punto, stride con quella secondo cui il temporale in corso avrebbe reso difficile l'atterraggio.
Ma cosa accadde veramente quella sera sul volo Wind Jet Iv243? Sulle conversazioni in cabina è nato un giallo qualche settimana fa. Quella sera il volo era in arrivo a Palermo intorno alle 20, e tra il pilota e il copilota ci sarebbe stata una discussione. Il comandante Simoneschi avrebbe apostrofato il suo secondo, Fabrizio Sanza, con un "che c... o fai?", togliendogli i comandi dell'aereo. Su questo punto non è trapelata alcuna smentita o conferma da parte di Buccero.
(12 gennaio 2011)
La Repubblica - Ed. Palermo