Da repubblica :
Calenda su Alitalia: "Gestita male, le colpe non ricadano sui lavoratori"
Il ministro dello Sviluppo interviene anche sulla decisione della Consulta a proposito dei referendum sul Jobs act: "Non tutto è battaglia ideologica. Pronti a correggere i voucher". Da Vivendi una "condotta opaca" nella scalata a
Calenda su Alitalia: "Gestita male, le colpe non ricadano sui lavoratori"
MILANO - Se l'Alitalia si trova ciclicamente a fare i conti con lo spettro di un default è perché non è una società gestita bene: per questo le colpe non devono cadere sui lavoratori. Il lavoro migliora, ci sono più occupati, ma non si possono certo stappare i migliori champagne. E sul tema dei voucher e del Jobs act, a valle della decisione della Consulta che ha aperto le porte al referendum sui buoni lavoro e sugli appalti, chiudendole però sull'articolo 18, il governo si dice pronto a correggere il funzionamento della forma di retribuzione di lavoratori occasionali diventata un nido di irregolarità. Ma non se ne deve fare una battaglia ideologica. E' il pensiero a tutto tondo, che spazia sui principali temi economici del momento, del ministro allo Sviluppo economico, Carlo Calenda, intervenuto a Radio Anch'io di buona mattina. Calenda non ha risparmiato una nuova stoccata alla francese Vivendi, che si è lanciata nella scalata a Mediaset: l'ha definita una "condotta opaca", e ha assicurato che l'Italia "non accetta scorrerie".
Alitalia. La situazione della ex compagnia di bandiera "è stata gestita oggettivamente male", ha affermato il ministro dello Sviluppo economico secondo cui è "inaccettabile che una gestione non buona venga ribaltata sui lavoratori". Intervistato su Radio2, Calenda ha sottolineato che "non esiste" che l'azienda parli di esuberi prima di presentare il piano industriale. "Non spetta a me dirlo, la fiducia ce la devono avere gli azionisti. Mi pare oggettivo che la compagnia è stata gestita male. Quello che è inaccettabile è scaricare questo sui lavoratori", ha specificato. E' dunque inaccettabile parlare di esuberi prima di vedere un piano di rilancio: "Questo il governo l'ha detto chiaro all'azienda".
Nella compagnia il clima è teso e la frattura tra società e dipendenti è ormai conclamata: è probabile che verso la fine di febbraio - salvo intese ad ora difficili - si arrivi allo sciopero (nel mezzo c'è lo sciopero generale del trasporto aereo già proclamato per il 20 gennaio sul problema degli ammortizzatori sociali e del fondo di solidarietà). Nonostante l'arrivo di Etihad come socio forte, la situazione finanziaria di Alitalia non si è risollevata. Nelle ultime settimane è stato necessario un ennesimo sforzo di concertazione con i soci - in particolare Intesa, Unicredit e la stessa Etihad - per arrivare a siglare l'accordo per il finanziamento a sostegno della nuova parte del piano industriale. Un programma del quale mancano ancora i contorni definiti, come ha rilevato il governo, ma sul quale pendono 1.500 possibili esuberi per tagliare i costi. Intanto l'operazione di dimagrimento è iniziata con la scure sulla tratta Roma-Malpensa e il congelamento degli scatti salariali, una scelta che ha intesito ancor di più i rapporti con i sindacati.