L'unico cosa che potrebbe funzionare è ripartire da 0.
L'unica cosa che potrebbe funzionare sarebbe quella di far fallire AZ e cominciare a vivere senza di essa. Non morirà nessuno per questo.
L'unico cosa che potrebbe funzionare è ripartire da 0.
Dispiace dirlo, ma come non quotarti?L'unica cosa che potrebbe funzionare sarebbe quella di far fallire AZ e cominciare a vivere senza di essa. Non morirà nessuno per questo.
In realtà l'AZ CAI e SAI sono molto meno vittime del magna magna che affliggeva AZ LAI.E Alitalia è rimasta sempre la stessa però.
inviato da Tapatalk
Che sbolognarla allora ad AF fosse la soluzione migliore mi pare che sia sempre stato palese e sostenuto da tutti, poi io non c'ero sul forum allora quindi.Ogni tanto è bello rileggere i vecchi articoli. Anche perchè permette a posteriori di rendere merito (o demerito) a chi li ha scritti. Suggerisco un'occhiata anche agli altri articoli linkati.
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[TD="class: bigTitle article"]Alitalia: perchè il piano Air France era migliore del piano Fenice
di Gianni Dragoni[/TD]
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[TD="class: headArticle"]SABATO 06 SETTEMBRE 2008[/TD]
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[TD="class: nomesezione"][/TD]
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[TD="class: testosezione"]Quel «piano-B» in alternativa ad Af (di Pier Luigi Bersani)[/TD]
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[TD="class: nomesezione"]"Dai nostri archivi"[/TD]
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[TD="class: testosezione"]Alitalia, le prossime mosse di Bruxelles
Alitalia: cargo e servizi fuori dalla bad company
Alitalia, a dieci domande manca ancora la risposta
«Nessuno vuole i debiti Alitalia»
Alitalia pronta a scegliere Air France
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In nessun aspetto la proposta attribuita alla cordata di 16 investitori della Cai, guidati da Roberto Colaninno, già scalatore di Telecom Italia nel 1999 con i soldi della stessa società, migliora il progetto francese
È un confronto perdente, quello tra il piano Passera-Colaninno per la «nuova Alitalia» che è stato accolto con le fanfare dal Governo e l'offerta di acquisto presentata da Air France-Klm nei mesi scorsi, che fu affossata da Silvio Berlusconi in campagna elettorale e respinta dai sindacati.
In nessun aspetto la proposta attribuita alla cordata di 16 investitori della Cai, guidati da Roberto Colaninno, già scalatore di Telecom Italia nel 1999 con i soldi della stessa società, migliora il progetto francese. Anzi, numerosi appaiono i peggioramenti, per la compagnia e i lavoratori, per i consumatori, per i contribuenti, per creditori e azionisti.
Dalle informazioni disponibili si possono sollevare interrogativi che vanno ad aggiornare il decalogo pubblicato sul Sole 24 Ore il 25 luglio. Inoltre, non è comprensibile quali vantaggi rechi l'integrazione con AirOne, aviolinea privata in difficoltà che Intesa Sanpaolo ha voluto includere nella «nuova Alitalia».
1. I vantaggi dell'italianità
L'elemento da cui è partita l'opposizione politica e imprenditoriale al piano Spinetta era la mancanza di «italianità». Solo questa caratteristica – si disse – sarebbe stata una garanzia per i passeggeri nazionali, le imprese, il turismo, con il mantenimento di un maggior numero di voli intercontinentali e internazionali diretti. Ebbene, le destinazioni della «nuova Alitalia» saranno 65, inferiori alle 84 di Air France. Ci sarà una concentrazione sul mercato nazionale ed europeo (dove si perdono più soldi per l'attacco delle low cost), con pochi collegamenti intercontinentali. I voli a lungo raggio della nuova società oscillano, secondo i primi annunci, tra 13 e 16 destinazioni, contro le 15 previste da Jean-Cyril Spinetta all'inizio e destinate ad aumentare. Per i passeggeri italiani aumenterà la necessità di fare scalo a Parigi, Francoforte o Londra per voli lunghi.
2. Flotta ridimensionata
La riduzione di attività è inevitabile poiché il piano postula che la compagnia derivante dall'integrazione di Alitalia con Air One abbia circa 139 aerei, cioè 100 in meno delle 238 macchine impiegate dai due vettori. Spinetta prevedeva un'Alitalia con 137 velivoli, circa 40 in meno della sua flotta. I francesi inoltre prevedevano di aggiungere un aereo di lungo raggio all'anno dal 2010. Non si conoscono gli impegni di Colaninno in proposito.
Poiché Alitalia già ha 175 aerei, più della flotta giudicata necessaria dal nuovo piano, a cosa serve aggiungere AirOne, con i suoi 60 aeroplani? L'aviolinea privata ha ordini per 60 nuovi Airbus 320 che consumano meno dei vecchi Md80 Alitalia. Ma il canone di leasing su questi aerei è molto più alto che sugli altri.
3. Monopolio
L'unione di Alitalia con il principale concorrente annulla quasi tutta la concorrenza sui cieli nazionali. La nuova società avrà mano libera nell'alzare le tariffe, con un beneficio di alcune centinaia di milioni sui conti. Fa sorridere chi sostiene che la concorrenza arriverà dal treno: l'alta velocità, quando arriverà, potrà forse essere un'alternativa sulla Roma-Milano, non sulle altre tratte. L'italianità, insomma, sarà pagata cara dai consumatori.
4. Impegni finanziari
Air France-Klm si era impegnata a versare dentro Alitalia Spa – la società oggi commissariata – almeno un miliardo entro giugno 2008, accollandosi anche circa 1,4 miliardi di debiti finanziari netti che invece il nuovo piano lascia nella bad company. Di fatto, l'impegno di Air France era di 2,4 miliardi circa. E non ci sarebbe stata una bad company da scaricare sullo Stato o sui creditori/azionisti.
La Cai ha annunciato un impegno fino a un miliardo. Per ora, i suoi soci hanno versato 160mila euro. E nell'«information memorandum» del Progetto Fenice si legge che il nuovo capitale versato «per cassa» dai soci entro il 2008 sarà di 800 milioni, «soggetto al verificarsi di talune condizioni sospensive». È da chiarire quale sarà la somma effettiva, comunque inferiore al miliardo.
Quanto a AirOne, lo stesso documento dice che, attraverso un aumento riservato, conferirà «taluni rami aziendali per un controvalore pari a 300 milioni», che porteranno il capitale a 1,1 miliardi. AirOne non mette soldi. Quali siano i «rami aziendali» il documento non lo precisa. Certo non aerei, perché i suoi jet sono in leasing.
L'impegno degli investitori «italiani» è meno della metà dei francesi. Resta un buco di almeno 1,4 miliardi nella bad company: debiti che verranno pagati dallo Stato (si stima per un miliardo), dai creditori, dagli azionisti.
5. La valutazione di Alitalia
Si sostiene che la Cai ha fatto un'offerta di circa 300 milioni per comprare la parte buona di Alitalia, gli slot, il marchio, con gli aerei migliori. Un valore analogo viene attribuito ai conferimenti di AirOne. Non è giustificabile attribuire valori simili a società che non sono comparabili. Ed è risibile che la polpa buona della compagnia pubblica valga così poco. Alitalia possiede slot pregiati a Heathrow, Parigi, Francoforte, Duesseldorf, Madrid che valgono svariate centinaia di milioni. Ha un marchio noto nel mondo, una rete di vendita internazionale.
Perché il commissario Augusto Fantozzi non apre una procedura trasparente di vendita, dando anche ad altri (Air France o Lufthansa, ad esempio) il tempo di fare un'offerta? Dovrebbe essere suo interesse massimizzare il ricavato per creditori e azionisti.
6. Il valore di Air One
Il Progetto Fenice non spiega quale sia il beneficio portato da AirOne. La compagnia di Carlo Toto ha una rete sovrapposta ad Alitalia, gli aerei mezzi vuoti e perde soldi: nei primi sei mesi del 2008 il coefficiente di occupazione posti è del 56,8%, il più basso d'Europa tra le circa 30 compagnie dell'Aea (media 74,4%, Alitalia ha il 68,2%). I conti veri di AirOne sono quelli del consolidato di Ap Holding (ApH), la controllante creata a fine 2006 da Toto con una complessa manovra di rivalutazione patrimoniale. Nel 2007 il gruppo ApH ha perso 32 milioni, con un fatturato di 785 milioni. I debiti del gruppo a fine 2007 erano 900 milioni e sono cresciuti a 1,1 miliardi nei primi sei mesi quest'anno. In larga parte si tratta di debiti per acquisire i nuovi A320 che sono collocati in società irlandesi, date in pegno alle banche finanziatrici e affittati a AirOne.
Il Progetto Fenice suona come il salvataggio di AirOne e delle banche che l'hanno finanziata. Quali sono gli impegni e le banche esposte con Toto? Si sa di Unicredit, di Morgan Stanley, di sigle tedesche. Ci sarebbe più trasparenza se fosse fatta piena luce sulla reale esposizione verso Toto di Intesa.
7. Flotta e leasing
Alitalia ha 109 aerei in proprietà. La flotta era iscritta nel bilancio 2007, approvato anche dal ministero dell'Economia, per un valore di 1,98 miliardi di euro: è compresa o no la flotta nell'offerta da circa 300 milioni di Colaninno? Nel Progetto Fenice si legge che «la Newco acquisterà dalla vecchia Alitalia 43 aerei per 772 milioni, accollandosi debiti per 522 milioni». Sembrerebbe che questo impegno si aggiunga ai circa 300 milioni offerti per la compagnia. Non si tratta di una valutazione generosa: i debiti legati agli aerei (tra cui 6 Boeing 777 valutati 295 milioni, con 210 milioni di debito accollato) sono mutui per un'attività in funzionamento, allineati ai costi che si avrebbero con il leasing.
Nel Progetto Fenice si dice che «Nuova Alitalia non deterrà aerei in proprietà, tutta la flotta sarà gestita in leasing». Nessuna grande compagnia lo fa. Perché questa scelta? Forse per fare cassa vendendo gli aerei e ridurre il capitale versato dai soci? Toto sarà il fornitore privilegiato grazie ai suoi ordini per 60 A320 e realizzerà buoni guadagni con i canoni di leasing.
8. Esuberi
Il piano francese prevedeva 2.120 esuberi. Inoltre 3.300 lavoratori sarebbero rimasti in Az Servizi-Fintecna, con cinque anni di appalti garantiti. La «nuova Alitalia» ha detto che ha bisogno di 14.250 addetti, di cui 2.750 esterni. Poiché il gruppo Alitalia ha 18mila dipendenti e il gruppo AirOne 3mila, gli esuberi veri sono circa 7mila.
9. Risparmiatori intrappolati
La Consob ha sospeso azioni e bond Alitalia il 3 giugno, per evitare speculazioni. Così è stato impedito a soci e obbligazionisti di fuggire. Ora le azioni sono carta straccia.
10. Lock up e compensazioni
I 16 imprenditori intendono vendere tra cinque anni e non prima. Tuttavia il vincolo del lock up potrebbe essere aggirato con una ricapitalizzazione fatta da altri soci (per esempio Air France). Ci sono dubbi sugli interessi che hanno mosso i partecipanti alla cordata italiana, oltre alla possibilità di guadagnare rivendendo a un vettore europeo. Benetton e Gavio hanno già ottenuto dal Governo benefici con le nuove convenzioni autostradali.
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http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza e Mercati/2008/09/alitalia-vale-300-milioni.shtml
La questione mercato era per rimarcare che AZ pubblica era spolpata molto di più. La genesi del piano AZ+AP è nota e concordo con te che era superato dai tempi. Il problema principale è molto semplice e non un segreto e cioè che storicamente AZ è incentrata su corto e medio raggio che sono le aree ormai massacrate dalle low cost, specialmente in Italia grazie ad un sistema aeroportuale molto mal gestito.Il problema sta nel fatto che AZ paghi ancora per scelte fatte dalla precedente dirigenza CAI e che le mosse di quella attuale siano state tardive, oltre che goffe.
Possiamo continuare all'infinito accampando scuse su LCC e sui nuovi equilibri di mercato (peraltro poco diversi dall'inizio dell'avventura emiratina)ma, se non fossero stati ridipinti gli aerei, probabilmente nessuno si sarebbe accorto del passaggio di consegne a SAI.
La composizione della flotta, poco gradito "regalo" degli interessi di Intesa in Air One, è cambiata poco dai tempi di CAI, con un sostanziale disequilibrio verso il medio raggio e un'inevitabile scontro con vettori dalle strutture gestionali molto più snelle; ben venga dunque lo scorporo e la ristrutturazione da LCC nel medio raggio, ma sarebbe stato (probabilmente) più proficuo ragionarci da subito, senza mettere mano 3 volte alle macchine e reindirizzando i milioni di euro spesi in rebranding e riposizionamento del marchio in un segmento "premium" per questioni più urgenti. Ora ci troveremo con bellissime lounge, rinnovate anche sul mercato domestico (!), servizi da LCC e clienti ancora più confusi.
Sarà interessante notare come reagiranno i clienti ad una simile mossa, visto che i principali concorrenti/alleati europei si sono ben guardati dal porre il proprio marchio sulle pletore di vettori nati per far fronte alla crescente concorrenza dei giganti FR/U2/DY.
La struttura del network, direttamente correlata a quella della flotta, langue sull'internazionale e continua ad arroccarsi sul domestico, dove la concorrenza è più spietata, ma anche qui 8 anni di gestione privata e relative perdite non hanno insegnato nulla.
I clienti premium, dopo status match selvaggi, cabine e sale di terra messe a nuovo, assistenza millemiglia e fruibilità dei servizi mobili crollata a minimi storici e milioni spesi, volano poco con AZ, giusto per ribadire che interessa la sostanza più che l'apparenza; aziende e privati che occupano le classi più remunerative, vanno invogliati a volare AZ, non perché faccia figo, ma offrendo loro su orari comodi, network ampio, un programma per le PMI attivo (visto che di BusinessConnect non se ne sa niente) e, nel caso qualcosa andasse storto, un'assisistenza che azzeri i possibili disagi.
Il resto sono solo scuse che non migliorano i conti.
+ infinitoClassico scaricabarile all'italiana.
Il sistema aeroportuale italiano è frammentato grazie alla lungimirante gestione delle amministrazioni locali che, negli anni, hanno elargito sovvenzioni a vario titolo a compagnie aeree, italiane e straniere, per supportare infrastrutture che, in un contesto di libero mercato, non si sarebbero mai sviluppate.
Politica che ritorna anche nel dualismo Linate - Malpensa e affonda le sue radici, per chi non ne avesse memoria, nella famosa questione del Decreto Burlando, testo che delineava lo spostamento, in blocco, di tutti i voli operati da Linate (esclusa la Milano - Roma) a Malpensa.
Presentato il certificato di morte di Linate ci fu una levata di scudi di compagnie aeree (LH e BA presentarono ricorso in sede europea), di amministrazioni locali (per bypassare il problema concorrenza era stata proposta la LIN-CIA, ma Rutelli e Badaloni si opposero perché Ciampino non aveva le strutture adatte ad accogliere la navetta, salvo poi svilupparsi fino agli attuali 6 mil/pax anno), di sindaci (Rutelli, di nuovo, si preoccupò che la concentrazione di traffico intorno a MXP potesse ridurre il numero di voli da FCO), di ministri (con Ronchi e Melandri che presentano un VIA negativo per l'aumento del traffico a Malpensa) e del Comune di Milano (con il voltagabbana Albertini che, dopo aver abbracciato la causa di MXP, si schiera con cittadini e compagnie straniere per bloccarne il trasloco).
Sfido poi a supportare la tesi che disastri, gestionali ed economici, di micro aeroporti con perdite milionarie di cui si permea la cronaca italiana siano direttamente attribuibili ai "capricci" di una compagnia aerea, ma evidentemente il pensiero critico lo si attua solo quando ci torna utile.
Lo sviluppo del lungo raggio per raggiungere percentuali sostenibili lo hanno in mente, ma prima debbono tagliare i costi perché lo start up di un importante investimento sul lungo raggio non è sostenibile ai costi attuali.
Il problema di Dragoni è la sua battaglia personale iniziata successivamente per questioni esterne a piani industriali e robe varie che è poi trapelata e tu che sei un suo fans dovresti sapere bene su cosa si basa.
Lo sviluppo del lungo raggio lo hanno sempre annunciato.Ma questo da quando , scusa???? Che cavolo avevano invece in mente LCDM, JH & co. mesi e mesi fa quando annunciavano trionfalistici proclami di compagnia a cinque stelle, sexy e coi conti in ordine a breve???? Chi avrebbe in mente ADESSO questo progetto cosi' rivoluzionario? I costi attuali di oggi non erano forse gli stessi di allora?
Ma per favore!!!
Lo sviluppo del lungo raggio lo hanno sempre annunciato.
Lo sviluppo del lungo raggio lo hanno sempre annunciato.
e mai realizzato!
lo annunci se lo puoi fare, se no stai zitto e lavori per farlo. Poi lo annunci quando sei in grado di realizzarlo. Di "chiacchiere e distintivo" ne abbiamo gia' abbastanza dalla politica mi pare.
E 'sti gran caxxi (chiedo scusa agli Admin, ma davvero questi ragionamenti mi fanno girar le balle) di divise, lounges, effetti laser e repainting coi nomi e le scritte del personale se poi non ti puoi sviluppare perche' "improvvisamente" (!!!!!) scopri che non andrai in pareggio ne' in utile prima dei prossimi 6 anni!
Ma possibile che tu sia capace di negare anche l'evidenza piu' concreta?
Illuminami, sono un "fan" anch'io di Dragoni e non ne so nulla di queste questioni, ti prego. Se poi condividere le analisi di un giornalista (che aveva detto in tempi non sospetti cosa sarebbe successo e per questo e' stato messo alla porta da AZ) vuol dire essere fan...credo tu abbia un'idea un po' distorta di cosa significhi.
Aspetto con ansia...
Non ci credo che non conosci i retroscena... specialmente se sei un suo fans. Mi dispiace ma non è questione da forum pubblico ma vedrai che qualche altro sostenitore potrà illuminarti in privato.Illuminami, sono un "fan" anch'io di Dragoni e non ne so nulla di queste questioni, ti prego. Se poi condividere le analisi di un giornalista (che aveva detto in tempi non sospetti cosa sarebbe successo e per questo e' stato messo alla porta da AZ) vuol dire essere fan...credo tu abbia un'idea un po' distorta di cosa significhi.
Aspetto con ansia...
In realtà le rotte extra le hanno aperte così come le macchine previste dai piani dovrebbero arrivare. Milano Finanza ha scritto proprio oggi a riguardo.e mai realizzato!
Non ci credo che non conosci i retroscena... specialmente se sei un suo fans. Mi dispiace ma non è questione da forum pubblico ma vedrai che qualche altro sostenitore potrà illuminarti in privato.