All'epoca de Bortoli era il direttore del.sole mi sembra.Nell'articolo è evidenziato e sottolineato un rifermento al Sole 24 Ore.
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All'epoca de Bortoli era il direttore del.sole mi sembra.Nell'articolo è evidenziato e sottolineato un rifermento al Sole 24 Ore.
Nell'articolo è evidenziato e sottolineato un rifermento al Sole 24 Ore.
Un riferimento al Sole 24 Ore. L'articolo e' apparso oggi sul Corriere della Sera a firma di de Bortoli.
Un riferimento al Sole 24 Ore. L'articolo e' apparso oggi sul Corriere della Sera a firma di de Bortoli.
l'articolo del Sole del 6 Settembre 2008, cui si riferisce oggi FdB, e' a firma di Gianni Dragoni. Punto.
In realtà rispetto ai tempi di AZ LAI il mercato si è liberalizzato un sacco con molta più concorrenza sia low cost che perfino sul lungo raggio.
Poste e FS sono sostanzialmente monopoli. Per quanto efficientate rispetto al passato, riescono a fare utili soprattutto a causa della loro condizione di fornitore quasi-esclusivo di servizi nei rispettivi campi. Anche l'AZ di oggi è molto più efficiente di quella di 10 o 20 anni fa, ma la necessità di operare in un mercato aperto la espone alla concorrenza di aziende nate senza vincoli politico-sindacali che possono pensare esclusivamente a fare soldi. Ipoteticamente in un mercato non liberalizzato, per AZ sarebbe sufficiente poter aumentare le tariffe del 20-25% per far tornare i conti in ordine. Ma con Michele e soci che alitano sul collo, AZ è costretta a competere sui prezzi LC, cosa che da un lato sembra impossibile senza una rivoluzione interna (altrettanto improbabile). Dall'altro è indispensabile perchè è l'unico vero modo per venirne a capo.Chi ha una certa età ricorda senz'altro l'agonia pluridecennale di carrozzoni di stato come Poste o FS.
Oggi entrambe macinano utili.
Anzi Trenitalia si permette di acquisire una delle principali società ferroviarie inglesi.
La notizia è appena arrivata:
http://www.ferrovie.it/portale/articoli/4804
Speriamo che l'agonia pluridecennale di AZ abbia finalmente termine.
Saturno contro non rimane in eterno!!!
Ogni tanto è bello rileggere i vecchi articoli. Anche perchè permette a posteriori di rendere merito (o demerito) a chi li ha scritti. Suggerisco un'occhiata anche agli altri articoli linkati.East and Ave ha sottolineato il riferimento all'articolo del Sole 24 Ore secondo me. L'articolo è "Se la nuova Alitalia vale più di 300 milioni", a firma di Gianni Dragoni del 6 settembre 2008
In realtà rispetto ai tempi di AZ LAI il mercato si è liberalizzato un sacco con molta più concorrenza sia low cost che perfino sul lungo raggio.
, ma sarebbe stato (probabilmente) più proficuo ragionarci da subito, senza mettere mano 3 volte alle macchine e reindirizzando i milioni di euro spesi in rebranding e riposizionamento del marchio in un segmento "premium" per questioni più urgenti.
Sarà interessante notare come reagiranno i clienti ad una simile mossa, visto che i principali concorrenti/alleati europei si sono ben guardati dal porre il proprio marchio sulle pletore di vettori nati per far fronte alla crescente concorrenza dei giganti FR/U2/DY.
Il problema sta nel fatto che AZ paghi ancora per scelte fatte dalla precedente dirigenza CAI e che le mosse di quella attuale siano state tardive, oltre che goffe.
Possiamo continuare all'infinito accampando scuse su LCC e sui nuovi equilibri di mercato (peraltro poco diversi dall'inizio dell'avventura emiratina)ma, se non fossero stati ridipinti gli aerei, probabilmente nessuno si sarebbe accorto del passaggio di consegne a SAI.
La composizione della flotta, poco gradito "regalo" degli interessi di Intesa in Air One, è cambiata poco dai tempi di CAI, con un sostanziale disequilibrio verso il medio raggio e un'inevitabile scontro con vettori dalle strutture gestionali molto più snelle; ben venga dunque lo scorporo e la ristrutturazione da LCC nel medio raggio, ma sarebbe stato (probabilmente) più proficuo ragionarci da subito, senza mettere mano 3 volte alle macchine e reindirizzando i milioni di euro spesi in rebranding e riposizionamento del marchio in un segmento "premium" per questioni più urgenti. Ora ci troveremo con bellissime lounge, rinnovate anche sul mercato domestico (!), servizi da LCC e clienti ancora più confusi.
Sarà interessante notare come reagiranno i clienti ad una simile mossa, visto che i principali concorrenti/alleati europei si sono ben guardati dal porre il proprio marchio sulle pletore di vettori nati per far fronte alla crescente concorrenza dei giganti FR/U2/DY.
La struttura del network, direttamente correlata a quella della flotta, langue sull'internazionale e continua ad arroccarsi sul domestico, dove la concorrenza è più spietata, ma anche qui 8 anni di gestione privata e relative perdite non hanno insegnato nulla.
I clienti premium, dopo status match selvaggi, cabine e sale di terra messe a nuovo, assistenza millemiglia e fruibilità dei servizi mobili crollata a minimi storici e milioni spesi, volano poco con AZ, giusto per ribadire che interessa la sostanza più che l'apparenza; aziende e privati che occupano le classi più remunerative, vanno invogliati a volare AZ, non perché faccia figo, ma offrendo loro su orari comodi, network ampio, un programma per le PMI attivo (visto che di BusinessConnect non se ne sa niente) e, nel caso qualcosa andasse storto, un'assisistenza che azzeri i possibili disagi.
Il resto sono solo scuse che non migliorano i conti.
L'unico cosa che potrebbe funzionare è ripartire da 0.
Chi ha una certa età ricorda senz'altro l'agonia pluridecennale di carrozzoni di stato come Poste o FS.
Oggi entrambe macinano utili.
Anzi Trenitalia si permette di acquisire una delle principali società ferroviarie inglesi.
La notizia è appena arrivata:
http://www.ferrovie.it/portale/articoli/4804
Speriamo che l'agonia pluridecennale di AZ abbia finalmente termine.
Saturno contro non rimane in eterno!!!
Inizio OT
Non vorrei gettare acqua sull'entusiasmo, ma acquistano solo una specifica sussidiaria della National Express Railway. Questa sussidiaria ha in esercizio una linea importante per molti pendolari ma la C2C collega la stazione di Fenchurch Street (non certo una delle stazioni piu' grandi di Londra) con l'Essex.
Non e' roba da poco ma non e' nemmeno una dele "principali societa' ferroviarie inglesi"
Va anche detto che nonostante quello che pensano da queste parti (vale a dire Londra e il Regno Unito), le ferrovie italiane si stanno dimostrando molto piu' efficienti (ed economiche) di quelle inglesi, e in questo sono d'accordo con PaxRomana, trent'anni fa non se lo sarebbe aspettato nessuno!
Fine OT