Thread Alitalia / Etihad - Parte II


Stato
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Interessante notare che, secondo quanto riportato dal Messaggero Ethiad avrebbe chiesto, come alternativa alla conversione del debito da parte delle banche, iniezione di nuova finanza per 300 mln.

Se davvero venissero accolti tutti i desiderata di Etihad, è da immaginarsi che qualcuno disposto ad investire altri 300 mln in alitalia si possa anche trovare. Magari proprio Air France cui ben volentieri Intesa e Unicredit presterebbero i quattrini soprattutto se ciò servisse loro di evitare metterli direttamente in cai a titolo di equity
Insomma, la partita è ancora tutta aperta.
 
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Da sempre sostengo che per le banche sia meglio la conversione del default, e che questa sarebbe stata la strada maestra (dal punto di vista del bilancio è meglio del write off del debito); solo che cercavo di evidenziare come la conversione rappresenti comunque un sacrificio per le banche rispetto alla "condizione ideale" (e francamente difficile da realizzare) di ottenere il rimborso del debito a scadenza.
Corretto, considerato che quei crediti sarebbero difficilmente esigibili è comunque una opportunità trasformarlo in equity di una AZ con EY saldamente sul ponte di comando.
 
Alitalia: Pm,archiviare denuncia Windjet
Reato ipotizzato era tentata estorsione. udienza camerale al Gip


(ANSA) - CATANIA, 30 APR - La Procura di Catania ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta per tentativo di estorsione aperta sulla denuncia di Windjet, per presunte 'condizioni vessatorie' a conclusione della fallita trattativa tra le due società. La compagnia aerea etnea, che ha evitato il fallimento grazie a un concordato e ha chiuso i voli il 12 agosto 2012, si è opposta. A conclusione dell' udienza camerale, che si è tenuta oggi, il Gip si è riservato. La decisione è attesa per la prossima settimana.

fonte : ANSA
Un altro tassello che andrebbe a posto nel puzzle.
 
Qualcuno di più preparato di me in economia, potrebbe cortesemente spiegarmi quali siano i vantaggi di convertire il debito in azioni?
 
Qualcuno di più preparato di me in economia, potrebbe cortesemente spiegarmi quali siano i vantaggi di convertire il debito in azioni?

Che se il disegno industriale retrostante è valido, nel medio periodo guadagnerai molto di più dall'accresciuto valore delle azioni, rispetto agli interessi che avresti preso con il prestito.
 
Qualcuno di più preparato di me in economia, potrebbe cortesemente spiegarmi quali siano i vantaggi di convertire il debito in azioni?


In linea generale, hai interesse a convertire il tuo credito in azoni se ritieni che in futuro il valore delle azioni è destinato a salire.
Quindi, la convenienza dipende dal rapporto di cambio tra credito ed azioni che ti viene proposto.
 
Qualcuno di più preparato di me in economia, potrebbe cortesemente spiegarmi quali siano i vantaggi di convertire il debito in azioni?
Solo quello di non dover contabilizzare dei prestiti inesigibili. Che ovviamente sono tali.
D'altra parte il palese "entusiasmo" dimostrato dalle banche di fronte a questa ipotesi parla da solo. Poi tutti possono essere "convinti" a fare determinate scelte... Ma anche con EY al comando di AZ, la possibilità che gli istituti di credito riportino a casa un guadagno superiore al capitale prestato+gli interessi convertendo il credito, secondo me è praticamente nulla.
 
sempre da Il Messaggero, sembra si studino altre forme di riduzione dei costi; forse meglio un taglio al salario che rischiare il posto?
Intanto il Governo valuta, considera, si esprime.....trattativa fra privati....se.....vabbe'!

Taglio degli stipendi da un minimo del 5% sulle retribuzioni tra 40 e 60 mila euro fino ad un massimo del 20% per chi supera i 200 mila, cancellazione delle indennità, blocco degli scatti di anzianità, riproporzionamento delle ore part time. Sono queste alcune delle misure con cui Alitalia punta a risparmiare circa 42-43 milioni sul costo del lavoro. I dettagli allo studio sono stati illustrati ieri dall'azienda nell'incontro con i sindacati. Ma secondo stime sindacali, questi tagli varrebbero invece 125 milioni.

Vertice a Palazzo Chigi tra il premier Matteo Renzi e il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. Al centro del colloquio le condizioni di Etihad per rilevare la compagnia di bandiera sulla base della lettera arrivata ieri ai vertici di Alitalia.

«Qualsiasi alleanza verrà valutata sulla base del Piano industriale, che non può che essere un piano di rilancio e di sviluppo» per Alitalia, «che deve tornare una grande compagnia internazionale», ha detto Lupi spiegando che quando sarà presentato il piano di Etihad «sarà valutato sotto questo aspetto».

Alitalia, secondo il ministro, deve tornare ad essere «non una compagnia regionale o di medio-corto raggio», ma un grande vettore internazionale. «L'eventuale alleanza Etihad-Alitalia è un'alleanza che il Governo ritiene complementare e strategica per la possibile espansione», ha aggiunto Lupi. Per quanto riguarda l'aspetto dell'occupazione, il ministro ha spiegato che «ad oggi siamo informati riguardo al Piano» attuale, concordato con i sindacati, che prevede una «riduzione del costo del lavoro per complessivi 128 milioni, con una cig a rotazione e solidarietà pari ad un equivalente di 2 mila addetti». Per quanto riguarda la situazione finanziaria della compagnia, ha aggiunto, «il cda facendo una verifica sul bilancio trimestrale ha confermato che i conti sono in linea con le previsioni del 2014».

Il ministro ha quindi confermato che il Piano aeroporti «prevede che Fiumicino, Malpensa e Venezia siano i tre grandi aeroporti internazionali» e che il collegamento con l'alta velocità non ci viene imposto da una trattativa tra Alitalia ed Etihad e nel Piano nazionale degli aeroporti il Governo si è impegnato con Ferrovie dello Stato a realizzarlo.
30 Apr 2014 16:26 - Ultimo aggiornamento: 16:32
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E' stato chiarito che Etihad chiede alle banche non di rinunciare a 400 mln di crediti bensì di convertirli in capitale. Non è pertanto dato capire perché per Ethiad sarebbe un affare investire nella nuova alitalia mentre per le banche e gli altri soci no.

Perché Etihad guadagnerebbe molto dal traffico Italia-Asia fatto passare da Abu Dhabi, ma le banche no.

Solo metà dei crediti verrebbe convertita in azioni, l'altra metà cancellata.

E poi chi comprerebbe in futuro le azioni dalle banche? Air France? A che prezzo? Quando?
 
Qualcuno di più preparato di me in economia, potrebbe cortesemente spiegarmi quali siano i vantaggi di convertire il debito in azioni?

Solo quello di non dover contabilizzare dei prestiti inesigibili. Che ovviamente sono tali.
D'altra parte il palese "entusiasmo" dimostrato dalle banche di fronte a questa ipotesi parla da solo. Poi tutti possono essere "convinti" a fare determinate scelte... Ma anche con EY al comando di AZ, la possibilità che gli istituti di credito riportino a casa un guadagno superiore al capitale prestato+gli interessi convertendo il credito, secondo me è praticamente nulla.
Direi che un esempio "simile" è quello del prestito convertendo concesso dalle banche a Fiat. Al momento della scadenza naturale del prestito questo è stato convertito in azioni Fiat S.p.A. - in quel momento sembrava per le banche una grave debacle, ex post si è rivelato un ottimo affare con plusvalenze probabilmente superiore al miliardo nel complesso (Fiat all'epoca era ovviamente quotata, quindi era più facile monetizzare l'investimento); quella che era unanimemente considerata un'operazione azzardata che poteva mettere in ginocchio il sistema bancario italiano si è invece dimostrata una scelta vincente per tutti gli attori.
 

Interessante questo trafiletto (pressioni esterne?):

Pm Catania, archiviare denuncia di Windjet - La Procura di Catania ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta per tentativo di estorsione aperta sulla denuncia di Windjet a conclusione della fallita trattativa tra le due società. La compagnia etnea, che ha cessato l'attività nell'agosto 2012, si è opposta. A conclusione dell'udienza camerale il Gip si è riservato di decidere.


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Interessante questo trafiletto (pressioni esterne?):

Pm Catania, archiviare denuncia di Windjet - La Procura di Catania ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta per tentativo di estorsione aperta sulla denuncia di Windjet a conclusione della fallita trattativa tra le due società. La compagnia etnea, che ha cessato l'attività nell'agosto 2012, si è opposta. A conclusione dell'udienza camerale il Gip si è riservato di decidere.


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Non c'è bisogno di pressioni. Per il PM è sufficiente leggere i giornali per capire che era forse era il caso di mettersi a lavorare e prendere in mano la pratica.
Peraltro da quello che ho capito io la denuncia per estorsione era stata fatta da Alitalia e non il contrario. Per cui sarebbe un provvedimento apparentemente favorevole a Pulvirenti. Poi dobbiamo leggere le motivazioni.
 
Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00786
presentato da
SQUERI Luca
testo di
Martedì 29 aprile 2014, seduta n. 220

  SQUERI, BERGAMINI e PALESE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   l'amministratore delegato della compagnia di Abu Dhabi Etihad, James Hogan, ritiene che la nostra compagnia di bandiera Alitalia possa tornare alla redditività e riprendere slancio grazie ad un'iniezione di 300 milioni di euro e all'acquisto di una quota tra il 40 e il 49,9 per cento da parte della compagnia araba;
   l'Italia è considerata il terzo mercato europeo per il traffico in uscita e ciò la rende attraente per la compagnia araba che avrebbe la possibilità di potenziare la propria rete nel Sud Europa a completamento dei rapporti con Air Berlin, ampliando l'alleanza commerciale di code sharing con Air France-Klm, già legata ad Alitalia e che forse potrebbe ripensarci dopo la mancata sottoscrizione della ricapitalizzazione e la riduzione della partecipazione dal 25 al 7 per cento;
   Carlo Messina, l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, la banca principale azionista di Alitalia (20,59 per cento), nonché principale creditore, si augura che la trattativa tra le due compagnie aeree si concluda e, a fronte della richiesta della compagnia araba di una ristrutturazione del debito di Alitalia, insieme alle altre banche creditrici, ha concesso un ulteriore finanziamento per circa 165 milioni di euro e un allungamento, fino a giugno 2015, delle linee di credito in essere;
   la due diligence posta in essere dalla Etihad avrebbe, tuttavia, dovuto già essere conclusa ed è, invece, stata procrastinata per valutare la possibilità per la compagnia italiana di ristrutturare il pesante debito (di circa 550 milioni di euro) che la stessa ha con le principali banche azioniste, (Intesa Sanpaolo e Unicredit), realizzando un abbattimento dello stesso per almeno 400 milioni di euro;
   dalle ultime dichiarazioni dell'amministratore delegato di Etihad non appare, tuttavia, scontato che la due diligence debba necessariamente avere un esito positivo, visto che il top manager ha quantificato al 50 per cento la possibilità che il matrimonio tra le due compagnie venga celebrato;
   la compagnia Etihad non sta valutando soltanto il pesante debito di Alitalia verso le banche, ma anche il costo del lavoro e della burocrazia in Italia. Secondo Hogan, Alitalia dovrebbe ottenere economie per 128 milioni di euro e focalizzarsi sui voli intercontinentali piuttosto che su quelli – meno remunerativi – a medio raggio, con conseguenti ricadute in termini di tagli al personale;
   la compagnia araba chiede, inoltre, garanzie rispetto al fatto che i pregressi contenziosi penali e fiscali che pendono sulla compagnia italiana, e che potrebbero trasformarsi in ulteriori esborsi futuri, non ricadano sui nuovi soci;
   la compagnia tedesca Lufthansa ha attaccato il progetto di alleanza tra Etihad e Alitalia in quanto lo reputa un aiuto di Stato mascherato, che comporta un aggiramento delle regole europee della concorrenza e, dal momento che Etihad non intende comprare azioni dai soci attuali, ma sottoscrivere un aumento di capitale, nell'acquisto di quest'ultimo dovrebbe rispettare il tetto azionario del 50 per cento stabilito per le compagnie extraeuropee. Si ventila anche un tentativo della compagnia franco-olandese Air France-Klm di frenare l'accordo;
   da ultimo è slittato il consiglio di amministrazione di Alitalia previsto per il 14 aprile 2014 a Milano, riunione che era stata convocata dal presidente Roberto Colaninno dopo le assicurazioni del Governo all'indomani dell'incontro del 10 aprile 2014 tra il Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, e l'amministratore delegato di Etihad, James Hogan;
   il consiglio di amministrazione ha, dunque, esaminato le condizioni base del negoziato finale che la compagnia degli Emirati Arabi Uniti ha reso note soltanto il 17 aprile 2014 e sulle quali, secondo fonti governative e a detta del Ministro interrogato, ci si aspetta un rigido controllo del Governo per quanto riguarda il piano industriale, lo sviluppo strategico e il piano occupazionale; dopo tale riunione si è in attesa della risposta della compagnia araba;
   tuttavia, sembra che la compagnia di Abu Dhabi abbia frenato sull'accordo in cantiere, sottolineando la perdurante assenza delle garanzie richieste sulla rinegoziazione del debito bancario dell’Alitalia, sui nodi finanziari e legali del passato e sulla gestione degli esuberi; a più di due mesi dall'apertura formale della due diligence, annunciata il 2 febbraio 2014, rimangono irrisolti i punti chiave, le condizioni e i paletti posti da Etihad:
    a) la riduzione del debito per 400 milioni di euro che le banche dovrebbero convertire in capitale e una garanzia sulle passività e pendenze legali e finanziarie del passato di Cai, in particolare per il contenzioso con l'ex proprietario di Air One, Carlo Toto, originato da una multa fiscale di 40 milioni di euro che Alitalia vuole ribaltare su Toto, il quale si oppone;
    b) il taglio del costo del lavoro con circa 3.000 esuberi definitivi (e non in cassa integrazione guadagni straordinaria temporanea o con contratti di solidarietà);
    c) il riassetto regolamentare negli aeroporti con l'ampliamento dei voli di Linate, la riduzione degli spazi per le compagnie low cost e delle autorizzazioni alle compagnie extraeuropee a fare voli intercontinentali in libertà, di cui sono un esempio quella concessa a Emirates per il volo Malpensa-New York (autorizzazione bocciata pochi giorni fa dal tribunale amministrativo regionale del Lazio, ma la decisione non è esecutiva);
    d) l'arrivo dell'alta velocità ferroviaria negli aeroporti, in particolare in quello di Fiumicino;
   non è, infatti, un mistero che Etihad voglia forzare la limitazione dell'uso degli slot (fasce orarie) a Linate per poter sostituire i voli Milano-Roma con rotte europee e forse anche extraeuropee, più utili alla compagnia araba per servire i propri hub (scali principali);
   la Commissione europea ha acceso un faro sulla trattativa in corso tra Alitalia e Etihad, chiedendo alle autorità italiane di «vigilare» sull'operazione perché sia in regola con le norme dell'Unione europea relative alla proprietà e al controllo delle compagnie aeree;
   al momento Bruxelles sta esaminando le partecipazioni di vari gruppi extraeuropei in compagnie aeree europee. In particolare, sono sotto indagine la partecipazione di Etihad in Air Berlin, la quota di Delta Air Lines in Virgin Atlantic, la quota dei cinesi di Hnca in Cargolux del Lussemburgo e la partecipazione di Korean Air nella compagnia di bandiera ceca Czech Airlines;
   la Commissione europea ha chiesto agli Stati membri, dove le compagnie sono registrate, i dettagli su come questi investimenti rispettino le regole europee in materia di proprietà e controllo delle compagnie aeree, dal momento che le regole dell'Unione europea prevedono che una quota superiore al 50 per cento di ciascuna compagnia aerea europea debba essere in capo a Stati o aziende dell'Unione europea, che devono, inoltre, dimostrare di avere un reale controllo sulla compagnia –:
   quale sia la reale situazione delle risorse della compagnia aerea Alitalia per evitare la dichiarazione di fallimento e, in senso più ampio, se il Governo abbia intenzione di attivarsi per controllare che l'accordo con Etihad non comporti una situazione di disagio per la gestione degli aeroporti italiani e garantisca la tutela delle rotte nazionali, oltre che il piano industriale della società. (3-00786)
 
Non c'è bisogno di pressioni. Per il PM è sufficiente leggere i giornali per capire che era forse era il caso di mettersi a lavorare e prendere in mano la pratica.
Peraltro da quello che ho capito io la denuncia per estorsione era stata fatta da Alitalia e non il contrario. Per cui sarebbe un provvedimento apparentemente favorevole a Pulvirenti. Poi dobbiamo leggere le motivazioni.



No il contrario ;)

Da Blogsicilia 30 aprile 2014

L’archiviazione è stata chiesta dalla Procura di Catania nell’inchiesta per tentata estorsione nei confronti di Alitalia, avviata in relazione alla denuncia di Windjet, per presunte condizioni vessatorie a conclusione della fallita trattativa tra le due società.

La compagnia aerea etnea ha evitato il fallimento grazie a un concordato preventivo ed ha chiuso i voli il 12 agosto 2012: Wind Jet nell’udienza camerale di oggi, si è opposta e al termine il Gip si è riservato di decidere. La decisione è attesa per la prossima settimana.

Nel 2012 la magistratura aveva indagato sulla trattativa, poi fallita, per l’acquisizione da parte di Alitalia di Windjet, la compagnia aerea low-cost che in seguito all’esito negativo del ‘dossier’ ha finito di volare il 12 agosto dello stesso anno, lasciando a terra 500 dipendenti e diverse migliaia di passeggeri, e che nel 2013 ha avuto accesso al ‘concordato fallimentare’.

Sull’esito della trattativa c’erano pareri contrastanti: per Alitalia la compagnia aerea siciliana non aveva presentato i
documenti chiesti sulla situazione patrimoniale e di bilancio; per Windjet era Cai che sperava di ottenere maggiori vantaggi, imponendo ‘condizioni vessatorie’ e usando a pretesto la necessita’ di ricevere documentazione da terze parti.
Contestazioni, quelle della compagnia low-cost etnea, che erano confluite in esposto presentato poi alla Procura di Catania che, dopo indagini e accertamenti, ha chiesto l’archiviazione delle accuse nei confronti di Alitalia. Contro la valutazione dei Pm si è mosso il collegio di difesa della società aerea etnea che ha presentato opposizione. Il fascicolo è quindi approdato in udienza camerale, celebrata oggi e presieduta dal Gip Alessandro Ricciardolo, che si è riservato la decisione. Il Gip ha tre strade da potere seguire: archiviare l’inchiesta come chiesto dalla Procura, disporre l’imputazione coatta o chiedere ulteriori o nuove indagini.

La Procura di Catania, trapela in ambiente giudiziario ha aperto anche un fascicolo parallelo su Windjet per verificare se sussistano reati nella gestione societaria e in particolare nella redazione della documentazione contabile. Quest’ultima inchiesta è ancora pendente.
 
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Alitalia, Etihad conferma 3mila esuberi e alza asticella: taglio di 500 milioni di debiti

A conti fatti, gli arabi chiedono una sorta di ennesima bad company. E ai soci, visto l'easurimento dei fondi entrati con le Poste, domandano nuove risorse

di Fiorina Capozzi | 30 aprile 2014

La missiva c’è, ma non la lettera d’intenti attesa da oltre un mese a Roma per avviare la trattativa esclusiva fra Alitalia e Etihad e archiviare così il salvataggio della compagnia italiana. E’ solo un foglio in cui si induriscono condizioni poste dal vettore mediorientale per investire circa 500 milioni per il 40% di Alitalia. La compagnia guidata da James Hogan chiede innanzitutto che le perdite generate dal piano dell’ad Gabriele Del Torchio (si stima 300 milioni nel 2013) ricadano esclusivamente sugli attuali soci, cioè “i patrioti”, le Poste Italiane e il gruppo Percassi. In più domanda il taglio di 500 milioni di debiti (in precedenza si parlava di 400 milioni) su un totale di 1 miliardo attraverso la conversione in azioni dei crediti vantati dalle banche-azioniste. Intesa e Unicredit in primis. In alternativa chiede agli istituti di credito di investire altri 300 milioni. Il vettore mediorientale pretende poi la garanzia contro le responsabilità e le pendenze legali relative ai primi cinque anni di Alitalia-Cai (dal contenzioso con WindJet a eventuali multe del fisco per gli aerei ex Air One o noleggiati della Ap Fleet di Carlo Toto e immatricolati nel paradiso fiscale irlandese), oltre ai 3mila esuberi che il ministro Lupi aveva vigorosamente smentito nei giorni scorsi.

Tanto che all’indomani dell’arrivo della missiva ha iniziato a fare marcia indietro. “Noi siamo informati sul piano concordato dall’amministratore delegato Del Torchio e le organizzazioni sindacali”, ha detto Lupi, rispondendo a un’interrogazione parlamentare sugli sviluppi della trattativa e sulle condizioni che la compagnia del Golfo porrebbe, a cominciare dalla richiesta di esuberi di personale. E così, avvicinandosi l’ora della verità, Lupi ha sottolineato che il governo è informato non delle richieste di Etihad, bensì del piano presentato dall’ad della compagnia, che prevede interventi sul costo del lavoro per 128 milioni di euro e 1900 esuberi gestiti con contratti di solidarietà e cassa integrazione a rotazione.

Tornando a Hogan, il manager australiano vuole anche un impegno concreto da parte del governo di Matteo Renzi sull’alta velocità ferroviaria per Fiumicino e sulla liberalizzazione dello scalo di Linate. Lupi a tal proposito ha fatto osservare che questo intervento “è imposto dal buon senso” e una politica infrastrutturale non può prescinderne. “Purtroppo però – ha sottolineato il ministro – e il nuovo piano nazionale degli aeroporti prevede l’impegno a realizzarli”.

L’arrivo della lettera, che scongiura l’ipotesi drammatica della fine delle trattative, nella serata di martedì era stato comunque sufficiente a metter di buon umore il ministro dei Trasporti che aveva immediatamente evidenziato come l’alleanza con Etihad sia “la migliore risposta al presidente Berlusconi, che non so se si è dimenticato di essere un imprenditore quando oggi ha proposto di licenziare 9mila persone in Alitalia”. Ipotesi che Lupi ha definito “impensabile”. Certo, comunque vadano le cose, la compagnia chiederà nuovi sacrifici ai dipendenti: nell’ultimo incontro con i sindacati, aggiornati a venerdì 2 maggio, l’ad Del Torchio ha già comunicato che, indipendentemente dalle trattative con Etihad, sarà necessario realizzare un centinaio di milioni di risparmi in più rispetto ai 300 attesi per l’anno in corso.

Nonostante l’apertura del potenziale partner, la trattativa resta quindi in salita. E al momento, oltre al nodo sindacale e premessa la disponibilità delle banche a valutare la riduzione del debito (un nuovo incontro è in calendario per venerdì 2), i punti più spinosi sono sostanzialmente due. Il primo è relativo ai contenziosi sulla ex gestione Cai, che secondo Il Sole24Ore, potrebbero far parte dell’ennesima bad company separata da una nuova e più snella Alitalia in cui arriverà la nuova liquidità di Etihad. Un modello che ricalcherebbe quello seguito nel 2008 dall’allora premier Silvio Berlusconi e costato agli italiani circa 5 miliardi di euro. Il secondo punto è la questione degli scali milanesi con Malpensa che occupa circa 12mila persone.

D’altro canto, come ha spiegato Lupi, che ha in tasca il decreto per aumentare il traffico a Linate per l’Expo 2015, è arrivato il momento in cui ognuno deve prendersi le proprie responsabilità. “Se dopo 5 anni (dal salvataggio della cordata dei patrioti, ndr) siamo qui a dover discutere e affrontare il rilancio della nostra compagnia di bandiera – ha sottolineato il ministro – forse non tutto è andato bene nel passato. Magari se la smettiamo di dire che tutto va bene e ognuno inizia a prendersi le proprie responsabilità il Paese finalmente inizierà a cambiare nel centrodestra come nel centrosinistra”. Responsabilità per il secondo salvataggio Alitalia con cui dovrà fare i conti, politicamente parlando, sia lo stesso Lupi che insieme all’ex premier Enrico Letta, ha sostenuto l’ingresso dell’azienda pubblica Poste Italiane nel capitale di Alitalia a fine dicembre, sia lo stesso Renzi quando, in caso di esito positivo della trattativa con Etihad, si delineeranno i costi reali della seconda operazione di salvataggio Alitalia per le casse dello Stato.

http://www.ilfattoquotidiano.it/201...nze-e-taglio-di-500-milioni-di-debiti/968570/
 
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