Thread Alitalia / Etihad - Parte II


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Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Aerei. Nuova lettera da Abu Dhabi, dopo la missiva del 16 aprile - Lupi: «Il gruppo sta valutando le nuove proposte»


Etihad riapre il dossier Alitalia


La compagnia araba disposta a riprendere le trattative, ma ribadisce le dure condizioni



ROMA
Etihad Airways è disposta a riprendere le trattative con Alitalia ma mette in chiaro che le sue condizioni per un accordo con la sofferente compagnia italiana restano quelle (dure) indicate da tempo: taglio del debito con le banche, esuberi, garanzie contro pendenze e contenzioso dei primi anni di vita dell'Alitalia-Cai dei Capitani coraggiosi.
La compagnia degli Emirati Arabi Uniti ha mostrato ieri un'apertura in una nuova lettera all'Alitalia, dopo aver lanciato l'ultimatum con una missiva del 16 aprile nella quale affermava che non c'erano le condizioni per proseguire il confronto. L'amministratore delegato di Alitalia, Gabriele Del Torchio, aveva subito risposto e ieri è arrivata la lettera di James Hogan, a.d. di Etihad, che conferma le condizioni degli emiratini, ma dice che il confronto può riprendere.
Non è la lettera d'intenti (né l'offerta) attesa a Roma da un mese per dare il via a una trattativa in esclusiva, ma comunque un segnale valutato in maniera positiva. «È un grande passo avanti. Ci sono le condizioni per portare avanti il negoziato», ha commentato una fonte autorevole, pur riconoscendo che si tratta di «un passo necessario ma non sufficiente» per l'accordo. La strada da percorrere insomma è ancora lunga.
Più lunga di quanto cerchi di far credere il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, dichiaratosi più volte ottimista. Ieri verso le 17 è stato Lupi a rivelare che c'era nuova posta da Etihad. «Cinque minuti fa l'a.d. Del Torchio ha comunicato che Etihad ha inviato la lettera ad Alitalia in cui ha risposto alle osservazioni della stessa Alitalia e credo che Alitalia stia valutando il contenuto delle proposte di Etihad», ha detto Lupi. «Del Torchio – ha aggiunto il ministro dei Trasporti – presenterà agli azionisti e al governo lo stato della trattativa che sta avanzando e noi crediamo che l'alleanza tra Etihad e Alitalia sia una buona alleanza per rilanciare il trasporto aereo in Italia e la nostra compagnia».
Una fonte di Etihad ha confermato la lettera, da Alitalia non ci sono state reazioni ufficiali. La missiva è all'attenzione del vertice della compagnia presieduta da Roberto Colaninno e delle banche creditrici e azioniste, soprattutto Intesa Sanpaolo e quindi UniCredit, come da Poste Italiane e dal governo.
Ma cosa c'è scritto nella seconda lettera di Hogan? Chi l'ha letta sostiene che, nella forma, è una parziale retromarcia rispetto ai toni ultimativi della missiva precedente, ma nella sostanza alcune condizioni vengono poste in maniera ancora più dure. La prima condizione è il taglio del debito, Etihad (come già aveva chiesto Air France-Klm, prima di ritirarsi dall'aumento di capitale) chiede che almeno 400 milioni di debiti verso le banche, su un miliardo circa di debiti finanziari, vengano cancellati convertendoli in capitale.
La seconda condizione è una garanzia contro le responsabilità e pendenze legali (liability) insite nei primi cinque anni di Alitalia-Cai, in particolare il contenzioso con WindJet da 250 milioni e i rischi di ulteriori multe del fisco, dopo quelle comminate nel 2013, per gli aerei già di Air One o comunque forniti dalla Ap Fleet di Carlo Toto immatricolati in Irlanda, un paradiso fiscale. Una via che sarebbe stata valutata per separare il passato di Cai da una futura Alitalia targata Etihad sarebbe la nascita una nuova compagnia e trasformazione dell'attuale Cai in bad company in liquidazione, come fece Silvio Berlusconi con la vecchia Alitalia pubblica per far nascere la Cai: ipotesi esclusa da una fonte autorevole, perché richiederebbe una procedura concorsuale, tipo il concordato preventivo, per la Cai.
Terza condizione: gli esuberi, secondo gli arabi devono essere strutturali. Secondo una fonte autorevole gli esuberi sarebbero 2mila e non i 3mila di cui si parla, inoltre una parte dei piloti in eccesso potrebbe essere riassorbita da Etihad (ad Abu Dhabi). Poi il capitolo aeroporti, alta velocità ferroviaria e aumento dei voli a Linate. Etihad infine condiziona i potenziali impegni, un'iniezione da 300 a 550 milioni per avere il 40% di Alitalia, al via libera della Ue, che ha messo sotto osservazione questa e altre operazioni di compagnie extra-Ue perché non ci sia il controllo di fatto dei vettori non Ue.
Alitalia ieri ha incontrato i sindacati sul piano di risparmi del costo del lavoro per 128 milioni, annunciando – secondo la Filt-Cgil – che l'obiettivo di risparmi totali è stato alzato di 100 milioni a 400 milioni l'anno. Ma più che il costo del lavoro, la vera incognita è la resistenza delle banche e dei maggiori azionisti alle richieste di Etihad.
G.D.
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Quelle condizioni senza alternative


Gianni Dragoni



La notizia positiva è che Etihad è disposta a riprendere le trattative per entrare nel capitale di Alitalia. La notizia negativa è che la compagnia degli Emirati Arabi conferma le condizioni già poste e ben conosciute da banche, soci privati di Alitalia e governo: taglio dei debiti, esuberi, garanzia di essere tenuta indenne dalle pendenze e rischi legali dei primi cinque anni di vita della Cai. Bisogna chiedersi allora cosa potrebbe indurre le banche e i soci privati di Alitalia ad accettare quello che fino a ieri hanno respinto?

La risposta deve tener conto di una subordinata: c'è un'alternativa per i soci di Alitalia per assicurare lo sviluppo della compagnia? Quello che è mancato nei primi cinque anni di vita della Cai dei «patrioti» chiamati da Silvio Berlusconi nel 2008 per respingere Air France-Klm.
Berlusconi ieri (excusatio non petita) ha disconosciuto ogni responsabilità: «Nel 2008 l'abbiamo salvata facendola restare italiana. Ora se si trova in queste condizioni non è per colpa mia. Faccio poi notare che per trasportare 21 milioni di passeggeri all'anno Alitalia impiega 14.000 collaboratori. Ryanair, che di passeggeri ne ha 61 milioni, ha 6.000 collaboratori». Ha replicato il ministro Lupi che è «impensabile» che Alitalia possa «licenziare 9mila persone» e ha fatto notare: «Se dopo cinque anni siamo qui a discutere e affrontare il rilancio della nostra compagnia di bandiera forse non tutto è andato bene nel passato».
Volano gli stracci tra ex alleati, mentre Alitalia continua a volare in rosso e a bruciare la cassa. Ogni mese è un'emergenza pagare gli stipendi. Abu Dhabi pone dure condizioni, gli esuberi strutturali sarebbero 2.000. L'ostacolo principale però è il braccio di ferro con le banche (soprattutto Intesa) e con gli altri grandi azionisti (Benetton e Colaninno) sulla richiesta di Etihad di tracciare una linea netta con il passato: l'esenzione contro ogni rischio, contenzioso o liability. C'è chi ritiene che i rischi reali siano pari a zero, non aiutano i tempi esagerati della giustizia italiana, ma la richiesta di Etihad non è insensata. Del resto, se Etihad si ritirasse, le pendenze del passato resterebbero un problema dei soci.
Resta vigile Air France-Klm, socio con una quota ridotta al 7% di Alitalia, che non fa salti di gioia per l'arrivo nell'alleanza Sky-Team di un vettore arabo, ma è dialogante con Etihad per ampliare le collaborazioni commerciali. L'ingresso di Etihad può essere un'opportunità per Alitalia. Il servizio migliore che Colaninno & C. possono fare, più che arroccarsi, è negoziare un buon piano industriale che assicuri una crescita dei voli intercontinentali (e non solo via Abu Dhabi) e prendere atto che l'esperienza della Cai
è fallita.
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Due considerazioni su quanto pubblicato oggi su Il Sole 24 ore:

1) La nascita di una nuova compagna attraverso un'operazione di conferimento d'azienda è OBBLIGATORIA al fine di mantenere lo status di vettore comunitario. Certo è che nei confronti della UE è più elegante raccontare che fai questa operazione per tutelarti da pregresso (il cui rischio effettivo è zero) piuttosto che dire che lo fai per tutelarti da possibili contestazioni UE. Trattasi pertanto di passaggio obbligatori e non di "dura condizione imposta da Ethiad".

2) E' stato chiarito che Etihad chiede alle banche non di rinunciare a 400 mln di crediti bensì di convertirli in capitale. Non è pertanto dato capire perché per Ethiad sarebbe un affare investire nella nuova alitalia mentre per le banche e gli altri soci no.
 
Un articolo super partes di Dragoni, in cui analizza la situazione in maniera oggettiva e senza i soliti orpelli da tragedia imminente? Caspita, mi spiego il perché dei nuvoloni, neri come la pece, che sovrastano le teste dei genovesi.
 
Un articolo super partes di Dragoni, in cui analizza la situazione in maniera oggettiva e senza i soliti orpelli da tragedia imminente? Caspita, mi spiego il perché dei nuvoloni, neri come la pece, che sovrastano le teste dei genovesi.

anche dei milanesi :D
 
Due considerazioni su quanto pubblicato oggi su Il Sole 24 ore:

1) La nascita di una nuova compagna attraverso un'operazione di conferimento d'azienda è OBBLIGATORIA al fine di mantenere lo status di vettore comunitario. Certo è che nei confronti della UE è più elegante raccontare che fai questa operazione per tutelarti da pregresso (il cui rischio effettivo è zero) piuttosto che dire che lo fai per tutelarti da possibili contestazioni UE. Trattasi pertanto di passaggio obbligatori e non di "dura condizione imposta da Ethiad".

2) E' stato chiarito che Etihad chiede alle banche non di rinunciare a 400 mln di crediti bensì di convertirli in capitale. Non è pertanto dato capire perché per Ethiad sarebbe un affare investire nella nuova alitalia mentre per le banche e gli altri soci no.
1). Non ne sono così certo. Un patto di sindacato avrebbe gli stessi effetti pratici - e da quanto ricordo con AB non c'è stata la necessità nemmeno di questo accordo (anche se la quota EY è inferiore)
2) Perché un conto è vantare un credito che in teoria "rientra" fra un anno, un altro avere una partecipazione immobilizzata per chissà quanto tempo.
 
Mistral Air (7M, Rome Fiumicino) is set to take delivery of two ATR72-500s formerly with fellow Italian operator, Air Dolomiti (EN, Verona). ch-aviation has exclusively learned that the two turboprops will be used to operate domestic Italian flights on behalf of Alitalia (AZ, Rome Fiumicino).

The ATR72-500s will be based at Ancona and Trieste and used for the Ancona-Rome Fiumicino route as well as services from Trieste to Milan Linate, Catania and Naples Int'l starting June 1.

Mistral Air also recently began selling seats for its scheduled charter flights directly to consumers.

Backed by the Italian postal service, Gruppo Poste Italiane, Mistral Air also operates ATR42 and 72 freighters, three B737-400s, four B737-300(QC)s and wet-leases a MD-82. Given the airline's closeness with Alitalia, the Italian press has speculated that it could become the Italian national carrier's low cost subsidiary should talks with Etihad Airways (EY, Abu Dhabi Int'l) succeed.

Ch-Aviation
 
Trieste Catania con atr72???
Strano che non venga piazzato anche sulla PSA fco
Inviato dal mio Nexus 7 con Tapatalk 4
 
Svolta Alitalia, la lettera di Etihad c’è

Gi arabi ribadiscono le condizioni per la fusione: esuberi, infrastrutture e debiti

La lettera di risposta ad Alitalia c’è. Etihad alla fine ha mantenuto l’impegno. Ieri è stato il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ad annunciare l’arrivo della missiva degli arabi sulla scrivania dell’ad della compagnia italiana Gabriele Del Torchio.
Per ora non si tratta ancora del contratto preliminare, ovvero della bozza del preaccordo che apre di fatto la fase della conclusione del dossier. La conferma è stata fatta filtrare anche da Etihad. Che presumibilmente avrebbe sottoposto il testo al vaglio formale del cda. Si tratta di un testo sintetico, meno di 20 pagine. Ma non si tratta comunque, della bozza di accordo preliminare dell’intesa definitiva ma solo della conferma dell’impegno a continuare la trattativa per la fusione visto che le condizioni poste dalle due compagnie nella fase iniziale sono in via di perfezionamento. Un passaggio che non chiude la trattativa, dunque, ma la semplifica considerato che la sua attesa e i continui rinvii della sua consegna stavano cominciando a logorare gli animi delle parti coinvolte. E soprattutto delimita il perimetro dell’operazione. Etihad ha confermato di aver registrato progressi nella soluzione dei nodi messi sul tavolo. In particolare sul tema degli esuberi, sulla riduzione del debito verso le banche e sull’impegno del governo a potenziare le infrastrutture attorno agli hub. In particolare Abu Dhabi giudica positivamente le intenzioni dell’esecutivo per liberalizzare gli slot sullo scalo di Milano e quello per innestare l’Alta Velocità ferroviaria negli scali di Roma, Milano e Venezia.
D’altro canto anche Alitalia ha posto delle richieste alle quali, nella missiva, ci sono chiare risposte. Dunque Etihad avrebbe risposto affermativamente all’ingresso nel capitale di Alitalia con un assegno di 500 milioni di euro e, soprattutto, con un piano di sviluppo che prevede un effettivo rilancio per la compagnia italiana che, nel caso di Air France, avrebbe finito per diventare una compagnia regionale al servizio di Parigi. Non è un caso che dai transalpini siano filtrati malumori proprio sull’avanzamento del dossier. Intanto ieri nel vertice dell’azienda con i sindacati. Alitalia ha chiesto di aumentare i risparmi fino a 450 milioni l'anno contro i 300 previsti dal piano di luglio. La proposta è quella di tagli lineari sugli stipendi: il 5% sulla parte compresa tra 40 e 60 mila euro lordi l’anno. Il 10% tra 60 e 100, il 15 tra 100 e 200 mila euro e il 20% oltre i 200. A essere colpiti sarebbero maggiormente i piloti che hanno chiesto invece di far diminuire il costo del lavoro attraverso un aumento delle ore di volo e dunque con maggiore produttività. Da questo si riparte venerdì con la convocazione di un nuovo incontro.
Filippo Caleri

http://www.iltempo.it/economia/2014/04/30/svolta-alitalia-la-lettera-di-etihad-c-e-1.1245226
 
1). Non ne sono così certo. Un patto di sindacato avrebbe gli stessi effetti pratici - e da quanto ricordo con AB non c'è stata la necessità nemmeno di questo accordo (anche se la quota EY è inferiore)
2) Perché un conto è vantare un credito che in teoria "rientra" fra un anno, un altro avere una partecipazione immobilizzata per chissà quanto tempo.


Scusa Paolo ma secondo te in concreto di cosa stiamo parlando?

Pensi davvero che ci sia solo una probabilità su un miliardo che le banche facciano saltare tutto per il rifiuto di convertire il credito in equity?
 
Scusate ma un TRS-CTA con ATR72 ma quanto ci mette?

Sapete poi se gli ATR porteranno la livrea Alitalia con il trafiletto operated by Mistral, oppure con la livrea delle Poste? Thanks
 
Scusa Paolo ma secondo te in concreto di cosa stiamo parlando?

Pensi davvero che ci sia solo una probabilità su un miliardo che le banche facciano saltare tutto per il rifiuto di convertire il credito in equity?
Da sempre sostengo che per le banche sia meglio la conversione del default, e che questa sarebbe stata la strada maestra (dal punto di vista del bilancio è meglio del write off del debito); solo che cercavo di evidenziare come la conversione rappresenti comunque un sacrificio per le banche rispetto alla "condizione ideale" (e francamente difficile da realizzare) di ottenere il rimborso del debito a scadenza.
 
Scusate ma un TRS-CTA con ATR72 ma quanto ci mette?

Sapete poi se gli ATR porteranno la livrea Alitalia con il trafiletto operated by Mistral, oppure con la livrea delle Poste? Thanks

2h e fischia. Almeno ai tempi di Minerva col Do328 che pista più del frullino. Insistono con sto ATR. Saranno felici i pax della LIN che già si erano lamentati del passaggio dal CRJ al 175 ??
 
Da Il Messaggero di oggi; per come intendo io, una "lettera d'intenti" dovrebbe essere del tipo "ok, preso atto di tutto e d'accordo su questo e quello, siamo disposti a investire tot, per cui fateci sapere". Invece qui mi pare che si sia ancora lontani, ovvero ancora ad una piu' che rigida richiesta di condizioni pre-intenti...
Infine, come da sempre per Alitalia, si richiedono....i soldi di Pantalone!:mad:

"E’ dura, dettagliata e zeppa di condizioni stringenti la risposta di Etihad recapitata ieri ad Alitalia. Paletti per proseguire nelle trattative che non consentono di uscire fuori pista. Ma a Palazzo Chigi, come al ministero dell’Economia, che hanno letto i contenuti della lettera indirizzata all’ad Gabriele Del Torchio e al presidente Roberto Colaninno, giudicano positivamente la mossa di Abu Dhabi, quella che definiscono una «ripresa del negoziato, un passo avanti». E in effetti lo stallo di questi giorni, nonostante l’ottimismo di facciata, aveva fatto temere il peggio. Con il dietrofront degli arabi e il naufragio del salvataggio.
Invece, anche se a fatica, si va avanti. Anche se la premessa con cui si apre la lettera di James Hogan non è certo incoraggiante. Segno evidente che il dialogo sarà difficile, e probabilmente lungo il braccio di ferro.

LE GARANZIE
Se la trattativa non dovesse andare in porto, è scritto nelle prime righe, per la mancata ottemperanza delle condizioni poste ai soci italiani, nessuno potrà chiedere ad Etihad di essere chiamata in giudizio per responsabilità precontrattuale. Niente penali, dunque, in caso di fallimento del negoziato. Poi ci sono 4 punti chiave per andare avanti, condizioni definite «propedeutiche». La prima riguarda le eventuali perdite del piano Del Torchio che, sostengono gli arabi, dovrebbero ricadere solo sulle spalle dei soci attuali. Il secondo e il terzo punto fanno riferimento al contenzioso con Toto per Airone e a quello per Easyjet. Strascichi giudiziari e fiscali del passato di cui non si vuole sentire parlare. Ma il nodo più difficile riguarda gli esuberi. Si chiede in sostanza l’uscita secca e senza ritorno di 3 mila dipendenti.

Gli arabi, ormai è chiaro, non vogliono i contratti di solidarietà, ma l’attivazione di un fondo da 24 milioni di euro da parte del governo per gestire cassa integrazione e mobilità per i prossimi tre anni. Gli obiettivi sono due: avere una compagnia con un costo del personale ridotto ed evitare sorprese per il futuro.

GLI IMPEGNI
Il debito è il piatto forte. Ed è su questo fronte che la lettera riserva le maggiori sorprese. Abu Dhabi chiede che il 50% del debito del passato sia cancellato, mentre il restante 50 deve essere trasformato in azioni. Anche il nuovo debito, circa 196 milioni - è scritto nero su bianco - va trasformato in equity. In alternativa si chiedono almeno 300 milioni di finanza aggiuntiva. Si tratta di un sacrificio non da poco per gli istituti di credito, anche se Intesa e Unicredit hanno già dato segnali di disponibilità. Nella seconda parte della lettera si ribadisce la necessità della liberalizzazione totale delle rotte europee da Linate. Almeno in questo caso si tratta di una richiesta accolta dal governo che è pronto, nell’ambito più generale dell’Expo, a varare un decreto ad hoc.

LE REAZIONI
Ma come risponderanno i soci di Cai? Ieri, durante un call con le banche, un’azionista è stato netto: «Alla fine chiuderemo l’alleanza, non ci sono alternative. E’ vero che le condizioni sono rigide ma c’è comunque margine per trattare, altrimenti sarà il disastro». Palazzo Chigi riconosce che il cammino è impervio. Non si scoraggia però il ministro Lupi: «Lasciamo lavorare le parti, ci sarà il rilancio di Alitalia con il matrimonio con Etihad».
30 Apr 2014 09:53 - Ultimo aggiornamento: 10:38
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La questione Toto ed AirOne si ripropone sempre...come l'aglio!

Ma qualcuno ( a parte gli ex dipendenti AP transitati in AZ) mi vuole spiegare cosa ci ha guadagnato la CAI da quella infausta operazione del 2008 ?
 
Ma qualcuno ( a parte gli ex dipendenti AP transitati in AZ) mi vuole spiegare cosa ci ha guadagnato la CAI da quella infausta operazione del 2008 ?
Ha scongiurato il pericolo che LufthanZa usasse questa sanissima compagnia come testa di ponte per invadere il mercato italiano. (ci metto la faccina o si capisce lo stesso che sono sarcastico?)
 
Etihad: piloti indiani per 777
Più aerei che piloti: è questa la situazione in cui si trova Etihad per la sua forte crescita, al punto di avere difficoltà a disporre di un numero sufficiente di equipaggi per i 94 aerei in linea e i 225 in ordine. Entro fine maggio sarà completato il reclutamento di una ventina di piloti della compagnia indiana Jet Airways, della quale un anno fa ha acquisito una quota del 24%. Secondo la stampa indiana, ai piloti basati ad Abu Dhabi verrebbe offerto un contratto annuale, passaggio macchina dall’Airbus A330 al Boeing 777, salario netto di circa un terzo superiore all’attuale retribuzione. Accordi analoghi erano stati raggiunti in precedenza con Air India, dalla quale Etihad ha acquistato anche cinque 777-200LR.
 
Alitalia: Pm,archiviare denuncia Windjet
Reato ipotizzato era tentata estorsione. udienza camerale al Gip


(ANSA) - CATANIA, 30 APR - La Procura di Catania ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta per tentativo di estorsione aperta sulla denuncia di Windjet, per presunte 'condizioni vessatorie' a conclusione della fallita trattativa tra le due società. La compagnia aerea etnea, che ha evitato il fallimento grazie a un concordato e ha chiuso i voli il 12 agosto 2012, si è opposta. A conclusione dell' udienza camerale, che si è tenuta oggi, il Gip si è riservato. La decisione è attesa per la prossima settimana.

fonte : ANSA
 
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