Thread Alitalia - Etihad IV : DICHIARAZIONE CONGIUNTA


Stato
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Ma è proprio chi con AZ non ha nulla a che fare che ha più diritto d'incaxxarsi.
Perchè vede depauperate grandi risorse economiche a beneficio di una piccola sacca di privilegiati (sia pure con grandi differenze tra loro) e in danno della collettività.
E ancora di più per un misto di senso di arroganza, di ipocrisia, di marciume e di malafede ben combinati tra loro.
Una bella sintesi dell'Italia più deteriore e fallita che finanziariamente è stata, è tuttora e probabilmente sarà anche domani, un cancro nell'economia del paese. Laddove avrebbe potuto essere una risorsa.
Gli avvenimenti di questi ultimi giorni stanno diffondendo un disgusto, un ribrezzo verso AZ che non ricordo di aver percepito nemmeno nel 2008, forse perchè la crisi non mordeva così forte.
Ora l'establishment politico-economico-sindacale sta facendo sforzi enormi per dimostrare che una volta che AZ sarà nelle mani di EY, l'attende un roseo futuro. Peccato che gli arabi finora si siano dimostrati del tutto incapaci di rendere profittevoli le compagnie partecipate. Anzi, si sono dimostrati incapaci di ottenere buoni risultati anche con EY, che dopo anni di perdite è riuscita ad ottenere complessivamente poche centinaia di M€ di utile negli ultimi esercizi, dopo che tutti i precedenti erano terminati in perdita (di entità non diffusa).
E dall'alto di questi non esaltanti risultati, gli emiratini si pongono di fronte ai beoti italici supplicanti come se fossero i salvatori della patria, promettendo un po' di soldi in cambio di potere (e non solo in AZ).
Pronti a rifilarci qualche 777-200 LR da loro incautamente acquistato usato da Air India a prezzi di saldo.
D'altra parte ognuno ha ciò che si merita: quando il ministro dei trasporti sentenzia che il duo AZ-EY sarà la prima compagnia del mondo, è evidente quanto sia inutile ricercare razionalità e redditività delle scelte.
Siamo semplicemente di fronte ad un'arrampicata verso il ponte superiore della nave che sta affondando per cercare un po' di ossigeno. E pazienza se per farlo bisogna calpestare un po' di gente inerme rubacchiando un po' di soldi qua e la per continuare a far girare la giostra.
Non si può mica avere tutto...

Per come si stanno mettendo le cose, per come il governo ha ritenuto di affrontare questa volta la disoccupazione che ne verrà, non vedo grandi sprechi di denaro pubblico se non nel caso del grounding. Non proverei neppure a paragonare "l'investimento" PPTT ai miliardi di costo LAI. 3/5mld vs 140mln direi che si sta imparando. Sul resto, sulla crisi che rende tutti più incaxxati, sono d'accordo, ma allora uno spreco vale l'altro.
 
Gli ex azionisti hanno spregevolmente affossato Alitalia, pur potendola rilanciare.
Per favore, non è consentito alcun vittimismo verso di loro ed i loro soldi.

Il fatto di aver buttato nel cesso soldi una volta non ti costringe a buttarli nel cesso ancora.

A parte che, e' vero, l'altra volta sono stati ricambiati con piacerini vari che hanno distorto e inquinato l'economia anche in altri settori.

Se non avvelenano i pozzi della nostra disastrata economia per salvare i paraxuli anche questa volta sarebbe bello. E non mi riferisco a quelli che sanno fare il loro lavoro, che avrebbero tutto l'interesse che il settore funzionasse bene.
 
I più meritevoli??! In base a quali parametri? I tuoi? Chiedo , sai , tanto per capire.

Gli ex azionisti ci hanno rimesso i soldi, nessuno li ha tutelati, ma quanto altro bisogna aspettare per staccare la spina. Staccare la spina , vada avanti il migliore.

MAGARI si utilizzassero i criteri di Dome. Lascia stare.
 
Ed è un timore più che fondato. D'altra parte è ormai chiaro che non si sta salvando una compagnia aerea, ma si sta salvando il cuxo ad una bella fetta di dipendenti AZ che hanno il "merito" di essere figli di..., amici di...., o protetti di...

Ma cosa scrivi?
Ma non generalizzare! Si sta operando in base a una legge dello Stato. Se hai qualche dubbio esponilo alle autorità competenti e magari dimostra con numeri e fatti le cose che scrivi.
 
Per come si stanno mettendo le cose, per come il governo ha ritenuto di affrontare questa volta la disoccupazione che ne verrà, non vedo grandi sprechi di denaro pubblico se non nel caso del grounding. Non proverei neppure a paragonare "l'investimento" PPTT ai miliardi di costo LAI. 3/5mld vs 140mln direi che si sta imparando. Sul resto, sulla crisi che rende tutti più incaxxati, sono d'accordo, ma allora uno spreco vale l'altro.
Mauro, non è tanto il concetto di spreco di denaro pubblico (pur presente) che mi interessa rimarcare, quanto l'incapacità dell'azienda di vivere senza sovvenzioni esterne e il fatto che queste sovvenzioni siano spesso sottratte all'economia sana.
Con l'ultimo esborso appena deliberato dal cda, l'ammontare di quanto investito in vari modi dalle banche in AZ dovrebbe aggirarsi intorno al miliardo. E il termine "investito" è più che generoso...
Supponiamo che quel miliardo fosse stato disponibile per le tante piccole-medie aziende che pur in condizioni di equilibrio economico, hanno grossi problemi di liquidità (basta che qualche grosso cliente non paghi le fatture o lo faccia con molto ritardo).
Se per esempio quel miliardo fosse stato destinato in prestiti da 100.000 € a 10.000 aziende sane, hai idea di quale enorme beneficio ci sarebbe potuto essere? Quante di queste non sarebbero fallite perchè avrebbero avuto i soldi per superare una difficoltà transitoria? Quante persone non avrebbero perso il posto? Altro che i numeri di AZ... Ma purtroppo questi sono figli di nessuno e quindi possono pure morire ammazzati.
Per tacer del fatto che con ogni probabilità la gran parte di queste aziende i soldi li avrebbe resi alle banche con gli interessi, mentre metterli in AZ è stato come bruciarli nel camino. E purtroppo si vuol perseverare in nome di ben precisi interessi, ovviamente opposti a quelli della collettività.
 
Ma cosa scrivi?
Ma non generalizzare! Si sta operando in base a una legge dello Stato. Se hai qualche dubbio esponilo alle autorità competenti e magari dimostra con numeri e fatti le cose che scrivi.
Non mi pare di aver scritto che ci siano stati comportamenti illegali. Cosa che di solito si riesce ad evitare anche facendo leggi su misura o interpretando ad hoc quelle esistenti. O magari proponendo "caldamente" un ottimo affare a banche o enti statali. Non è mica reato...
 
...........Per tacer del fatto che con ogni probabilità la gran parte di queste aziende i soldi li avrebbe resi alle banche con gli interessi, mentre metterli in AZ è stato come bruciarli nel camino. E purtroppo si vuol perseverare in nome di ben precisi interessi, ovviamente opposti a quelli della collettività.

Sì, ma te la devi prendere con le banche che stanno forse lavorando per uscire il prima possibile, recuperando ciò che è possibile. Guarda caso non si parla di lock-up.

Non è mica colpa dello Stato se le banche ci si sono ficcate a suo tempo.
 
Non è mica colpa dello Stato se le banche ci si sono ficcate a suo tempo.
No assolutamente. Hanno guardato i bilanci di AZ e li hanno trovati così spettacolari che non hanno perso tempo ed hanno subito aperto il portafoglio.
 
Non è mica colpa dello Stato se le banche ci si sono ficcate a suo tempo.
Falso. Le banche hanno ricevuto nello scorso autunno da Letta un'offerta che non si poteva rifiutare, per sottoscrivere un nuovo aumento di capitale, aprire nuove linee di credito e rinviare a fine 2015 i crediti in scadenza.

Non penserai che qualche banchiere credesse di fare l'affare del secolo.

Se rileggi l'ultima dichiarazione di Ghizzoni: "Abbiamo fatto tutto quello che ci è stato CHIESTO di fare..." non ci possono essere dubbi.
 
Mauro, non è tanto il concetto di spreco di denaro pubblico (pur presente) che mi interessa rimarcare, quanto l'incapacità dell'azienda di vivere senza sovvenzioni esterne e il fatto che queste sovvenzioni siano spesso sottratte all'economia sana.
Con l'ultimo esborso appena deliberato dal cda, l'ammontare di quanto investito in vari modi dalle banche in AZ dovrebbe aggirarsi intorno al miliardo. E il termine "investito" è più che generoso...
Supponiamo che quel miliardo fosse stato disponibile per le tante piccole-medie aziende che pur in condizioni di equilibrio economico, hanno grossi problemi di liquidità (basta che qualche grosso cliente non paghi le fatture o lo faccia con molto ritardo).
Se per esempio quel miliardo fosse stato destinato in prestiti da 100.000 € a 10.000 aziende sane, hai idea di quale enorme beneficio ci sarebbe potuto essere? Quante di queste non sarebbero fallite perchè avrebbero avuto i soldi per superare una difficoltà transitoria? Quante persone non avrebbero perso il posto? Altro che i numeri di AZ... Ma purtroppo questi sono figli di nessuno e quindi possono pure morire ammazzati.
Per tacer del fatto che con ogni probabilità la gran parte di queste aziende i soldi li avrebbe resi alle banche con gli interessi, mentre metterli in AZ è stato come bruciarli nel camino. E purtroppo si vuol perseverare in nome di ben precisi interessi, ovviamente opposti a quelli della collettività.

Perdonami ma questa e' demagogia allo stato più puro; siamo in una società in cui il dio denaro segue chi denaro ha o può farne avere. Non credere che in Francia, Spagna, o negli USA le povere PMI trovino sostegno economico nei momenti di crisi in un modo molto più facile. In ogni caso qui per salvare quel che si poteva di LAI si sono fatti entrare dall'ingresso aziendale una serie di soggetti potenti a livello economico italiano ed internazionale; e' chiaro che venderanno cara la pelle prima di chiudere la baracca a saldo negativo. Stupirsi e scandalizzarci di questo non rende giustizia alla tua saggezza (un po' popolare ;)) e a chi pretende di vivere nella società moderna senza stupirsi di come funzioni. Se no si torna ad arrabbiarsi perché lo zio che produceva uova ha chiuso perché gli ha aperto affianco il supermercato. Non è più epoca, nel bene e nel male.
Ma hai mai provato a comprare qualche azione, a fare un po' di trading? Il mercato lo fanno i grossi, non le piccole aziende e noi o cogliamo l'onda o guadagno minus valenze.
Marciano, schiacciano e stritolano sfruttando l'AZ di turno e succhiando ogni linfa. E' la società nella quale viviamo e che ci siamo NOI voluti e costruiti. Famiglie che si indebitano a rate per andare in vacanza, comprare l'iPhone, avere il 50 pollici curvo, sono lo specchio di intesa, unicredit, Telecom, Colaninno, tronchetti e co.
E' ridicolo far finta di non saperlo e condannare per questo i dirigenti e gli AAVV AZ buoni o cattivi che siano. Il piano a cui citofonare e' un po' più in alto ed è lo stesso che comunque pittura i nostri giorni, le nostre case e la nostra vita. O si fa la rivoluzione o si cavalca l'onda, o si sbattono i pugni. L'ultima soluzione è' chiaramente la più inutile e la più triste.
Speriamo solo che le grandi manovre portino ad una AZ in utile.
 
Ultima modifica:
No assolutamente. Hanno guardato i bilanci di AZ e li hanno trovati così spettacolari che non hanno perso tempo ed hanno subito aperto il portafoglio.

Sembrerebbe che i problemi nascessero un pò prima di Az-Cai. E in un'altra realtà, che non era AZ.
 
Ultima modifica:
Trovo assurdo l'atteggiamento aprioristico contro i dipendenti Alitalia, dipinti come un manipolo di sfaticati raccomandati strapagati.
Vedo solo voglia di attaccare e buttare giù bile basandosi sul qualunquismo di più bassa lega.
 
Falso. Le banche hanno ricevuto nello scorso autunno da Letta un'offerta che non si poteva rifiutare, per sottoscrivere un nuovo aumento di capitale, aprire nuove linee di credito e rinviare a fine 2015 i crediti in scadenza.

Non penserai che qualche banchiere credesse di fare l'affare del secolo.

Se rileggi l'ultima dichiarazione di Ghizzoni: "Abbiamo fatto tutto quello che ci è stato CHIESTO di fare..." non ci possono essere dubbi.

L'autunno scorso avevano già qualche problema, che andando a ritroso, sembrerebbero avere origine nel 2008.....

A impelagarsi moolto tempo fa nel trasporto aereo non l'ha obbligati nessuno.
 
Ultima modifica:
Perdonami ma questa e' demagogia allo stato più puro; siamo in una società in cui il dio denaro segue chi denaro ha o può farne avere. Non credere che in Francia, Spagna, o negli USA le povere PMI trovino sostegno economico nei momenti di crisi in un modo molto più facile. In ogni caso qui per salvare quel che si poteva di LAI si sono fatti entrare dall'ingresso aziendale una serie di soggetti potenti a livello economico italiano ed internazionale; e' chiaro che venderanno cara la pelle prima di chiudere la baracca a saldo negativo. Stupirsi e scandalizzarci di questo non rende giustizia alla tua saggezza (un po' popolare ;)) e a chi pretende di vivere nella società moderna senza stupirsi di come funzioni. Se no si torna ad arrabbiarsi perché lo zio che produceva uova ha chiuso perché gli ha aperto affianco il supermercato. Non è più epoca, nel bene e nel male.
Ma hai mai provato a comprare qualche azione, a fare un po' di trading? Il mercato lo fanno i grossi, non le piccole aziende e noi o cogliamo l'onda o guadagno minus valenze.
Marciano, schiacciano e stritolano sfruttando l'AZ di turno e succhiando ogni linfa. E' la società nella quale viviamo e che ci siamo NOI voluti e costruiti. Famiglie che si indebitano a rate per andare in vacanza, comprare l'iPhone, avere il 50 pollici curvo, sono lo specchio di intesa, unicredit, Telecom, Colaninno, tronchetti e co.
E' ridicolo far finta di non saperlo e condannare per questo i dirigenti e gli AAVV AZ buoni o cattivi che siano. Il piano a cui citofonare e' un po' più in alto ed è lo stesso che comunque pittura i nostri giorni, le nostre case e la nostra vita. O si fa la rivoluzione o si cavalca l'onda, o si sbattono i pugni. L'ultima soluzione è' chiaramente la più inutile e la più triste.
Speriamo solo che le grandi manovre portino ad una AZ in utile.

Quoto un post intelligente, veritiero ed equilibrato
 
................E' la società nella quale viviamo e che ci siamo NOI voluti e costruiti. Famiglie che si indebitano a rate per andare in vacanza, comprare l'iPhone, avere il 50 pollici curvo, sono lo specchio di intesa, unicredit, Telecom, Colaninno, tronchetti e co....

Standing ovation in particolare per questa.
Andiamo a piedi o in bici e impariamo ad accettare una vita no frills e forse riusciremo cambierebbe qualcosa.
 
Perdonami ma questa e' demagogia allo stato più puro; siamo in una società in cui il dio denaro segue chi denaro ha o può farne avere. Non credere che in Francia, Spagna, o negli USA le povere PMI trovino sostegno economico nei momenti di crisi in un modo molto più facile. In ogni caso qui per salvare quel che si poteva di LAI si sono fatti entrare dall'ingresso aziendale una serie di soggetti potenti a livello economico italiano ed internazionale; e' chiaro che venderanno cara la pelle prima di chiudere la baracca a saldo negativo. Stupirsi e scandalizzarci di questo non rende giustizia alla tua saggezza (un po' popolare ;)) e a chi pretende di vivere nella società moderna senza stupirsi di come funzioni. Se no si torna ad arrabbiarsi perché lo zio che produceva uova ha chiuso perché gli ha aperto affianco il supermercato. Non è più epoca, nel bene e nel male.
Ma hai mai provato a comprare qualche azione, a fare un po' di trading? Il mercato lo fanno i grossi, non le piccole aziende e noi o cogliamo l'onda o guadagno minus valenze.
Marciano, schiacciano e stritolano sfruttando l'AZ di turno e succhiando ogni linfa. E' la società nella quale viviamo e che ci siamo NOI voluti e costruiti. Famiglie che si indebitano a rate per andare in vacanza, comprare l'iPhone, avere il 50 pollici curvo, sono lo specchio di intesa, unicredit, Telecom, Colaninno, tronchetti e co.
E' ridicolo far finta di non saperlo e condannare per questo i dirigenti e gli AAVV AZ buoni o cattivi che siano. Il piano a cui citofonare e' un po' più in alto ed è lo stesso che comunque pittura i nostri giorni, le nostre case e la nostra vita. O si fa la rivoluzione o si cavalca l'onda, o si sbattono i pugni. L'ultima soluzione è' chiaramente la più inutile e la più triste.
Speriamo solo che le grandi manovre portino ad una AZ in utile.
Messaggio chiarissimo: chi non è nel cerchio magico se lo deve prendere in cxxo. E magari passare pure un po' da coxxione perchè non l'aveva capito...
Corro subito in banca e se AZ ha lasciato un po' di soldi, chiedo un triplice finanziamento per I-Phone, TV 50' e per una bella vacanza a Sharm.
Così potrò convincermi di essere un buon italiano medio e sentirmi in regola.
 
Le Poste non mollano: "Piena adesione al piano, ma niente rischi"
Il processo di privatizzazione, che probabilmente slitterà al 2015, non consente al gruppo postale di assumere rischi finanziari dall'operazione in Alitalia. L'ad Caio al lavoro con Hogan sulle sinergie industriali: biglietti negli uffici postali, polizze turistiche, e-commerce

di MARCO PATUCCHI

ROMA - Piena adesione al piano per l'alleanza con Etihad e per il rilancio della compagnia. Ma neanche un euro nella "fornace" della vecchia Alitalia. Insomma, la bad company. Non avrebbe senso nella prospettiva della privatizzazione e del debutto a Piazza Affari di Poste spa: chi investirebbe in una società che usa i soldi così? Quindi pronti ad intervenire e ad investire quanto serve, ma esclusivamente nelle migliori condizioni industriali e di mercato.

La telefonata tra Francesco Caio e James Hogan è stata molto lunga, ha occupato quasi l'intera mattinata di ieri e l'amministratore delegato di Poste, prima di entrare nel merito delle possibili sinergie industriali con il numero uno di Etihad, ha voluto ribadire e chiarire in quale quadro complessivo andrà inserita, secondo lui, questa eventuale collaborazione. Un contesto irrinunciabile per il manager, vista la missione per la quale il governo Renzi lo ha messo alla guida dell'azienda postale: la privatizzazione, appunto. E dunque, un quadro ben diverso da quello di qualche mese fa quando a guidare il gruppo c'era ancora Massimo Sarmi e l'allora premier, Enrico Letta, "convocò" Poste spa per la partita Alitalia.



Alitalia, un braccio di ferro che, insieme alle beghe sindacali, sta complicando maledettamente la dirittura d'arrivo della trattativa con Abu Dhabi. Ma Caio lo ripete di continuo ai suoi collaboratori e l'ha ribadito anche nella telefonata con Hogan: Poste è un gruppo pubblico con regole più stringenti rispetto agli altri azionisti della compagnia. E lui da tre settimane è immerso nella vicenda Alitalia - operazione che condivide e alla quale aderisce pienamente - mentre, nel frattempo, in vista dell'autunno, deve preparare il nuovo piano industriale dell'azienda, puntando alla modernizzazione delle aree di business nelle quali funziona meno bene (i servizi postali) e al consolidamento di quelli che vanno meglio (banca e assicurazione). Tutto - ed ormai è quasi un mantra che echeggia quotidianamente nei corridoi di Poste spa - secondo logiche industriali e di mercato. Le uniche compatibili con la prospettiva della privatizzazione.

Hogan ha ascoltato con interesse queste riflessioni telefoniche di Caio, ma anche con la consapevolezza che le vere destinatarie di certi discorsi sono le banche che convertiranno in azioni i loro crediti con la compagnia aerea e che si oppongono ad ogni ipotesi allo studio che consenta a Poste di "aggirare" la vecchia Alitalia gonfia di rischi finanziari e giudiziari e di puntare diritto alla nuova compagnia che nascerà dal matrimonio con Etihad. In questo senso, sulla scrivania degli advisor è ancora aperto il dossier della newco "cuscinetto", ma non si escludono altre opzioni delle quali, evidentemente, hanno parlato, venerdì a Palazzo Chigi, anche il premier Renzi e i vertici di Unicredit e Atlantia, Ghizzoni e Castellucci.

Se da un lato, nella telefonata di ieri mattina, Hogan si è limitato semplicemente ad ascoltare e a prendere atto dei discorsi di Caio sulle tensioni con gli altri azionisti e sulle strategie finanziarie di Poste spa, d'altro canto il numero uno di Etihad ha interloquito a lungo sulle sinergie industriali possibili tra la nuova compagnia e il gruppo pubblico. L'idea è che Poste spa possa mettere a disposizione la propria piattaforma logistica per fornire servizi utili allo sbarco di Etihad in Italia: quindi, tra le varie ipotesi allo studio, la vendita dei biglietti negli uffici postali; pacchetti assicurativi legati al turismo e agli stessi biglietti; carte ricaricabili collegate alle "mille miglia"; collaborazione nello sviluppo dell'e-commerce.

Sullo sfondo, anche la sinergia tra la nuova Alitalia e la Mistral, la piccola compagnia aerea di proprietà delle Poste che fino ad oggi ha svolto solo il servizio di distribuzione di pacchi e missive in Italia: si ipotizza l'utilizzo della decina di aerei della Mistral (prevalentemente a turboelica) anche per il trasporto di persone (i turboprop possono essere facilmente convertiti nel giro di poche ore). Senza escludere, peraltro, la possibilità emersa fina dall'inizio del coinvolgimento di Poste nella partita Alitalia (l'ad del gruppo era ancora Massimo Sarmi), di trasformare Mistral in una compagnia low cost.

http://www.repubblica.it/economia/finanza/2014/07/27/news/poste_alitalia_investimento-92531517/




Alitalia-Etihad, Poste pronta a versare fino a 70 milioni di euro

Caio pronto a raddoppiare l'investimento. Per le banche non basta. Arabi preoccupati da piloti Uil.



L'accordo per ora non c'è, ma nessuno sembra disposto a scommettere che alla fine non arriverà.
Anche se il matrimonio tra Alitalia e Etihad è ancora gravato da alcuni punti interrogativi, nelle ultime 24 ore sembrano essersi parzialmente sciolti i due nodi principali: quello relativo all'impegno finanziario di Poste italiane, e quello che riguarda il fronte sindacale.
DA POSTE FINO A 70 MILIONI. La novità più importante riguarda proprio Poste italiane, che secondo Alessandro Barbera su La Stampa sarebbe pronta a sborsare per la ricapitalizzazione della società fino a 70 milioni di euro, quasi il doppio dei 40 inizialmente ipotizzati. Per le banche, però, si tratterebbe di un impegno non ancora sufficiente.
I DEBITI CHE NESSUNO VUOLE. Unicredit, in particolare, non vedrebbe di buon occhio nessuna soluzione che escluda Poste dal farsi carico dei vecchi debiti di Alitalia. Nemmeno attraverso il versamento delle proprie quote a una società intermedia fra la vecchia Cai (quella destinata a rispondere di debiti e contenziosi) e la nuova scatola nella quale dovrebbe entrare Etihad. La società pubblica, del resto, non ha nascosto la propria intenzione di considerare Alitalia un investimento industriale: eviterebbe cioè volentieri di doversi accollare i debiti, ma sarebbe molto interessata a entrare con determinazione nella nuova società, dove Etihad punta ad avere il 49%. Ancora da capire la quota di partecipazione: se Poste ottenesse il 5%, infatti, la quota degli altri soci scenderebbe al 46%, e gli arabi finirebbero così per avere la maggioranza relativa. Un esito non banale, che potrebbe incontrare i veti dell'Unione europea.
«SINERGIE» FRA CAIO E HOGAN. A convincere Poste a fare fino in fondo la propria parte, debiti compresi, potrebbero essere però proprio le future sinergie industriali rese possibili dal matrimonio con Etihad. L'amministratore delegato di Poste, Francesco Caio, nella giornata di sabato 26 luglio ha avuto un lungo colloquio con il Ceo di Etihad, James Hogan. I due avrebbero appunto parlato delle possibili sinergie industriali sul fronte della consegna rapida di pacchi e documenti, il segmento su cui ormai in tutto il mondo si gioca la concorrenza tra operatori del settore. Poste ed Etihad potrebbero quindi, nella migliore delle ipotesi, dare vita a un concorrente insidioso per i giganti della spedizione come Ups e Dhl, mettendo insieme competenze tradizionali e nuove risorse.
LINEA DIRETTA ANGELETTI-LUPI. Per quanto riguarda invece il fronte sindacale, secondo La Stampa il leader della Uil Luigi Angeletti avrebbe imposto ai suoi uomini in Alitalia il silenzio stampa e avrebbe preso in mano personalmente la partita, esplosa con il fallito referendum aziendale sul piano di tagli agli stipendi. Un canale comunicativo diretto sarebbe stato aperto tra il sindcalista e il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, al fine di trovare una soluzione rapida.
ETIHAD PREOCCUPATA DA SCIOPERO PILOTI. La Uil, infatti, che non ha firmato l'intesa sul nuovo contratto e sui tagli agli stipendi, preoccupa non poco i futuri soci arabi. Eventuali scioperi dei piloti, categoria dove la Uil attraverso la Uilt ha una forte rappresentanza, costringerebbero la compagnia a rimanere a terra. Su questo punto il governo ha annunciato che non intende stare a guardare. «Se martedì (29 luglio, ndr) non ci sarà l'accordo di tutti, il governo convocherà le parti, perché non c'è spazio per avere titubanze», ha detto il ministro Lupi. Una convocazione destinata a scattare sicuramente nel caso della Uil, visto che il sindacato dei piloti, la Uilt, ha fissato solo per mercoledì 30 luglio un incontro con il segretario generale Angeletti per affrontare il tema.
RENZI: «SE OPERAZIONE FALLISCE CRISI DA BRIVIDI». Domenica 27 luglio anche il premier Matteo Renzi ha fatto sentire la sua voce sul caso Alitalia, rivolgendosi proprio ai sindacati: «Ai sindacati dico che chi si assume la responsabilità di far fallire l'operazione, dovrà gestire una crisi occupazionale da brividi».
CONTINUITÀ AZIENDALE IN BILICO. Più della fretta di chiudere del nuovo socio arabo, secondo La Stampa da tutelare ci sarebbe la continuità aziendale. Perché «se gli aerei Alitalia continuano a volare, è solo grazie alla discreta liquidità garantita dal traffico estivo. Ma se l’accordo non si formalizzerà a breve, se entro questa settimana la prospettiva non sarà chiara, il rischio che alcuni fornitori neghino il credito è molto alto».
Domenica, 27 Luglio 2014

http://www.lettera43.it/cronaca/ali...are-fino-a-70-milioni-di-euro_43675136297.htm




Avia: "Perchè togliere 13ma ai piloti?"
27 luglio 2014
21.25 "Protestiamo perchè solo a piloti ed assistenti di volo è scippata anche la tredicesima mensilità,questo in aggiunta alle riduzioni mensili percentualmente uguali per tutti i dipendenti Alitalia. Che sia iniquo lo capirebbe anche un marziano". E' quanto afferma il presidente di Avia Divietri in una nota nella quale parla di "strategico polverone mediatico che avvolge le vicende di Alitalia". "La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l'accordo sottoscritto da Cgil e Cisl che toglie la 13ma solo ai naviganti".
- See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/ar...8-9a32-b15346d04c17.html#sthash.9o2iPgji.dpuf
 
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Corro subito in banca e se AZ ha lasciato un po' di soldi, chiedo un triplice finanziamento per I-Phone, TV 50' e per una bella vacanza a Sharm.
Così potrò convincermi di essere un buon italiano medio e sentirmi in regola.

Ti sei confuso non ho detto che è giusto, ma solo che predicare il fallimento di AZ credendo di risolvere così i problemi della società e della nostra vita quotidiana, accusare i fantomatici "soliti fancazzisti" quali causa del fallimento della compagnia di bandiera, pensare di poter distribuire gli investimenti fatti su AZ alle piccole imprese, credere che le PPTT aumentino i costi dei servizi per finanziare Alitalia e così via, significa battere i pugni nel vuoto più totale non avendo idea alcuna di come NOI abbiamo deciso di far girare il mondo.
 
Stato
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