Thread Alitalia - Etihad IV : DICHIARAZIONE CONGIUNTA


Stato
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Proprio per questo le altre compagnie non se li filano, non portano revenue e spesso causano ritardi. Alla compagnia forse non interessano più di tanto, ma al nostro governo dovrebbero interessare eccome. Giusto per fare un paragone, i disabili sono una percentuale ridotta della popolazione, ma sfido chiunque a togliere i servizi a loro dedicati solo perché sono pochi.

Infatti "quei servizi" sono forniti dallo Stato che non ha come obiettivo fare utili e non da una società privata italoaraba che punta invece a farne.
 
Alitalia, arriva il via libera delle Poste
Il ministro Lupi da Bruxelles : restano da chiarire le modalità dell’aumento
di capitale. La Uil incalza sul referendum per l’intesa sul costo del lavoro


ANSA

Si lavora a ritmi serrati per sciogliere il nodo della partecipazione di Poste Italiane all’operazione Alitalia-Etihad. A pochi giorni dall’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio 2013 e dell’equity commitment, il rifinanziamento pro quota da parte dei soci per circa 250 milioni di euro, il gruppo guidato da Francesco Caio conferma oggi la posizione espressa nei giorni scorsi e, cioè, che la partecipazione deve poggiarsi su «una logica industriale e di mercato».

E, intanto, le banche, per voce dell’ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, tengono a sottolineare di aver fatto la propria parte. Una linea, quella emersa dal cda di Poste, che, come rilevano fonti vicine al dossier, non fa che ribadire le condizioni indicate dal gruppo nei giorni scorsi: disponibilità sì all’impegno finanziario, che si aggira intorno ai 40 milioni di euro, ma nella nuova Alitalia e non nella vecchia Cai, come, invece, prevederebbe lo schema progettato. Il comunicato ufficiale diffuso da Poste al termine della riunione del board contiene un breve passaggio sul caso Alitalia. Il cda «ha fatto il punto sulle linee guida del nuovo piano industriale ed ha esaminato l’impostazione data da Poste Italiane alla partecipazione all’operazione Alitalia - Etihad condividendone la logica industriale e di mercato». Poche righe, queste, per riaffermare quello che, più diffusamente, Poste aveva annunciato e illustrato venerdì scorso, soprattutto nel passaggio in cui veniva evidenziato che «le modalità di partecipazione proposte dal Gruppo Poste Italiane assicurano la tutela del nuovo investimento e la sua realizzazione secondo criteri improntati a logiche di mercato, rispettando le normative dell’Unione Europea e le prescrizioni degli organi di controllo. Del resto, il ruolo di Poste è uno degli aspetti cruciali che devono passare sotto la lente della Ue alla quale bisognerà dimostrare che l’investimento in Alitalia si configura come investimento realizzato in virtù di un principio di mercato.

Oggi Lupi non ha incontrato il commissario Ue alla Concorrenza, Joaquin Almunia, per discutere del ruolo di Poste nel capitale della compagnia aerea. In ogni caso, sottolinea, il governo italiano ha «già risposto alle osservazioni» della Commissione Ue. Sul fronte sindacale, il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, chiede per Alitalia un forte piano di sviluppo con la prospettiva che «gli attuali sacrifici delle lavoratrici e dei lavoratori non siano vani e che si possa produrre crescita e occupazione». «Abbiamo condiviso la necessità di un forte processo di sviluppo, che la rafforzi sul piano industriale e sul piano della consistenza finanziaria, attraverso una forte alleanza con un operatore che ne valorizzi le potenzialità, all’interno di un solido network», sottolinea nella sua relazione al IX congresso della federazione. Serve ora, dice, «una decisa inversione di tendenza rispetto ad oggi». Affrontando uno dei temi caldi della vertenza, quello del nuovo ccnl del trasporto aereo, non sottoscritto dalla Uilt, Tarlazzi evidenzia poi che «gli obiettivi di tutela del lavoro sono ampiamente condivisi, ma occorre definire regole che non introducano contraddizioni dannose per le lavoratrici e per i lavoratori che fanno parte della filiera».

Le condizioni poste da Caio hanno alimentato le fibrillazioni in questa delicata partita a tal punto da sollevare l’irritazione da parte delle banche, che, con grande fatica e dopo una lunga trattativa, hanno dato il loro assenso all’operazione di ristrutturazione del debito per 560 milioni di euro. «Per noi banche, quello che c’è stato chiesto è stato negoziato e concordato ed è sul tavolo. Noi abbiamo finito il nostro compito ,ora vediamo come le cose vanno avanti», sottolinea Ghizzoni interpellato sulla vicenda Alitalia. E a chi gli fa notare che proprio le richieste di Poste hanno creato qualche mal di pancia fra i soci Cai, risponde con una battuta: «io sto benissimo». E mentre è attesa la convocazione del consiglio di amministrazione di Alitalia, che dovrebbe svolgersi prima dell’assemblea, sul caso Poste parla il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, da Bruxelles. «Mi sembra che Poste abbia risposto con una lettera che ci sta. Dovranno vedere tra i soci privati le modalità con cui questa disponibilità di Poste di procedere a un ulteriore aumento di capitale, cioè di credere nel progetto Alitalia, si possa tradurre”, spiega ministro dei Trasporti, a margine della presentazione del programma di presidenza italiana del Consiglio Ue al Parlamento europeo.
 
[h=1]Alitalia: il Cda di Poste I. sostiene Caio (MF)[/h][FONT=main-condensed_bold]
08:26[/FONT]
MILANO (MF-DJ)--Il consiglio di amministrazione di Poste Italiane ha deciso di condividere la linea "di mercato" scelta dall'amministratore delegato Francesco Caio nella trattativa tra Alitalia e Etihad. Con l'effetto di complicare non poco la partita per il salvataggio della compagnia di bandiera. L'unico segnale di ottimismo e' arrivato dal ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, che ieri, da Bruxelles, ha dichiarato, a margine dell'incontro con gli eurodeputati, che "Poste Italiane ha sollevato soltanto un problema di modalita' della sua partecipazione all'operazione Alitalia". Ma si tratta di un dettaglio tutt'altro che trascurabile, e rischia anzi di mettere a repentaglio la trattativa tra Alitalia e Etihad se non si trovera' una soluzione da qui a venerdi', quando si riunira' l'assemblea della compagnia italiana per approvare il bilancio, e per dare il via libera all'aumento di capitale. Caio e' si' disposto pronto a investire nuove risorse in Alitalia, ma con "modalita' che assicurano la tutela del nuovo investimento e la sua realizzazione secondo criteri improntati a logiche di mercato". In pratica Poste si e' dichiarata disponibile a investire, ma solo nella "nuova Alitalia". Una societa' che, secondo il piano condiviso con la compagnia emiratina, nascerebbe senza debiti bancari e con 300 milioni di nuove linee di credito, di cui Etihad avrebbe il 40%. Del resto se l'obiettivo sono le sinergie industriali, su logistica, ticketing, assicurazioni, carte di pagamento, e-commerce, e' con la nuova societa' che Caio e' pronto a collaborare. E un incontro con il numero uno di Etihad, James Hogan, avrebbero fatto emergere grande sintonia sulle prospettive industriali, hanno riferito fonti dal quartier generale di Poste. Una posizione che ieri ha ricevuto appunto l'avallo dell'intero consiglio di amministrazione di Poste, ma che ha gia' provocato la reazione stizzita delle banche che partecipano all'operazione, ovvero Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps e Popolare di Sondrio. Gli istituti, che hanno gia' dato il via libera alla ristrutturazione di 560 milioni di crediti, non vogliono accollarsi anche gli obblighi di Poste Italiane che possiede il 19,48% di Alitalia e che, come gli altri azionisti, sarebbe chiamata a sottoscrivere gli impegni degli attuali soci a versare fino a 250 milioni in aumento del capitale se il patrimonio della compagnia dovesse diminuire per vecchi contenziosi ancora aperti, come quelli con Windjet e AirOne. Ieri intanto il consiglio di amministrazione di Poste ha anche nominato il nuovo responsabile della divisione BancoPosta. Si tratta di Marco Siracusano, che ha appena lasciato l'incarico di responsabile marketing della Banca dei Territori del gruppo Intesa Sanpaolo e che gia' in passato aveva diretto il marketing del braccio finanziario delle Poste Italiane. red/als (fine) MF-DJ NEWS 2308:26 lug 2014

http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Economia/Alitalia-Cda-Poste-sostiene-Caio/23-07-2014/1-A_013706958.shtml
 
Così a occhio: l'ultimo vero ostacolo, cioè le Poste, è passato. Quindi in un paio di giorni finirà la melina, i sindacati confederali manderanno giù il rospo della rappresentanza delle Associazioni Professionali e, visto che l'accordo quadro è già stato firmato dalle AA. PP., non ci sono più scuse che tengano per non andare avanti; il CCNL tanto caro alle sigle sindacali potrà essere discusso più avanti, considerato che all'Etihad "nun je pò fregà de meno".
 
Così a occhio: l'ultimo vero ostacolo, cioè le Poste, è passato. Quindi in un paio di giorni finirà la melina, i sindacati confederali manderanno giù il rospo della rappresentanza delle Associazioni Professionali e, visto che l'accordo quadro è già stato firmato dalle AA. PP., non ci sono più scuse che tengano per non andare avanti; il CCNL tanto caro alle sigle sindacali potrà essere discusso più avanti, considerato che all'Etihad "nun je pò fregà de meno".
Veramente , leggendo la lettera di DT. Ai Dipendenti si evince il contrario, ovverosia " je ne frega e pure tanto" visto che lo stesso DT dichiara che la la firma del Contratto è un elemento fondamentale per il buon esisto della trattativa in corso , e di cui " caldeggia" il buon esito nel referendum .
E per ciò vuole una risposta chiare entro Venerdì alle 9 prima che inizi l'Assemblea dei Soci lasciando immaginare le conseguenze.....
 
Ultima modifica:
Gli istituti, che hanno gia' dato il via libera alla ristrutturazione di 560 milioni di crediti, non vogliono accollarsi anche gli obblighi di Poste Italiane che possiede il 19,48% di Alitalia e che, come gli altri azionisti, sarebbe chiamata a sottoscrivere gli impegni degli attuali soci a versare fino a 250 milioni in aumento del capitale se il patrimonio della compagnia dovesse diminuire per vecchi contenziosi ancora aperti, come quelli con Windjet e AirOne.
All'università devo aver capito molto male, quando si parlava di società a responsabilità limitata e di società per azioni. La responsabilità dei loro soci, mi sembrava di ricordare, si limita al capitale conferito. Esaurito quello dovrebbe valere "È muorto lo criaturo e non simmo chiù compari".

Per Alitalia si innova il diritto societario e si va verso un sistema in cui lo Stato può obbligare delle SpA, come Poste e banche, ad assumersi obblighi che legalmente non hanno e che devono accollarsi per carità di Patria o per timore di rappresaglie. In un colpo solo si spu**anano due cardini dell'economia capitalista, cioè la responsabilità limitata e la libertà di impresa dalle interferenze dello Stato.

È particolarmente aberrante che si pretenda dalle Poste l'assunzione di responsabilità per questioni, Windjet e AirOne, ben anteriori al loro ingresso nel capitale di Alitalia e quella di continuare ad essere soci di Alitalia è evidentemente un' "offerta che non si può rifiutare". La privatizzazione all'italiana vuol dire passare dallo Stato padrone allo Stato Padrino.
 
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All'università devo aver capito molto male, quando si parlava di società a responsabilità limitata e di società per azioni. La responsabilità dei loro soci, mi sembrava di ricordare, si limita al capitale conferito. Esaurito quello dovrebbe valere "È muorto lo criaturo e non simmo chiù compari".

Per Alitalia si innova il diritto societario e si va verso un sistema in cui lo Stato può obbligare delle SpA, come Poste e banche, ad assumersi obblighi che legalmente non hanno e che devono accollarsi per carità di Patria o per timore di rappresaglie. In un colpo solo si spu**anano due cardini dell'economia capitalista, cioè la responsabilità limitata e la libertà di impresa dalle interferenze dello Stato.

È particolarmente aberrante che si pretenda dalle Poste l'assunzione di responsabilità per questioni, Windjet e AirOne, ben anteriori al loro ingresso nel capitale di Alitalia. Si tratta evidentemente di un' "offerta che non si può rifiutare".
E' giusto se prendi un'azienda singola, ma se questa fa parte di una catena di Sant'Antonio di partecipazioni la cosa si complica.

Questi obblighi sono in carico a CAI, che sta per trasformarsi da compagni aerea a cassaforte del 51% delle azioni (in mano europea) della futura Alitalia.

Il problema è se CAI fa crac: avrebbe un effetto a catena anche sulla futura nuova Alitalia. Un bel casino.
De facto, lasciando il 51% delle azioni in CAI, le stai lasciando in un'azienda che sembra fin troppo una "bad company", con tutti i rischi che questo comporta.
 
Veramente , leggendo la lettera di DT. Ai Dipendenti si evince il contrario, ovverosia " je ne frega e pure tanto" visto che lo stesso DT dichiara che la la firma del Contratto è un elemento fondamentale per il buon esisto della trattativa in corso , e di cui " caldeggia" il buon esito nel referendum .
E per ciò vuole una risposta chiare entro Venerdì alle 9 prima che inizi l'Assemblea dei Soci lasciando immaginare le conseguenze.....

Infatti non si capisce la "sponda" di DT alla cgil/cisl.
Mi sembra Hogan sia stato xhiaro nelle sue dichiarazioni, del contratto non gliene frega niente, vuole solo la pace sociale.
 
senza accordo con soci e dipendenti entro 2 giorni,è seria e fondata l'opzione ritirata di etihad.

Hogan settimana scorsa aveva detto che l'intenzione era di chiudere entro fine mese, tuttavia si sarebbe potuti anche andare oltre....ricordando lui stesso che alcune trattative con altri vettori sono durate anche più di un anno prima della finalizzazione.
Secondo me non è tanto 2gg o 1 settimana che faranno o meno cambiare idea agli emiri, quanto avere la percezione o meno che le cose non prendano la piega dovuta irreversibilmente.
 
Hogan settimana scorsa aveva detto che l'intenzione era di chiudere entro fine mese, tuttavia si sarebbe potuti anche andare oltre....ricordando lui stesso che alcune trattative con altri vettori sono durate anche più di un anno prima della finalizzazione.
Secondo me non è tanto 2gg o 1 settimana che faranno o meno cambiare idea agli emiri, quanto avere la percezione o meno che le cose non prendano la piega dovuta irreversibilmente.

Fra 2 giorni c'è CDA,non c'è continuità senza firma etihad.leggi il resto del mio post precedente....
 
Stato
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