Sea, Palazzo Marino si spacca - Gamberale vuole la maggioranza
La scalata di F2i potrebbe continuare, tra la preoccupazione di chi non vuole vendere
Il dilemma del sindaco indeciso sulla scelta se seguire o no la linea dettata da Tabacci
Di certo, c’è l’interesse di chi è appena entrato nella stanza dei bottoni di Sea. Una scalata, quella del fondo F2i, che per Gamberale potrebbe anche non arrestarsi al 29,75% acquistato dal Comune.Non lo nasconde, l’amministratore delegato di F2i. Che 'prenota' un altro pezzo di società: «Siamo pronti», dice Vito Gamberale. Senza mettere limiti, neppure alla possibilità di conquistare la maggioranza: «Certo che 100 è il traguardo che ognuno vuole raggiungere».
Ma, al di là delle ambizioni dei privati, è attorno alla vendita di Sea che si è riacceso il dibattito politico. E non solo perché, dagli industriali ai decreti del governo, la linea sembra sempre più indicare un piano di privatizzazioni delle ex municipalizzate. Ma anche perché a Palazzo Marino la discussione sulle scelte strategiche da compiere per le partecipate si intreccia a quella sulla composizione di un bilancio che la maggioranza considera il più importante di tutto il mandato.
Dopo i sacrifici chiesti ai cittadini bisogna anche investire, pensare a riaprire opere e cantieri per la città. Ma con quali soldi? Un destino, quello di Sea, che si incrocia con quello della Serravalle.
L’invito arriva da più parti. A cominciare da Assolombarda, che ha spinto gli enti locali ad abbandonare il tabù della maggioranza nelle società. Arriva da Sea: in questo caso la soglia del 51 per cento è avvertita dai politici come un dogma, impossibile scendere sotto quel limite. Potrebbe non essere così per il presidente Giuseppe Bonomi: «Se Palazzo Marino vuole scendere sotto il 51 per cento, può farlo pur mantenendo il controllo della società», ha spiegato.
A dirlo è anche il presidente della Provincia Guido Podestà: «In virtù di patti parasociali, non vedo la necessità per l’ente pubblico di essere sopra il 50», dice, pensando anche a Serravalle. Delle quote di quest’ultima il Comune deve disfarsi, e presto, per incassare almeno 140150 milioni, piccola parte dei 580 che mancano per chiudere il bilancio corrente. Ed è in quest’ottica che, almeno come ipotesi, è rispuntata l’ancora di salvezza di Sea. Ed è a questo punto che le strade divergono.
La scelta non è facile: vendere un altro pezzo dei gioielli di famiglia — cioè quello che è sempre stato rimproverato all’ex sindaco Moratti — per coprire la spesa corrente ed evitare nuove tasse o rincari su quelle esistenti. A Palazzo Marino le scuole di pensiero sono due, e bisognerà capire su quale cadrà la preferenza del sindaco. La linea Tabacci è rigida: con la vendita delle quote di società partecipate non si pagano stipendi e servizi, ma si fanno investimenti. Solo per questo, sembra, l’assessore al Bilancio sarebbe non contrario a priori a una nuova cessione di quote Sea, a maggior ragione se a comprare fosse ancora il fondo F2i, che vuol dire la sicura capienza della Cassa depositi e prestiti, mentre per la spesa corrente — al netto di spending review e valorizzazioni immobiliari — non ci sarebbero alternative alla leva delle tasse, che lo stesso governo mette pesantemente in mano ai Comuni.
C’è però un secondo orientamento che guarda al consenso della città. Perché l’aumento del biglietto Atm e l’addizionale Irpef sono stati fatti digerire, ma iniziare il 2012 con una nuova stangata rischia di spegnere ogni entusiasmo in chi questa giunta l’ha votata, e non solo. E quindi, è l’ipotesi che circola, perché non usare la Sea per evitare altre lacrime e sangue? Magari puntando a uno scambio di quote Sea-Serravalle con la Provincia. Il Comune, a quel punto, potrebbe decidere di mettere sul mercato una fetta sostanziosa delle sue azioni della società aeroportuale, scendendo anche sotto il 51 per cento. E qui, però, bisognerebbe coinvolgere il Consiglio comunale che ha impegnato la giunta Pisapia a non scendere sotto quella soglia tabù.
(07 febbraio 2012)
http://milano.repubblica.it/cronaca...acca_gamberale_vuole_la_maggioranza-29455871/