Thread Aeroporti di Linate & Malpensa dal 1 dicembre


Stato
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I danni indiretti della democrazia.
Ma questo qui, oltre ad un cavalcavia a Milano, che ha in cascina? (ah pardon, mi segnalano dalla regia che il cavalcavia è di Renato Serra e non di Michele).
Michele Serra parla di Malpensa. Ottimo. Il prossimo statista sarà? Paperino? Calimero?

Mi stupisce molto questo paragrafo di Michele Serra. Un'accozzaglia di scemenze che stona con l'abituale lucidità (ed incisività) dell'autore.
 
Ieri sera - nel corso della presentazione del libro "L'impresa aeroporto" di Jarach - è uscito un dato che riassume tutto il problema:
nel 2000, fatta 1 l'utenza business della (imho sempre sopravvalutata) catchment area di Milano, si aveva 7 per Francoforte, 10 per Parigi e (mi pare) 12 per Londra.
La replica di Bonomi? Qatar ed Emirates non la pensano così.

Con riferimento a questa replica di Bonomi, sottolineo la replica, non la persona, offro la scelta tra due video:

http://www.youtube.com/watch?v=rdLUV0hhYZY

oppure

http://www.youtube.com/watch?v=ACogHja4aGo
 
Infatti è stato nuovamente ribadito che il concetto di hub&spoke è ampiamente superato ma i carrier ancora non l'hanno capito ;)

Parafrasando Andreotti, l'hub logora (chi non ce l'ha)
Quoto. :)
Suggerisco a questi luminari un giretto ad Atlanta, città più piccola di Milano, che grazie al vetusto concetto di hub & spoke, ha visto transitare nel proprio aeroporto appena 92 milioni di pax nel 2011.
Anzi, suggerisco loro di prendere un biglietto di sola andata.

C'è una cosa da fare per rilanciare il sistema milanese, ancora prima di chiudere LIN: condannare a 10 anni di prigione chiunque pronunci la parola HUB abbinata a MXP.
Quando questo abbinamento sarà abbandonato e si tornerà a ragionare con i piedi per terra, si potranno fare progetti veri.
Fintanto che ci saranno persone convinte che per diritto divino MXP debba essere un hub e inventano qualunque causa esogena per giustificare una realtà diametralmente opposta, non si andrà da nessuna parte.
 
Ultima modifica:
Quoto. :)
Suggerisco a questi luminari un giretto ad Atlanta, città più piccola di Milano, che grazie al vetusto concetto di hub & spoke, ha visto transitare nel proprio aeroporto appena 92 milioni di pax nel 2011.
Anzi, suggerisco loro di prendere un biglietto di sola andata.

C'è una cosa da fare per rilanciare il sistema milanese, ancora prima di chiudere LIN: condannare a 10 anni di prigione chiunque pronunci la parola HUB abbinata a MXP.
Quando questo abbinamento sarà abbandonato e si tornerà a ragionare con i piedi per terra, si potranno fare progetti veri.
Fintanto che ci saranno persone convinte che per diritto divino MXP debba essere un hub e inventano qualunque causa esogena per giustificare una realtà diametralmente opposta, non si va da nessuna parte.

Applausi!
 
Quoto. :)
Suggerisco a questi luminari un giretto ad Atlanta, città più piccola di Milano, che grazie al vetusto concetto di hub & spoke, ha visto transitare nel proprio aeroporto appena 92 milioni di pax nel 2011.
Anzi, suggerisco loro di prendere un biglietto di sola andata.

C'è una cosa da fare per rilanciare il sistema milanese, ancora prima di chiudere LIN: condannare a 10 anni di prigione chiunque pronunci la parola HUB abbinata a MXP.
Quando questo abbinamento sarà abbandonato e si tornerà a ragionare con i piedi per terra, si potranno fare progetti veri.
Fintanto che ci saranno persone convinte che per diritto divino MXP debba essere un hub e inventano qualunque causa esogena per giustificare una realtà diametralmente opposta, non si va da nessuna parte.

Direi analisi perfetta
 
Quoto. :)
Suggerisco a questi luminari un giretto ad Atlanta, città più piccola di Milano, che grazie al vetusto concetto di hub & spoke, ha visto transitare nel proprio aeroporto appena 92 milioni di pax nel 2011.
Anzi, suggerisco loro di prendere un biglietto di sola andata.

C'è una cosa da fare per rilanciare il sistema milanese, ancora prima di chiudere LIN: condannare a 10 anni di prigione chiunque pronunci la parola HUB abbinata a MXP.
Quando questo abbinamento sarà abbandonato e si tornerà a ragionare con i piedi per terra, si potranno fare progetti veri.
Fintanto che ci saranno persone convinte che per diritto divino MXP debba essere un hub e inventano qualunque causa esogena per giustificare una realtà diametralmente opposta, non si va da nessuna parte.

Parti dal presupposto che il 99% di quelli che parlano di hub non hanno la minima idea del significato del termine e lo confondono con "grande aeroporto". Per altro un interessante documento che si trovava una volta sul sito Boeing (non so se c'è ancora) vedeva lo sviluppo del traffico aereo più legato al p to p che al sistema Hub&spoke. E' pur vero che Boeing ha un "vested interest" ha spingere su questo concetto, vista la loro offerta commerciale, ma il ragionamento che fanno è abbastanza sensato.
 
Tra l'altro Qatar e Emirates, i 2 esempi citati da Bonomi, sono proprio casi lampanti di successo e sviluppo dovuto all'hub&spoke.
 
Parti dal presupposto che il 99% di quelli che parlano di hub non hanno la minima idea del significato del termine e lo confondono con "grande aeroporto". Per altro un interessante documento che si trovava una volta sul sito Boeing (non so se c'è ancora) vedeva lo sviluppo del traffico aereo più legato al p to p che al sistema Hub&spoke. E' pur vero che Boeing ha un "vested interest" ha spingere su questo concetto, vista la loro offerta commerciale, ma il ragionamento che fanno è abbastanza sensato.

D'accordo, ma chi governa aeroporti dovrebbe quantomeno far parte dell'1%
 
Tra l'altro Qatar e Emirates, i 2 esempi citati da Bonomi, sono proprio casi lampanti di successo e sviluppo dovuto all'hub&spoke.
Mi hai preceduto, stavo per scrivere la stessa considerazione.
Tralaltro mi preme ripetere nuovamente un concetto semplice, noto che ogni tanto ritorna di moda pensare che alla fine Milano puo' avere sia LIN che MXP a regime, e non si riesce proprio a fargli entrare in testa che invece non e' possibile.
 
Tra l'altro Qatar e Emirates, i 2 esempi citati da Bonomi, sono proprio casi lampanti di successo e sviluppo dovuto all'hub&spoke.

Esatto. Come discutevo ieri sera, EK e QR prendono pax da MXP e li smistano, CX pure.
Per fortuna che gli hub (degli altri) non sono morti o il bacino di utenza che si ostina a definire il 3° d'Europa sarebbe in grado di reggere NYC e poco più solo sulle proprie forze.
 
Secondo me il punto focale è comprendere che lo status di aeroporto-hub (correttamente inteso), non sia un concetto originario, bensì un concetto derivato.
E' la (o le) principale compagnia basata su di un dato aeroporto, che quando raggiunge le dimensioni di flotta e un network di copertura sufficientemente ampi da attirare sul proprio aeroporto, tendenzialmente con voli propri, anche passeggeri esterni alle rotte direttamente servite con il ptp, che possiamo parlare di hub carrier.
L'hub inteso come aeroporto, è semplicemente il luogo dove è basato l'hub carrier. E' solo la presenza di quest'ultimo che può rendere veramente hub uno scalo aeroportuale.
Il discorso opposto non esiste. Specie in Europa.
BCN ha 34 milioni di pax, ma nessuno di noi lo classificherebbe come hub.
Cosa che invece potremmo fare con ZRH che di pax ne fa solo 24 milioni.
Ci sono casi limite come CDG o LHR, dove c'è un ptp talmente forte da permettere un certo effetto hub anche alle alleanze estranee a quella dove è presente la compagnia di bandiera, ma non sono realtà confrontabili con Milano.
A MXP di hub carrier non ce ne sono, né ora, né in un futuro visibile a medio termine. Quindi MXP non sarà un hub. Punto.
 
Ultima modifica:
Ma infatti la parola hub viene usata spesso a sproposito dai politici dai giornalisti o comunque dai non addetti ai lavori spesso senza conoscerne il vero significato come hai ben spiegato sopra.
Detto questo mi accontenterei di avere a Milano un unico grande aeroporto che pur non essendo hub avrebbe una massa critica tale da poter reggere diverse nuove rotte di lungo raggio che oggi con la frammentazione esistente e le fughe di molti pax via hub strapieni non riescono a reggere.
 
Secondo me il punto focale è comprendere che il fatto che un aeroporto abbia lo status di hub (correttamente inteso), non sia un concetto originario, bensì un concetto derivato.
...
Punto.

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Ultima modifica da un moderatore:
Sea, Palazzo Marino si spacca - Gamberale vuole la maggioranza
La scalata di F2i potrebbe continuare, tra la preoccupazione di chi non vuole vendere
Il dilemma del sindaco indeciso sulla scelta se seguire o no la linea dettata da Tabacci


Di certo, c’è l’interesse di chi è appena entrato nella stanza dei bottoni di Sea. Una scalata, quella del fondo F2i, che per Gamberale potrebbe anche non arrestarsi al 29,75% acquistato dal Comune.Non lo nasconde, l’amministratore delegato di F2i. Che 'prenota' un altro pezzo di società: «Siamo pronti», dice Vito Gamberale. Senza mettere limiti, neppure alla possibilità di conquistare la maggioranza: «Certo che 100 è il traguardo che ognuno vuole raggiungere».

Ma, al di là delle ambizioni dei privati, è attorno alla vendita di Sea che si è riacceso il dibattito politico. E non solo perché, dagli industriali ai decreti del governo, la linea sembra sempre più indicare un piano di privatizzazioni delle ex municipalizzate. Ma anche perché a Palazzo Marino la discussione sulle scelte strategiche da compiere per le partecipate si intreccia a quella sulla composizione di un bilancio che la maggioranza considera il più importante di tutto il mandato.

Dopo i sacrifici chiesti ai cittadini bisogna anche investire, pensare a riaprire opere e cantieri per la città. Ma con quali soldi? Un destino, quello di Sea, che si incrocia con quello della Serravalle.
L’invito arriva da più parti. A cominciare da Assolombarda, che ha spinto gli enti locali ad abbandonare il tabù della maggioranza nelle società. Arriva da Sea: in questo caso la soglia del 51 per cento è avvertita dai politici come un dogma, impossibile scendere sotto quel limite. Potrebbe non essere così per il presidente Giuseppe Bonomi: «Se Palazzo Marino vuole scendere sotto il 51 per cento, può farlo pur mantenendo il controllo della società», ha spiegato.

A dirlo è anche il presidente della Provincia Guido Podestà: «In virtù di patti parasociali, non vedo la necessità per l’ente pubblico di essere sopra il 50», dice, pensando anche a Serravalle. Delle quote di quest’ultima il Comune deve disfarsi, e presto, per incassare almeno 140150 milioni, piccola parte dei 580 che mancano per chiudere il bilancio corrente. Ed è in quest’ottica che, almeno come ipotesi, è rispuntata l’ancora di salvezza di Sea. Ed è a questo punto che le strade divergono.

La scelta non è facile: vendere un altro pezzo dei gioielli di famiglia — cioè quello che è sempre stato rimproverato all’ex sindaco Moratti — per coprire la spesa corrente ed evitare nuove tasse o rincari su quelle esistenti. A Palazzo Marino le scuole di pensiero sono due, e bisognerà capire su quale cadrà la preferenza del sindaco. La linea Tabacci è rigida: con la vendita delle quote di società partecipate non si pagano stipendi e servizi, ma si fanno investimenti. Solo per questo, sembra, l’assessore al Bilancio sarebbe non contrario a priori a una nuova cessione di quote Sea, a maggior ragione se a comprare fosse ancora il fondo F2i, che vuol dire la sicura capienza della Cassa depositi e prestiti, mentre per la spesa corrente — al netto di spending review e valorizzazioni immobiliari — non ci sarebbero alternative alla leva delle tasse, che lo stesso governo mette pesantemente in mano ai Comuni.

C’è però un secondo orientamento che guarda al consenso della città. Perché l’aumento del biglietto Atm e l’addizionale Irpef sono stati fatti digerire, ma iniziare il 2012 con una nuova stangata rischia di spegnere ogni entusiasmo in chi questa giunta l’ha votata, e non solo. E quindi, è l’ipotesi che circola, perché non usare la Sea per evitare altre lacrime e sangue? Magari puntando a uno scambio di quote Sea-Serravalle con la Provincia. Il Comune, a quel punto, potrebbe decidere di mettere sul mercato una fetta sostanziosa delle sue azioni della società aeroportuale, scendendo anche sotto il 51 per cento. E qui, però, bisognerebbe coinvolgere il Consiglio comunale che ha impegnato la giunta Pisapia a non scendere sotto quella soglia tabù.

(07 febbraio 2012)
http://milano.repubblica.it/cronaca...acca_gamberale_vuole_la_maggioranza-29455871/
 
Che vendessero tutto: tagliare i collegamenti con la politica può fare solo bene a SEA che inizierebbe finalmente ad essere gestita in regime di mercato.
 
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