Precipita Volo Air India diretto a Londra AI 171


La maggior parte dei 787 monta la HFR5 di Honeywell che è un recorder combinato in un unico dispositivo fisico, ma all’interno contiene due elettroniche separate per FDR e CVR, entrambe allo stato solido. 2 ore di voce e almeno 25 di dati. C’è una norma che non ricordo che chiede le due cose siano separate. È un singolo dispositivo (quei cosi arancione con una parte cilindrica e una cubica su una base parallelepipedo) che si trova nella aft equipment bay, sotto il timone circa, per migliorare la sopravvivenza.
Prendono i dati dalla DAU (Data acquisition unit) che non è un solo coso ma un insieme di dispositivi sparsi in giro e che parlano su una rete e inviano i dati dove serve: cockpit, registratori, radio.
Resistono a qualche migliaio di G per qualche millisecondo, oltre a fuoco e pressione dell’acqua , ma è possibile che una delle due sia leggibile e l’altra no.
Anche altri aerei moderni come il 350 hanno la stessa architettura e tecnologia.
Possibile che il 787 di AI non avesse Honeywell (raro) ma al limite un altro prodotto equivalente di L3harris con medesima architettura.

La nota stampa del governo indiana parlava di una sotto il timone e l'altra a prua.
 
Intanto Air India ha tagliato il 15% dei voli di lungo raggio con sospensioni e riduzioni di molte rotte, a cui adesso si aggiunge il taglio del 5% dei voli a corto raggio. Le motivazioni ufficiali sono per stabilizzare il network ed evitare ritardi, ma mi pare molto plausibile un calo delle prenotazioni a seguito di quanto accaduto.


 
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io sto vagliando un viaggio in thailandia in agosto, avevo trovato una buona offerta per MXP BKK proprio con AirIndia ma sinceramente non me la sono sentita di finalizzare l'acquisto...
 
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Intanto Air India ha tagliato il 15% dei voli di lungo raggio con sospensioni e riduzioni di molte rotte, a cui adesso si aggiunge il taglio del 5% dei voli a corto raggio. Le motivazioni ufficiali sono per stabilizzare il network ed evitare ritardi, ma mi pare molto plausibile un calo delle prenotazioni a seguito di quanto accaduto.


In un'altro articolo, che non trovo, mi sembra dicessero che avevano sospeso voli perche' stavano controllando gli aerei.
 
Degli indiani non mi fido proprio per niente.. spero almeno in una collaborazione attiva con ntsb
 
io sto vagliando un viaggio in thailandia in agosto, avevo trovato una buona offerta per MXP BKK proprio con AirIndia ma sinceramente non me la sono sentita di finalizzare l'acquisto...
Più che per l'affidabilità degli apparecchi è la peggiore per quanto riguarda la puntualità in MXP con ritardi pesanti e/o cancellazioni. Un mio amico che ci lavora in handling mi dice che gli equipaggi sforano sovente il limite ore.
 
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L’INCIDENTE

Boeing precipitato in India, frizioni tra occidentali e Nuova Delhi. Il mistero delle scatole nere bloccate per 11 giorni​

di Leonard Berberi
L’India ha deciso di estrarre e studiare i dati nei propri laboratori. Gli occidentali temono influenze politiche sulle indagini.

Le autorità occidentali sono preoccupate per la regolarità e la trasparenza delle indagini sul volo Air India precipitato lo scorso 12 giugno. E anche se ufficialmente viene espressa la massima fiducia nelle capacità degli investigatori di Nuova Delhi di fare luce su uno dei peggiori disastri aerei degli ultimi due decenni, dietro le quinte si teme che il risultato finale possa «risentire» significativamente delle influenze politiche locali. È quanto apprende il Corriere da due fonti a conoscenza dei confronti tra l’India (Paese responsabile dell’inchiesta), gli Stati Uniti (Paese produttore del velivolo) e il Regno Unito (Paese d’origine di molte delle vittime).

L’incidente​

Il Boeing 787 di Air India è precipitato nei sobborghi di Ahmedabad circa trenta secondi dopo il decollo. Il jet era diretto a Londra Gatwick. Per motivi al momento non ancora chiari, l’aereo — con a bordo 242 persone — ha avuto sin da subito problemi di potenza ai motori. Secondo le prime valutazioni tecniche, anticipate da questo giornale, comandante e primo ufficiale hanno di fatto perso i propulsori con ogni probabilità già alla fine della rincorsa in pista, ma a una velocità ormai troppo elevata per poter annullare la manovra.

Le ispezioni​

Nell’impatto sono morte 270 persone: 241 tra passeggeri (si è salvato soltanto uno) e membri dell’equipaggio, e altre 29 che si trovavano nella mensa universitaria contro la quale si è schiantato il velivolo. Subito dopo, le autorità indiane hanno ordinato controlli approfonditi sull’intera flotta di Boeing 787 di Air India, di proprietà del gruppo Tata. Su 33 velivoli della flotta, l’ispezione è stata completata per almeno 26, mentre altri 4 erano già sottoposti a manutenzione.

Il team investigativo​

I protocolli internazionali prevedono che l’inchiesta venga gestita dalle autorità del Paese in cui avviene l’incidente. L’ente designato per le indagini è l’Aircraft Accident Investigation Bureau (AAIB), e il team include anche uno specialista in medicina aeronautica, un controllore di volo e rappresentanti del National Transportation Safety Board (NTSB) statunitense, in rappresentanza del Paese di fabbricazione e progettazione dell’aeromobile.

La visita dei vertici di Boeing e GE Aerospace​

Il 16 giugno — quattro giorni dopo il disastro aereo — a Nuova Delhi si sono presentati sia la responsabile della divisione aerei commerciali di Boeing, Stephanie Pope, sia l’amministratore delegato di GE Aerospace per i motori e i servizi commerciali, Russell Stokes. Visite ritenute «anomale» dagli addetti ai lavori, ma che — spiegano le fonti — hanno rappresentato un primo segnale delle frizioni tra le autorità indiane e quelle occidentali.

Le due scatole nere​

Frizioni che non si sono attenuate. Anzi. Nei colloqui tra le due sponde dell’Atlantico è stata espressa preoccupazione per la gestione delle due «scatole nere» (che, pur essendo comunemente chiamate così, sono di colore arancione), i dispositivi che registrano gli audio in cabina di pilotaggio (Cockpit Voice Recorder) e i parametri di volo dell’aereo (Flight Data Recorder): strumenti cruciali per capire cosa sia accaduto al Boeing 787.

La gestione dei dispositivi​

Il Cockpit Voice Recorder è stato trovato il 13 giugno sul tetto di un edificio nel luogo dell’incidente. Il Flight Data Recorder, invece, è stato recuperato il 16 giugno tra i rottami. Tuttavia, i due dispositivi sono stati trasportati nei laboratori specializzati di Nuova Delhi soltanto il 24 giugno, ossia undici e otto giorni dopo i rispettivi ritrovamenti. Tempi di attesa considerati «anomali» dalle fonti occidentali, e non giustificati da particolari ragioni. In una nota, il governo indiano ha sottolineato che «i dispositivi sono stati custoditi ad Ahmedabad con sorveglianza continua della polizia 24 ore su 24 e videosorveglianza».

L’estrazione dei dati​

I due registratori sono stati trasferiti da Ahmedabad a Nuova Delhi con un aereo dell’Aeronautica militare indiana. Uno è arrivato presso il laboratorio dell’AAIB alle 14 (le 10.30 in Italia), l’altro alle 17.15 dello stesso giorno. Tra la sera del 24 e il 25 giugno, il team ha avviato l’estrazione dei dati, che — spiega una nota — sono stati scaricati «con successo». L’indagine potrebbe durare settimane, se non mesi. Il Corriere ha contattato i vertici dell’AAIB, ma al momento della pubblicazione di questo articolo non ha ricevuto risposta.

Le preoccupazioni​

I laboratori, ricordano fonti occidentali, sono nuovissimi: sono stati inaugurati lo scorso 9 aprile. Ma a colpire è il fatto che Nuova Delhi abbia deciso di estrarre i dati in loco, senza inviare le scatole nere — come avviene di solito — in strutture molto più specializzate, anche in termini di competenze, come quelle in Francia o negli Stati Uniti. Non solo. A destare ulteriore preoccupazione è il fatto che l’Aircraft Accident Investigation Bureau sia una divisione del ministero dell’Aviazione civile, dunque priva di indipendenza.

I suggerimenti respinti​

Le fonti riferiscono che gli occidentali «più volte» abbiano fatto presente ai colleghi indiani che sarebbe stato opportuno scaricare i dati e analizzarli in strutture dotate di personale in grado di interpretare le informazioni nel miglior modo possibile, evitando ambiguità che potrebbero compromettere l’esito delle indagini. Per questo era stato proposto come laboratorio quello francese del Bureau d’Enquêtes et d’Analyses pour la sécurité de l’aviation civile. Proposta respinta dalle autorità indiane.

 
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L’INCIDENTE

Boeing precipitato in India, frizioni tra occidentali e Nuova Delhi. Il mistero delle scatole nere bloccate per 11 giorni​

di Leonard Berberi
L’India ha deciso di estrarre e studiare i dati nei propri laboratori. Gli occidentali temono influenze politiche sulle indagini.

Le autorità occidentali sono preoccupate per la regolarità e la trasparenza delle indagini sul volo Air India precipitato lo scorso 12 giugno. E anche se ufficialmente viene espressa la massima fiducia nelle capacità degli investigatori di Nuova Delhi di fare luce su uno dei peggiori disastri aerei degli ultimi due decenni, dietro le quinte si teme che il risultato finale possa «risentire» significativamente delle influenze politiche locali. È quanto apprende il Corriere da due fonti a conoscenza dei confronti tra l’India (Paese responsabile dell’inchiesta), gli Stati Uniti (Paese produttore del velivolo) e il Regno Unito (Paese d’origine di molte delle vittime).

L’incidente​

Il Boeing 787 di Air India è precipitato nei sobborghi di Ahmedabad circa trenta secondi dopo il decollo. Il jet era diretto a Londra Gatwick. Per motivi al momento non ancora chiari, l’aereo — con a bordo 242 persone — ha avuto sin da subito problemi di potenza ai motori. Secondo le prime valutazioni tecniche, anticipate da questo giornale, comandante e primo ufficiale hanno di fatto perso i propulsori con ogni probabilità già alla fine della rincorsa in pista, ma a una velocità ormai troppo elevata per poter annullare la manovra.

Le ispezioni​

Nell’impatto sono morte 270 persone: 241 tra passeggeri (si è salvato soltanto uno) e membri dell’equipaggio, e altre 29 che si trovavano nella mensa universitaria contro la quale si è schiantato il velivolo. Subito dopo, le autorità indiane hanno ordinato controlli approfonditi sull’intera flotta di Boeing 787 di Air India, di proprietà del gruppo Tata. Su 33 velivoli della flotta, l’ispezione è stata completata per almeno 26, mentre altri 4 erano già sottoposti a manutenzione.

Il team investigativo​

I protocolli internazionali prevedono che l’inchiesta venga gestita dalle autorità del Paese in cui avviene l’incidente. L’ente designato per le indagini è l’Aircraft Accident Investigation Bureau (AAIB), e il team include anche uno specialista in medicina aeronautica, un controllore di volo e rappresentanti del National Transportation Safety Board (NTSB) statunitense, in rappresentanza del Paese di fabbricazione e progettazione dell’aeromobile.

La visita dei vertici di Boeing e GE Aerospace​

Il 16 giugno — quattro giorni dopo il disastro aereo — a Nuova Delhi si sono presentati sia la responsabile della divisione aerei commerciali di Boeing, Stephanie Pope, sia l’amministratore delegato di GE Aerospace per i motori e i servizi commerciali, Russell Stokes. Visite ritenute «anomale» dagli addetti ai lavori, ma che — spiegano le fonti — hanno rappresentato un primo segnale delle frizioni tra le autorità indiane e quelle occidentali.

Le due scatole nere​

Frizioni che non si sono attenuate. Anzi. Nei colloqui tra le due sponde dell’Atlantico è stata espressa preoccupazione per la gestione delle due «scatole nere» (che, pur essendo comunemente chiamate così, sono di colore arancione), i dispositivi che registrano gli audio in cabina di pilotaggio (Cockpit Voice Recorder) e i parametri di volo dell’aereo (Flight Data Recorder): strumenti cruciali per capire cosa sia accaduto al Boeing 787.

La gestione dei dispositivi​

Il Cockpit Voice Recorder è stato trovato il 13 giugno sul tetto di un edificio nel luogo dell’incidente. Il Flight Data Recorder, invece, è stato recuperato il 16 giugno tra i rottami. Tuttavia, i due dispositivi sono stati trasportati nei laboratori specializzati di Nuova Delhi soltanto il 24 giugno, ossia undici e otto giorni dopo i rispettivi ritrovamenti. Tempi di attesa considerati «anomali» dalle fonti occidentali, e non giustificati da particolari ragioni. In una nota, il governo indiano ha sottolineato che «i dispositivi sono stati custoditi ad Ahmedabad con sorveglianza continua della polizia 24 ore su 24 e videosorveglianza».

L’estrazione dei dati​

I due registratori sono stati trasferiti da Ahmedabad a Nuova Delhi con un aereo dell’Aeronautica militare indiana. Uno è arrivato presso il laboratorio dell’AAIB alle 14 (le 10.30 in Italia), l’altro alle 17.15 dello stesso giorno. Tra la sera del 24 e il 25 giugno, il team ha avviato l’estrazione dei dati, che — spiega una nota — sono stati scaricati «con successo». L’indagine potrebbe durare settimane, se non mesi. Il Corriere ha contattato i vertici dell’AAIB, ma al momento della pubblicazione di questo articolo non ha ricevuto risposta.

Le preoccupazioni​

I laboratori, ricordano fonti occidentali, sono nuovissimi: sono stati inaugurati lo scorso 9 aprile. Ma a colpire è il fatto che Nuova Delhi abbia deciso di estrarre i dati in loco, senza inviare le scatole nere — come avviene di solito — in strutture molto più specializzate, anche in termini di competenze, come quelle in Francia o negli Stati Uniti. Non solo. A destare ulteriore preoccupazione è il fatto che l’Aircraft Accident Investigation Bureau sia una divisione del ministero dell’Aviazione civile, dunque priva di indipendenza.

I suggerimenti respinti​

Le fonti riferiscono che gli occidentali «più volte» abbiano fatto presente ai colleghi indiani che sarebbe stato opportuno scaricare i dati e analizzarli in strutture dotate di personale in grado di interpretare le informazioni nel miglior modo possibile, evitando ambiguità che potrebbero compromettere l’esito delle indagini. Per questo era stato proposto come laboratorio quello francese del Bureau d’Enquêtes et d’Analyses pour la sécurité de l’aviation civile. Proposta respinta dalle autorità indiane.

thread che a questo punto si ricollega assai a quello del volo China Eastern...oddio, anche a quello di Ustica in realta'!
 
Altro articolo sul sito de La Stampa.
Nel pezzo c'è una notizia, non presente sul Corriere, che rende ancora peggiore la situazione: riporto dall'articolo.
L'ICAO aveva chiesto che l’investigatore già presente in India ottenesse lo status di osservatore, ma le autorità indiane hanno rifiutato la proposta. La notizia è stata riportata per la prima volta giovedì dal canale televisivo indiano Times Now.
Per l'incidente China Eastern ci sarebberro gli estremi per bannare le compagnie sotto COA cinese dai cieli europei. Gli indiani sono sulla giusta strada per seguirli, se fanno così.


 
A destare ulteriore preoccupazione è il fatto che l’Aircraft Accident Investigation Bureau sia una divisione del ministero dell’Aviazione civile, dunque priva di indipendenza.


Lungi da me difendere la burocrazia indiana ma... anche l'ANSV è alle dipendenze del ministero dei trasporti. Stessa roba per la BEA francese.