Bernini: «I nostri sono piccoli debiti, altro che Alitalia»/ di Ario Gervasutti
VENEZIA (20 marzo) - «Di fronte alle voragini dei bilanci di Alitalia e ai debiti nei confronti dell’Erario di società calcistiche come la Lazio o la Roma, potremmo addirittura sentirci orgogliosi». Carlo Bernini ostenta tranquillità e sicurezza.
Ne ha viste troppe per scomporsi di fronte al tornado che ha investito i suoi aerei, la sua compagnia aerea, il suo sogno di creare un’alternativa alle rotte a caro prezzo di Airone e Alitalia.
L’ex ministro ed ex presidente del Veneto oggi alla guida di MyAir non vuole nemmeno indugiare sull’"ironia della sorte" che ha portato di nuovo sulla sua strada, a distanza di tre lustri, lo stesso magistrato che all’epoca lo indagò in uno dei tanti filoni delle tangentopoli che attraversarono l’Italia degli anni ’90. «Eh già, già...». E sorride.
Piuttosto, trova ironico raccontare che proprio ieri il consiglio di amministrazione della compagnia aerea ha approvato la previsione del bilancio del prossimo esercizio, che prevede per la prima volta un utile piuttosto consistente. Com’è possibile? «Semplice: il costo del carburante si è quasi dimezzato, e con le nuove rotte a partire dalla stagione estiva è sicuro un consistente aumento dei passeggeri. Nè più nè meno quello che prevedono tutte le altre compagnie. O meglio: quasi tutte».
Il "quasi" si riferisce alla nuova Alitalia, è lì che va il pensiero di Bernini e di tutti i 400 dipendenti della compagnia veneta che ieri ha subìto la mazzata dell’indagine per bancarotta. In realtà, secondo la linea difensiva del gruppo che ha come amministratore delegato Vincenzo Soddu e come autorevole membro del consiglio di amministrazione l’ex arbitro bassanese Luigi Agnolin, MyAir ha una sola vera e consistente esposizione: verso l’Erario. Mancano all’appello 18 milioni di euro (anche se la società dice che sono meno, circa 12) di contributi non versati nel corso dell’ultimo anno e mezzo.
«La spiegazione c’è - dice Bernini - ed è analoga a quella di centinaia e centinaia di aziende che nell’ultimo anno si sono ritrovate a fare i conti con una crisi senza precedenti. Ed è questa: di fronte a incassi in calo, abbiamo scelto di mantenere i posti di lavoro e di chiedere contestualmente all’Erario la possibilità di dilazionare nel tempo i pagamenti dei contributi». E la risposta?
«Mai ricevuta».
Sono cinque - sostengono dal quartier generale di MyAir - le richieste inviate per negoziare una rateizzazione del debito. Ma nessuna di queste ha avuto riscontro, contrariamente a ciò che è avvenuto per centinaia e centinaia di imprese nelle identiche condizioni. Da qui l’esempio della Roma e della Lazio, per rimanere nel calcio. E in quei casi non si parla di 12 o 18 milioni, ma di oltre trecento.
«Come mai quelle società sono ancora in piedi e nessuno le tocca?». La domanda che si pongono a Thiene e a Tessera in effetti non è priva di fondamento. Come non lo è la successiva: «Come mai nessuno ha indagato i vertici di Alitalia che hanno un debito verso il solo Enav di oltre 160 milioni di euro?».
La risposta è nei sorrisi amari e nello scuotimento di teste con i quali i dipendenti di MyAir accolgono i giornalisti: hanno la consegna del silenzio, ma non ci vuole molto a capire da che parte stanno. Sono molte le cose che - a registratori spenti e con la promessa dell’anonimato - li lasciano perplessi: «Come mai abbiamo letto la notizia dell’inchiesta e degli avvisi di garanzia su internet prima ancora che la Finanza arrivasse a perquisire gli uffici? E se per ipotesi stamattina con un bonifico si fosse pagato il dovuto? E come mai alcune compagnie aeree vengono salvate e altre vengono colpite, guarda caso proprio quelle che hanno sostituito Alitalia su tratte dove ci sono un milione e mezzo di passeggeri?».
Anche in questo caso, le risposte sono nelle frasi a mezza bocca, e sono riassumibili in un concetto: non sono bastati i miliardi per salvare la compagnia di bandiera che ancora annaspa, perciò si tolgono di mezzo fastidiosi concorrenti. Una linea difensiva che non affronta ovviamente i dettagli degli elementi accusatori che hanno portato al blitz della Procura e della Finanza, ma che comunque disegnano uno scenario "politico".
Dicono a MyAir che Meridiana sarebbe "intoccabile" perché godrebbe delle protezioni di An, Easyjet oltre che essere straniera è talmente forte che se venisse sfiorata potrebbe scatenarsi e far viaggiare i passeggeri gratis fino a stroncare la faticosa rincorsa di Alitalia: perciò, la vittima sacrificale più facile da colpire rimane la piccola compagnia veneta. Proprio alla vigilia della ripresa della stagione, quando sarebbero bastati gli incassi dei voli pasquali per cominciare a ridurre l’esposizione. «Ma per noi non cambia nulla - avverte con una punta di orgoglio Bernini -: MyAir continua a volare e le carte dimostreranno che siamo in grado di continuare a crescere. A dispetto di qualcuno».
fonte: http://gazzettino.it/articolo_app.php?id=15967&sez=NORDEST&npl=&desc_sez=