Decreto sviluppo: Ecco la norma Anti-Ryanair


Stato
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Mi spieghi come fai ad avere la residenza fiscale in Irlanda se non passi almeno 181gg fuori dal suolo italiano? (e non hai, ovviamente, il tuo centro d'interesse - o come si chiama - in Italia)

A parte i 180 giorni, con questo decreto cambia tutto. Ovvero non importa dove tu sia o cosa faccia, devi pagare in Italia le tasse e punto.

Pensate cosa succederebbe se tutti gli stati europei (e lo faranno) iniziassero ad adottare simili misure. Il protezionismo più assoluto.
 
A parte i 180 giorni, con questo decreto cambia tutto. Ovvero non importa dove tu sia o cosa faccia, devi pagare in Italia le tasse e punto.

Pensate cosa succederebbe se tutti gli stati europei (e lo faranno) iniziassero ad adottare simili misure. Il protezionismo più assoluto.

Ma non entra nelle tue valutazioni, che cercano solo di aggirare questa o quella norma, il fatto che gli AAVV Italia di ryanair vivono stabilmente in ita oltre che averci la base????
 
Facendo le somme di queste 10 pagine ( a titolo personale):

1) FR non mi darà nemmeno una maglietta per questa difesa gratuita
2) Gli AAVV di Ryanair non mi daranno un caffe gratis per la difesa e i consigli
3) Non volerò con AZ perchè non posso pagare a vuoto un posto su un aereo che non prendero' mai (a parte che è molto più cara delle altre, anche se molto piu' economica di Iberia)
4) Mi sento male se penso che vengo qui a rovinare la festa di chi celebra le sconfitte di FR

5) Non è il caso di fare catastrofismi, se annullano il mercato italiano prenderò il volo Base-Vattelapesca1-Vattelapesca2-Arrivo e sopravviverò comunque.

In amicizia e cordialità.
 
Ma non entra nelle tue valutazioni, che cercano solo di aggirare questa o quella norma, il fatto che gli AAVV Italia di ryanair vivono stabilmente in ita oltre che averci la base????

Solo una differenza nella forma. Io dico che vivono in Europa. E da parte mia non vedo nessuna difficoltà ad escluderli dal trattamento inps/ssn, concetto che ho ripetuto una decina di volte.
 
Vorrei dire la mia dato che lavoro con FR e sono basato in Italia e sono Italiano. Sinceramente spero che questa nuova norma possa farci pagare le tasse in Italia perchè da Italiano mi farebbe solo che piacere, non mi piace essere considerato un parassita o un evasore. Ma vorrei farvi notare anche una cosa..pensate veramente che in Italia Ryanair ha solo dipendenti Italiani? Sapete quanti Ungheresi , Inglesi , Spagnoli , Portoghesi ci sono qui in Italia basati? Quindi direi che un commento come quello che ho quotato è al dir poco senza senso per quanto riguarda la prima parte.
Tu non ti sei accorto che questa e' gente nata, residente e che lavora basata in Italia!
Detto questo tutti noi aspettiamo di vedere cosa succederà prossimamente
 
Questo è ciò che dice il decreto, che dovrà essere approvato (suppongo che non lo sia ancora stato, visto che non se n'è avuta notizia).

L'irlandese che lavora per una azienda irlandese temporalmente in Italia (=che non risieda stabilmente nel territorio italiano) paga le tasse in Irlanda e non in Italia. La residenza è quantificata (Se non erro) in 3 mesi continuativi.

Per questo, se rileggi sopra, dico che alla fine FR avrebbe richiesto la residenza in Irlanda agli aavv ed avrebbe risolto il problema. Ovviamente il legislatore s'inventa una clausola che li obbliga a considerare contribuenti italiani. Questo sarebbe liberale? Libero mercato è questo? Più protezionistico di così impossibile. Stai togliendo contributi all'Irlanda per prenderli tu.
Non mi sembra difficile da capire. Dove abita la famiglia di questi lavoratori? Dove vanno a dormire alla sera quando non sono in servizio (e anche quando lo sono, ma non hanno night stop)?
Al legislatore italiano non interessa la cittadinanza, ma solo la residenza effettiva.
 
Facendo le somme di queste 10 pagine ( a titolo personale):


3) Non volerò con AZ perchè non posso pagare a vuoto un posto su un aereo che non prendero' mai (a parte che è molto più cara delle altre,

In amicizia e cordialità.

perchè non viaggiare in AZ...quando il sito andrà in tilt un altra volta potresti prenotare biglietti a zero euro come su FR....;)
 
Vorrei dire la mia dato che lavoro con FR e sono basato in Italia e sono Italiano. Sinceramente spero che questa nuova norma possa farci pagare le tasse in Italia perchè da Italiano mi farebbe solo che piacere, non mi piace essere considerato un parassita o un evasore. Ma vorrei farvi notare anche una cosa..pensate veramente che in Italia Ryanair ha solo dipendenti Italiani? Sapete quanti Ungheresi , Inglesi , Spagnoli , Portoghesi ci sono qui in Italia basati? Quindi direi che un commento come quello che ho quotato è al dir poco senza senso per quanto riguarda la prima parte.

Detto questo tutti noi aspettiamo di vedere cosa succederà prossimamente


Se il portoghese, spagnolo, inglese è basato stabilmente in Italia poco cambia.......sono lavoratori in Italia
 
Vorrei dire la mia dato che lavoro con FR e sono basato in Italia e sono Italiano. Sinceramente spero che questa nuova norma possa farci pagare le tasse in Italia perchè da Italiano mi farebbe solo che piacere, non mi piace essere considerato un parassita o un evasore. Ma vorrei farvi notare anche una cosa..pensate veramente che in Italia Ryanair ha solo dipendenti Italiani? Sapete quanti Ungheresi , Inglesi , Spagnoli , Portoghesi ci sono qui in Italia basati? Quindi direi che un commento come quello che ho quotato è al dir poco senza senso per quanto riguarda la prima parte.

Detto questo tutti noi aspettiamo di vedere cosa succederà prossimamente

Ho forse generalizzato, ma il commento resta pieno di senso: vivi e lavori in ita? Paghi tu e il tuo datore in ita! È la decima volta che lo dico, poi se non ci si arriva non posso far nulla per aiutarvi...
 
Hai visto?

Quando sali su un volo FR ti rendi conto che questi ragazzi (italiani ma anche spagnoli, tedeschi, portoghesi) si fanno un mazzo assurdo tra bagagli da mettere in stiva, passeggeri che non sanno dove sedersi. Il tutto per un obiettivo: avere un lavoro. Un giovane europeo che dopo tanta fatica ha trovato un lavoro e suda ogni giorno per mantenerlo.

Che si fa (a volte) in questo forum? Dire che non sono professionali (vedi thread della pensione degli AAVV), che sono degli evasori e che sono degli schiavi perchè devono vendere e promozionare continuamente sull'aereo.

Cosa fa lo stato? Chiede una quotona di tasse per mantenere il baraccone burocratico, caro, avanzando la presunta difesa di questi ragazzi. Parliamoci chiaro, ormai aziende come FR non ci pensano due volte a mandare tutti per strada, quindi può essere dichiarato qualsiasi obiettivo MENO quello del posto di lavoro per i giovani.

L'ho detto più volte, se FR smonta la baracca non ci guadagna nè l'erario nè i ragazzi. Non dico che si debbano evadere le tasse, per carità di Dio, però che ci sono alternative. Chiedere i soldi allo stato Irlandese, chiedere una norma europea più chiara (mi pare siano in processo di farla, tra l'altro).

FR78SS ha detto:
perchè non viaggiare in AZ...quando il sito andrà in tilt un altra volta potresti prenotare biglietti a zero euro come su FR....

:super:

Ma non sono nemmeno brutti i prezzi AZ, l'ho detto. Ovviamente non so come fai a farmi pagare 700 euro solo andata Fiumicino-Madrid (occhio: FR opera da Ciampino, non da Lapperunzung eheheh) e 250 a/r. Cosa vuoi che prenda un volo di sola andata da 120 euro e ti lasci 130 di mancia per Lapo Elkann???
 
ma perchè qua bisogna tacere se qualcuno la pensa diversamente da quei quattro gatti che viaggiano con qualche grande compagnia e si vantano di aver spero molti 180€ per un volo su parigi....

Nessuno tace, nessuno "si vanta" ed ognuno ha la propria opinione, rispettabile anche quando non condivisibile.
Detto questo, lo sforzo che si chiede è quello di uscire dal qualunquismo cosmico che avvolge qualunque discussione su FR ed argomentare il proprio punto di vista. Smetterla di "tifare" ed usare il cervello, che è quel piccolo organo che ci differenzia dalle bestie.
Te lo dice uno che non "si vanta" nè "si vergogna" di avere usato, per piacere o per necessità, FR quando lo ha ritenuto opportuno. Che ha sfruttato biglietti a pochi euro, così come ne ha comprati altri a cifre superiori. Che ha volato e che vola non in base a dove lo porta la compagnia a pochi spiccioli, ma a dove vuole andare. Che valuta servizi, orari, costi, comodità a bordo e mille altre variabili quando sceglie un prodotto.
Sorvolo sulla tua affermazione circa "quei quattro gatti": credo si commenti da se il livore con il quale viene scritta.
 
Questo è ciò che dice il decreto, che dovrà essere approvato (suppongo che non lo sia ancora stato, visto che non se n'è avuta notizia).

L'irlandese che lavora per una azienda irlandese temporalmente in Italia (=che non risieda stabilmente nel territorio italiano) paga le tasse in Irlanda e non in Italia. La residenza è quantificata (Se non erro) in 3 mesi continuativi.

Per questo, se rileggi sopra, dico che alla fine FR avrebbe richiesto la residenza in Irlanda agli aavv ed avrebbe risolto il problema. Ovviamente il legislatore s'inventa una clausola che li obbliga a considerare contribuenti italiani. Questo sarebbe liberale? Libero mercato è questo? Più protezionistico di così impossibile. Stai togliendo contributi all'Irlanda per prenderli tu.

Scusate se mi intrometto, ho letto (con disinteresse) le ultime pagine. Il decreto non dice nulla di tutto questo. Non affronta, inoltre, questioni di carattere previdenziale. Vi ripropongo il testo:

Ai fini del diritto aeronautico, l'espressione «base» identifica un insieme di locali ed infrastrutture a partire dalle quali un'impresa esercita in modo stabile, abituale e continuativo un'attivita' di trasporto aereo, avvalendosi di lavoratori subordinati che hanno in tale base il loro centro di attivita' professionale, nel senso che vi lavorano, vi prendono servizio e vi ritornano dopo lo svolgimento della propria attivita'. Un vettore aereo titolare di una licenza di esercizio rilasciata da uno Stato membro dell'Unione europea diverso dall'Italia e' considerato stabilito sul territorio nazionale quando esercita in modo stabile o continuativo o abituale un'attivita' di trasporto aereo a partire da una base quale definita al periodo precedente. In deroga all'articolo 3 della legge 27 luglio 2000, n. 212, il presente comma si applica a decorrere dal periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2012.

E' finalizzato a considerare soggetto IVA (in questo senso depone la locuzione "stabilito in Italia") la società in questione, per dirimere eventuali controversie relative a questa imposta.
Con altre persone avevamo già discusso in merito alla possibile estensione alle imposte sui redditi della presunzione introdotta dal decreto legge, ma non vedo effetti dirimenti in campo previdenziale.


Ripropongo il testo di un mio articolo tecnico sulla questione:

STABILE ORGANIZZAZIONE
Con la nuova definizione fiscale di base operativa, possibili «guai» per Ryanair
Il DL 179/2012 prevede la soggettività passiva IVA delle compagnie aeree comunitarie che hanno in Italia infrastrutture e personale

/ Gianluca ODETTO
/ Martedì 23 ottobre 2012

L’art. 38, comma 1, del recente DL 179/2012 ha introdotto una disposizione che potrebbe risultare particolarmente insidiosa per le compagnie aeree che operano nel settore del traffico passeggeri e che utilizzano il sistema delle “basi operative” (o più semplicemente “basi”).
La norma fornisce, infatti, per la prima volta una definizione di “base”, intendendo per tale un insieme di locali e infrastrutture a partire dalle quali l’impresa esercita in modo stabile e continuativo l’attività di trasporto aereo, avvalendosi di lavoratori subordinati che hanno in tale base il loro centro di attività professionale, “nel senso che vi lavorano, vi prendono servizio e vi ritornano dopo lo svolgimento della propria attività”. Dopo di che, la norma prosegue prevedendo che qualsiasi vettore aereo titolare di una licenza di esercizio rilasciata da uno Stato comunitario si considera soggetto stabilito in Italia se esercita in modo stabile un’attività di trasporto aereo a partire da una base così come sopra definita.
Sono evidenti le implicazioni della nuova norma per i vettori (in genere “low cost”) che operano attraverso il sistema delle basi. A differenza dei vettori tradizionali, che fanno convergere il loro traffico su grandi hub continentali (es. Parigi per Air France, Amsterdam per KLM, Francoforte e Monaco per Lufthansa, Londra Heathrow per British Airways, e così via) e che fanno terminare gli ultimi voli della sera in una molteplicità di aeroporti dai quali essi ripartono la mattina seguente per alimentare i medesimi hub, le compagnie low cost organizzano il traffico a partire da più basi, dalle quali si originano e terminano tutti i voli della giornata: ciascuna base dispone di un determinato numero di aerei, dei servizi (in genere minimi) di terra e del personale (piloti e assistenti di volo) necessari per espletare il servizio, ma sia il personale che gli aerei ritornano a fine giornata alla base di partenza, eliminando in questo modo – solo per citare il risparmio di costi più evidente – costosi pernottamenti del personale stesso.
La compagnia irlandese Ryanair ha, ad esempio, un modello di business così strutturato, con una cinquantina di basi sparse sul territorio europeo, tra le quali quelle italiane maggiormente strutturate sono quelle di Bergamo Orio, Pisa e Roma Ciampino.

Per effetto dell’art. 38 del nuovo decreto legge, la presenza di una base (con, come detto, infrastrutture e lavoratori subordinati presenti in loco) farà acquisire alla compagnia lo status di “soggetto stabilito”. La norma sembra finalizzata ad eliminare alla radice il potenziale contenzioso con vettori aerei che utilizzano il sistema delle basi: più volte sono, infatti, sorte controversie (anche di natura previdenziale) derivanti dal fatto che le Amministrazioni italiane pretendono le imposte e i contributi in Italia facendo leva sul fatto che la “base” è assimilabile alla stabile organizzazione, e in questo senso la presenza di infrastrutture e del personale (di terra e navigante) costituirebbe una presunzione a favore delle Amministrazioni stesse.
Il fatto, però, che si parli di “soggetto stabilito” indurrebbe a ritenere che essa esplichi efficacia limitatamente all’IVA, obbligando pertanto le compagnie ad osservare tutte le regole nazionali, al pari di qualsiasi stabile organizzazione. Si tratterebbe, in questo senso, di una specificazione di quanto previsto nell’art. 11 del Regolamento CEE n. 282 del 15 marzo 2011, che qualifica ai fini IVA la stabile organizzazione quale organizzazione caratterizzata da un grado sufficiente di permanenza e da una struttura idonea in termini di mezzi umani (nel caso, il personale navigante) e tecnici (le infrastrutture) atti a consentirle di effettuare servizi e di riceverli.
È, però, da ritenere che la nuova norma non sarà esente da interpretazioni di carattere divergente: tanto per fare un semplice esempio, tra gli elementi qualificanti della base vi sono i “lavoratori subordinati”, quando è noto che per più compagnie low cost buona parte dei piloti e del personale navigante non è assunta con contratto di lavoro subordinato.
Desta, poi, perplessità la deroga allo Statuto dei diritti del contribuente per cui la nuova presunzione si applica dal 2012, circostanza che potrebbe costringere gli eventuali operatori che abbiano agito in modo difforme per dieci mesi su dodici dell’anno ad effettuare complesse regolarizzazioni.
Per quanto riguarda le imposte sui redditi, l’accertamento della natura di stabile organizzazione della base operativa dovrebbe essere subordinato agli ordinari criteri dell’art. 162 del TUIR; in mancanza di stabile organizzazione, nessuna imposta è dovuta in Italia in quanto, a norma delle Convenzioni internazionali – tra cui quella con l’Irlanda –, i proventi derivanti dal traffico internazionale di passeggeri sono imponibili unicamente nello Stato ove è situata la direzione effettiva della compagnia aerea.
 
Hai visto?

Quando sali su un volo FR ti rendi conto che questi ragazzi (italiani ma anche spagnoli, tedeschi, portoghesi) si fanno un mazzo assurdo tra bagagli da mettere in stiva, passeggeri che non sanno dove sedersi. Il tutto per un obiettivo: avere un lavoro. Un giovane europeo che dopo tanta fatica ha trovato un lavoro e suda ogni giorno per mantenerlo.

Che si fa (a volte) in questo forum? Dire che non sono professionali (vedi thread della pensione degli AAVV), che sono degli evasori e che sono degli schiavi perchè devono vendere e promozionare continuamente sull'aereo.

Cosa fa lo stato? Chiede una quotona di tasse per mantenere il baraccone burocratico, caro, avanzando la presunta difesa di questi ragazzi. Parliamoci chiaro, ormai aziende come FR non ci pensano due volte a mandare tutti per strada, quindi può essere dichiarato qualsiasi obiettivo MENO quello del posto di lavoro per i giovani.

L'ho detto più volte, se FR smonta la baracca non ci guadagna nè l'erario nè i ragazzi. Non dico che si debbano evadere le tasse, per carità di Dio, però che ci sono alternative. Chiedere i soldi allo stato Irlandese, chiedere una norma europea più chiara (mi pare siano in processo di farla, tra l'altro).



:super:

Ma non sono nemmeno brutti i prezzi AZ, l'ho detto. Ovviamente non so come fai a farmi pagare 700 euro solo andata Fiumicino-Madrid (occhio: FR opera da Ciampino, non da Lapperunzung eheheh) e 250 a/r. Cosa vuoi che prenda un volo di sola andata da 120 euro e ti lasci 130 di mancia per Lapo Elkann???

nessuno su questo forum ha messo in discussione la professionalità degli AV FR non capisco il tuo discorso... sul fatto che la sanità in Italia come sostieni tu faccia "schifo" non pensi che sia anche colpa della tua amata FR che non contribuisce al suo pagamento?
 
Scusate se mi intrometto, ho letto (con disinteresse) le ultime pagine. Il decreto non dice nulla di tutto questo. Non affronta, inoltre, questioni di carattere previdenziale. Vi ripropongo il testo:

Ai fini del diritto aeronautico, l'espressione «base» identifica un insieme di locali ed infrastrutture a partire dalle quali un'impresa esercita in modo stabile, abituale e continuativo un'attivita' di trasporto aereo, avvalendosi di lavoratori subordinati che hanno in tale base il loro centro di attivita' professionale, nel senso che vi lavorano, vi prendono servizio e vi ritornano dopo lo svolgimento della propria attivita'. Un vettore aereo titolare di una licenza di esercizio rilasciata da uno Stato membro dell'Unione europea diverso dall'Italia e' considerato stabilito sul territorio nazionale quando esercita in modo stabile o continuativo o abituale un'attivita' di trasporto aereo a partire da una base quale definita al periodo precedente. In deroga all'articolo 3 della legge 27 luglio 2000, n. 212, il presente comma si applica a decorrere dal periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2012.

E' finalizzato a considerare soggetto IVA (in questo senso depone la locuzione "stabilito in Italia") la società in questione, per dirimere eventuali controversie relative a questa imposta.
Con altre persone avevamo già discusso in merito alla possibile estensione alle imposte sui redditi della presunzione introdotta dal decreto legge, ma non vedo effetti dirimenti in campo previdenziale.


Ripropongo il testo di un mio articolo tecnico sulla questione:

STABILE ORGANIZZAZIONE
Con la nuova definizione fiscale di base operativa, possibili «guai» per Ryanair
Il DL 179/2012 prevede la soggettività passiva IVA delle compagnie aeree comunitarie che hanno in Italia infrastrutture e personale

/ Gianluca ODETTO
/ Martedì 23 ottobre 2012

L’art. 38, comma 1, del recente DL 179/2012 ha introdotto una disposizione che potrebbe risultare particolarmente insidiosa per le compagnie aeree che operano nel settore del traffico passeggeri e che utilizzano il sistema delle “basi operative” (o più semplicemente “basi”).
La norma fornisce, infatti, per la prima volta una definizione di “base”, intendendo per tale un insieme di locali e infrastrutture a partire dalle quali l’impresa esercita in modo stabile e continuativo l’attività di trasporto aereo, avvalendosi di lavoratori subordinati che hanno in tale base il loro centro di attività professionale, “nel senso che vi lavorano, vi prendono servizio e vi ritornano dopo lo svolgimento della propria attività”. Dopo di che, la norma prosegue prevedendo che qualsiasi vettore aereo titolare di una licenza di esercizio rilasciata da uno Stato comunitario si considera soggetto stabilito in Italia se esercita in modo stabile un’attività di trasporto aereo a partire da una base così come sopra definita.
Sono evidenti le implicazioni della nuova norma per i vettori (in genere “low cost”) che operano attraverso il sistema delle basi. A differenza dei vettori tradizionali, che fanno convergere il loro traffico su grandi hub continentali (es. Parigi per Air France, Amsterdam per KLM, Francoforte e Monaco per Lufthansa, Londra Heathrow per British Airways, e così via) e che fanno terminare gli ultimi voli della sera in una molteplicità di aeroporti dai quali essi ripartono la mattina seguente per alimentare i medesimi hub, le compagnie low cost organizzano il traffico a partire da più basi, dalle quali si originano e terminano tutti i voli della giornata: ciascuna base dispone di un determinato numero di aerei, dei servizi (in genere minimi) di terra e del personale (piloti e assistenti di volo) necessari per espletare il servizio, ma sia il personale che gli aerei ritornano a fine giornata alla base di partenza, eliminando in questo modo – solo per citare il risparmio di costi più evidente – costosi pernottamenti del personale stesso.
La compagnia irlandese Ryanair ha, ad esempio, un modello di business così strutturato, con una cinquantina di basi sparse sul territorio europeo, tra le quali quelle italiane maggiormente strutturate sono quelle di Bergamo Orio, Pisa e Roma Ciampino.

Per effetto dell’art. 38 del nuovo decreto legge, la presenza di una base (con, come detto, infrastrutture e lavoratori subordinati presenti in loco) farà acquisire alla compagnia lo status di “soggetto stabilito”. La norma sembra finalizzata ad eliminare alla radice il potenziale contenzioso con vettori aerei che utilizzano il sistema delle basi: più volte sono, infatti, sorte controversie (anche di natura previdenziale) derivanti dal fatto che le Amministrazioni italiane pretendono le imposte e i contributi in Italia facendo leva sul fatto che la “base” è assimilabile alla stabile organizzazione, e in questo senso la presenza di infrastrutture e del personale (di terra e navigante) costituirebbe una presunzione a favore delle Amministrazioni stesse.
Il fatto, però, che si parli di “soggetto stabilito” indurrebbe a ritenere che essa esplichi efficacia limitatamente all’IVA, obbligando pertanto le compagnie ad osservare tutte le regole nazionali, al pari di qualsiasi stabile organizzazione. Si tratterebbe, in questo senso, di una specificazione di quanto previsto nell’art. 11 del Regolamento CEE n. 282 del 15 marzo 2011, che qualifica ai fini IVA la stabile organizzazione quale organizzazione caratterizzata da un grado sufficiente di permanenza e da una struttura idonea in termini di mezzi umani (nel caso, il personale navigante) e tecnici (le infrastrutture) atti a consentirle di effettuare servizi e di riceverli.
È, però, da ritenere che la nuova norma non sarà esente da interpretazioni di carattere divergente: tanto per fare un semplice esempio, tra gli elementi qualificanti della base vi sono i “lavoratori subordinati”, quando è noto che per più compagnie low cost buona parte dei piloti e del personale navigante non è assunta con contratto di lavoro subordinato.
Desta, poi, perplessità la deroga allo Statuto dei diritti del contribuente per cui la nuova presunzione si applica dal 2012, circostanza che potrebbe costringere gli eventuali operatori che abbiano agito in modo difforme per dieci mesi su dodici dell’anno ad effettuare complesse regolarizzazioni.
Per quanto riguarda le imposte sui redditi, l’accertamento della natura di stabile organizzazione della base operativa dovrebbe essere subordinato agli ordinari criteri dell’art. 162 del TUIR; in mancanza di stabile organizzazione, nessuna imposta è dovuta in Italia in quanto, a norma delle Convenzioni internazionali – tra cui quella con l’Irlanda –, i proventi derivanti dal traffico internazionale di passeggeri sono imponibili unicamente nello Stato ove è situata la direzione effettiva della compagnia aerea.

Veramente molto interessante, ma per quanto riguarda i contributi, lo status di "soggetto stabilito" impone il pagamento degli stessi in Italia?
 
Veramente molto interessante, ma per quanto riguarda i contributi, lo status di "soggetto stabilito" impone il pagamento degli stesi in Italia?

Te lo dico in maniera molto chiara: non lo so! (come credo intuirai, mi occupo di questioni fiscali, la previdenza per me è un oggetto oscuro...)
In linea di massima, i termini "soggetto stabilito" e "luogo di stabilimento" sono contenuti nella Direttive comunitarie in materia di IVA.

Sotto il profilo previdenziale non so se esista una nozione come quella di "stabile organizzazione" prevista ai fini fiscali, e mi piacerebbe proprio saperlo, credo che indirizzerebbe la discussione su binari di interesse molto maggiore.
 
Flightsimulatorman: ancora con sta storia dei 700 euro OW?! Te l'abbiamo spiegato in ogni lingua facendoti pure degli esempi, scusa se te lo chiedo ma dove hai vissuto fino all'altro giorno? Lo sanno pure i sassi ed é da SEMPRE che esiste questa regola tariffaria, ma non credi davvero che ogni servizio debba avere il giusto prezzo?Mi chiedo cosa tu faccia allora ogni qualvolta che fai il pieno o prendi un biglietto ferroviario? Volare COSTA stop. Sono contento che tu lo possa fare con 10 euro ma non fare la verginella scandalizzata se c'é chi paga il giusto ammesso che 180 euro per andare a CDG lo siano...avete veramente perso il senso della realtá, é come se io domani entrassi da Bulgari e mi in...ssi perché non svendono i diamanti.
 
Stato
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