proviamo ad approfondire un pò la questione uscendo dai luoghi comuni. per uno stato è indispensabile focalizzare quali siano le sue priorità per ciò che concerne la rete infrastrutturale dei trasporti questo perchè innanzitutto si tratta di ingenti investimenti ma poi perchè gl'aeroporti (insieme ai porti e alle strade) garantiscono il fondamentale diritto di movimento dei cittadini e possibilmente al minor prezzo possibile (e questi credo siano diritti fondamentali in una democrazia). poichè le risorse economiche sono il bene che più scarseggia, quello che impone il dover fare delle scelte (ciò vale anche per le aziende) e poichè le risorse pubbliche sono proprio quelle che scarseggiano in modo particolare mi par logico che uno stato decida dove destinare i suoi denari evitando il finanziamento a piaggia che non porta da nessuna parte (la storia ce lo ha insegnato). uno stato liberale, però, permette ai suoi cittadini la libera intrapresa purchè ci sia rispetto delle regole comuni. questo vuol dire che una volta stabilite le priorità statali (nella fattispecie gl'aeroporti d'interesse nazionale) qualsiasi altra impresa può essere fatta purchè ciò avvenga con risorse private. questo significa non impedire a napoli o a firenze di avere voli per new york significa solo che questi aeroporti devo trovare sul mercato le risorse per crescere. sono anch'io contrario al metodo dei pax come discriminante per stabilire se un aeroporto sta di quà o di là, così come sono contrario ad impedire agli aeroporti di finanziare voli per sviluppare il territorio purchè questo avvenga nel pieno rispetto della sentenza di charleroi. sono, invece, assolutamente favorevole che per tutti quegli aeroporti non d'interesse nazionale tutto ciò (sviluppo e finanziamenti) avvenga con denari privati e non distraendo soldi pubblici. cuneo qualora decidesse di avere easyjet sarà compito suo reperire i soldi per adeguare l'aerostazione a quei voli cosi' come sarà compito suo trovare gl'euro per finanziarne le rotte. stesso discorso per napoli, qualora decidesse nel prossimo futuro di avere l'A380, e non fosse classificato come aeroporto d'interesse nazionale, dovrà cercarsi sul mercato dei capitali le risorse per preparare le sue infrastrutture all'airbus 380. nulla dovrà essere chiesto allo stato se non le abilitazioni e le certificazioni (quindi i diritti ad operare).
corre l'obbligo di sottolineare che questi ragionamenti si facevano già 4 anni fà quindi in tempi non sospetti sulla privatizzazione di alitalia. non sono nati ieri per dare una mano ad alitalia sono discorsi che risalgono negli anni e che forse oggi, con la crisi del vettore, diventano più urgenti.
per mia formazione culturale non sono vicino al centro-sinistra però devo dire che i temi posti sul tavolo hanno dei contenuti. certo il rischio di deriva dirigistica c'è e lo si vede e con la volontà di traferire al ministero la gestione amministrativa delle concessioni e con il rischio di classificazione degli aeroporti su base passeggeri stabilendo praticamente a tavolino chi di quà e chi di là! però sono fiducioso... che ciò non avverrà...