Bianchi retrocede TRN BGY VRN BLQ CIA NAP CAG PMO


Parte il piano aeroporti che aiuterà Alitalia
di Redazione
da Milano

Il vero difetto del disegno di legge delega sulla riforma del trasporto aereo nazionale approvato ieri dal consiglio dei ministri, è il suo almeno decennale ritardo. Il governo - che avrà un anno di tempo per poi legiferare in materia - dovrà mettere mano a un sistema che in questi anni si è fatto sempre più selvaggio, spinto da interessi particolari più che da autentiche motivazioni generali. Il «cuore» delle linee di riforma - illustrate ieri dal ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi - è proprio il «piano degli aeroporti», che conterrà la classificazione degli scali e porterà un forte contributo di logica al trasporto aereo, e alla stessa gestione delle compagnie.

In Italia oggi esistono un centinaio tra piste e aeroporti, tra i 30 e i 40 con una certa importanza commerciale; molti di questi sono nati per spirito campanilistico, o per appetiti politici, con una dispersione di investimenti pubblici. Il numero, anche a confronto con altri Paesi europei, è decisamente eccessivo, e molti scali, collocati a poca distanza l’uno dall’altro, si fanno concorrenza tra loro. Inoltre c’è scarsa trasparenza di gestione, peggiorata negli anni in parallelo al fenomeno delle compagnie low cost: indirettamente finanziate dagli stessi scali, o dagli enti locali, per incentivare i flussi di arrivi e di partenze.

Gli aeroporti saranno classificati con criteri - ancora da stabilire in dettaglio - che, rispettando le singole specializzazioni funzionali, dovranno riequilibrare le logiche complessive di sistema, e cancellare eventuali iniquità tariffarie. Tutto ciò - si fa notare al ministero dei Trasporti - avrà una ricaduta positiva sulla stessa gestione delle compagnie aeree, che potranno organizzare la propria attività senza eccessive dispersioni, razionalizzando la rete di collegamenti. Anche se non indicato esplicitamente, il piano finirà per avvantaggiare l’Alitalia e per ridimensionare il ruolo delle low cost.

Altri due punti importanti del testo legislativo riguardano le concessioni aeroportuali e i diritti di volo.

Quanto alle prime, saranno molto più stretti i controlli su investimenti e servizi; per le nuove concessioni - che saranno, presumibilmente, di durata più breve di quelle attuali - saranno richieste alle società garanzie più rigide che in passato. Quanto ai diritti di volo - e cioè le autorizzazioni a decollo e atterraggio nei singoli aeroporti - oggi sono assegnati da un’associazione, Assoclearence, cui partecipano anche parti interessate, quali aeroporti e companie. Il disegno di legge vuol riportare a un soggetto terzo (non è escluso lo stesso ministero), un’attività cruciale per la politica del trasporto aereo.

Il testo, costituito da tre articoli soltanto, prevede anche norme che hanno per obiettivo il potenziamento dei livelli di sicurezza, il recupero di un ruolo attivo di indirizzo e di controllo da parte del governo, l’assunzione da parte di tutti gli operatori del concetto di centralità dell’utente, il ridisegno della catena del valore nella filiera del trasporto aereo.

(Il Giornale)

CIAO
_goa
 
Bonomi: «Classifichiamo gli scali alla francese» di Redazione
da Milano

Quali saranno le modalità per una classificazione degli aeroporti? E contro quali difficoltà si scontrerà il legislatore? Giuseppe Bonomi, presidente della Sea - ed ex presidente di Alitalia e di Eurofly - ha in testa il modello francese. Spiega: «Anche la Francia ha un centinaio di scali e di piste. Ma da tempo sono stati individuati due livelli: gli aeroporti d’interesse nazionale e internazionale, che in tutto sono soltanto nove, e gli altri con importanza regionale. Il principio è che se c’è un interesse nazionale e internazionale, lo Stato destina risorse pubbliche alle opere e alle infrastrutture. Non è vietato agli enti locali di dotare il proprio territorio di aeroporti minori, ma in questo caso lo Stato non interviene». E aggiunge: «Una classificazione degli aeroporti in Italia secondo la loro specifica vocazione, in base all’interesse pubblico, è un’idea ampiamente condivisibile; tuttavia si tratta di vedere come questo indirizzo sarà tradotto in norme senza ledere i diritti acquisiti». Bonomi fa un esempio: «Prendiamo una società di gestione, con una concessione di durata quarantennale, che oggi eserciti la sua attività commerciale e di servizio sulla base di un flusso di collegamenti internazionali: come potrà essere "declassificato" il livello dello scalo a nazionale o regionale, senza penalizzare pesantemente il suo bilancio?»

Anche su un maggiore controllo da parte delle autorità statali sulle società concessionarie, Bonomi è d’accordo: «L’importante è che la durata della concessione sia proporzionata all’entità degli investimenti». La Sea, precisa, è l’unica società aeroportuale la cui attività è sancita da una legge e non da un atto amministrativo; la durata della convenzione scade nel 2044.

Su un diverso criterio di assegnazione degli slot - tema sul quale da tempo ci si sta esercitando - Bonomi è critico: sottrarre ad Assoclearance tale autorità per affidarla a un altro ente significherebbe «imboccare una via troppo centralista.

Si tratta, ovviamente, di una scelta politica e vedremo come sarà affrontata dal legislatore».

Come presidente della Sea, Bonomi è direttamente interessato all’operazione Meridiana-Eurofly. «Il mio giudizio non può che essere positivo se, come pare, questo nuovo gruppo, forte di una flotta di una quarantina di aerei, avrà la sua base più importante a Malpensa. Meridiana ha una flotta di medio raggio capace di alimentare quella di lungo raggio di Eurofly». Compagnia del Nord, dunque? «Quest’espressione ha il sapore dello slogan. Ma in base alle ipotesi che si fanno - in attesa di vedere un piano industriale - possiamo dire che da Malpensa possiamo vedere solo con grande favore questa nuova opzione, considerando anche la debolezza di Alitalia». Per la compagnia pubblica, quali sono a suo avviso gli scenari possibili? «Il peggiore è che Alitalia non trovi acquirenti, e che debba essere ridimensionata; in questo caso Meridiana-Eurofly potrà compensare dei vuoti su Malpensa. Se, come ci auguriamo tutti, Alitalia troverà un partner forte, essa non potrà fare a meno di Malpensa».

(Il Giornale)

CIAO
_goa
 
Citazione:Messaggio inserito da concorde

proviamo ad approfondire un pò la questione uscendo dai luoghi comuni. per uno stato è indispensabile focalizzare quali siano le sue priorità per ciò che concerne la rete infrastrutturale dei trasporti questo perchè innanzitutto si tratta di ingenti investimenti ma poi perchè gl'aeroporti (insieme ai porti e alle strade) garantiscono il fondamentale diritto di movimento dei cittadini e possibilmente al minor prezzo possibile (e questi credo siano diritti fondamentali in una democrazia). poichè le risorse economiche sono il bene che più scarseggia, quello che impone il dover fare delle scelte (ciò vale anche per le aziende) e poichè le risorse pubbliche sono proprio quelle che scarseggiano in modo particolare mi par logico che uno stato decida dove destinare i suoi denari evitando il finanziamento a piaggia che non porta da nessuna parte (la storia ce lo ha insegnato). uno stato liberale, però, permette ai suoi cittadini la libera intrapresa purchè ci sia rispetto delle regole comuni. questo vuol dire che una volta stabilite le priorità statali (nella fattispecie gl'aeroporti d'interesse nazionale) qualsiasi altra impresa può essere fatta purchè ciò avvenga con risorse private. questo significa non impedire a napoli o a firenze di avere voli per new york significa solo che questi aeroporti devo trovare sul mercato le risorse per crescere. sono anch'io contrario al metodo dei pax come discriminante per stabilire se un aeroporto sta di quà o di là, così come sono contrario ad impedire agli aeroporti di finanziare voli per sviluppare il territorio purchè questo avvenga nel pieno rispetto della sentenza di charleroi. sono, invece, assolutamente favorevole che per tutti quegli aeroporti non d'interesse nazionale tutto ciò (sviluppo e finanziamenti) avvenga con denari privati e non distraendo soldi pubblici. cuneo qualora decidesse di avere easyjet sarà compito suo reperire i soldi per adeguare l'aerostazione a quei voli cosi' come sarà compito suo trovare gl'euro per finanziarne le rotte. stesso discorso per napoli, qualora decidesse nel prossimo futuro di avere l'A380, e non fosse classificato come aeroporto d'interesse nazionale, dovrà cercarsi sul mercato dei capitali le risorse per preparare le sue infrastrutture all'airbus 380. nulla dovrà essere chiesto allo stato se non le abilitazioni e le certificazioni (quindi i diritti ad operare).

corre l'obbligo di sottolineare che questi ragionamenti si facevano già 4 anni fà quindi in tempi non sospetti sulla privatizzazione di alitalia. non sono nati ieri per dare una mano ad alitalia sono discorsi che risalgono negli anni e che forse oggi, con la crisi del vettore, diventano più urgenti.

per mia formazione culturale non sono vicino al centro-sinistra però devo dire che i temi posti sul tavolo hanno dei contenuti. certo il rischio di deriva dirigistica c'è e lo si vede e con la volontà di traferire al ministero la gestione amministrativa delle concessioni e con il rischio di classificazione degli aeroporti su base passeggeri stabilendo praticamente a tavolino chi di quà e chi di là! però sono fiducioso... che ciò non avverrà...

concorde questo è un discorso accettabile...certo non la classificazione di apt in base a num pax e cmq limitarne il raggio d'azione mi sembra stupido. se un apt NAP, GOA o chicchessia ha soldi suoi per attivare voli intercontinentali perchè non farlo?

E cmq mi sembrerebbe stupido non considerare NAP come apt di interesse nazionale.[:301]
 
Spero che nella razionalizzazione dei soldi pubblici agli scali regionali Bianchi consideri anche gli sprechi della Continuità territoriale da ALL, CUF, TPS, quelli sono certamente soldi buttati nel XXXXX[:307]

Per quanto riguarda il rapporto apt. regionali - low cost siete sicuri che cambierà qualcosa? Mi pare di capire che gli enti locali avranno cmq la possibilità di finanziare iniziative di carattere commerciale o strutturale verso gli apt. regionali[:301] Quello che dovrebbe certamente cambiare è la fine delle "iniquità tariffarie" applicate dagli scali alle diverse compagnie operanti, però credo che se la Puglia vorrà continuare a finanziarsi il BRI-DME potrà farlo[:301]

Ciao[:306]
 
Alcune considerazioni:

1) Se l'obiettivo è evitare che soldi statali finanzino le low-cost non capisco perché fare una discriminizazione in base al numero dei passeggeri dell'aeroporto. I soldi statali non dovrebbero mai</u> finanziare le low-cost, indipendentemente dalle dimensioni dell'aeroporto. Al limite le low-cost possono essere finanziate con soldi provenienti dagli enti locali se lo reputano una modalità efficace per incentivare il turismo nell'area.

2) Discriminare tra aeroporti che ricevono aiuti pubblici ed aeroporti che non li ricevono non introduce distorsioni nella conocrrenza? In qualsiasi altro settore non sarebbe possibile avere aziende che per legge possono ricevere aiuti pubblici ed altre che per legge non li possono ricevere. Perché in campo aeroportuale dovrebbe essere diverso? Mi aspetto ricorsi in questo senso dai gestori degli aeroporti esclusi.

3) Mi auguro che a nessuno venga in mente di chiudere la dogana in aeroporti che non sono di primo piano ma che hanno un importante traffico charter da paesi extra-Schengen. Esempio: l'aeroporto di Rimini non è sicuramente uno scalo principale, ma ha un importante traffico charter dall'est Europa, chiudere la dogana a Rimini vorrebbe dire danneggiare gravemente l'economia della Romagna.
 
Citazione:Messaggio inserito da Fly forever

3) Mi auguro che a nessuno venga in mente di chiudere la dogana in aeroporti che non sono di primo piano ma che hanno un importante traffico charter da paesi extra-Schengen. Esempio: l'aeroporto di Rimini non è sicuramente uno scalo principale, ma ha un importante traffico charter dall'est Europa, chiudere la dogana a Rimini vorrebbe dire danneggiare gravemente l'economia della Romagna.
Questo non succederà sicuramente.

Marco
 
Citazione:Messaggio inserito da almetano

Citazione:Messaggio inserito da asessa


Ah no? una NAP-LIN a 300€ a/r è normale? e a me lo stipendio di 1000€ al mese com'è?[:305]

ci sono anche altri mezzi di trasporto più economici, soprattutto per Napoli

bhe i tempi di percorrenza però sono abbastanza alti...
cmq non è un discorso pro nap...io ho solo paura che tutto giri nell'ottica di far alzare il prezzo di az
 
vedila così: serve per fare per la prima volta "sistema"

anche io non gradisco gli sprechi di Alitalia, e la loro eliminazione è ormai assodato sia all'ordine del giorno, ma allo stesso modo odio i Signorotti locali con spesso nemmeno un minimo talento politico trovatisi di colpo al centro dell'attenzione e spesso anche con le tasche piene solo perché alcuni businessmen irlandesi la sapevano lunga

contentissimo che Bonomi proponga la Francia, e infatti guardate Ryanair per cosa vende Parigi (Beuavais ) che è sempre la seconda metropoli del Vecchio Continente
 
Citazione:Messaggio inserito da Fly forever

Alcune considerazioni:

1) Se l'obiettivo è evitare che soldi statali finanzino le low-cost non capisco perché fare una discriminizazione in base al numero dei passeggeri dell'aeroporto. I soldi statali non dovrebbero mai</u> finanziare le low-cost, indipendentemente dalle dimensioni dell'aeroporto. Al limite le low-cost possono essere finanziate con soldi provenienti dagli enti locali se lo reputano una modalità efficace per incentivare il turismo nell'area.

2) Discriminare tra aeroporti che ricevono aiuti pubblici ed aeroporti che non li ricevono non introduce distorsioni nella conocrrenza? In qualsiasi altro settore non sarebbe possibile avere aziende che per legge possono ricevere aiuti pubblici ed altre che per legge non li possono ricevere. Perché in campo aeroportuale dovrebbe essere diverso? Mi aspetto ricorsi in questo senso dai gestori degli aeroporti esclusi.

3) Mi auguro che a nessuno venga in mente di chiudere la dogana in aeroporti che non sono di primo piano ma che hanno un importante traffico charter da paesi extra-Schengen. Esempio: l'aeroporto di Rimini non è sicuramente uno scalo principale, ma ha un importante traffico charter dall'est Europa, chiudere la dogana a Rimini vorrebbe dire danneggiare gravemente l'economia della Romagna.


1) l'obiettivo non è (o non dovrebbe essere) impedire di finanziare le low cost ma razionalizzare il sistema (o meglio abbozzare qualcosa che possa definirsi tale). i gestori aeroportuali non possono (e nessuno la fà già oggi) usare i soldi pubblici stanziati per le infrastrutture e le opere per finanziare gli start up dei voli low cost. a onor del vero bisognerebbe anche dire che nella stragrande maggioranza dei casi i soldi pubblici "entrano" nel bilancio dei gestori sotto la voce "opere" e lì restano però solo sulla carta finendo, invece (come flusso finanziario) da altre parti magari, anche, nelle casse dei vettori low cost. la conseguenza di si fatto comportamento è il ritarto nella realizzazione delle opere aeroportuali per mancanza di soldi. ecco perchè sarebbe il caso che si stabilisca l'obbligatorietà del rispetto (pena sanzioni) di un rolino di marcia anche per la realizzazione delle infrastrutture. tutto ciò per evitare che io stato dia 100 per il terzo terminal e tu gestore lo realizzi nel 2025 perchè nel frattempo i soldi, visto che nessuno controlla, li usi concretamente per altro lasciandoli però iscritti a bilancio sotto la voce "opere".

2) potrei farti io una domanda, esiste concorrenza tra aeroporti? lo stato finanzia la realizzazione di opere di proprietà dello stato stesso, opere che restano nella disponibilità del demanio pubblico. il gestore ne ha solo l'uso (tramite concessione) ma non la proprietà. resta, comunque, il tuo, un punto da approfondire meglio!

3) non credo che ciò avverrà
 
Credo sia un passaggio doloroso ma necessario. Se si vuole essere protagonisti sulla scena globale è necessario alimentare gli hub e declassare gi altri aeroporti e sfruttarli soprattutto per feeder. Il comodo point to point è tanto bello quanto nocivo per l'economia su scala nazionale.
Aggiungo che la necessità di avere hub importanti su scala mondiale scevra dal discorso se AZ continuerà a vivere o meno.
 
fatemi capire un pò meglio qual'è la paura che hanno un pò di tutti. questa è che s'impedisca alle low cost di operare e di riflesso agli aeroporti di crescere? oppure è altro?

ora alcune domande: cosa vedete di "negativo", per il bene del paese, nel fare sistema? quale sarebbe l'alternativa? che scenario immaginate nel trasporto aereo italiano?
 
la paura credo sia quello di non fare sviluppare il settore aereo e di spostare artificialmente pax su altre forma di trasporto (treno). E' impensabile oggi, con un paese più lungo che largo, non incrementare il traffico aereo specie lungo la direttrice nord sud. per fare un esempio, ma è solo un esempio, non credo che qui qualcuno abbia paura di non poter fare un torino new york senza scalo, ma di dover andare da torino a palermo passando per forza per fiumicino. ripeto sono convinto che il vero obiettivo non è di salvare az ma trenitalia (un miliardo duecentomilioni di euro di passivo)andando ad affossare il trasporto aereo o facendolo regredire ad un ruolo proprio degli anni settanta. poi se la mia è una paura non fondata sono contento ma quando le decisioni sono centralizzate ho sempre paura
 
Citazione:Messaggio inserito da concorde

fatemi capire un pò meglio qual'è la paura che hanno un pò di tutti. questa è che s'impedisca alle low cost di operare e di riflesso agli aeroporti di crescere? oppure è altro?

ora alcune domande: cosa vedete di "negativo", per il bene del paese, nel fare sistema? quale sarebbe l'alternativa? che scenario immaginate nel trasporto aereo italiano?

Il problema dell'Italia, e qui parla un grandissimo estimatore del modello spagnolo dove AENA riesce a far funzionare a livelli incredibili tutti gli aeroporti che gestisce mettendo da parte i conflitti e esaltando le peculiarità di ogni singolo scalo, è proprio l'assenza di coordinamento e di gestione centrale, gestione che deve avere una "mente illuminata" a capo in grado di vedere un ruolo per l'intero organismo.
Oggi nelle varie analisi SWOT e nei piani di coordinamento territoriale non appena si vede una striscia di asfalto si parla subito di aeroporto non preoccupandosi che magari fuori dal comune o dalla provincia o ancora fuori dalla regione ne esiste uno vero che fa il suo lavoro.
In Italia ancora non abbiamo ben presente cosa significhi ruolo specifico che ha forza solo se non è duplicato e doppione di un altro.
Questa legge può svecchiare il sistema in maniera consistente permettendoci di avere strutture realmente all'avanguardia, che funzionino in maniera logica e razionale e che servano realmente il terriotorio.
Parlo da barese ora. Se il nuovo decreto vieterà al mio aeroporto di avere un volo per New York o Guanghzou piuttosto che per il Cairo o Casablanca, in ambito UE non può vietare nulla perchè un Bari-Monaco è la stessa identica cosa di un Bari-Roma e la stessa cosa dicasi per Londra, Madrid, Parigi o Amsterdam, ben venga. Si metteranno in questo modo a freno idee bellicose che non tengono ben presente cosa sia il mercato magari permettendo di sviluppare traffico genuino proprio per Monaco, Parigi, Londra o quello che volete voi in ambiente UE.
Evitare di sperperare soldi distorcendo il mercato con finanziamenti illogici è tutt'altro che cosa da poco. E' probabilmente la maniera per riorganizzaren il sistema.
Chiediamo di volare a Londra a 50 euro andata e ritorno ma poi non pensiamo ai 70 euro che dobbiamo mettere per fare 400 km con la macchina. Secondo voi chi è che sta pagando la differenza? La collettività e questo se un giorno i soldi dovessero finire provocherà solo una strage e un bagno di sangue.
Abbiamo volato "gratis" per un bel pò di tempo, ora che la concorrenza esiste vediamo veramente quello che vale la pena sopravviva e dico sopravviva con le proprie forze non perchè l'amministratore locale di turno vuole il suo voletto per Londra, Francoforte, Brussels e via dicendo.
Il traffico deve essere reale e non virtuale altrimenti vedremo sparire d'amblé un bel pò di rotte.
Chi mi conosce sa che io dico che in Italia ci sono un be pò di campi di patate trasformati in aeroprti.
Se sono campi di patate coltiviamoli a patate e con i soldi guadagnati e risparmiati da gestioni poco oculate vediamo di costruire le interconnessioni tra la Malpensa e il territorio, tra Fiumicino e il territorio, tra Tessera e il territorio, tra Palese e il territorio e tra Capodichino e il territorio. Smettiamola di vedere il nostro girdino come l'orizzonte più lontano a cui aspirare chiedendo il volo per New York che poi, se dobbiamo andarci realmente, disanttendiamo nel caso le tariffe siano troppo alte andando nell'hub di turno in macchina perchè lì c'è vera concorrenza e troviamo le tariffe economiche e poi alla fine chi paga per il volo dal proprio orticello è sempre la collettività che non ha nulla in cambio!
 
Citazione:Messaggio inserito da I-DISA

Credo sia un passaggio doloroso ma necessario. Se si vuole essere protagonisti sulla scena globale è necessario alimentare gli hub e declassare gi altri aeroporti e sfruttarli soprattutto per feeder. Il comodo point to point è tanto bello quanto nocivo per l'economia su scala nazionale.
Aggiungo che la necessità di avere hub importanti su scala mondiale scevra dal discorso se AZ continuerà a vivere o meno.


Questa non riesco proprio a capirla. Se 2 città pur non essendo hub hanno comunque traffico per avere un volo p2p non esiste nessuna </u> ragione per non mettere quel volo.
 
Stavo pensando ad un altra cosa : se io sono una compagnia X che vuole fare bussiness con volo p2p su NYC (per esempio GJ) cosa succede? Devo abbandonare NAP,BLQ, PSR,SUF,PMO ? Voglio dire : lo stato mi dirà a me privato dove poter volare...

In sintesi tutte le compagnie aeree che vogliono operare voli longrange sull'italia dovranno per forza optare per aeroporti qualificati non regional? O potranno cmq operare su qualsiasi scalo senza ovviamente ricevere contributi?

No perchè mi sorge il dubbio che la cosa poi diventi sempre più contorta. Va bene il sistema italia, ma sistema si fa con 1 compagnia di bandiera che sceglie i suoi hub etc. Ma un privato deve poter scegliere l'hub che più gli aggrada o no?

Ciao
 
Citazione:Messaggio inserito da asessa

Stavo pensando ad un altra cosa : se io sono una compagnia X che vuole fare bussiness con volo p2p su NYC (per esempio GJ) cosa succede? Devo abbandonare NAP,BLQ, PSR,SUF,PMO ? Voglio dire : lo stato mi dirà a me privato dove poter volare...

In sintesi tutte le compagnie aeree che vogliono operare voli longrange sull'italia dovranno per forza optare per aeroporti qualificati non regional? O potranno cmq operare su qualsiasi scalo senza ovviamente ricevere contributi?

No perchè mi sorge il dubbio che la cosa poi diventi sempre più contorta. Va bene il sistema italia, ma sistema si fa con 1 compagnia di bandiera che sceglie i suoi hub etc. Ma un privato deve poter scegliere l'hub che più gli aggrada o no?

Ciao

ma quanti hub deve avere uno stato?
 
Citazione:Messaggio inserito da concorde

Citazione:Messaggio inserito da asessa

Stavo pensando ad un altra cosa : se io sono una compagnia X che vuole fare bussiness con volo p2p su NYC (per esempio GJ) cosa succede? Devo abbandonare NAP,BLQ, PSR,SUF,PMO ? Voglio dire : lo stato mi dirà a me privato dove poter volare...

In sintesi tutte le compagnie aeree che vogliono operare voli longrange sull'italia dovranno per forza optare per aeroporti qualificati non regional? O potranno cmq operare su qualsiasi scalo senza ovviamente ricevere contributi?

No perchè mi sorge il dubbio che la cosa poi diventi sempre più contorta. Va bene il sistema italia, ma sistema si fa con 1 compagnia di bandiera che sceglie i suoi hub etc. Ma un privato deve poter scegliere l'hub che più gli aggrada o no?

Ciao

ma quanti hub deve avere uno stato?
HUB di uno stato? Ma perchè lo stato è una compagnia aerea? Cioè in italia secondo voi una compagnia aerea PRIVATA non può scegliere un suo hub ma deve PER FORZA operare da quello IMPOSTO dallo STATO??? Ma stai scherzando ?
 
Citazione:Messaggio inserito da Quirino

Citazione:Messaggio inserito da asessa
O potranno cmq operare su qualsiasi scalo senza ovviamente ricevere contributi?

e secondo te quanto sopravviverebbe, senza contributi?

non mi interessa, se una compagnia ha la capacità di tenere in vita un NAP-NYC con i propri mezzi ben venga...