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Parte il piano aeroporti che aiuterà Alitalia
di Redazione
da Milano
Il vero difetto del disegno di legge delega sulla riforma del trasporto aereo nazionale approvato ieri dal consiglio dei ministri, è il suo almeno decennale ritardo. Il governo - che avrà un anno di tempo per poi legiferare in materia - dovrà mettere mano a un sistema che in questi anni si è fatto sempre più selvaggio, spinto da interessi particolari più che da autentiche motivazioni generali. Il «cuore» delle linee di riforma - illustrate ieri dal ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi - è proprio il «piano degli aeroporti», che conterrà la classificazione degli scali e porterà un forte contributo di logica al trasporto aereo, e alla stessa gestione delle compagnie.
In Italia oggi esistono un centinaio tra piste e aeroporti, tra i 30 e i 40 con una certa importanza commerciale; molti di questi sono nati per spirito campanilistico, o per appetiti politici, con una dispersione di investimenti pubblici. Il numero, anche a confronto con altri Paesi europei, è decisamente eccessivo, e molti scali, collocati a poca distanza l’uno dall’altro, si fanno concorrenza tra loro. Inoltre c’è scarsa trasparenza di gestione, peggiorata negli anni in parallelo al fenomeno delle compagnie low cost: indirettamente finanziate dagli stessi scali, o dagli enti locali, per incentivare i flussi di arrivi e di partenze.
Gli aeroporti saranno classificati con criteri - ancora da stabilire in dettaglio - che, rispettando le singole specializzazioni funzionali, dovranno riequilibrare le logiche complessive di sistema, e cancellare eventuali iniquità tariffarie. Tutto ciò - si fa notare al ministero dei Trasporti - avrà una ricaduta positiva sulla stessa gestione delle compagnie aeree, che potranno organizzare la propria attività senza eccessive dispersioni, razionalizzando la rete di collegamenti. Anche se non indicato esplicitamente, il piano finirà per avvantaggiare l’Alitalia e per ridimensionare il ruolo delle low cost.
Altri due punti importanti del testo legislativo riguardano le concessioni aeroportuali e i diritti di volo.
Quanto alle prime, saranno molto più stretti i controlli su investimenti e servizi; per le nuove concessioni - che saranno, presumibilmente, di durata più breve di quelle attuali - saranno richieste alle società garanzie più rigide che in passato. Quanto ai diritti di volo - e cioè le autorizzazioni a decollo e atterraggio nei singoli aeroporti - oggi sono assegnati da un’associazione, Assoclearence, cui partecipano anche parti interessate, quali aeroporti e companie. Il disegno di legge vuol riportare a un soggetto terzo (non è escluso lo stesso ministero), un’attività cruciale per la politica del trasporto aereo.
Il testo, costituito da tre articoli soltanto, prevede anche norme che hanno per obiettivo il potenziamento dei livelli di sicurezza, il recupero di un ruolo attivo di indirizzo e di controllo da parte del governo, l’assunzione da parte di tutti gli operatori del concetto di centralità dell’utente, il ridisegno della catena del valore nella filiera del trasporto aereo.
(Il Giornale)
CIAO
_goa
di Redazione
da Milano
Il vero difetto del disegno di legge delega sulla riforma del trasporto aereo nazionale approvato ieri dal consiglio dei ministri, è il suo almeno decennale ritardo. Il governo - che avrà un anno di tempo per poi legiferare in materia - dovrà mettere mano a un sistema che in questi anni si è fatto sempre più selvaggio, spinto da interessi particolari più che da autentiche motivazioni generali. Il «cuore» delle linee di riforma - illustrate ieri dal ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi - è proprio il «piano degli aeroporti», che conterrà la classificazione degli scali e porterà un forte contributo di logica al trasporto aereo, e alla stessa gestione delle compagnie.
In Italia oggi esistono un centinaio tra piste e aeroporti, tra i 30 e i 40 con una certa importanza commerciale; molti di questi sono nati per spirito campanilistico, o per appetiti politici, con una dispersione di investimenti pubblici. Il numero, anche a confronto con altri Paesi europei, è decisamente eccessivo, e molti scali, collocati a poca distanza l’uno dall’altro, si fanno concorrenza tra loro. Inoltre c’è scarsa trasparenza di gestione, peggiorata negli anni in parallelo al fenomeno delle compagnie low cost: indirettamente finanziate dagli stessi scali, o dagli enti locali, per incentivare i flussi di arrivi e di partenze.
Gli aeroporti saranno classificati con criteri - ancora da stabilire in dettaglio - che, rispettando le singole specializzazioni funzionali, dovranno riequilibrare le logiche complessive di sistema, e cancellare eventuali iniquità tariffarie. Tutto ciò - si fa notare al ministero dei Trasporti - avrà una ricaduta positiva sulla stessa gestione delle compagnie aeree, che potranno organizzare la propria attività senza eccessive dispersioni, razionalizzando la rete di collegamenti. Anche se non indicato esplicitamente, il piano finirà per avvantaggiare l’Alitalia e per ridimensionare il ruolo delle low cost.
Altri due punti importanti del testo legislativo riguardano le concessioni aeroportuali e i diritti di volo.
Quanto alle prime, saranno molto più stretti i controlli su investimenti e servizi; per le nuove concessioni - che saranno, presumibilmente, di durata più breve di quelle attuali - saranno richieste alle società garanzie più rigide che in passato. Quanto ai diritti di volo - e cioè le autorizzazioni a decollo e atterraggio nei singoli aeroporti - oggi sono assegnati da un’associazione, Assoclearence, cui partecipano anche parti interessate, quali aeroporti e companie. Il disegno di legge vuol riportare a un soggetto terzo (non è escluso lo stesso ministero), un’attività cruciale per la politica del trasporto aereo.
Il testo, costituito da tre articoli soltanto, prevede anche norme che hanno per obiettivo il potenziamento dei livelli di sicurezza, il recupero di un ruolo attivo di indirizzo e di controllo da parte del governo, l’assunzione da parte di tutti gli operatori del concetto di centralità dell’utente, il ridisegno della catena del valore nella filiera del trasporto aereo.
(Il Giornale)
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