Alitalia va ad AirFrance-KLM


Faccevo tifo per Ap perche e una cosa di casa.
Non sono un grande amiratore di AF-KL avendo volato tantissimo con
loro.
Rigurdando la questione aeroporti,sto dalla parte della MXP anche se vado matto
volare da FCO.
Penso che anche se MXP non e collegata come si deve,il futuro aspeta alle zone
bene svilupate(in termini di aviazione parlando)e non puo essere la politica a
fare le regole.
Non vado oltre,ma spero di vedere il tricolore ancora nei cieli senza che perde 1 milione
al giorno,soldi che al paese, preso com'e' farebbero molto comodo[:306]
 
Citazione:Messaggio inserito da SkySurfer
Se AP voleva puntare, da sola e non tramite AZ, su MXP l'avrebbe già fatto anni addietro.
Così, però, cambiano molte condizioni.
Cmq a mio modo di vedere, la levata di az da mxp è per mxp stessa un bene nel medio periodo.quindi niente drammi e lavorare.
 
Citazione:Messaggio inserito da Mattia

Citazione:Messaggio inserito da SkySurfer
Se AP voleva puntare, da sola e non tramite AZ, su MXP l'avrebbe già fatto anni addietro.
Così, però, cambiano molte condizioni.
Cmq a mio modo di vedere, la levata di az da mxp è per mxp stessa un bene nel medio periodo.quindi niente drammi e lavorare.

1) Se c'e' campo libero e domanda insoddisfatta...

2) Se le banche continuano a spalleggiare AP...(in particolare Santaintesa che non dimentichiamo e'Torinese-Lombarda quindi di casa... e poi come investimento e' quasi meno rischioso senza AZ)

3) Se tutti quegli aereomobili ordinati arrivano

4) Se chi prima tentennava anche tra gli enti locali ora si e' covinto di fare qualcosa per socchiudere Linate

5) Se raddoppiano le strade, se ci sara' il collegamento da Centrale FS...

5) Se ci sara' Open Skies

6) Se per compensare il fattaccio di AZ, con la nuova legge regionale, con il nuovo clima, ci saranno meno ostacoli con i bilaterali

7) Se con tutto questo anche fanno entrare AP in Star Alliance... perche' inizialmente AP non avra' molta capacita' di lungo raggio, ma a MXP puo' alimentare altri che ce l'hanno o la possono mettere...

A quel punto non e' che e' cambiata "qualche condizione".

Cambia tutto.

Come al solito parola di 'gnurant.
 
Citazione:Messaggio inserito da marcogiov

Citazione:Messaggio inserito da Cesare.Caldi
Ma gli hanno trovati gli slot sostitutivi a LGW?
Non servono, i voli da Milano passano da 8 a 4.

E qui si capisce che sono fessi, proprio fessi. Togliere la frequenza nei voli Milano-Londra vuol dire REGALARE il mercato business a BA, togliere pure 1 volo da Linate, caxxo ma se non fanno soldi coi bankers che vanno da Milano a Londra con che cosa pensano di farli? Scioccante.

Quoto sulla parte dei bankers, ma, credimi, i bankers preferiscono partire da Linate....e so quello che dico, ne conosco tanti
 
pensavo questa mattina... prato ha fatto un favore a molti. perchè? perchè siamo in italia e calando le carte prima di air one, declinando un pò più nei dettagli il piano francese rispetto a quello ap, ora ci penseranno i veleni, i coltelli e la mXrda che verrà riversata contro i francesi a fare il resto... in italia, quando si ha a che fare con la politica, mai essere i primi a calare le carte, lasciare il gioco agli altri stando coperti fino al blitz finale! ora si accorgeranno anche quelli di af, scopriranno che il giochetto di far anadare avanti il cda di alitalia porterà alla situaione che ben che gli vada permetterà loro di portare a casa alitalia ma non alle loro condizioni iniziali (sulle quali peraltro i francesi oggi son inamovibili), mal che gli vada gliela sfileranno da sotto al naso a vantaggio di ap o da non escludere una terza via! monsieur nous sommes en italie pas en france. ici nous sommes dans le vietnam!
 
Citazione:Messaggio inserito da kilomike
Quoto sulla parte dei bankers, ma, credimi, i bankers preferiscono partire da Linate....e so quello che dico, ne conosco tanti
si ma da LIN passano da 5 a 4 voli al giorno. Forse i francesi sperano vadano a lavorare a parigi invece di londra [:308]
 
Citazione:Messaggio inserito da concorde

pensavo questa mattina... prato ha fatto un favore a molti. perchè? perchè siamo in italia e calando le carte prima di air one, declinando un pò più nei dettagli il piano francese rispetto a quello ap, ora ci penseranno i veleni, i coltelli e la mXrda che verrà riversata contro i francesi a fare il resto... in italia, quando si ha a che fare con la politica, mai essere i primi a calare le carte, lasciare il gioco agli altri stando coperti fino al blitz finale! ora si accorgeranno anche quelli di af, scopriranno che il giochetto di far anadare avanti il cda di alitalia porterà alla situaione che ben che gli vada permetterà loro di portare a casa alitalia ma non alle loro condizioni iniziali (sulle quali peraltro i francesi oggi son inamovibili), mal che gli vada gliela sfileranno da sotto al naso a vantaggio di ap o da non escludere una terza via! monsieur nous sommes en italie pas en france. ici nous sommes dans le vietnam!
Sono pienamente d'accordo.

Aver ritoccato ieri il network alzerà un vespaio che potrebbe avere coseguenze ben diverse da quelle attese; tra l'altro non è l'unico evento significativo che riguarda i conti AZ avvenuto nei giorni scorsi.;)
Ieri ho scritto che AZ rimane sull'orlo della bancorotta, se non vendono alla svelta (indipendentemente da AP/AF) la sequenza è commissarimento/grounding. Su A.net c'è di prevede che il processo di vendita durerà almeno un anno. Oltre i 3 mesi saranno guai seri.
 
ma non sembra a voi tutto molto chiaro ? ...ap sta' facendo solo un azione di disturbo ad una vendita gia' scontata in partenza anche a livello politico (sarkosy non si sara' scomodato per nulla!!! a caldeggiare l'offerta della "privata" airfrance) con l'intento di far accettare condizioni di vendita le piu' dure possibile alla francesina-alitalia (per favore non citatela piu' come AF-KLM-AZ ma AF-KLM-az-cityair ecc.ecc..)che rimarrebbe come competitor in italia di ap ma con costi di gestione sempre molto gravosi ed a allo stesso tempo ap non avrebbe la palla al piede dei debiti-contratti-vetusta mezzi collegato all' acquisto di az ed insieme alle banche che sono le uniche a saper gestire l'economia (vedi l' esperienza fiat ... solo le banche l' hanno saputa gestire ... altro che gli imprenditori sia italiani che americani !!!) sbarcherebbe a mxp libera dei voli di az .
 
COMUNICATO STAMPA


Il tempo di giocare su Alitalia è finito: da molto.


Parteciperemo all'incontro odierno indetto dal Presidente di Alitalia Dr. Maurizo Prato, perché è necessario esprimere e sostenere le ragioni dei Piloti, così come determinate dall'Assemblea Generale di Unione Piloti tenutasi mercoledì scorso.

In particolare alcuni dati emersi durante questa privatizzazione dimostrano ciò che Unione Piloti afferma da anni e cioè che Alitalia paga per l'acquisto di alcuni servizi necessari ad una Aviolinea (handling, alberghi, catering e forniture varie) prezzi ben superiori alla migliore concorrenza; sia essa Italiana che straniera.
Pertanto sono i prossimi manager di Alitalia, quali che siano, che questa volta DEBBONO fare bene il loro lavoro, agendo in direzione di ridurre i prezzi degli acquisti e gli sprechi.

E' evidente e quanto mai chiaro che dai risparmi prodotti può venir fuori ancor più del danaro che serve per il rilancio di Alitalia.

I Piloti hanno già dato troppo e per troppo tempo.
Rifiuteremo ogni e qualsiasi tentativo di far ricadere altri sacrifici su di NOI.

Fermo restando quanto detto, chiederemo di conoscere quei dati essenziali che impattano direttamente sul numero dei Piloti necessari e quindi sulle loro carriere:
- di quanti aeromobili sarà composta la flotta Alitalia?
- quante ore di volo si effettueranno?
- quale sarà il numero delle tratte che si voleranno?

Il tempo di giocare su Alitalia è finito: DA MOLTO.


UNIONE PILOTI


Roma, 21 Dicembre 2007
 
3 voli AZ da mxp... NY Tokio e San paolo...ma non si vergogna la classe politica italiota? che schifo... è l'aeroporto internazionale di Milano, non di Mombasa...
 
Dedicato a tutti i fan di AF...

da corriere.it

Francesi e olandesi riluttanti sulla tutela dell'identità nazionale
Il logo e la «battaglia» per l'italianità
Timori per una possibile mortificazione della compagnia di bandiera all'interno della nuova alleanza

ROMA — A palazzo Chigi ieri, a ridosso della decisione che dava il primo round ai francesi, i più preoccupati apparivano proprio coloro che, come Prodi e il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, l'avevano maggiormente sostenuta. Gli unici a conoscere fino in fondo la proposta. Gli unici a sapere quali asprezze contenga.

Se finora infatti la proposta di Air France-Klm è riuscita farsi strada anche a carte coperte, adesso l'approssimarsi del confronto politico in seno al governo, rende ineludibile guardarci dentro fino in fondo. Ieri nel consiglio dei ministri che ha preceduto la conclusione del cda è apparso chiaro che da ora in poi i sostenitori di Toto, i vicepremier Rutelli e D'Alema, saranno inflessibili. Così non potrà sfuggire ai guardiani dell'italianità che hanno sostenuto il piano Toto, che proprio sotto questo aspetto il piano dell'amministratore delegato franco-olandese, Jean-Cyril Spinetta, zoppica.

Si ricorderà che nel bando della gara che poi è fallita, tra i requisiti c'era quello della salvaguardia per ben otto anni degli elementi d'identità nazionale: dalla sede in Italia della compagnia al suo marchio e logo, fino ai diritti di traffico. Ora proprio su questo punto i francesi, ma forse ancor più gli olandesi, sarebbero riluttanti. Nella nota emessa ieri dal cda di Alitalia si legge che Air France-Kl prevede «la disponibilità a assumere impegni nei confronti dello Stato italiano» per salvaguardare i requisiti d'identità. «Disponibilità » non «impegno».

Sorge il sospetto, avvalorato da fonti di palazzo Chigi, che ci siano problemi nel riconoscere al logo italiano, lo stesso posto garantito a quelli francesi e olandesi. Così come potrebbe porsi il problema, con l'ingresso di Alitalia all'interno dell'alleanza, di dover rinegoziare alcuni diritti di traffico extraeuropei che ora sono in capo in modo esclusivo a Alitalia. Il secondo aspetto che andrà chiarito è quello della flotta. Nel comunicato Alitalia si parla di una sua «iniziale riduzione». E poi si spiega che è prevista la completa sostituzione dei vecchi MD80 e B767 entro il 2017: un tempo biblico per delle macchine che rischiano già oggi di essere fuori dai requisiti antinquinamento prescritti dall'Ue.

Quanto alla promessa di «una crescita graduale e costante della flotta a partire dal 2011», anche in questo caso sorge il legittimo dubbio che nei prossimi quattro anni il ruolo di Alitalia sarà ampiamente ridimensionato. Ma nella breve discussione che ieri sarebbe andata in scena a palazzo Chigi su Alitalia, l'argomento principe contro Air France-Klm sarebbe rimasto quello di Malpensa. Lo scontento del fronte del Nord cresce e per il governo è ragione di grave imbarazzo. Sul punto però i francesi sembrano inflessibili: allo scalo varesino resteranno solo tre voli intercontinentali. Una miseria. Ce n'è abbastanza per animare la prossima discussione politica sull'opportunità di trattare con i francesi. Le «tre spine di Spinetta» (logo, aerei e Malpensa) dovranno essere opportunamente spuntate.

Da parte loro, i francesi offrono già alcuni correttivi: primo, trattare con i sindacati prima del 15 gennaio. Secondo, discutere insieme con gli italiani su quale debba essere il nuovo management. Terzo, aprire il capitale di Air France- Klm a un altro socio italiano, diverso dal Tesoro, che volesse entrarvi in modo strutturato. Basterà a convincere Rutelli e D'Alema?




Vive le tricoloeur de Alitalie!!!
 
Citazione:Messaggio inserito da billie-joe
Si ricorderà che nel bando della gara che poi è fallita, tra i requisiti c'era quello della salvaguardia per ben otto anni degli elementi d'identità nazionale

Non è che magari c'è un nesso di causa-effetto tra le due cose?

Sempre sull'argomento, consiglio la lettura dell'editoriale di Massimo Giannini di Repubblica:

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La vittoria del mercato

È un segno del destino. Mentre Nicolas Sarkozy prepara il matrimonio con Carla Bruni, Alitalia sceglie di convolare a nozze con Air France. Ha vinto il mercato, com'era logico e giusto. Il consiglio d'amministrazione, chiamato a decidere tra l'offerta francese e quella di Air One, ha scelto la migliore. E l'ha fatto secondo gli unici criteri che dovrebbero sempre guidare le strategie di un'azienda: redditività, efficienza, qualità, concorrenza. Su ciascuno di questi punti (e non solo sul prezzo, 35 centesimi per azione contro 1, che pure conta qualcosa) la proposta francese è più conveniente di quella italiana.

Purtroppo, vorremmo aggiungere. C'è pur sempre un piccolo trauma collettivo, quando un Paese è costretto ad ammainare una sua vecchia "bandiera", a maggior ragione se quella bandiera è anche un simbolo del suo "miracolo economico". E per questo farà bene Cyril Spinetta a dare tutte le garanzie necessarie sulla conservazione del marchio Alitalia e sulla valorizzazione della sua "dignità" di partner. Sarebbe stato bello se la nostra gloriosa compagnia, ormai da troppo tempo sull'orlo della bancarotta, avesse avuto la capacità di risollevarsi con le proprie forze, liberandosi dal giogo imposto da una politica irresponsabile e dalle catene obbligate da un sindacato irriducibile. Ormai è troppo tardi.

Si poteva tentare dieci anni fa, quando Alitalia aveva ancora una quota di traffico internazionale pari al 43%, non oggi che è crollata al 23% nonostante il clamoroso boom del business del trasporto aereo mondiale. E sarebbe stato ancora più bello se, a salvarla e a rilanciarla, fosse stato un grande "campione nazionale", con un progetto industriale ambizioso e un piano finanziario realistico. Carlo Toto, con tutto il rispetto, non ha queste caratteristiche, come dimostrano i dati di bilancio della Ap Holding riportati ieri da Ettore Livini su questo giornale. E non basta l'ombrello generosamente aperto da Intesa-San Paolo, il nostro più grande colosso bancario, a coprire le troppe lacune della sua offerta.

Nella vittoria francese, a dispetto della miopia culturale e dell'autarchia provinciale dei capipartito, non c'è una sconfitta dell'"italianità". Un "valore" che in sé non ha più alcun senso, nel mondo globalizzato dove accade persino che i "mercanti" ex comunisti della Cina vengano accolti con tutti gli onori nel tempio del capitalismo americano. Semmai c'è una lezione per l'Italia, che oggi paga il conto di un insanabile fallimento imprenditoriale con un inevitabile ridimensionamento geo-politico. Ma c'è una possibilità per Alitalia, visto che la nostra compagnia viene rilevata da un gigante del trasporto aereo che nel '93 era a sua volta a un passo dal fallimento (con quasi 6 miliardi di debiti e un rosso fisso di 1,3 miliardi) e oggi è diventato il più grande vettore del pianeta. E c'è un'opportunità per gli italiani, che potranno contare su un miglioramento dell'offerta, grazie all'innesto del vettore italiano nel network planetario franco-olandese. Dunque più rotte, servizi migliori, maggiore concorrenza sulle tratte nazionali, migliore collegamento sulle tratte internazionali. In prospettiva, finalmente, tariffe più convenienti. Chi oggi strepita contro la "colonizzazione" farebbe bene a chiedersi a chi conviene difendere ancora i vecchi privilegi e le vecchie clientele, con l'inattuale pretesto della difesa nazionalistica di Alitalia. Probabilmente conviene ai politici. Sicuramente conviene ai dipendenti. Certamente non conviene ai passeggeri, costretti a pagare biglietti carissimi per un Roma-Milano gestito in regime di sostanziale monopolio. Declinata in questa chiave di mercato, sempre esecrata dalla sinistra massimalista e dalla destra statalista, la nascita di una potenziale Ali-France è uno shock salutare per questo sciagurato Paese.

Dopo la decisione "tecnica" del cda della compagnia, la palla passa alla politica. Ora ci sono due cose che non devono accadere. La prima riguarda il centrodestra. Si può capire che, nella ex Cdl, vi sia qualche preoccupazione legata al destino di Malpensa, non più "secondo hub" nazionale secondo i piani di Air France-Klm. Ma quello che non si può accettare è che da Berlusconi in giù, passando per Bossi, Formigoni e la Moratti, l'opposizione rifiuti le scelte e le leggi del libero mercato. Proprio loro, che si chiamavano "Casa delle Libertà" e si richiamavano agli spiriti animali del capitalismo, oggi si ribellano per banali ragioni di campanilismo. Proprio la Lombardia, il cuore del Nord che produce ricchezza e conduce la battaglia vincente del Made in Italy nel mondo, oggi viene "usata" per esigenze di piccola bottega.

La seconda riguarda il centrosinistra. L'ultima parola sull'operazione Air France-Alitalia toccherà al governo, che dovrà deliberare entro la prima metà di gennaio. Si può capire che vi sia qualche rammarico, e anche qualche remora, nel vendere la compagnia di bandiera ad un colosso straniero. Ma quello che non si può accettare, da Prodi in giù, passando per Rutelli, D'Alema e Bianchi, è che la maggioranza sconfessi il cda, e decida secondo altre logiche, a questo punto superate dal mercato. L'esecutivo ha già fatto troppi danni, in queste lunghe settimane di colpevole incertezza, che hanno contribuito a svilire ulteriormente il titolo Alitalia in Borsa. Ogni ulteriore ripensamento, ogni ulteriore indecisione, stavolta sarebbero esiziali. Toccherà al premier dirimere gli ultimi dissidi in consiglio dei ministri, se necessario a costo di qualche forzatura. "Ho ascoltato i suoi punti di vista. Non vanno d'accordo con i miei. La decisione è presa all'unanimità". Lo diceva proprio un francese, il generale De Gaulle. Un altro segno del destino.

(22 dicembre 2007)

http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/economia/alitalia-12/giannini/giannini.html
 
Citazione:Messaggio inserito da jtstream

COMUNICATO STAMPA

Il tempo di giocare su Alitalia è finito: da molto.

Parteciperemo all'incontro odierno indetto dal Presidente di Alitalia Dr. Maurizo Prato, perché è necessario esprimere e sostenere le ragioni dei Piloti, così come determinate dall'Assemblea Generale di Unione Piloti tenutasi mercoledì scorso.

In particolare alcuni dati emersi durante questa privatizzazione dimostrano ciò che Unione Piloti afferma da anni e cioè che Alitalia paga per l'acquisto di alcuni servizi necessari ad una Aviolinea (handling, alberghi, catering e forniture varie) prezzi ben superiori alla migliore concorrenza; sia essa Italiana che straniera.
Pertanto sono i prossimi manager di Alitalia, quali che siano, che questa volta DEBBONO fare bene il loro lavoro, agendo in direzione di ridurre i prezzi degli acquisti e gli sprechi.

E' evidente e quanto mai chiaro che dai risparmi prodotti può venir fuori ancor più del danaro che serve per il rilancio di Alitalia.

I Piloti hanno già dato troppo e per troppo tempo.
Rifiuteremo ogni e qualsiasi tentativo di far ricadere altri sacrifici su di NOI.
</u>

Fermo restando quanto detto, chiederemo di conoscere quei dati essenziali che impattano direttamente sul numero dei Piloti necessari e quindi sulle loro carriere:
- di quanti aeromobili sarà composta la flotta Alitalia?
- quante ore di volo si effettueranno?
- quale sarà il numero delle tratte che si voleranno?

Il tempo di giocare su Alitalia è finito: DA MOLTO.
UNIONE PILOTI
Roma, 21 Dicembre 2007
Poverini...che attitudine

Calimero.jpg


Solo domande e richieste, mai una volta proattivi, costruttivi....
voglio sapere</u>:
- di quanti aeromobili sarà composta la flotta Alitalia?
- quante ore di volo si effettueranno?
- quale sarà il numero delle tratte che si voleranno?

E quando te l'hanno detto, che fai, ti regoli ? Su cosa ? Come ? Come al solito immagino.

Ma non hanno ancora capito che qualcuno sta facendo il saltinbanco per salvare o le capre o i cavoli, che entrambe non si può, che dovevano essere già da tempo a terra?
 
«Sostenendo Air France il governo manderebbe in malora il Nord e tutta l’Italia. Se lo facesse sarebbe illogico e inaccettabile». Roberto Formigoni avverte l’esecutivo Prodi, dopo il «pessimo segnale» del cda di Alitalia che sceglie Air France. «Pessimo segnale, ovviamente» sostiene il governatore lombardo ma, «adesso, la parola definitiva spetta al governo che non può scherzare col fuoco». Come dire: «È opportuno che il governo chiarisca sulla base di quali criteri la valutazione sarà compiuta». Criteri, naturalmente, di «massima trasparenza e massima corresponsabilità per prendere una decisione che avrà influssi di rilievo su tutto il Paese».
Il giudizio nettamente negativo riguarda anzitutto il destino dell’hub di Malpensa, penalizzato dalla decisione presa dal cda di Alitalia. «Per il presidente di Air France Jean-Cyril Spinetta, Malpensa si declina in tre collegamenti intercontinentali - Tokyo, Delhi e San Paolo - e per tutte le altre destinazioni, inclusa New York, in un passaggio obbligato dal Charles de Gaulle di Parigi» rivela Formigoni. Che, orologio alla mano, dà i tempi di un futuro volo Malpensa-New York: «Undici ore contro le sette di oggi. Chiaro il costo per le imprese, per chi viaggia nel mondo per lavoro. La mia, la nostra battaglia non è una difesa del campanile ma dell’intero sistema produttivo italiano».
Malpensa però, chiosa Formigoni, non scomparirà: «Vivrà anche senza Alitalia, mentre il governo Prodi ancora una volta dichiara guerra al Nord». E lo garantisce pure l’assessore lombardo alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo: «A noi tocca andare avanti e difendere il nostro hub, lo faremo senza remore continuando a percorrere strade alternative che nel frattempo abbiamo iniziato a praticare». E «strade alternative» significa, come Formigoni ha preannunciato a Spinetta, «costruire una nostra compagnia perché altrimenti la Lombardia perderà 15 miliardi di euro» con il piano Air France su Malpensa. Ma «strade alternative» vuol dire pure un piano di infrastrutture che renderà il Nord un bacino ancor più interessante per l’hub di Malpensa. Che, nel 2012, avrà qualcosa come diciotto milioni di abitanti nel giro massimo di due ore dall’aeroporto e sei milioni a una distanza di un’ora.
E per Malpensa si dice preoccupata anche Letizia Moratti: «Attendo con urgenza di confrontarmi riguardo alle linee del progetto industriale che Air France attuerà», commenta il sindaco di Milano, nella «consapevolezza che il salvataggio di Alitalia passa dalla valorizzazione di Malpensa». Anche il Pd lombardo sottoscrive con una nota del consigliere regionale Stefano Tosi: «Occorre che Air France comprenda le potenzialità di Malpensa e quanto sia necessaria la sua difesa per sviluppare traffico nel Nord del Paese». Timori che non coinvolgono Filippo Penati: al presidente della Provincia di Milano interessa che «l’arrivo di Air France risponda soltanto alle logiche di mercato e non protezionistiche».
 
Citazione:Messaggio inserito da Alain
«Per il presidente di Air France Jean-Cyril Spinetta, Malpensa si declina in tre collegamenti intercontinentali - Tokyo, Delhi e San Paolo - e per tutte le altre destinazioni, inclusa New York, in un passaggio obbligato dal Charles de Gaulle di Parigi» rivela Formigoni. Che, orologio alla mano, dà i tempi di un futuro volo Malpensa-New York: «Undici ore contro le sette di oggi. Chiaro il costo per le imprese, per chi viaggia nel mondo per lavoro. La mia, la nostra battaglia non è una difesa del campanile ma dell’intero sistema produttivo italiano».
Ma questo il piano l'ha letto o no?
 
Personalmente non condivido una pparola di quello che dice Massimo Giannini, uno che si improvvisa adesso capitalista solo per logiche politiche (leggasi linea editoriale del suo giornale e relativo partito di riferimento).

La vendita di AZ è stata esattamente come la sua storia: tutta politica.

E' stata decisa mesi fa da Prodi e Sarkozy, e tutto il balletto è stato appositamente costruito per fare digerire, almeno ufficialmente, agli altri attori la decisione. Probabilmente (almeno spero) ci sarà qualche contropartita su Enel (ricordiamo tutti il protezionismo spinto dei francesi - alla faccia del mercato! -; comunque mi pongo dei seri dubbi sulla qualità di una classe dirigente che vede il trasporto aereo come un mondo fine a se stesso.

Si è parlato molto della vicenda di Malpensa. Impropriamente. Non c'è in gioco la sopravvivenza di un aeroporto o i destini dei poveri diciottenni che devono andare in vacanza -per chi non l'avesse ancora capito, il mercato leisure è destinato a finire quasi totalmente in mano alle low cost, perchè chi fa un ragionamento di soldi ai 150e. di AZ o ai 99 di AF preferirà sempre e comunque i 20e. di Ryanair and co. - ma il destino della locomotiva economica del paese e quindi, di conseguenza, di tutta Italia. Milano è in primis una piazza finanziaria, che in questi anni si stava fortemente sviluppando - insieme a Francoforte - a scapito delle piazze parigine e londinesi. E il boom di Milano era dovuto a due fattori: banche e finanziarie estere che si spostavano a Milano e un numero sempre crescente di investitors internazionali che venivano a concludere "in giornata" affari a Milano. Fenomeno ben conosciuto a Londra, e favorito (direi consentito) dalle sempre maggiori facilità di collegamenti con Milano.

Il secondo aspetto della città è quello, storico, di area produttiva: le aziende del Nord spediscono ogni giorno una quantità impressionante di merci in tutto il mondo, facendo di MXP il primo - e di gran lunga - aeroporto italiano per traffico merci.

Ora, il problema non è AZ in sè -anche se chi ne capisce un minimo di mercato sa che l'unica cosa seria da fare a questo punto era fare come chi di mercato ne capisce davvero, cioè gli svizzeri con Swiss - ma quanto la "nuova" AZ influirà - cioè bloccherà - lo scalo milanese. Non penserete mica che Sarkozy si sia mosso solo per acquistare una compagnia moribonda? Gli interessi in gioco sono ben altri, e i francesi, che hanno molta dimestichezza con la "ragione di Stato", l'hanno capito.
Noi italiani, ovviamente, no.