Il progetto del governo: schermare per sicurezza i voli di Stato italiani
di Lorenzo De Cicco
Sull’idea di Crosetto si attiva anche il Copasir. Salvini sulle interferenze di Mosca: “La Russia ha già smentito coinvolgimenti non commento ipotesi”
Secretare i voli di Stato italiani. Ridurre al minimo le informazioni pubblicate sul sito della presidenza del Consiglio. Non rendere le rotte tracciabili dai siti specializzati. Questione di sicurezza. Il pressing parte dal ministero della Difesa. Il titolare, Guido Crosetto, ne ha già discusso in passato con i colleghi. E secondo quanto riferiscono a Repubblica fonti governative informate, il ministro è tornato a porre il tema in queste ore, dopo il caso delle interferenze al gps dell’aereo con a bordo la presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen. Interferenze russe, secondo fonti di Bruxelles, nonostante le smentite del Cremlino.
L’ipotesi di secretare i voli di Stato è tornata dunque al centro dell’agenda dell’esecutivo. Anche perché il caso von der Leyen non è isolato, lo stesso problema è stato denunciato dal capo della Bundeswehr, le forze armate tedesche. Anche il Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, che monitora l’attività dei nostri 007, si è attivato e ha chiesto informazioni sugli ultimi episodi. Ai piani alti del governo si studiano intanto le possibili contromisure. Diverse le opzioni praticabili. Che s’incrociano anche con un altro tema, la trasparenza, i requisiti minimi, disciplinati dall’articolo 3 del decreto del 6 luglio 2011. Quel testo prevede che le informazioni sugli spostamenti, in particolare per i voli dei ministri, siano rese pubbliche sul sito di Palazzo Chigi. Con un’eccezione, però: «I casi di segreto per ragioni di Stato». A discrezione dell’esecutivo. Per le trasferte internazionali, in capo al governo resterebbe naturalmente l’obbligo di fornire la diplomatic clearance, cioè l’autorizzazione per sorvolare lo spazio aereo di un altro Paese. Il resto no.
Un’altra possibilità riguarda i siti specializzati, che tracciano in tempo reale gli spostamenti di tutti i voli. L’aereo della presidenza del Consiglio a febbraio è già stato rimosso da Flightradar, una delle app più diffuse. Ma è ancora segnalato in siti equivalenti. Per ragioni di sicurezza (e di Stato), i voli della presidente del Consiglio e dei ministri potrebbero essere schermati anche dagli altri portali.
Certo, non tutti nell’esecutivo sembrano convinti del pericolo di manovre russe sui voli dei leader europei. Il vicepremier leghista, Matteo Salvini, ieri sembrava minimizzare. «Non faccio il tecnico aeronautico, la Russia smentisce qualsiasi coinvolgimento, quindi non commento le ipotesi». Ancora più scettico il suo vice nel partito, il generale Roberto Vannacci: «Perché i russi avrebbero dovuto farlo? Von der Leyen è ininfluente».
Per Crosetto episodi così sono «quasi la normalità, perché la guerra ibrida, gli attacchi hacker sono centinaia tutti i giorni». Al netto del fatto che «non mi vedo la Federazione russa far cadere l’aereo di von der Leyen, sarebbe un innalzamento del livello, qualche dubbio ce l’ho». Per il titolare della Difesa però il tema è serio. Non a caso a ridosso di Ferragosto è stata annunciata la costruzione in Italia, in collaborazione con il colosso americano L3Harris, di un centro multisensoriale che dovrà proprio collaudare e calibrare i sistemi d’intelligence e di guerra elettronica.