Thread MXP-LIN 2018


https://milano.corriere.it/notizie/...ti-81111c06-650b-11e8-95f7-d0bed95533ca.shtml

Non ci fossero i pannelli penzolanti crollati sotto il peso dell’acqua piovana, le piccole cascate che colano ai quattro lati delle colonne appena rivestite di un bianco scintillante potrebbero sembrare quasi volute. Come eccentriche fontane, salici piangenti stilizzati nella città del design. Anche perché il restyling della facciata dell’aeroporto di Linate, biglietto da visita della metropoli, è avvenuto appena un mese fa con i lavori di rifacimento presentati in pompa magna il 3 di maggio. Nessuno poteva immaginare che potessero già fare acqua. Invece sono bastati pochi minuti di temporale, pur intenso, per far emergere tutte le inadempienze in sede di cantiere. Tanto da far gridare la Sea, l’ente che gestisce gli scali milanesi, a una rivalsa nei confronti della ditta responsabile dei lavori. «Ci scusiamo con i passeggeri, abbiamo appurato quanto successo e ora intendiamo rivalerci su chi ha svolto le opere». Vale a dire la società Itinera, quella in capo ai cantieri del progetto dell’architetto Pierluigi Cerri. Nei condotti sarebbe stato trovato anche un martello.
Un video girato da un automobilista al Forlanini, l’altra sera, ha svelato i limiti della ristrutturazione dello scalo cittadino, facendo anche temere, almeno inizialmente, errori tecnici in fase di realizzazione. Le verifiche hanno invece fatto comprendere i motivi dello scroscio dai controsoffitti con annesse pozze d’acqua al suolo proprio dove i turisti sbucano verso la città uscendo dallo scalo. Nel progetto dei lavori nell’aerostazione, infatti, i pluviali convergono tutti verso l’interno delle colonne che fanno da canale di scolo, diversamente da quanto accadeva prima, quando non erano l’unico sistema per far sgorgare l’acqua. Ma da quanto fa sapere Sea non sarebbe stato questo aumento di portata — oltre all’intenso acquazzone — a provocare le perdite. Bensì il fatto che lo spazio all’interno delle colonne fosse intasato per metà, il che le avrebbe fatte traboccare allagando i controsoffitti e facendo cadere i pannelli, rimasti appesi al soffitto. In sostanza, le colonne — eredità della struttura precedente e soltanto rivestite nel restyling —, a fronte di un maggiore afflusso, necessitano di essere pulite con più attenzione (e frequenza) rispetto a quanto accadeva con l’impostazione preesistente per svolgere il lavoro di scolo.
Certo, non un’immagine in linea con quanto espresso durante l’inaugurazione della prima parte della ristrutturazione dello scalo (che ha previsto anche il rifacimento dell’area bagagli e della zona arrivi e che sarà seguita dalle nuove piste l’anno prossimo con chiusura dello scalo e dirottamento dei voli su Malpensa). Un lavoro di sei mesi, per oltre otto milioni di euro (tre per la facciata), cento persone e 20 imprese coinvolte per 250 mila chilogrammi di travi di acciaio, 25 mila bulloni, 1.500 lastre di corian e 780 lastre vetrate. «Aeroporti e stazione sono i primi biglietti da visita — aveva detto il sindaco Giuseppe Sala —, fiumi di inchiostro e dubbi sul futuro di Linate ora sono passati». Ma al posto dei fiumi d’inchiostro sono rimasti solo i fiumi. Che dai tempi di Eraclito non ospitano mai la stessa acqua, dando così ragione anche all’architetto Cerri che per il suo progetto di Linate aveva parlato di«struttura viva e mutabile, mai statica e immobile». Proprio come i corsi d’acqua.


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M4, inaugurazione a luglio 2023. Ritardo di 15 mesi rispetto alle previsioni

Il Comune riscrive il cronoprogramma Nel frattempo apriranno 3 tratte parziali


Milano, 2 giugno 2018 - È stato varato ieri il nuovo cronoprogramma dei lavori per la realizzazione della Metropolitana 4, la linea sotterranea che collegherà, da est ad ovest, l’aeroporto di Linate alla stazione ferroviaria di San Cristoforo lungo un tracciato di 15,2 chilometri scandito da 21 stazioni. Le nuove scadenze sono state messe nero su bianco nell’atto approvato dalla Giunta comunale guidata da Giuseppe Sala, l’atto integrativo alle convenzione che lega il Comune e la società M4, quella che riunisce le imprese costruttrici. Oltre alle tempistiche, vengono ora precisate anche le tratte parziali che saranno via via inaugurate in attesa dell’inaugurazione dell’intera linea. I dettagli, allora. La Metropolitana 4 sarà pronta e percorribile in tutte le sue stazioni entro luglio del 2023. Il ritardo rispetto al cronoprogramma originario è di 15 mesi. La scadenza inizialmente prevista per il taglio del nastro della linea blu, infatti, era quella del 30 aprile 2022.

Come anticipato su queste pagine già nei giorni scorsi, il Comune e la società M4, anche alla luce di tale ritardo, hanno scelto di ripetere quanto avvenne per la Metropolitana 5: avanti a piccole tratte. La prima tratta della nuova linea metropolitana aprirà, allora, a fine gennaio del 2021 e coincide con la minitratta che va dall’aeroporto di Linate, capolinea ovest della blu, fino alla fermata Forlanini Fs, dove corre anche il passante ferroviario. In tutto tre fermate, le tre fermate già annunciate dal sindaco. Secondo le stime dell’assessorato comunale alla Mobilità, solo questa minitratta sarà utilizzata da 5 milioni di passeggeri all’anno, almeno 600mila dei quali provenienti da fuori Milano. Il secodno segmento di M4 ad essere inaugurato sarà quello tra Forlanini Fs e Dateo, altra stazione che incrocia il passante ferroviario. In questo caso la scadenza fissata ieri da Comune e costruttori è fine giugno 2022. A quel punto la Metropolitana 4 sarà pronta per debuttare in centro città: la terza inaugurazione intermedia sarà per la tratta Dateo-San Babila. Data da segnare in calendario: fine dicembre 2022. E a questo punto, sempre stando alle stime del Comune, il carico trasportato dalla blu salirà a 28 milioni di passeggeri, più della metà del carico complessivo previsto una volta entrata in esercizio l’intera linea, pari per l’esattezza a 40 milioni di passeggeri all’anno. Da dicembre 2022 a luglio 2023 non accadrà più nulla, almeno fino a quando sarà valido l’atto integrativo licenziato ieri dall’esecutivo di Palazzo Marino. Sul ramo ovest della nuova metropolitana, quello che va dal parco Solari fino alla stazione ferroviaria di San Cristoforo, non sono previsti tagli del nastro intermedi. Tutto in un’unica soluzione. Del resto, sul lato ovest le talpe per gli scavi delle gallerie dove dovranno correre i treni entreranno in azione solo per la fine del mese in corso.

Che i cantieri per la M4 stessero accumulando ritardi, è stato segnalato su queste pagine già nei mesi scorsi, quando si riportò che l’inaugurazione dell’intera linea non sarebbe potuto avvenire prima del dicembre 2022. Il ritardo denunciato ora è persino più signfigicativo, come detto. I fattori che lo hanno determinato sono soprattutto tre. Uno politico: le lungaggini nelle quali si è perso il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (Cipe) prima di approvare le varianti ai lavori e, quando occorrevano, i relativi fonti. Poi un problema legale: il contenzioso con alcuni operatori per capire chi dovesse pagare lo spostamento dei sottoservizi necessario per alcuni cantieri. E, infine, un problema operativo, per altro non infrequente: il rinvenimento di reperti archeologici nel sottosuolo. Marco Granelli, assessore comunale alla Mobilità, sottolinea: «L’atto approvato in Giunta segna un passaggio importante perché diamo ai cittadini tempi certi per la realizzazione della Metropolitana 4, opera fondamentale per il futuro della città. Tempi certi e a mio avviso anche accettabili perché se è vero che c’è un ritardo di 15 mesi nell’inaugurazione complessiva della linea, è anche vero che alcune tratte parziali apriranno prima del previsto: ad esempio, la tratta che va fino a San Babila entrerà in servizio otto mesi prima del previsto e singnificativo è anche l’anticipo del segmento tra l’aeroporo di Linate e la stazione ferroviaria di Forlanini».

https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/m4-ritardo-1.3952495
 
La ferrovia Gallarate-Malpensa? “Un risparmio solo di pochi minuti”

Da domenica arrivano a Malpensa i treni diretti da Varese e dal Canton Ticino. Ma il progetto di una seconda ferrovia per l'aeroporto serve? Il sindaco di Casorate Sempione pone il tema

«È assurdo sacrificare la brughiera e spendere centinaia di milioni di euro per risparmiare pochi minuti di treno per arrivare a Malpensa». A parlare oggi è Dimitri Cassani, il sindaco di Casorate Sempione, il Comune già direttamente coinvolto dal progetto della nuova ferrovia Gallarate-Malpensa.
Arrivano in aeroporto i primi treni diretti da Como, da Varese e da Mendrisio e l’effetto è dirompente: perché il nuovo collegamento ha reso evidente che la relazione ferroviaria diretta con la Svizzera (quella più vicina, il Canton Ticino) è già possibile oggi, con i binari esistenti e senza bisogno della nuova linea Gallarate-Malpensa. I treni scendono da Varese verso Gallarate, proseguono su Busto, s’immettono sulla rete FNM verso il T1, per poi proseguire ancora verso la nuova stazione del T2.

E se invece ci fosse la Gallarate-Malpensa? A Gallarate i treni da Varese arrivano da Nord e dovrebbero cambiare direzione, per ripartire ancora verso Nord, ma sulla linea del Sempione. In gergo si dice “cambio banco” ed è operazione che richiede (in media, sulle FS) 6-7 minuti, il tempo necessario ai macchinisti per andare all’estremità opposta del convoglio, abilitare la cabina di guida, rimettersi in marcia. E così, almeno venendo dal Canton Ticino e da Varese, il risparmio di tempo sarebbe ridotto: oggi il treno da Varese impiega 41 minuti al T1 e 47 al T2. Con l’ipotetica nuova linea ferroviaria si ridurrebbe a 28 minuti al T2 (16 minuti da Varese a Gallarate, 6 minuti per cambiare direzione, 6 minuti da Gallarate al T2), mentre al T1 sia arriverebbe in 34 minuti. Insomma, risparmio più consistente per il T2 oggi base di Easyjet, ma veramente di pochi minuti per il Terminal 1.
Certo, è vero anche che la nuova linea servirebbe anche ai collegamenti Milano-Malpensa. Anche se – lo dice anche lo studio commissionato dai promotori dell’intervento – c’è di mezzo il nodo della linea Milano-Gallarate, che oggi è trafficatissima, con treni suburbani, regionali, Eurocity e merci che spessi si “accavallano” creando ritardi a catena.
È un aspetto che richiama ancora il sindaco Cassani, che riprende le parole del Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana su un ipotetico, nuovo Piano d’Area di Malpensa. «Sta emergendo che ci sono infrastrutture più urgenti: il primo intervento ferroviario da realizzare sarebbe casomai il terzo binario Rho-Gallarate». E prima della ferrovia ci sarebbero altre opere di viabilità locale come la Tangenziale di Somma (se ne discute da anni), la Variante 341 (tra Gallarate, Samarate e Vanzaghello). «Per questo abbiamo intenzione come Consorzio Urbanistico Volontario dei Comuni di Malpensa di chiedere un incontro con Fontana per ragionare sulle intenzioni della Regione».
La posizione di Cassani è sempre stata di valutazione “laica” dell’opera, senza una posizione preconcetta. Lo ribadisce oggi: «Già nei mesi scorsi abbiamo detto la nostra: non condividiamo quest’opera perché è estremamente costosa e perché prevede una forte erosione del territorio, ma vogliamo che se ne discuta al tavolo delle decisioni, non con una posizione predefinita» aggiunge ancora Dimitri Cassani. È un riferimento anche allo scontro locale con l’opposizione e all’animato confronto con il Comitato Salviamo La Brughiera, rispetto a cui il sindaco tiene una posizione più prudente (Cassani ha già in passato detto di non volersi incastrare in un ruolo «da No Tav»).

http://www.varesenews.it/2018/06/la-ferrovia-gallarate-malpensa-un-risparmio-solo-minuti/725611/
 
[h=1]AA’s ‘ciao’ to the Customer Cap in Milan[/h] By
James Graham -


Jun 13, 2018



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American Airlines cargo and passenger teams in the Italian city of Milan have won the company’s Customer Cup for Q1 2018. Earlier this month the airline celebrated a decade of connecting New York and Milan and in August this year its cargo operations will expand into a new 5,000 sq metre facility at Malpensa Airport.


In a ceremony at the airport, teams from both sides of the airline’s business were rewarded for meeting and exceeding targets set. For the passenger team, departure reliability, turn dependability, baggage performance, customer feedback and overall customer experience marked them out from other international stations in American’s global network.


On the cargo side of the business onboard, hand posting and specialist product performance helped to deliver the victory.

Presenting the trophies were AA director of European operations (passenger), Richard Muise, and AA regional sales manager for South Asia, Middle East, Africa and Southern Europe (cargo), Richard Hartmann.

“Winning the Customer Cup is no small feat. It’s a testament to your continued dedication to our customers, to running a great airline and doing a stellar job of representing American in Milan,” says Muise.


Adds Hartmann: “The fact that both our cargo and passenger teams have won these awards at the same time is a tremendous showcase for how the two sides of our business can work hand in hand and come out on top while delivering great service to all our customers.”


American Airlines Cargo will be the launch customer for the new WFS cargo facility at Malpensa and will move all its on airport operations there by August 1 2018.

https://www.aircargoweek.com/aas-ciao-customer-cap-milan/

DaV
 
Dopo questo: https://www.theguardian.com/busines...o-wake-up-and-smell-starbucks-coffee-in-milan
Il marchio sbarca anche in brughiera.

Starbucks sbarca a Malpensa

Dopo Milano, il colosso americano arriverà in brughiera. Date ancora top secret

Anche a Malpensa arriva Starbucks: dopo piazzale Cordusio a Milano, una delle prime aperture italiane dovrebbe essere proprio nello scalo della brughiera.
Mistero sulle date di apertura, intanto però inizia la ricerca del personale.
Aspettando di partire con l’aereo da Malpensa si potranno sorseggiare sul divanetto un “Frappuccino” o un “Iced Caramel Macchiato” nelle iconiche tazzone, come già avviene nella maggior parte delle capitali europee, invece che i soliti espresso e cappuccino in tutta fretta.
La multinazionale del caffè “made in Usa”, dunque, si appresta a sbarcare anche nell’aeroporto della brughiera, dopo che a Milano verrà esaudito «il sogno» del fondatore Howard Schultz(che pare abbia dato le dimissioni da Ceo per correre alle elezioni presidenziali contro Donald Trump) di portare il marchio della sirena a due code nella patria del caffè espresso. Il primo grande Starbucks, una torrefazione da 2400 metri quadri nell’ex palazzo delle Poste di piazzale Cordusio in pieno centro a Milano, aprirà nel mese di settembre e sarà il biglietto da visita per lo sbarco in Italia, ma la compagnia ha già fatto sapere che intende invadere il nostro Paese di caffetterie.
Le prime aperture sono previste già la settimana successiva a quella della Roastery Reserve di Milano, per un totale di 300 assunzioni di nuovo personale.
Ora sulle pagine del reclutamento del sito del gruppo Percassi, la società del costruttore bergamasco proprietario dell’Atalanta Calcio che detiene l’esclusiva per l’Italia del marchio fondato da Schultz, si parla di «cinque nuovi store nel territorio della Lombardia, tra Milano e Malpensa», per i quali si ricercano figure professionali di Store Manager e Assistant Store Manager.
Figure per le quali viene richiesta esperienza di almeno tre anni nel retail, prevedendo un «periodo di formazione negli “store” Starbucks di Londra».
Su alcuni portali di ricerca di lavoro invece viene annunciata con tanto di locandina una due giorni di Recruiting Day per il 19 e 20 giugno a Milano e Malpensa per selezionare gli aspiranti baristi dei nuovi locali, ma la notizia non trova conferme ufficiali.
Dall’ufficio stampa italiano della multinazionale americana, dopo aver contattato il quartier generale di Seattle, rispondono che «dalla azienda non ci sono notizie ufficiali a riguardo».
Un mistero profumato di caffé.
http://www.prealpina.it/pages/malpensa-arriva-starbucks-170156.html

 
Victoria's Secret, Starbucks... e all'improvviso è HUB. :ninjaface:
 
Vuoi mettere un ottimo caramel macchiato in un mese di luglio o agosto, più bollente del caldo rovente che attanaglia l'apron? So' soddisfazioni!

[OT] Io prendo il caffè nero Venti solo nei 2 giorni l'anno in cui la temperatura a Londra oltrepassa i 30 gradi, me lo bevo sotto il sole e così immagino di essere alla stazione di Santhià a giugno. Soddisfazionissime! [/OT]
 
Victoria's Secret, Starbucks... e all'improvviso è HUB. :ninjaface:

Vuoi mettere un ottimo caramel macchiato in un mese di luglio o agosto, più bollente del caldo rovente che attanaglia l'apron? So' soddisfazioni!
Sara' sicuramente un accordo lucroso per il retail di SEA, pero' mi domando se non fosse stato piu' lungimirante aprire un concetto di caffe' all'italiana. Anche considerando il trend alla "Caffe' Nero".
Va bene che qui in UK ogni aeroporto anche il piu' sfigato apre un WH Smith ed uno Starbucks, ma a Milano se ne sentiva davvero il bisogno?
 
[OT] Io prendo il caffè nero Venti solo nei 2 giorni l'anno in cui la temperatura a Londra oltrepassa i 30 gradi, me lo bevo sotto il sole e così immagino di essere alla stazione di Santhià a giugno. Soddisfazionissime! [/OT]

+1 (anche se non immagino di essere alla stazione di Santhia' :D)

:super: :super: :super:

Mi ci e' voluto un po' per riprendermi. Grazie di avermi messo di buon umore per il resto della giornata:D
 
Sara' sicuramente un accordo lucroso per il retail di SEA, pero' mi domando se non fosse stato piu' lungimirante aprire un concetto di caffe' all'italiana. Anche considerando il trend alla "Caffe' Nero".
Va bene che qui in UK ogni aeroporto anche il piu' sfigato apre un WH Smith ed uno Starbucks, ma a Milano se ne sentiva davvero il bisogno?

Mah. A Malpensa, va detto, di caffè all'italiana ce ne sono a carriolate, almeno prima dei controlli extra-Schengen, e di tutti tipi dal mediamente poco costoso (tipo 'Briciole bar') allo spennapolli (Oldani Café). Qualcosa di internazionale ci sta; anzi, mi butterei anche a dire che non sarebbe male rimpiazzare qualche boutique (per esempio Zara Home: in quanti se pijano le lenzuola in aeroporto?) con un ristorante internazionale, perché ora come ora a MXP è sempre e solo la sagra del carboidrato.

+1 (anche se non immagino di essere alla stazione di Santhia' :D)

:super: :super: :super:

Mi ci e' voluto un po' per riprendermi. Grazie di avermi messo di buon umore per il resto della giornata:D

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Guarda che luogo dell'anima. Si vede pure il Minuetto per Biella SP al binario 1. Si intuisce il caldo, l'umido, l'appicicaticcio, i moschini, il frinire dei grilli, l'occasionale bestemmia del margaro dietro l'angolo, la voce delle FS che dice Santhià-Stazione-di-Santhià. E, laggiù in fondo, sotto quello stratocumulo da uragano, inevitabilmente, sta Biella.
[/OT]
 
[OT] Io prendo il caffè nero Venti solo nei 2 giorni l'anno in cui la temperatura a Londra oltrepassa i 30 gradi, me lo bevo sotto il sole e così immagino di essere alla stazione di Santhià a giugno. Soddisfazionissime! [/OT]

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Guarda che luogo dell'anima. Si vede pure il Minuetto per Biella SP al binario 1. Si intuisce il caldo, l'umido, l'appicicaticcio, i moschini, il frinire dei grilli, l'occasionale bestemmia del margaro dietro l'angolo, la voce delle FS che dice Santhià-Stazione-di-Santhià. E, laggiù in fondo, sotto quello stratocumulo da uragano, inevitabilmente, sta Biella.
Un quadretto idilliaco! :)
 
@AZ209 e @13900: interessanti i vostri post. Interessanti perché entrambi veri, pur esprimendo valutazioni differenti.

Per rispondere alla domanda di AZ209, Milano non ha bisogno di Starbucks: i bar di Milano offrono prodotti eccellenti a prezzi molto più bassi. Stessa cosa dicasi di Malpensa dove c'è un'ampia possibilità di scelta, come 13900 diceva. Non ho mai capito perché nessun imprenditore abbia provato a sviluppare un'idea analoga partendo proprio dagli aeroporti, coniugando un prezzo un po' più alto con la qualità delle materie prime che Starbucks non sempre garantisce.

Tuttavia va detto che trattasi di brand molto forte e di successo. E' il classico caso in cui il marketing, che 13900 tanto poco comprende ed ama, ha fatto e fa egregiamente il suo lavoro. Starbucks porterà a Malpensa una insegna internazionale. Staremo a vedere che tipo di qualità garantiranno i suoi prodotti a fronte di prezzi esageratamente più alti.
Tanto vale andare da Oldani? Vedremo!
 
Un quadretto idilliaco! :)

T'é vist? L'Alto Piemonte è garanzia di gioie.

@AZ209 e @13900: interessanti i vostri post. Interessanti perché entrambi veri, pur esprimendo valutazioni differenti.

Per rispondere alla domanda di AZ209, Milano non ha bisogno di Starbucks: i bar di Milano offrono prodotti eccellenti a prezzi molto più bassi. Stessa cosa dicasi di Malpensa dove c'è un'ampia possibilità di scelta, come 13900 diceva. Non ho mai capito perché nessun imprenditore abbia provato a sviluppare un'idea analoga partendo proprio dagli aeroporti, coniugando un prezzo un po' più alto con la qualità delle materie prime che Starbucks non sempre garantisce.

Tuttavia va detto che trattasi di brand molto forte e di successo. E' il classico caso in cui il marketing, che 13900 tanto poco comprende ed ama, ha fatto e fa egregiamente il suo lavoro. Starbucks porterà a Malpensa una insegna internazionale. Staremo a vedere che tipo di qualità garantiranno i suoi prodotti a fronte di prezzi esageratamente più alti.
Tanto vale andare da Oldani? Vedremo!

Verissimo, però per me Starbucks (et similia) e il bar all'italiana soddisfano due bisogni diversi, almeno secondo me, ed in comune hanno solo la bevanda caffè. Da Starbucks - o meglio, nei locali tipo Starbucks - vado di solito per usare il wi-fi e il divano; nei bar all'italiana non rimango mai più di 5 minuti, e non credo di essermi mai seduti in quasi tutti i bar che ho visitato.
 
T'é vist? L'Alto Piemonte è garanzia di gioie.



Verissimo, però per me Starbucks (et similia) e il bar all'italiana soddisfano due bisogni diversi, almeno secondo me, ed in comune hanno solo la bevanda caffè. Da Starbucks - o meglio, nei locali tipo Starbucks - vado di solito per usare il wi-fi e il divano; nei bar all'italiana non rimango mai più di 5 minuti, e non credo di essermi mai seduti in quasi tutti i bar che ho visitato.

Giuro che poi chiudo l'OT! Verissimo quello che dici. Aggiungo: in Italia se resti troppo tempo seduto al bar arrechi fastidio ( e devi pagare il servizio al tavolo). Il bar non è considerato uno spazio di socialità e persino dove poter lavorare, grazie al wi-fi gratuito. Sbagliato!
Non l'ho scritto sopra, ma quando dicevo che in Italia nessun imprenditore ha provato a sviluppare un'idea simile pensavo anche al wi-fi. C'è da dire, a parziale discolpa e per diretta conoscenza lavorativa della faccenda, che per anni il legislatore italiano ha impedito che in Italia la rete wi-fi pubblica potesse diffondersi. Un danno inimmaginabile frutto di arretratezza culturale e mancata conoscenza tecnica del mezzo. Mi fermo qui, che siamo abbondantemente fuori tema.
 
Giuro che poi chiudo l'OT! Verissimo quello che dici. Aggiungo: in Italia se resti troppo tempo seduto al bar arrechi fastidio ( e devi pagare il servizio al tavolo). Il bar non è considerato uno spazio di socialità e persino dove poter lavorare, grazie al wi-fi gratuito. Sbagliato!
Non l'ho scritto sopra, ma quando dicevo che in Italia nessun imprenditore ha provato a sviluppare un'idea simile pensavo anche al wi-fi. C'è da dire, a parziale discolpa e per diretta conoscenza lavorativa della faccenda, che per anni il legislatore italiano ha impedito che in Italia la rete wi-fi pubblica potesse diffondersi. Un danno inimmaginabile frutto di arretratezza culturale e mancata conoscenza tecnica del mezzo. Mi fermo qui, che siamo abbondantemente fuori tema.

In realtà un posto del genere esiste (Caffè degli Specchi). Però è a Trieste, culturalmente più Mitteleuropa che Italia
 
Mah. A Malpensa, va detto, di caffè all'italiana ce ne sono a carriolate, almeno prima dei controlli extra-Schengen, e di tutti tipi dal mediamente poco costoso (tipo 'Briciole bar') allo spennapolli (Oldani Café). Qualcosa di internazionale ci sta; anzi, mi butterei anche a dire che non sarebbe male rimpiazzare qualche boutique (per esempio Zara Home: in quanti se pijano le lenzuola in aeroporto?) con un ristorante internazionale, perché ora come ora a MXP è sempre e solo la sagra del carboidrato.



[OT]
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Guarda che luogo dell'anima. Si vede pure il Minuetto per Biella SP al binario 1. Si intuisce il caldo, l'umido, l'appicicaticcio, i moschini, il frinire dei grilli, l'occasionale bestemmia del margaro dietro l'angolo, la voce delle FS che dice Santhià-Stazione-di-Santhià. E, laggiù in fondo, sotto quello stratocumulo da uragano, inevitabilmente, sta Biella.
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Se non sbaglio nell'ultimo giro di rinnovi hanno aperto un Wamagama e una steakhouse Roadhouse, dovresti trovare opzioni no carb... :)
 
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