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Trasporto aereo. Akbar Al Baker: «Vogliamo diventare il brand numero uno nel Paese»
Il Qatar sfida Alitalia con il progetto Air Italy
Rinnovo della flotta e nuove rotte per l’ex Meridiana
Mara Monti
MILANO
Il colore burgundy (rosso borgogna) domina il logo e gli interni in puro stile Qatar Airways con il baffo verde smeraldo per ricordare la Costa Smeralda, sede storica di Meridiana, da oggi Air Italy. Per la seconda compagnia italiana nuovo logo, nuove rotte e il nuovo socio qatariota, il quale benché detenga la quota di minoranza del 49% del vettore, non intende giocare un ruolo di secondo piano. Dopo anni di confronti e colloqui, ora l’obiettivo è chiaro: «Vogliamo diventare il brand numero uno in Italia e abbiamo le risorse per farlo». Parole di sfida alla compagnia di bandiera, Alitalia. A dirlo è il ceo di Qatar Airways, Akbar Al Baker nel corso della prima conferenza stampa per il lancio del piano industriale, arrivata a due anni dalla firma dell’accordo del febbraio 2016. Un rilancio, quella della compagnia, che passa attraverso il rinnovo della flotta, con 50 nuovi velivoli (al momento la compagnia ne ha 13 basati, tra Olbia e Milano) entro il 2020, venti i nuovi Boeing 737 MAX8 che arriveranno entro i primi tre anni con la nuova livrea, il primo già questa primavera. Entro il 2018, in flotta arriveranno otto aeromobili, tre Boeing B737 e cinque Airbus A330-200 di Qatar Airways, questi ultimi sostituiti, a partire da maggio 2019, dai Boeing 787-8 «Dreamliner». Nuove rotte sul lungo e corto raggio, nuovi servizi perché «vogliamo essere una compagnia efficiente con servizi di qualità per fare profitti, non come è successo in passato». Una stoccata alla precedente gestione che non passa inosservata alla sala gremita dell’Hotel Gallia (di proprietà del fondo del Qatar) di Milano, dove siede in prima fila il figlio del principe Aga Khan, azionista di maggioranza attraverso il fondo AKFED che per anni ha continuato a finanziare la compagnia, benché in perdita: dal 2008, primo bilancio in rosso, l’Aga Khan ha stanziato circa 600 milioni di euro; soltanto nel 2016 Meridiana ha perso circa 40 milioni di euro, con un fatturato di 400 milioni di euro e 1400 dipendenti. Ora si volta pagina, a cominciare dai rapporti con i dipendenti, ai quali è stata garantita la distribuzione del 20% degli utili netti, quando? chiedono ad Al Baker, «quando faremo profitti, distribuiremo utili(..). Siamo un’importante società che vuole crescere e puntiamo a creare più di 1.500 posti» di lavoro, ricordando i 50 aerei che arriveranno in Italia. Dismessi i vecchi Md80, l’hub internazionale diventerà l’aeroporto di Milano Malpensa, mentre Olbia continuerà ad essere la sede legale della società e il fulcro per il collegamenti con l’Italia, salvaguardando la continuità territoriale. Nessuna cessione dei preziosi slot di Linate che saranno in parte affittati ad altre compagnie aeree. «Potenzieremo anche le rotte nazionali - precisa Marco Rigotti, presidente di Alisarda, la società che ora si fonde con la nuova holding creata con Qatar Airways - Da Roma, Napoli, Palermo, Catania e Lamezia Terme avvieremo nuovi collegamenti, interconnessi con Malpensa. L’obiettivo è di creare 50 destinazioni nazionali. Con la possibilità di fare voli intercontinentali: oltre a New York e Miami, da settembre si volerà anche per Bangkok». Nessun accordo di feederaggio per le connessioni con Doha, l’hub principale di Qatar Airways, ma accordi di code-sharing e la garanzia di una crescita indipendente per diventare «una compagnia di riferimento per lo scalo milanese», ha aggiunto Rigotti. Parole che fanno gongolare il presidente della Sea, Pietro Modiano, anche lui in sala. Un piano ambizioso, quello di Qatar Airways, a cui oggi a Tolosa viene consegnato il primo Airbus A350. Prossimo passo la nomina del nuovo amministratore delegato. «Con il nuovo vettore e con la nuova livrea, prevediamo di trasportare 10 milioni di passeggeri entro il 2022 (dai 2,6 milioni attuali, ndr)- dice il presidente di Meridiana, Francesco Violante -. Di questi, otto milioni in partenza da Malpensa». Nessun dettaglio sugli investimenti in Air Italy, grazie ai quali Meridiana ha evitato il fallimento, ma non il licenziamento di centinaia di dipendenti: «Siamo l’unica compagnia aerea in Italia a non avere affrontato un piano di ristrutturazione», ha detto il ceo, con un riferimento neppure troppo velato ad Alitalia.