Thread Malpensa e Linate da febbraio 2014


Stato
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Piccolo particolare da non sottovalutare poiché, molto, spesso le tempistiche di Bruxelles non sono ben note a chi di dovere. Senza contare che non si può ottenere deroghe comunitarie temporanee e, ulteriore questione, non è così scontato l'ok della Commissione visto che nei mesi di valutazione si potrebbe cadere nella "non necessaria" richiesta di deroga.
Negli uffici giusti, credo sappiano bene cosa è legalmente possibile fare e cosa no.
Ma i politici ad alta visibilità, hanno interesse soprattutto a fare dichiarazioni congrue ad un determinato disegno. A prescindere che siano veritiere o meno. Loro vogliono essere rieletti, non scrivere trattati di diritto comunitario...
 
Negli uffici giusti, credo sappiano bene cosa è legalmente possibile fare e cosa no.
Ma i politici ad alta visibilità, hanno interesse soprattutto a fare dichiarazioni congrue ad un determinato disegno. A prescindere che siano veritiere o meno. Loro vogliono essere rieletti, non scrivere trattati di diritto comunitario...

Certamente, altrimenti non saremmo neppure in UE. Però, a prescindere dalla triste natura del politico italiano, bisogna mettersi in testa che l'UE non è più quella di 15 anni fa che concedeva a destra e a manca.
 
In soldoni quando Lupi parlava di deroghe temporanee al BB sapeva già di mentire, un modo per addolcire la pillola.

O rimane così com'è o si applicano revisioni (con approvazione di Bruxelles) in pianta stabile.
 
A Malpensa per i passeggeri cinesi arrivano gli shopping helper
Iniziativa della Sea in collaborazione con la Fondazione Italia Cina


Sono 19 i voli non stop che ogni settimana collegano Milano Malpensa con la Cina. E 751.000 i passeggeri che nel corso del 2013 hanno viaggiato tra il principale scalo milanese e il Paese del Dragone, con Hong Kong, Shanhai e Pechino prime tre destinazioni per traffico. Un volume notevole, pari a circa un passeggero su 25 tra quelli che partono o arrivano. Sono viaggiatori che volentieri attendono il volo passeggiando tra le boutique del Terminal 1 per portarsi a casa un pezzo di made in Italy. E Sea ha deciso di pensare a loro mettendogli a disposizione gli "shopping helper": ogni giorno, in vista delle partenze dei voli per la Cina, due ragazze laureate in lingue orientali che hanno vissuto in Cina e che hanno seguito dei corsi di formazione presso la Fondazione Italia Cina sulla cultura e sul cerimoniale di vendita ai cinesi, guideranno il passeggero alla scelta e all’acquisto nei negozi dell’aeroporto, dando anche assistenza nelle pratiche di tax refund. Verranno inoltre distribuiti a tal fine una mappa in lingua e un’apposita segnaletica che descrive i negozi presenti all’interno dello scalo.

Il progetto “Chinese Friendly Airport” nasce in seguito a una prima survey condotta sui passeggeri cinesi in partenza da Milano Malpensa, che ha verificato l’approccio di questi passeggeri rispetto a differenti ambiti, da quello commerciale e operativo, fino all’apertura di tavoli di lavoro con enti ed istituzioni del territorio. L’avvio del progetto ha visto l’introduzione della lingua cinese nelle principali segnaletiche aeroportuali di servizio al fine di agevolare gli spostamenti della clientela cinese all’interno dell’aeroporto. Per offrire un ulteriore supporto è stata inoltre tradotta in lingua cinese l’app per smartphone di Milano Malpensa, utilizzabile gratuitamente grazie alla connessione Wi-Fi disponibile nello scalo.

Dal punto di vista commerciale, la collaborazione con Tour Operator specializzati nella gestione di flussi di turisti cinesi Incoming/Outgoing ha permesso di distribuire ai passeggeri cinesi una carta sconto denominata “Fascination”, volta ad incentivare lo spending nei retail dell’aeroporto.

di Matteo Legnani

http://www.liberoquotidiano.it/news/11590102/A-Malpensa-per-i-passeggeri-cinesi.html
 
In soldoni quando Lupi parlava di deroghe temporanee al BB sapeva già di mentire, un modo per addolcire la pillola.

O rimane così com'è o si applicano revisioni (con approvazione di Bruxelles) in pianta stabile.

Il popolino riesce a bersi castronerie anche più grandi, figurarsi questa e i politici italiani, almeno in questo campo, sono molto bravi. Se poi tirano fuori l'asso "comunitario" i giochi sono fatti e sai perché? Perché almeno si lavano le mani delle porcherie fatte, rimandando a quell'entità sopra tutti e della quale gli italiani ignorano quasi l'esistenza.
Farfallina qualche mese fa uscì con un'idea geniale per risolvere quest'annoso problema: chiudere Linate per lavori con la promessa di ammodernarlo e ingrandirlo. Si accontenterebbe sia l'oste che la moglie ubriaca.
 
A Malpensa per i passeggeri cinesi arrivano gli shopping helper
Iniziativa della Sea in collaborazione con la Fondazione Italia Cina


Sono 19 i voli non stop che ogni settimana collegano Milano Malpensa con la Cina. E 751.000 i passeggeri che nel corso del 2013 hanno viaggiato tra il principale scalo milanese e il Paese del Dragone, con Hong Kong, Shanhai e Pechino prime tre destinazioni per traffico. Un volume notevole, pari a circa un passeggero su 25 tra quelli che partono o arrivano. Sono viaggiatori che volentieri attendono il volo passeggiando tra le boutique del Terminal 1 per portarsi a casa un pezzo di made in Italy. E Sea ha deciso di pensare a loro mettendogli a disposizione gli "shopping helper": ogni giorno, in vista delle partenze dei voli per la Cina, due ragazze laureate in lingue orientali che hanno vissuto in Cina e che hanno seguito dei corsi di formazione presso la Fondazione Italia Cina sulla cultura e sul cerimoniale di vendita ai cinesi, guideranno il passeggero alla scelta e all’acquisto nei negozi dell’aeroporto, dando anche assistenza nelle pratiche di tax refund. Verranno inoltre distribuiti a tal fine una mappa in lingua e un’apposita segnaletica che descrive i negozi presenti all’interno dello scalo.

Il progetto “Chinese Friendly Airport” nasce in seguito a una prima survey condotta sui passeggeri cinesi in partenza da Milano Malpensa, che ha verificato l’approccio di questi passeggeri rispetto a differenti ambiti, da quello commerciale e operativo, fino all’apertura di tavoli di lavoro con enti ed istituzioni del territorio. L’avvio del progetto ha visto l’introduzione della lingua cinese nelle principali segnaletiche aeroportuali di servizio al fine di agevolare gli spostamenti della clientela cinese all’interno dell’aeroporto. Per offrire un ulteriore supporto è stata inoltre tradotta in lingua cinese l’app per smartphone di Milano Malpensa, utilizzabile gratuitamente grazie alla connessione Wi-Fi disponibile nello scalo.

Dal punto di vista commerciale, la collaborazione con Tour Operator specializzati nella gestione di flussi di turisti cinesi Incoming/Outgoing ha permesso di distribuire ai passeggeri cinesi una carta sconto denominata “Fascination”, volta ad incentivare lo spending nei retail dell’aeroporto.

di Matteo Legnani

http://www.liberoquotidiano.it/news/11590102/A-Malpensa-per-i-passeggeri-cinesi.html

751.000 cinesi che potremmo far volare con qialche volo diretto in più.
 
Scioperi domani a Linate e Malpensa, rischio di cancellazioni e ritardi nei voli

Milano 10 Aprile – La Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi, comunica che domani, 11 aprile, potrebbero verificarsi cancellazioni o ritardi nei voli di Linate e Malpensa.I disagi per gli utenti sarebbero causati dall’agitazione, proclamata da tutte le sigle sindacali dalle 13 alle 17, con riferimento “alla grave situazione di Sea Handling a seguito delle decisioni della Ue” sui presunti aiuti di Stato ricevuti dall’azienda.La Sea invita i passeggeri a contattare la propria compagnia aerea per ricevere informazioni sull’operatività dei voli. Sea fornirà informazioni sull’operatività degli aeroporti in tempo reale sul proprio canale twitter @MiAirports e sui siti degli aeroporti.

http://www.milanopost.info/2014/04/...-rischio-di-cancellazioni-e-ritardi-nei-voli/
 
Gli stipendi d'oro dei manager Sea: il numero due guadagna in un anno 829mila euro

La notizia fra i lavoratori Sea circolava da un po’. E oggi, con il posto di lavoro in pericolo per la multa europea da 452 milioni di euro che rischia di far saltare il banco, è diventata motivo di dibattito. Soprattutto dopo le polemiche suscitate dalle dichiarazioni dell’ad delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, che aveva intimato al governo di non ridurre i suoi 870mila euro. Ma si chiedono i dipendenti della partecipata del Comune di Milano che gestisce gli scali di Linate e Malpensa: come si può chiedere a un lavoratore di tagliarsi lo stipendio, se non addirittura di restare a casa, quando in azienda ci sono almeno tre manager che guadagnano cifre quasi milionarie? In particolare uno, che porta a casa 829mila euro lordi all’anno.

Il tema di quanto guadagnano i manager di società a partecipazione pubblica viene sollevato anche a Milano. I casi della discordia sono tre buste paga d’oro percepite dai vertici aziendali. La prima è quella del “Chief operating officer e deputy ceo” di Sea spa, Giulio De Metrio: il numero due della società, l’operativo che fa girare i voli nei due scali milanesi e che segue anche la parte commerciale, guadagna 829mila euro lordi all’anno. Lo segue a ruota il “Chief corporate officer”, Luciano Carbone, con 611mila euro di remunerazione per gestire la parte legale, il real estate e il personale. Chiude il cerchio magico delle maxiretribuzioni un terzo manager, il direttore finanziario Michele Pallottini (uomo di F2i), che guadagna circa 400mila euro. Assieme valgono quasi due milioni di euro all’anno.

Un tema fortemente attuale, quello dei maxistipendi dei manager pubblici, oggi che il governo di Matteo Renzi è al lavoro per abbassare il tetto massimo di guadagno. È stato un piccolo sindacato autonomo, Adl, nato di recente da una costola dell’Usb, a denunciare i due megastipendi nella società (controllata dal Comune al 54 per cento e dal fondo privato guidato da Vito Gamberale, F2i, al 44 per cento) che suscitano così tante polemiche. Dopo che l’anno scorso, una volta diventato azionista, anche lo stesso Gamberale li aveva criticati. Sono una cinquantina i dirigenti in Sea. Con stipendi variabili. Da un minimo di 100mila euro ai massimi che sfiorano il milione lordo all’anno. «Ci si lamenta degli 800mila euro di Moretti che governa un’azienda con oltre 70mila dipendenti - denunciano i sindacati - e nessuno dice nulla dei nostri che ne governano meno di 5mila».

Prima di discutere di qualsiasi taglio si vada a guardare queste buste paga, è il messaggio. «Se i nostri stipendi devono essere in linea con quelli del mercato, per i loro c’è una deroga speciale?», si interrogano su un volantino che circola specie a Malpensa. Sulle cifre la società per azioni non dà conferme ufficiali appellandosi alla legge sulla privacy, ma nei corridoi aziendali sono ritenute molto attendibili. Oggi che i lavoratori Sea si dividono dea cassa integrazione e contratti di solidarietà, e con la spada di Damocle della multa europea a Sea Handling che mette a rischio i suoi 2.300 dipendenti, «urge un tetto agli stipendi dei manager», chiede il sindacato. Che invoca anche una maggior trasparenza. Come?

Due anni fa la giunta di Giuliano Pisapia ha recepito la delibera della Corte dei conti che, in base alle normative sui tetti degli stipendi dei manager pubblici, stabilisce in 290mila euro il massimo della remunerazione. Da allora, durante l’era Pisapia, in piazza della Scala assicurano che nessun nuovo contratto sottoscritto nelle aziende partecipate da Palazzo Marino ha superato questa soglia. Tanto che, anche all’interno dell’amministrazione, nessuno arriva a quella cifra. Il massimo lo percepisce il direttore generale Giuseppe Tomarchio, 200mila euro. Il problema, però, sorge per i contratti già in essere e per i quali la retroattività della norma, secondo l’interpretazione più condivisa, non varrebbe. In questo caso, in sostanza, tutto sarebbe affidato a un passo indietro di percepisce gli stipendi d’oro. E sarebbe proprio il caso dei manager in questione, peraltro al lavoro in una partecipata comunale che è una società per azioni, e quindi sottoposti a regole diverse rispetto a quelle dei manager pubblici.

De Metrio e Carbone vennero scelti anni fa dall’ex presidente di Sea, Giuseppe Bonomi, uomo forte della Lega. A Bonomi, ai tempi presidente e direttore generale della società aeroportuale, Pisapia chiese di ridursi lo stipendio composto da un fisso annuo di 600mila euro e de 262mila 200 euro di bonus. Bonomi rinunciò sì allo stipendio, ma a quello dovuto come presidente: 44.700 euro lordi annui. Tutt’altra storia quella di Pietro Modiano, il presidente di Sea dal 2013 nominato dal sindaco arancione, il quale poco dopo la nomina annunciò che avrebbe rinunciato allo stipendio di 200mila euro. E che se oggi guadagna ancora qualcosa, è comunque nettamente inferiore alla paga dei manager sotto di lui.

http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/04/11/news/sea-83272108/?ref=HREC1-15
 
La nuova Airport Handling apre ai privati: l’operazione dovrebbe avvenire in dodici mesi «rinnovabili una sola volta» e porterà all’ingresso di «investitori privati terzi rispetto a Sea stessa e comunque non collegati ad enti o società pubblici che acquisiscano una percentuale di significativa minoranza pari al 20 o al 30 per cento». Ecco il segnale di discontinuità che la Commissione europea ha chiesto. In una lettera di dieci pagine spedita lunedì scorso a Bruxelles (attraverso la Rappresentanza Permanente d’Italia) viene fatto il punto, dopo l’incontro del 14 marzo scorso fra il ministro Maurizio Lupi e il commissario Joaquin Almunia, sugli impegni che Sea intende assumere «a migliore rassicurazione della cessazione delle attività di Sea Handling». La Ue, che ha inflitto a Sea Handling una maxi multa da 360 milioni di euro, più interessi(per restituire le somme considerate come indebito aiuto di Stato versate negli anni da Sea alla sua controllata), ha chiesto appunto un segnale di grande discontinuità e di affidare ai privati il controllo della costituenda azienda.
Le preoccupazioni dei sindacati
Una ipotesi che ha messo in allarme i sindacati, preoccupati della difesa di oltre duemila posti di lavoro e delle garanzie sulla tenuta dell’impresa: preoccupazione che dovrebbe rientrare con questa soluzione. Il presidente di Sea, Pietro Modiano, ha lavorato in queste settimane in stretto rapporto con il sindaco Giuliano Pisapia e con il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. Il risultato è il documento prodotto dal governo. Conclusa la prima fase di apertura del capitale sociale di Airport Handling ai privati, che già di per se risponde a al requisito di discontinuità, Sea «valuterà di concentro con il nuovo/i nuovi azionisti l’avvio di una seconda fase di ricerca di uno o più ulteriori azionisti privati (se possibile e se di interesse per i dipendenti di Airport Handling, anche con forme di azionariato a loro riservate in linea con l’Action Plan 2012 della commissione Ue) fino anche alla cessione della maggioranza delle quote della società». Molto avanti e con molti se, insomma. Anche perché nel documento viene fatto notare in più parti che Sea è già di per se controllata al 44,3 per cento dal fondo F2i: questa quota, sommata al 20-30 per cento di cessione annunciata, dovrebbe mettere tranquilli i commissari europei.
Il «trust»
Altra novità è la costituzione di un Trust: entro e non oltre il primo luglio, il trust verrà costituito «per assicurare che, sino alla liquidazione sostanziale di Sea Handling e comunque sino al completamento del riassetto azionario di Airport Handling, la partecipazione di Sea in AH sia gestita senza indebite commistioni con sea Handling (ed il relativo procedimento liquidatorio) e/o Sea» Questo trust dovrà nominare un nuovo cda e un nuovo collegio sindacale, dopo che i rappresentanti designati da Sea si saranno dimessi. «Si ritiene - si spiega nella lettera - che questa sia di per se una misura da sola idonea a fugare ogni perplessità dela Commissione e quindi ad assorbire ogni altro rimedio qui comunque prospettato, nella prospettiva di un dialogo istituzionale positivo».

http://milano.corriere.it/notizie/c...ue-ed9eb9d2-c145-11e3-9f36-c28ea30209b6.shtml
 
Alitalia, l’ira di Maroni: “Liberalizzare i voli su Linate condannerà Malpensa”
Il governatore della Lombardia all’attacco: «Una dichiarazione di guerra»
Sciolto il nodo dei debiti, i timori dei sindacati: 1500 verso la cassa a zero ore



Mentre la trattativa tra Alitalia ed Etihad procede a grandi passi, la lettera di intendi della compagnia araba dovrebbe essere imminente, le anticipazioni sul piano fanno riesplodere il braccio di ferro tra Milano e Roma. In particolare, al governatore della Lombardia Maroni non va giù il sostanziale via libera che, secondo quanto ricostruito, sarebbe arrivato da parte del governo alla liberalizzazione degli slot su Linate, considerati fondamentali da James Hogan.

«È chiaro che, se venissero liberalizzati i voli su Linate, questo significherebbe la fine di Malpensa e, ovviamente, non posso essere d’accordo e questo il ministro delle Infrastrutture lo sa» ha detto Maroni, in visita a Pavia. «Adesso aspetto di capire quale sarà la soluzione va bene che Etihad entri in Alitalia, ma non può farlo a spese di Malpensa, perché vorrebbe dire che salta per aria il sistema aeroportuale lombardo. Non è accettabile - ha detto - lo scambio per cui, per salvare il carrozzone Alitalia, si condanna Malpensa: se così fosse, sarebbe una dichiarazione di guerra verso la Lombardia».

Etihad si aspetta inoltre il collegamento dell’aeroporto di Fiumicino con l’alta velocità e una liberalizzazione degli slot di Linate. Sistemato il capitolo dei servizi, restano il nodo del debito e il capitolo più spinoso, quello legato al costo del lavoro. Sul primo punto le banche saranno decisive solo nel momento in cui sarà partita la lettera. Certo, gli istituti azionisti - Intesa SanPaolo e Unicredit - guardano con particolare interesse la partita e non farebbero barricate alla richiesta di ristrutturazione di parte del debito della compagnia di bandiera, che al momento, si attesta a 900 milioni. Nel facilitare gli incontri e lo sviluppo di una trattativa importante per il futuro del Paese ha avuto un ruolo Luca Montezemolo. E non si esclude che, una volta trovato l’accordo, al numero uno della Ferrari arrivi la richiesta di presiedere Alitalia. Sul secondo punto - il costo del lavoro - James Hogan, ripartito ieri alla volta di Londra dopo tre giorni a Roma - si aspetta un risparmio consistente: l’ipotesi è agire sulla cig a rotazione che, per 1500 posizioni, potrebbe essere trasformata in cassa a zero ore. Sarebbero coinvolti anche i circa 900 dipendenti che, da quattro anni, stanno facendo la cig volontaria. Sul fronte dei tagli al costo del lavoro potrebbe arrivare anche una richiesta di riduzione degli stipendi.

Se tutti i nodi venissero sciolti Etihad potrebbe investire in Alitalia una somma superiore a quanto finora ipotizzato, fino a 500 milioni. Più probabile che si inneschi una trattativa che faccia scendere l’impegno finanziario: una compagnia con un costo del lavoro più alto sarebbe per forza di cose meno appetibile. Ieri Lupi ha rassicurato: «Tutto quello che ho letto non è vero. Confermo che c’è un progetto di sviluppo molto positivo come avevamo impostato con i sindacati. Adesso dobbiamo convocare i sindacati e lavorare insieme una volta che arriverà il piano industriale».

http://www.lastampa.it/2014/04/12/e...r-malpensa-YeYa4pSZzAKdVFv47sPeHP/pagina.html
 
Maroni non ha mai pensato a MXP quando il suo partito era al governo... quando avrebbe potuto fare qualcosa per sistemare la questione degli scali milanesi...
E adesso urla e piange??? O _o mah...
 
Maroni non ha mai pensato a MXP quando il suo partito era al governo... quando avrebbe potuto fare qualcosa per sistemare la questione degli scali milanesi...
E adesso urla e piange??? O _o mah...

Beh la Lega delle origini osteggiava persino la creazione di Malpensa 2000 stessa, riguardatevi in rete i manifesti elettorali di allora.
Quindi figuriamoci se si può individuare una coerenza sul tema.
 
Beh la Lega delle origini osteggiava persino la creazione di Malpensa 2000 stessa, riguardatevi in rete i manifesti elettorali di allora.
Quindi figuriamoci se si può individuare una coerenza sul tema.

Ora Maroni prova ad alzare la voce:
@RobertoMaroni_: #Malpensa. Attendiamo di sapere che decisione prenderà il Governo su Alitalia: spero che non penalizzi il sistema aeroportuale lombardo

@RobertoMaroni_: #Malpensa. Non possiamo accettare che venga sacrificata per salvare Alitalia. Se così fosse reagiremo con un'alleanza dei territori

@RobertoMaroni_: #Malpensa. Non possiamo accettare che ancora una volta Roma penalizzi i nostri territori e restarcene buoni e tranquilli chinando la testa.
 
Ora Maroni prova ad alzare la voce:
@RobertoMaroni_: #Malpensa. Attendiamo di sapere che decisione prenderà il Governo su Alitalia: spero che non penalizzi il sistema aeroportuale lombardo

@RobertoMaroni_: #Malpensa. Non possiamo accettare che venga sacrificata per salvare Alitalia. Se così fosse reagiremo con un'alleanza dei territori

@RobertoMaroni_: #Malpensa. Non possiamo accettare che ancora una volta Roma penalizzi i nostri territori e restarcene buoni e tranquilli chinando la testa.

Patetico.
Non hai fatto niente quando eri al governo e ora ti lagni? Sei il peggio del peggio.

PS: poi qualcuno mi spiegherà con calma cosa sarebbe "un'alleanza dei territori"...
 
chissà che preoccupazione che Maroni rinuncia al poderoso 10% di SEA, più o meno questo l'ordine di grandezza che si era prospettato. Non ci dormiranno la notte altrove.


Alitalia: Maroni, sospesa trattativa Regione quote Sea
Presidente, non entriamo se Malpensa danneggiata




''Confermo l'interesse della Regione a rilevare quote della Sea a condizione che Malpensa non venga distrutta. Finche' non si chiarisce questo, la trattativa e' sospesa''. Lo ha detto il presidente della Lombardia, Roberto Maroni.

Maroni ha spiegato che se lo scalo di Malpensa viene ''danneggiato, la Regione non ha alcun interesse a entrare'' nella societa' di gestione degli aeroporti di Milano. Parlando a margine dell'assemblea generale della Confagricoltura di Varese, Maroni ha ribadito la sua preoccupazione per il riassetto dei voli sugli scali di Linate e di Malpensa previsto con l'acquisizione di Alitalia da parte di Etihad. ''Per favorire Etihad e salvare Alitalia - ha sostenuto il presidente della Regione Lombardia - sarà sacrificata Malpensa. Il governo e il ministro Lupi lo sanno. Se succede, reagiremo, ci sono tanti modi per farlo''. A tutela dell'aeroporto in provincia di Varese, secondo Maroni ''ci sarà un'alleanza dei territori'' contro Roma.




Vorrà rispolverare la triplice alleanza o la triplice intesa.
 
Maroni non ha mai pensato a MXP quando il suo partito era al governo... quando avrebbe potuto fare qualcosa per sistemare la questione degli scali milanesi...
E adesso urla e piange??? O _o mah...

Memoria corta

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Stato
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