L’aeroporto Vincenzo Florio è da ieri paralizzato. Tutti i voli sono stati trasferiti a Palermo. Scatta la protesta dei lavoratori della società Airgest che, a seguito della sospensione dell’attività, rischiano ora il posto di lavoro.
Gheddafi ha colpito. Il primo missile è arrivato ed ha fatto vittime. I lavoratori dell’Airgest, la società che gestisce lo scalo di Birgi, rischiano di perdere il posto di lavoro. Lo scalo è da ieri chiuso al traffico e non è possibile stabilire al momento quando riaprirà. “L’aeroporto è chiuso. Non abbiamo più voli”, dichiara, sfiduciato, il presidente dell’Airgest Salvatore Ombra, che ieri ha presieduto una riunione straordinaria del consiglio di amministrazione per tentare di trovare possibili soluzioni. A rischiare sono i lavoratori interinali. “I contratti saranno sospesi”, dice il presidente dell’Air-gest. “Per gli altri lavoratori stiamo vagliando diverse ipotesi”. La situazione è difficile e la soluzione non sembra vicina. Le ripercussioni provocate dalla chiusura dello scalo, assicura il senatore Antonio D’Alì, saranno attentamente vagliate dal governo. “Il consiglio dei ministri – ha annunciato ieri il parlamentare - non mancherà di prendere in esame le conseguenze per il traffico civile e per l’intero territorio della provincia di Trapani, derivanti dalla chiusura dell’aeroporto
Bombardano la Libia ma fanno danni a Trapani
sindacati chiedono un incontro urgente con i vertici dell’Airgest. Albergatori e ristoratori preoccupati. La cronaca delle prime 48 ore di questa nuova guerra
II caccia italiani decollano dalla base di Birgi alla volta della Libia. Nella struttura militare l’attività è frenetica. A poche centinaia di metri, dall’altra parte della pista, tutto è fermo. L’aero-porto civile è da ieri mattina chiuso per consentire lo svolgimento delle operazioni militari. Sono i due volti della guerra. Il primo intervento italiano è scattato domenica scorsa, poco prima delle venti, quando i caccia sono decollati dalla base di Birgi. Un’operazione durata oltre due ore e mezza. È quasi mezzanotte quando il colonnello Mauro Gabetta, comandante del Trentasettesi-mo Stormo, incontra i giornalisti, per fare un resoconto dell'operazione militare. “Gli obiettivi – dice - sono stati raggiunti". “Abbiamo solo pattugliato la zona nei pressi di Bengasi - spiega Nicola Sco-lari, uno dei tre piloti che ha partecipato alla missione - ma non abbiamo ritenuto di lanciare i missili contro i radar''. I decolli s’intensificano di ora in ora e l’aeroporto civile Vin-cenzo Florio è costretto a chiudere. Ieri mattina, dopo le partenze dei velivoli diretti a Roma, Bergamo, Londra e Baden Baden, lo scalo ha sospeso l’attività. Tutti gli altri voli in programma sono stati dirottati a Palermo. I passeggeri sono stati trasferiti in pullman all'aeroporto del capoluogo siciliano. “Pur colti di sorpresa dell’emergenza determinata dalla crisi - spiega il presidente dell’Airgest Salvatore Ombra - abbiamo cercato di ridurre al minimo i disagi”. Anche oggi, ed almeno fino al 28 marzo, i voli saranno dirottati a Palermo. I passeggeri sono invitati a recarsi presso l’aeroporto di Trapani almeno due ore prima dell’ora di imbarco. Saranno condotti presso lo scalo di Punta Raisi. I pullman, avvertono dall’Air-gest, partiranno tassativamente quaranta minuti prima dell’orario di volo. I passeggeri potranno, in alternativa, recarsi con i mezzi propri direttamente all’aeroporto di Palermo con congruo anticipo di due ore sull’orario previsto. La paralisi dell’aeroporto rischia intanto di provocare gravi ripercussioni sul fronte occupazionale. Tutti i lavoratori aeroportuali sono fermi e non è al momento ipotizzabile se e quando po-tranno riprendere ad operare. Il segretario generale della Cisl di Trapani, Giovanni Marino, il segretario generale della Fit Cisl, Giovanni Montana, ed il segretario generale della Fisa-scat Cisl, Daniela Di Giro-lamo, esprimono forte preoccupazione per gli effetti che la chiusura dello scalo potrà avere sui lavoratori e di riflesso sull’intera economia della provincia e chiedono un incontro urgente con la società che gestisce lo scalo. Ma a rischiare non sono soltanto i lavoratori. Albergatori, ristoratori e commercianti temono effetti negativi in vista dell’imminente stagione estiva. La presenza di aerei militari e le operazioni in corso potrebbero convincere numerosi turisti ad annullare le vacanze nella provincia di Trapani e ripiegare su altre zone del mondo al momento più sicure.
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