Una notte da incubo, prigionieri dell'aeroporto di Torp a cento chilometri da Oslo, senza luce, né riscaldamento, privati di acqua e cibo. Fuori dal terminal l'aperta campagna, una temperatura di meno dieci gradi e neanche un albergo con delle stanze libere.
ODISSEA È finita malissimo la vacanza in Norvegia per una famiglia di sassaresi. Marito, moglie e la figlioletta di dieci anni, insieme a un altro gruppo di passeggeri sardi, hanno dovuto trascorrere la nottata rinchiusi in un'ala dello scalo, al freddo e al buio, potendo bere solamente l'acqua dal rubinetto del bagno. È successo mercoledì. Il volo della Ryanair delle 21 diretto ad Alghero non è potuto decollare per un problema tecnico.
«Fino a mezzanotte ci hanno rassicurato annunciando l'eventualità di un collegamento sostitutivo - racconta Paola Rizzu - poi, improvvisamente, l'invito a lasciare l'aeroporto perché dovevano chiudere».
LUCI SPENTE I gestori dei bar hanno abbassato le serrande, mentre il personale di terra provvedeva a sprangare gli ingressi e a spegnere le luci. Non c'erano voli in programma fino alle sei del mattino e lo scalo aveva cessato l'attività.
A questo punto molti dei viaggiatori norvegesi hanno preso un taxi, tentando di raggiungere la loro destinazione finale con i mezzi pubblici, mentre alcuni turisti dalla Sardegna sono rimasti nella sala imbarchi, completamente spaesati.
«Volevano mandarci via a tutti i costi, ma noi non sapevamo dove sbattere la testa, fuori c'era una bufera di neve - continua la passeggera di Sassari - fino a quando, dietro le nostre insistenze, hanno deciso di ficcarci dentro una stanza gelida. Hanno staccato l'interruttore generale e ci hanno lasciato lì, senza assistenza».
ABBANDONATI Sette ore trascorse buttati sopra un sedile in legno, avendo a disposizione solo una toilette. Paola Rizzu e il marito Luca Cubeddu, erano preoccupati soprattutto per la bambina: «Non avevamo niente da mangiare, perché i voucher che la Ryanair ci aveva messo a disposizione li abbiamo ricevuti solo la mattina seguente». Evidentemente l'aeroporto aveva fretta di chiudere, così i buoni pasto per un panino e una bibita da prendere al bar sono stati consegnati direttamente a colazione.
«Siamo profondamente indignati per il trattamento subito. L'annullamento del volo per guasto tecnico è un disguido che può capitare e infatti nessuno ha fatto scenate per questo - insiste la passeggera offesa - ma trovo assurdo che i dipendenti dello scalo, invece di prestare assistenza alle persone rimaste a terra, le maltratti senza pietà».
DENUNCIA AL MINISTERO Il gruppo di viaggiatori sequestrati nell'aeroporto norvegese hanno denunciato il fatto al ministero degli Esteri. «Una signora gentile ha raccolto il nostro grido di aiuto, anche se erano le quattro del mattino. Ha detto che capiva il nostro disagio e che quasi quotidianamente riceveva segnalazioni da turisti abbandonati nei diversi piccoli aeroporti d'Europa. Ha preso il nostro numero di cellulare e poi ci ha richiamato per sapere se avevamo risolto il problema». La tortura è finita a mezzogiorno, quando la comitiva di italiani ha potuto finalmente mettere piede su un aeromobile proveniente da Londra diretto a Alghero. Con la carta dei diritti dei passeggeri alla mano, è certo che i protagonisti della brutta vicenda faranno valere le loro ragioni nelle sedi opportune.
http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/204662
ODISSEA È finita malissimo la vacanza in Norvegia per una famiglia di sassaresi. Marito, moglie e la figlioletta di dieci anni, insieme a un altro gruppo di passeggeri sardi, hanno dovuto trascorrere la nottata rinchiusi in un'ala dello scalo, al freddo e al buio, potendo bere solamente l'acqua dal rubinetto del bagno. È successo mercoledì. Il volo della Ryanair delle 21 diretto ad Alghero non è potuto decollare per un problema tecnico.
«Fino a mezzanotte ci hanno rassicurato annunciando l'eventualità di un collegamento sostitutivo - racconta Paola Rizzu - poi, improvvisamente, l'invito a lasciare l'aeroporto perché dovevano chiudere».
LUCI SPENTE I gestori dei bar hanno abbassato le serrande, mentre il personale di terra provvedeva a sprangare gli ingressi e a spegnere le luci. Non c'erano voli in programma fino alle sei del mattino e lo scalo aveva cessato l'attività.
A questo punto molti dei viaggiatori norvegesi hanno preso un taxi, tentando di raggiungere la loro destinazione finale con i mezzi pubblici, mentre alcuni turisti dalla Sardegna sono rimasti nella sala imbarchi, completamente spaesati.
«Volevano mandarci via a tutti i costi, ma noi non sapevamo dove sbattere la testa, fuori c'era una bufera di neve - continua la passeggera di Sassari - fino a quando, dietro le nostre insistenze, hanno deciso di ficcarci dentro una stanza gelida. Hanno staccato l'interruttore generale e ci hanno lasciato lì, senza assistenza».
ABBANDONATI Sette ore trascorse buttati sopra un sedile in legno, avendo a disposizione solo una toilette. Paola Rizzu e il marito Luca Cubeddu, erano preoccupati soprattutto per la bambina: «Non avevamo niente da mangiare, perché i voucher che la Ryanair ci aveva messo a disposizione li abbiamo ricevuti solo la mattina seguente». Evidentemente l'aeroporto aveva fretta di chiudere, così i buoni pasto per un panino e una bibita da prendere al bar sono stati consegnati direttamente a colazione.
«Siamo profondamente indignati per il trattamento subito. L'annullamento del volo per guasto tecnico è un disguido che può capitare e infatti nessuno ha fatto scenate per questo - insiste la passeggera offesa - ma trovo assurdo che i dipendenti dello scalo, invece di prestare assistenza alle persone rimaste a terra, le maltratti senza pietà».
DENUNCIA AL MINISTERO Il gruppo di viaggiatori sequestrati nell'aeroporto norvegese hanno denunciato il fatto al ministero degli Esteri. «Una signora gentile ha raccolto il nostro grido di aiuto, anche se erano le quattro del mattino. Ha detto che capiva il nostro disagio e che quasi quotidianamente riceveva segnalazioni da turisti abbandonati nei diversi piccoli aeroporti d'Europa. Ha preso il nostro numero di cellulare e poi ci ha richiamato per sapere se avevamo risolto il problema». La tortura è finita a mezzogiorno, quando la comitiva di italiani ha potuto finalmente mettere piede su un aeromobile proveniente da Londra diretto a Alghero. Con la carta dei diritti dei passeggeri alla mano, è certo che i protagonisti della brutta vicenda faranno valere le loro ragioni nelle sedi opportune.
http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/204662