Caprotti (Esselunga) e il sogno dell'aeroporto bresciano


Luca Cordero

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e cmq per tutti coloro che han paura di nuovi sprechi basterebbe vedere come il Caprotti ha inteso il suo modo ,vincente , di fare affari
non ha mai fatto operazioni faraoniche ,certo consistenti ma niente di eclatante
il suo approccio da "bottegaio" lo ha reso ricco
non ha mai sparato delle fanfaronate vanagloriose
non credo che oggi alla soglia della vecchiaia voglia stravolgere il suo modo di intendere gli affari
vede dove sono gli sprechi e vede dove bisogna investire
mettete voi sotto la parola spreco l'aeroporto che volete e fate altrettanto sotto la parola investire

rendiamoci conto che in Italia non siamo riusciti a chiudere Forlì ,quindi chi pensa di chiudere qualcosa è fuori strada e fuori la storia
bisogna ,come dice il Caprotti adattarsi e ottimizzare
 

BAlorMXP

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Milano/Antwerpen
e cmq per tutti coloro che han paura di nuovi sprechi basterebbe vedere come il Caprotti ha inteso il suo modo ,vincente , di fare affari
non ha mai fatto operazioni faraoniche ,certo consistenti ma niente di eclatante
il suo approccio da "bottegaio" lo ha reso ricco
non ha mai sparato delle fanfaronate vanagloriose
non credo che oggi alla soglia della vecchiaia voglia stravolgere il suo modo di intendere gli affari
vede dove sono gli sprechi e vede dove bisogna investire
mettete voi sotto la parola spreco l'aeroporto che volete e fate altrettanto sotto la parola investire

rendiamoci conto che in Italia non siamo riusciti a chiudere Forlì ,quindi chi pensa di chiudere qualcosa è fuori strada e fuori la storia
bisogna ,come dice il Caprotti adattarsi e ottimizzare
Caprotti è un ottimo affarista ma mi spiace ammettere che ognuno deve gestire il proprio settore. Se a livello generale, quindi di cornice, si può individuare un modello comune di contenimento degli sprechi, man mano che si scende nei vari settori di competenza si deve dare più o meno importanza a caratteristiche e variabili che, magari, non per tutti posso essere condivise. Se proprio andassimo a vedere, a fari i pignoli, di sprechi ne sono stati fatti alla grande e grazie a chi? A Linate. Linate ha mandato all'aria un matrimonio con KLM che ha permesso di scialacquare miliardi di lire di AZ (ovvero nostri soldi), ha permesso di mandare in malora il sistema Milan con l'ostinazione di mantenere la sua apertura a tutti i costi e il conseguente dissanguamento dei conti AZ per mantenere due stations e sdoppiare i voli. Non stiamo parlando di aprire un supermercato in via Gallaratese piuttosto che su Viale Certosa, si parla di ottimizzare traffico, predisponendo "facilities" e infrastrutture per il futuro e permettere alla propria città di aspirare ad una massimizzazione della propria connettività, cosa che a Milano non si può assolutamente ottenere perché si gioca con regole diverse da quelle con la quale si opera al di fuori del caso citato. Bisogna scendere, forse, al terra a terra per capire che un grande aeroporto a Milano andava realizzato e basta andare a prendersi qualche testata del 1997 riguardante la situazione traffico a Linate per capire cosa voglio dimostrare: non c'è spazio, l'aerostazione è minuscola, tre voli che scaricano e imbarcano contemporaneamente creano una bolgia dantesca, senza contare che non esiste nessuna possibilità di sviluppo alcuno (a meno che non si spostino 400.000 persone e si spendano miliardi per spostare ferrovie, viabilità ecc..). E a questo punto che a testa bassa ci si deve chiedere dove è stato realmente lo spreco e perché si è poi arrivati a tale risultato. Per me non c'è nulla da ottimizzare perché è impossibile con le caratteristiche odierne andare anche solo a migliorare, figurarsi ottimizzare.
 

airblue

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6 Novembre 2005
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Lombardia.
Caprotti si riferisce quasi sicuramente al baricentro della pianura padana, e numeri reali alla mano, ossia PIL totale, PIL in export, flussi logistici, tessuto industriale, tra gli scali attualmente esistenti VBS è quello nella posizione migliore in quanto non è troppo lontano da Milano, ma è ben posizionato verso Venezia e Bologna. Torino nei numeri della logistica è marginale, non a caso non ci sono voli neppure di un corriere espresso da quello scalo.

Tuttavia se da un punto di vista prettamente logistico ha ragione, a livello pratico per l'aviazione civile passeggeri valgono parametri diversi rispetto alle merci e la vicinanza a un grande centro urbano generatore di traffico è praticamente mandatory. Quindi più ci si allontana da Milano e più l'investimento infrastrutturale aeroprotuale perde di attrattività verso il mercato.
 

Luca Cordero

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Caprotti si riferisce quasi sicuramente al baricentro della pianura padana, e numeri reali alla mano, ossia PIL totale, PIL in export, flussi logistici, tessuto industriale, tra gli scali attualmente esistenti VBS è quello nella posizione migliore in quanto non è troppo lontano da Milano, ma è ben posizionato verso Venezia e Bologna. Torino nei numeri della logistica è marginale, non a caso non ci sono voli neppure di un corriere espresso da quello scalo.
questo è
detto che in italia se non chiude forlì non chiude nulla ,almeno investire in ciò che conviene per molti e non per pochi
grumo di potere ha detto Caprotti a Varese
non si può condizionare l'Italia intera per i voleri di questo grumo
 

airblue

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questo è
detto che in italia se non chiude forlì non chiude nulla ,almeno investire in ciò che conviene per molti e non per pochi
grumo di potere ha detto Caprotti a Varese
non si può condizionare l'Italia intera per i voleri di questo grumo
Però per come si sta evolvendo il mercato aereo delle merci è un non senso pensare ad un investimento in un aeroporto solo cargo (tranne casi particolari che citerò più avanti) in quanto ormai il 50% della merce che viaggia via aerea usa le stive dei wide body passeggeri di lungo raggio e tale percentuale è in costante aumento. Quandi paradossalmente per aumentare la competitività e connettività logistica delle merci di lungo raggio Itaiane devi puntare ad incrementare i voli pax, e nel nord Italia questo lo puoi fare solo su MXP. L'unico caso particolare che potrebbe far crescere VBS sono degli operatori cargo a forte integrazione verticale (tipo corrieri espressi o operatori quali Panalpina che ad esempio usa aerei all cargo in simil full acmi) che possono essere basati anche su scali senza offerta di capacità belly in quanto la loro rete logistica è quasi del tutto autonoma.
 

Manarch

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A cordè, non so se lo sai ma il milanese ha già il culo pesante se deve andare a malpensa, figuriamoci quindi se va a brescia che dista il doppio...
il Milanese non ha il culo pesante, va semplicemente dove è più conveniente andare e dove trova le soluzioni più consone alle sue esigenze, se per andare a GRU ti obbligano a passare da FCO e la maggior parte dei voli per FCO parte da LIN il Milanese è ovvio che va a LIN
 

carloz

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13 Gennaio 2007
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Milano
il Milanese non ha il culo pesante, va semplicemente dove è più conveniente andare e dove trova le soluzioni più consone alle sue esigenze, se per andare a GRU ti obbligano a passare da FCO e la maggior parte dei voli per FCO parte da LIN il Milanese è ovvio che va a LIN
Quoto

Il milanese non è più culone degli altri, a lui semplicemente viene offerta la possibilità di essere comodoso, e sfido chiunque, quando può, a non scegliere la via più comoda.
Il problema è chi cavalca l'onda di quest'inno alla comodità, la amplifica e ne fa un dogma, con lo scopo di difendere lo status legato alla presenza di Linate e dagli interessi che si sono nel tempo creati intorno a questo (non) equilibrio.
 

BAlorMXP

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Quoto

Il milanese non è più culone degli altri, a lui semplicemente viene offerta la possibilità di essere comodoso, e sfido chiunque, quando può, a non scegliere la via più comoda.
Il problema è chi cavalca l'onda di quest'inno alla comodità, la amplifica e ne fa un dogma, con lo scopo di difendere lo status legato alla presenza di Linate e dagli interessi che si sono nel tempo creati intorno a questo (non) equilibrio.
Finalmente qualcuno ha capito!
 

DusCgn

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9 Novembre 2005
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MALPENSA: CAPROTTI, NON FUNZIONERA' MAI BENE, RILANCIAMO SCALO BRESCIA

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 08 ott - 'Malpensa non e' mai stato e non potra' mai essere l'aeroporto intercontinentale della Valle Padana', lo ha detto Bernardo Caprotti, il fondatore di Esselunga, polemico contro l'organizzazione degli aeroporti italiani e in particolare contro Malpensa e a favore del progetto di creare un nuovo scalo internazionale a Montichiari, vicino Brescia. Caprotti, nell'intervista pubblica nel quadro della manifestazione 'Panorama d'Italia' a Brescia, col direttore di Panorama Giorgio Mule', ha continuato: 'La Val Padana e' una delle 4 aree industriali principali d'Europa e non ha collegamenti diretti col mondo, da decenni siamo costretti ad andare a Francoforte o Londra, o Zurigo o Roma per volare sulle grandi capitali straniere. In Val Padana siamo 30 milioni di abitanti e non abbiamo un aeroporto intercontinentale, e' un danno gravissimo. Malpensa non potra' mai essere un aeroporto intercontinentale della Val Padana perche' e' lassu', eccentrico al sistema. L'accessibilita' del Varesotto e' impossibile, di Malpensa Express non parliamone. Non si tiene conto delle necessita' del mondo degli affari. Non parliamo del cargo: produciamo 1 milione e 200 mila tonnellate di prodotti, Prada vorrebbe spedire la roba da qua, e invece tocca mandarcela dalla Germania... A Linate si riempiono gli aerei, Londra-Malpensa sempre vuoti. Una tale ottusa perseveranza rasenta il sabotaggio di un Paese gia' tagliato fuori dal mondo'.

Red-
 

bourne

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Leno (BS)
Va bene argomentare, ma questa ironia di sesta segata è di troppo. Sarebbe il caso che tu evitassi di esprimerti in questi modo.
Peraltro nessuno ha pensato che Brescia possa essere il centro del mondo, al massimo del nord Italia che di certo non è il mondo.
Pensate che qualcuno qui crede che Varese sia il centro del settentrione d'Italia...
 
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