La colpa non è poi nemmeno di AZ, ma di questo assurdo modo di concepire la regolamentazione del lavoro. Se in passato si fosse dato qualche sonoro calcio in culo ai sindacati, non ci troveremmo oggi in questa penosa situazione. Partiamo invece oggi da zero, come un paese che esce distrutto da un conflitto.
La regolamentazione di buona parte degli ammortizzatori sociali con fondo volo e mobilità lunga sono leggi varate dal buon SB per rabbonire esuberi e sindacati al tempo della nascita di CAI. E' evidente che se un'azienda ha potere sufficiente per imporre leggi a proprio beneficio, ci troveremo sempre di fronte ad un quadro normativo profondamente ingiusto messo in piedi solo per tutelare interessi particolari.
Purtroppo non condivido il fatto che partiamo da zero. Noi non esistiamo più. Siamo solo lo strumento che EY userà per tentare di fare affari in Europa (oltre che ad AUH).
Senza dignità, senza potere, senza nient'altro che il ricordo di ciò che sarebbe potuto essere.
Guardiamo le cose con disincanto: quali prospettive può avere davvero AZ? Ha appena deciso di chiudere AP. Evidentemente renderla efficiente tagliando i costi è una strada che non è stata nemmeno presa in considerazione. Se altri subentreranno in quelle rotte, ci sarà da domandarsi come riusciranno a far quadrare i conti.
Ma sul forum mi tocca perfino di leggere che tanti degli orfani dei voli segati, faranno scalo in massa in quella perla che è FCO rimanendo fedeli ad AZ...
Gli emiratini ci hanno promesso ben 7 WB (probabilmente usati...) entro il 2017. Cosa che pur andando nella giusta direzione, non può che avere l'effetto di un'aspirina per un malato terminale.
In compenso possiamo giocarci le paxxe che l'aspirazione verso il Golfo comincerà subito. Per quella gli aerei non mancano mai.
La concorrenza sul breve-medio raggio sta mordendo a FCO come non mai e si può star certi che gli spazi sul ptp per AZ si ridurranno sempre di più e in fretta. La cura sarebbe una vigorosa iniezione di LR per aumentare la componente in transito, ma questa non sembra essere l'intenzione di EY se non in maniera minima.
E' da notare inoltre che i recenti miglioramenti che sembrano esserci stati nella gestione di AZ, non serviranno a farle guadagnare più di tanto terreno sulla migliore concorrenza. Perchè nel frattempo anche quest'ultima si è efficientata ulteriormente e potrà probabilmente mantenere le distanze.
E questo sarà un grosso problema. Perchè il mix tra la perdita di tutto il cross-country, la concorrenza LC su FCO e il modestissimo LR destinato a crescere poco, non lascia spazio a grandi speranze.
Si stanno magnificando le sinergie con AB, ma faccio molta fatica a pensare che frotte di tedeschi scenderanno a FCO per volare LR by AZ. Forse qualcosa sul Sud America, ma credo poco altro.
Un'altra grande criticità di AZ, è che molto spesso riesce ad essere profittevole solo nelle rotte protette dai bilaterali. Siccome è in atto una sempre maggior liberalizzazione dei mercati, la compagnia è destinata prima o poi subire i colpi della concorrenza anche su quel fronte. Quanto costerà ad esempio ad AZ l'open sky Europa-Israele in vigore dal 2018? Visto il peso della FCO-TLV, credo non poco. Anche al netto dei transiti.
Qualche considerazione anche su EY. Per pure ragioni di comodo, in Italia le si è dato un credito praticamente illimitato. Nel momento in cui ha deciso di rilevare il 49% di AZ, è in pratica assurta al ruolo di compagnia "santa", che nulla sbaglia e tutto può. Anzi, ormai sembra patrimonio nazionale. In realtà come risultati finanziari ha fatto benino (ma non benissimo) a casa propria (tasse zero e petrolio gratis), mentre mi pare che al momento non abbia risanato nessuna delle compagnie partecipate. E mi sembra che nessuna abbia visto implementati particolari piani di sviluppo di flotta e network.
Il che non significa che James e soci siano incapaci, ma che il credito illimitato che si è scelto di concedere ad EY, al momento fatichi a trovare forti giustificazioni nel pregresso della compagnia araba. Ovviamente AZ è poi solo una pedina delle relazioni tra l'Italia e l'emirato, con quest'ultimo a caccia di potere economico (e di riflesso politico) nei vari staterelli europei più infognati nella crisi, ma vanagloriosamente impegnati a mantenere alto il vessillo alato di bandiera.
Tra l'altro i rapporti di forza si sono visti durante le trattative, quando più di un esponente italiano ha rischiato di fratturarsi lo sterno col mento a causa del vigoroso annuire a qualsiasi cosa chiesta o dichiarata che provenisse da Abu Dhabi.
Così da buon popolo storicamente gattopardesco e voltagabbana, abbiamo celebrato con una grande festa la nostra colonizzazione aviatoria.
E per l'ennesima volta nella nostra storia, ci ostiniamo a credere a tutti i costi che lo straniero venga a fare la guerra in nostro favore e non nel proprio interesse.
Ma noi italiani siamo fatti così.