Ugo Arrigo, il genio

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Gli sbagli su Alitalia e Malpensa lasciano a terra l'Italia

Ugo Arrigo
ilsussidiario.net

lunedì 2 novembre 2009


Apprendere dagli errori del passato
Il sottosviluppo del trasporto aereo italiano, sia passeggeri che cargo, è conseguenza delle cattive scelte compiute in passato, le più gravi delle quali hanno riguardato da un lato la gestione di Alitalia, principalmente nel periodo successivo alla liberalizzazione europea, dall’altro lato l’erronea pianificazione pubblica che ha portato forzosamente l’hub di Alitalia da Fiumicino a Malpensa.

Gli errori compiuti nell’ultimo decennio della vecchia Alitalia dai vertici dell’azienda, non compresi dall’azionista Tesoro, sono molteplici ma tutti riconducibili alla credenza di poter gestire le aziende pubbliche a prescindere dalle regole e dai vincoli del mercato, che divengono invece stringenti grazie ai processi di liberalizzazione.

Alitalia è stata gestita nel decennio successivo al completamento della liberalizzazione europea come se fosse un’azienda ancora monopolistica, alla stregua delle poste o delle ferrovie, e le relazioni sindacali sono state proseguite dopo di essa come se non fosse mai avvenuta.

Poche cifre sono sufficienti per valutare i cambiamenti che hanno interessato la compagnia e il mercato dalla metà degli anni Novanta ad oggi: nel 1995, alla vigilia della completa liberalizzazione, Alitalia possedeva, con circa 150 velivoli, tre quarti della flotta aerea commerciale italiana, corrispondente a oltre l’85% dei posti disponibili, e deteneva coi suoi 21 milioni di passeggeri annui poco più del 50% del mercato, valutato in relazione a tutti i servizi di linea. Sul segmento domestico la quota era tuttavia ancora prossima all’80% (oltre 11 milioni di passeggeri annui trasportati da Alitalia su 14 complessivi), mentre sul segmento internazionale era invece di poco inferiore al 40%.

Nel decennio successivo alla liberalizzazione il mercato italiano del trasporto aereo ha accentuato la sua crescita, passando da 44 milioni di passeggeri annui nel 1995 a 88 milioni nel 2005 e a 106 nel 2007. In dodici anni l’aumento complessivo ha sfiorato il 150%. A fronte di questa dinamica della domanda, che è avvenuta nonostante le crisi post 11 settembre 2001 e SARS cinese, Alitalia non è stata in grado di aumentare in misura equivalente la sua offerta e di difendere in tal modo le quote di mercato detenute.


Per mantenere la posizione sul mercato che deteneva nel 1995 Alitalia avrebbe dovuto disporre nel 2007 di più di 300 velivoli e di quasi il doppio dei piloti. Questo non si è tuttavia verificato a causa della proprietà pubblica dell’azienda e dell’impossibilità, per condivisibili vincoli comunitari, a ricapitalizzarla a piacere con soldi pubblici in mercato ampiamente liberalizzato.

Il risultato è che l’azienda non ha potuto accrescere la sua offerta in linea con l’aumento delle dimensioni del mercato, essendo impossibilitata ad adeguare le dimensioni della flotta, e non ha potuto neppure procedere alla sostituzione dei vecchi aerei, divenuti troppo costosi in termini di consumi di carburante e di oneri di manutenzione.

La nuova Alitalia del 2009 assomiglia in maniera straordinaria alla vecchia Alitalia del 1995: vola con poco più di 150 aerei e trasporterà all’incirca 21 milioni di passeggeri. Sono esattamente gli stessi numeri di allora; tuttavia, poiché il mercato è aumentato nel frattempo di una volta e mezza, la quota di mercato che per la vecchia Alitalia era del 50%, nel corrente anno sarà per la nuova solo del 20%.

Il secondo grande errore dell’ultimo decennio è quello di aver progettato Malpensa come hub internazionale del vettore di bandiera, nonostante i limiti del medesimo, rilevanti e ben noti: una compagnia di stato poco efficiente, basata su una sede differente, con scarsa vocazione al trasporto intercontinentale, con pochi aerei a lungo raggio e senza la capacità finanziaria per comperarseli. Ma il difetto maggiore di Malpensa come hub è la sua collocazione geografica. Con il termine hub and spoke, creato per analogia con la ruota della bicicletta (hub = mozzo, spoke = raggio), si intende infatti un modello di sviluppo della rete delle compagnie aereecostituito da uno scalo dove si concentrano la maggior parte dei voli. Sono gli spoke, i raggi (i collegamenti aerei attivati da uno specifico vettore) a rendere hub un aeroporto, punto di interconnessione tra le diverse rotte che vi convergono, e non le scelte organizzative delle sedi aeroportuali.

Perché l’hub funzioni adeguatamente, i suoi raggi debbono essere non così corti da non rendere conveniente offrirvi dei collegamenti aerei di feederaggio. Se noi osserviamo una cartina dell’Italia nella quale tracciamo le rotte che collegano i diversi aeroporti del nord, del sud e delle isole con Fiumicino ci accorgiamo che tali rotte sono grosso modo di lunghezza simile. Fiumicino è pertanto l’hub naturale italiano.


Se spostiamo l’hub a Malpensa vediamo che le rotte di collegamento dal sud si allungano, ma questo non rappresenta un problema; le rotte dal nord, invece, si accorciano in maniera tale che non è economicamente conveniente offrirvi collegamenti aerei. Da Genova, Torino, Verona, Treviso, Venezia, Trieste è possibile raggiungere Fiumicino in aereo in un tempo minore rispetto a quello che si impiega per arrivare a Malpensa per via di terra. Ecco perché, al di là della debolezza di Alitalia, l’hub a Malpensa non era sostenibile, e questo nonostante la maggior parte della domanda per voli a lungo raggio provenga proprio dalle regioni del nord Italia.

Quali prospettive per il futuro?
Se si può trarre un insegnamento dagli errori del passato è che il tentativo di realizzare politiche con finalità particolaristiche, quali favorire uno specifico vettore o uno specifico aeroporto, è destinato a non generare esiti sostenibili nel lungo periodo e a produrre danni più o meno rilevanti nel momento in cui l’architettura artificiosa è destinata a crollare (abbandono di Malpensa come hub a fine marzo 2008; commissariamento di Alitalia a fine agosto dello stesso anno).

La politica migliore è finalizzata a sviluppare il mercato e poiché il mercato si sviluppa quando una domanda crescente è soddisfatta da un’offerta crescente, la politica migliore è senz’altro di non ostacolare in alcun modo il libero incontro della domanda e dell’offerta e di rimuovere gli ostacoli esistenti, quali barriere regolamentari, restrizioni della concorrenza, restrizioni artificiali dell’offerta, tassazioni improprie.

Alcuni esempi: l’ingiustificata restrizione di capacità su Linate che, congiunta alla fusione Alitalia-AirOne, ha reso monopolistiche molte rotte domestiche; lo strumento degli oneri di servizio pubblico sulla Sardegna e su altre destinazioni; la quota della tassa d’imbarco pagata da tutti i passeggeri per alimentare i costi della cassa integrazione degli ex dipendenti Alitalia.

Una volta archiviata l’attuale recessione i traffici aerei riprenderanno a crescere, come è avvenuto dopo tutte le crisi precedenti, ancora più velocemente di prima. Senza assurde politiche protezionistiche potranno crescere in Italia più velocemente che altrove e recuperare almeno parzialmente l’attuale gap di domanda.
 
il difetto maggiore di Malpensa come hub è la sua collocazione geografica. Con il termine hub and spoke, creato per analogia con la ruota della bicicletta (hub = mozzo, spoke = raggio), si intende infatti un modello di sviluppo della rete delle compagnie aereecostituito da uno scalo dove si concentrano la maggior parte dei voli. Sono gli spoke, i raggi (i collegamenti aerei attivati da uno specifico vettore) a rendere hub un aeroporto, punto di interconnessione tra le diverse rotte che vi convergono, e non le scelte organizzative delle sedi aeroportuali.

Perché l’hub funzioni adeguatamente, i suoi raggi debbono essere non così corti da non rendere conveniente offrirvi dei collegamenti aerei di feederaggio. Se noi osserviamo una cartina dell’Italia nella quale tracciamo le rotte che collegano i diversi aeroporti del nord, del sud e delle isole con Fiumicino ci accorgiamo che tali rotte sono grosso modo di lunghezza simile. Fiumicino è pertanto l’hub naturale italiano.

Se spostiamo l’hub a Malpensa vediamo che le rotte di collegamento dal sud si allungano, ma questo non rappresenta un problema; le rotte dal nord, invece, si accorciano in maniera tale che non è economicamente conveniente offrirvi collegamenti aerei. Da Genova, Torino, Verona, Treviso, Venezia, Trieste è possibile raggiungere Fiumicino in aereo in un tempo minore rispetto a quello che si impiega per arrivare a Malpensa per via di terra. Ecco perché, al di là della debolezza di Alitalia, l’hub a Malpensa non era sostenibile, e questo nonostante la maggior parte della domanda per voli a lungo raggio provenga proprio dalle regioni del nord Italia.
Propongo il lancio di una petizione pubblica affinché Ugo Arrigo possa trasferirsi al Processo del Lunedì, dove forse avrebbe la competenza adeguata.

Secondo il ragionamento di Arrigo con l' avvento dell' AV ferroviaria Bologna, Firenze, Napoli e Pescara sono spokes inadeguati di Fiumicino, Milano, Verona e Venezia traballano, Bari sarà a rischio in futuro. Bisogna rimediare, l' hub naturale d' Italia è Elmas.
 
I primi 5 paragrafi peró erano leggibili...

Per quel che riguarda l'analisi "dei raggi e del mozzo", quello dei voli feeder troppo corti dal Nord Italia onestamente non mi sembra una stupidaggine totale. Ok che la conclusione dopo diventa sballata, ma rimane il fatto che la maniera migliore per raggiungere MXP dal nord Italia sarebbe via terra, ma i collegamenti in tal senso sono carenti (e ritorniamo sempre allo stesso punto).
 
I primi 5 paragrafi peró erano leggibili...

Per quel che riguarda l'analisi "dei raggi e del mozzo", quello dei voli feeder troppo corti dal Nord Italia onestamente non mi sembra una stupidaggine totale. Ok che la conclusione dopo diventa sballata, ma rimane il fatto che la maniera migliore per raggiungere MXP dal nord Italia sarebbe via terra, ma i collegamenti in tal senso sono carenti (e ritorniamo sempre allo stesso punto).
per me hai perfettamente ragione, e se ci aggiungi la collocazione degli hub del centro nord europa e la convenienza di FCO sulla direttrice sud del mondo, le cose tornano comprensibili

(ps, adde: per non parlare del traffico incoming)
 
Ultima modifica:
dei pistolotti di Ugo Arrigo questo è uno dei meno peggio , anzi direi che sotto una certa ottica è quasi corretto

sicuramente è giusto il titolo

siamo molto terra terra
 
per me hai perfettamente ragione, e se ci aggiungi la collocazione degli hub del centro nord europa e la convenienza di FCO sulla direttrice sud del mondo, le cose tornano comprensibili

(ps, adde: per non parlare del traffico incoming)

Francamente la storia degli hub in centro Europa mi sembra una scusa un po' sciocca, l'unica cosa che conta non è direzione nord o direzione sud ma semplicemente collegare laddove si fanno soldi e c'è traffico, cosa che ai piani alti di chi comanda in tale settore non è mai balenato in testa. Diciamocelo pure tra comune di Milano poco lungimirante e fortemente sciocco e un'amministrazione maliziosamente meschina ci stiamo perdendo il mercato più ricco d'Italia. Ebbrava Italia che ti seghi le gambe sempre da sola.

E comunque, come ciclicamente la storia ci insegna, l'ennesimo articolo spazzatura dove ricordare agli italiani che Malpensa è il golem cattivo da sconfiggere. Ripeto povera Italia
 
Ciò che ha dei raggi troppo corti è a portata comoda dell'AV se solo arrivasse in qualche modo a MXP. Ciò che oggi potrebbe essere una lacuna potrebbe diventare in futuro un punto di forza sempre se si implementano dei collegamenti passanti via aeroporto decenti non instradamenti tramite canicattì.
 
E chissà come mai si è deciso che l' AV NON doveva passare da MXP....
I politici lombardi avrebbero dovuto mettere a soqquadro regione, province, comuni ecc. pur di scongiurare l' isolamento di MXP da una linea ferroviaria che sarebbe passata a 20 km di distanza invece di collegare l'aeroporto in modo FAVOLOSO a tutto il nord-centro Italia.
Probabilmente dalla torre di controllo riescono pure a vedere qualche Frecciarossa nelle giornate limpide...:diavoletto::diavoletto:
 
veramente mi sembra scriva una cosa inappuntabile.
Negli hub dei paesi normali ci si può arrivare in due modi:
-volo feeder
-collegamento ferroviario ad alta velocità, con fermata dedicata NELL'AEROPORTO, spesso con check-in e imbarco bagagli nella stazione ferroviaria di partenza

Ora, vediamo MXP:
la prima cosa, da molte città del Nord, non si può fare perché troppo vicine o è una cosa talmente cervellotica e costosa che alla fine non funziona. Feeder Malpensa-Caselle? O Malpensa-Verona? O Malpensa-Bologna?

La seconda cosa si doveva fare ma non ci ha pensato nessuno. MXP non è nemmeno su una linea AV. Un eventuale passeggero deve arrivare a Mi Centrale, prendere la metropolitana per Cadorna e da lì il MXP Express, con i bagagli al seguito. Fantascienza.

A FCO invece i feeder da tutte le città del Nord si possono fare senza problemi.
 
veramente mi sembra scriva una cosa inappuntabile.
Negli hub dei paesi normali ci si può arrivare in due modi:
-volo feeder
-collegamento ferroviario ad alta velocità, con fermata dedicata NELL'AEROPORTO, spesso con check-in e imbarco bagagli nella stazione ferroviaria di partenza

Ora, vediamo MXP:
la prima cosa, da molte città del Nord, non si può fare perché troppo vicine o è una cosa talmente cervellotica e costosa che alla fine non funziona. Feeder Malpensa-Caselle? O Malpensa-Verona? O Malpensa-Bologna?

La seconda cosa si doveva fare ma non ci ha pensato nessuno. MXP non è nemmeno su una linea AV. Un eventuale passeggero deve arrivare a Mi Centrale, prendere la metropolitana per Cadorna e da lì il MXP Express, con i bagagli al seguito. Fantascienza.

A FCO invece i feeder da tutte le città del Nord si possono fare senza problemi.

Infatti tutti sanno che un feed più strada deve fare e meno costa!
Quanto all' AV non è che non ci si sia pensato, si è deliberatamente deciso di non farla.
 
la prima cosa, da molte città del Nord, non si può fare perché troppo vicine o è una cosa talmente cervellotica e costosa che alla fine non funziona. Feeder Malpensa-Caselle? O Malpensa-Verona? O Malpensa-Bologna?

Ma secondo te ci vuole il feeder da Torino o Verona???

Alitalia, in ogni caso, volava:
Malpensa-Genova
Malpensa-Firenze
Malpensa-Bologna
Malpensa-Ancona
Malpensa-Perugia
Malpensa-Bolzano
 
Infatti tutti sanno che un feed più strada deve fare e meno costa!

Un feed da città distanti più di 300, 400 km verrà utilizzato sia dai passeggeri in prosecuzione sia dai passeggeri in origine-destinazione.

Un feed da città distanti 100 km può contare solo sui passeggeri in prosecuzione, quindi sarà matematicamente in perdita. Poi ci sono i costi fissi, le tasse aeroportuali, l'impiego di personale, macchine, slot e chi più ne ha più ne metta. Tutto per portare nel tuo hub passeggeri da 150 km da distanza. Magari tutto il resto del mondo, che ad ipotesi simili si spancerebbe dal ridere, è scemo. I furbi siamo solo noi.
 
no, ci vai in cammello in aeroporto.
Sarà per questo che MXP è diventato un hub da fare invidia a FRA e solo io non me ne sono accorto.

Seriamente: da Torino in aeroporto o ci vai in auto o in treno. E qui sì che ha ragione chi critica la scelta di non far passare l'AV da MXP, ma del resto da chi è riuscito a spendere 8 miliardi di euro per l'AV Torino-Milano per farci passare 10 coppie al giorno o giù di lì non ci si aspetta poi molto.

Stupefacente è che siamo tra i popoli più motorizzati della terra, al punto che usiamo l'auto pure per fare 100 metri e poi ci spaventiamo per 150 km di strada.
 
si possono condividere o no certe idee... ma non è lecito comunque crocifiggere un giornalista, che è prima ancora un uomo, che è prima ancora una persona, e merita rispetto... soprattutto perchè le cappellate ci sono e ci saranno sempre...
ne volano tante anche qui...
il rispetto è d'obbligo, la gentilezza un optional