[TR HMN] MXP-AUH-SYD-ADL-ASP-AYQ-CNS-HTI-SYD-AUH-MLE-AUH-MXP


Bel TR e auguri per il matrimonio!
Se posso fare un appunto: non credo sia una bella idea infialre tutto il TR nella prima pagina perchè diventa troppo pesante da caricare, anche con una 10 mega...
Ciao!

Stavo per suggerire la stessa cosa. Per quanto funzionale possa essere leggerlo tutto d'un fiato, diventa pesantissimo da scaricare (e siamo solo al secondo slot!), forse è il caso di proseguirlo nelle pagine successive.
By the way, TR e viaggio eccezionali, sciapò! :)
 
E' parte dell'accordo con Etihad; l'obiettivo è proprio la cura e armonizzazione dei rapporti con i pax italiani. Non ha compiti operativi, se non nell'ipotesi di emergenza.

Se è dipendente Alitalia non può essere adibito alle emergenze su aeromobili Etihad.
 
Stavo per suggerire la stessa cosa. Per quanto funzionale possa essere leggerlo tutto d'un fiato, diventa pesantissimo da scaricare (e siamo solo al secondo slot!), forse è il caso di proseguirlo nelle pagine successive.
By the way, TR e viaggio eccezionali, sciapò! :)

avete ragione, non ci avevo pensato. avevo pensato di copiare da flyertalk dove molti TR li tengono tutti in prima pagina.
A questo punto accolgo la mozione e chiedo se qualche MOD può cancellare i miei post prenotati (lasciando le prime due parti a pg. 1 come sono ora)
Grazie!
 
La scelta di fare tappa ad ADL era unicamente legata al desiderio di andare a Kangaroo Island (KI), relativamente poco distante da Adelaide. Il programma ideale avrebbe previsto di transitare solo per l’aeroporto di ADL, e da lì recarsi direttamente a KI dove passare due giorni con hotel in loco.

Tuttavia tutti gli hotel che mi hanno proposto sull’isola non mi piacevano affatto, e l’unico che mi piaceva http://www.southernoceanlodge.it/ era proprio fuori budget, dal momento che avevo dato priorità ad altre tappe del viaggio.

L’agenzia mi ha quindi proposto di soggiornare ad ADL e di visitare KI in giornata (cosi abbiamo fatto); i voli erano già prenotati, e a questo punto restava il secondo giorno da riempire, che abbiamo deciso di trascorrere nella mitica Barossa Valley (per gli Australiani, un nome una garanzia in termini di vini).

Alloggiamo qui http://www.stamford.com.au/spa/ . Hotel in ottima posizione, al centro di North Terrace (la strada sulla quale troverete il 90% delle cose da vedere ad Adelaide città), camera al 9* piano con una bella vista, ma i pro finiscono qui. L’hotel sta completando la ristrutturazione delle stanze ed a noi capita una camera vecchia, che meriterebbe massimo 3*. La colazione inclusa inoltre, non prevede bevande (ergo, se chiedete un cappuccino, si paga). Bah.. ciò detto, questo hotel si attesta al 6* posto su 6 della mia classifica degli hotel australiani della vacanza

Stanza con vista

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Avendo il pomeriggio libero (KI è prevista il giorno dopo), facciamo un giro per la città

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Central Market, che la Lonely Planet indica come la prima cosa da vedere in città (mah, in Italia i mercati sono 100 volte meglio).

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Questa è Rundle St, la principale via dello shopping e del centro di ADL

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Creperia davvero particolare

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Salto ai Botanic Gardens, questa è la prima (e forse ultima) cosa di ADL che merita davvero la visita

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Ninfea gigante

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Ambiente tropicale ricreato in una mega serra. Le foto non danno l’idea dell’immensità della cosa

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Università South Australia, una delle prime nel continente OZ

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Il giorno dopo si va (finalmente) a KI, che tanto per dare un’idea ha una superficie pari a 20 volte quella dell’isola d’Elba ed è la terza isola per grandezza dell’intera Australia (la prima è la Tasmania, sulla seconda vi lascio lo sfizio di googlare ;)
Per arrivare sull’isola 2 sono le opzioni da ADL: aereo (sull’isola c’è un piccolo apt, a seguire), o auto/pullman fino a Cape Jervis e poi traghetto per Penneshaw. Noi optiamo per quest’ultima, anche se è decisamente più lunga dato che è 1h e 40min di strada fino a Cape Jervis e poi ulteriori 45 mins di traghetto.

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Attracco a Penneshaw (KI)

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Mappa dell’isola

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Prima tappa sull’isola è Seal Bay Conservation Park, una spiaggia protetta sede di una delle maggiori colonie di seals australiane

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Koala ovunque sugli eucalipti dell’isola (in libertà questa volta)

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Remarkable Rocks, all’estremità del Flinders Chase National Park

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Admiral’s Arch, sempre nel parco. I punti neri che si scorgono nella foto sono otarie (una puzza..)

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Di rientro passiamo per l’aeroporto (KGC) perché alcuni rientrano in aereo. È davvero piccolo, e la guida dice che non esistono neanche i controlli di sicurezza. Noi torniamo in nave e vedendo la dimensione media degli aerei presenti sull’apron la cosa non è che mi dispiaccia

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Il giorno dopo visita alla Barossa Valley ed alcune cantine della zona. Fa un caldo atroce, siamo a oltre 38 gradi (da un giorno all’altro ci sono escursioni termiche di oltre 15 gradi, inusuale dalle nostre parti).

Segnali stradali

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Vigneti a perdita d’occhio per tutta la durata del tour

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Tutta la regione ha forti ascendenti tedeschi, ed è ancor’oggi la colonia più crucca più numerosa sul continente (concentrata in particolare in una cittadina chiamata Hahndorf)

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Questi li avevo visti pari pari un paio di settimane prima a NUE

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Prima winery (Richmond Grove)
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Producono questo, io mi sono portato via uno Shiraz (un must per la Barossa)

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Li ho provati praticamente tutti, sono uscito tentoni. Unica cosa particolare è che tutti in Australia usano i tappi svitabili di plastica e non di sugaro, perché (dicono loro) costa troppo importarli e con il tempo modifica eccessivamente il carattere del vino (bah)

Provo anche la carne di canguro, non mi ha fatto impazzire

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Secondo tasting da Kaesler, la prima l’ho comprata anche se è della McLaren Vale (altra zona famosa per i vigneti)

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Arriva il giorno della partenza. L’apt è vicino al centro, neanche 25 AUD e si è lì. Unico problema è che per i lavori in corso il taxi ti molla lontanissimo dal terminal, per cui ti devi fare una camminata atroce sotto un clima non proprio gradevole. Assurdo. Atrio check-in ADL

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Solita trafila completamente automatizzata. Stavolta ho preso la mano, sono più veloce

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Partenze di oggi

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Fuori ci sono loro

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L’apt di ADL mi piace proprio, è nuovissimo

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Coro natalizio

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L’aereo è al finger, ancora un 738, ma stavolta niente PTV

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Legroom sempre abbondante

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Lui si muove

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E anche noi

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Allineati

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Via!

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Comodissimo il poggiatesta, il fatto che si reclini lo rende quasi un cuscino!

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Rancio

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Con bevanda (la mela come al solito era già scomparsa) ;)

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Fuori tutto rosso, non si vede segno di vita. Sarà così per l’intera durata del volo (1h 45mins)

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Laghi asciutti?

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Censurabili riviste automobilistiche australiane

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Chissà che apt è questo (poco prima del descent a ASP)

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Approaching ASP

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RWY in sight

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Arrivati!

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Backtrack

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Venghi!

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Con lui ci vedremo tra poco..

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Si sbarca a piedi sotto un caldo torrido (siamo a oltre 40 gradi), quasi svenivo nei 30 metri che ci separavano dal terminal

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Sono un po’ fissati eh…

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Atrio arrivi, ci sono talmente tanti italiani che sembra di essere a PSA

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Safety information 3D

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Storia dell’aeroporto

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Atrio arrivi ed esterno dell’aeroporto

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Conclusione: se avete poco tempo per girare l’Australia, evitate ADL, non ne vale la pena. Senz’altro Kangaroo Island è un must-go, in un giorno ce la fate ma è molto tirata, meglio pernottare una notte sull’isola e visitarsela con calma. Occhio però agli hotel che vi propinano, se siete un minimo schizzinosi potrebbe essere un problema..

Prossima tappa: OT Red Centre (Kings Canyon + Uluru) e volo per CNS
 
in caso di emergenza sarebbe un ABP able bodied person/passenger,come lo possono essere tutti coloro che viaggiano per diletto/vacanza con ID TKT in quanto membri di equipaggio di altri vettori.
potendo scegliere è politica di quasi tutte le compagnie avere queste persone in prossimità delle uscite di emergenza come ABP o PSP pre-selected passenger da adibire all'apertura della porta,dopo accurato briefing di un crew member in servizio,nell'eventualità che l'av responsabile di quella porta divenga inabile durante un emergenza
 
Innanzi tutto, tantissimi auguri!
Quello che hai fatto credo sia il viaggio di nozze perfetto!
Dettagliattissimo il TR e ho capito anche che ti piacciono molto i croissants ;)

Continua così!
 
Ed eccoci nel c.d. “Red Center” australiano, nel pieno outback continentale.

Sono previste 2 tappe all’interno di questa parte di viaggio, la prima a Kings Canyon, la seconda a Uluru (Ayers Rock), da dove poi ripartiremo.

Stavolta, avendo voluto solo voli diretti e dovendo spostarsi da una località all’altra, noleggiamo un auto.
Da ADL si vola infatti solo a Alice Springs, mentre da Ayers Rock c’è il diretto per Cairns (nostra prossima tappa).

Per raggiungere Kings Canyon da Alice Springs in auto le alternative sono sostanzialmente due: strada corta ma prevalentemente sterrata (320 km) o strada lunga completamente asfaltata (460 km).

Dato che, come forse avete capito, non mi piace perdere tempo, scegliamo la prima, e di conseguenza noleggiamo una 4WD, uniche auto cui i car rental consentono la percorrenza di strade sterrate. Ci capita peraltro una RAV4, stessa auto che abbiamo in famiglia in Italia (seppur col volante dal lato sbagliato ;)

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Fuori la temperatura è questa, appena si apre lo sportello si collassa.

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La strada sterrata di cui facevo menzione prima (che si chiama Meereenie Loop Road) attraversa il territorio aborigeno e numerosi loro villaggi.
Il governo del Northern Territory ha concluso con tali comunità un accordo che consente a chiunque di percorrere tale strada acquistando uno specifico pass (5 AUD), il cui ricavato viene destinato agli stessi nativi.

Il tratto di strada in oggetto è quello tratteggiato in rosso sulla cartina

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Tale pass è acquistabile nel centro di Alice Springs (per quel poco che ho visto, una cittadina niente di che), poco lontano dall’aeroporto.

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In quello stesso momento, il Tourist Center richiede tutti i dettagli del viaggio in auto che si sta per intraprendere, visto che la strada è bruttina, è raro incontrare qualcuno e non esiste copertura di rete mobile.

Ci danno anche un paio di suggerimenti (portatevi 1 lt d’acqua a testa per ogni ora di strada e se rompete/bucate mettetevi all’ombra di fianco alla macchina aspettando che passi qualcuno o arrivino i soccorsi).. andiamo bene! Dobbiamo pure sbrigarci perché sono le 13.30 e nel NT è vietato guidare le auto a noleggio dopo il tramonto.

Una volta ottenuto il pass, ci mettiamo in marcia. La prima parte del percorso è asfaltata e ben messa, si incontrano poche macchine ma ogni tanto qualcuno c’è..

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Gli ultimi 200 e passa km sono tutti così

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Floodway? Ma dove!

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Nelle ca. 2h e 30mins di strada sterrata abbiamo incrociato 1 (una) macchina, temperatura costante tra i 42 ed i 44 gradi e zero copertura sul cell. Devo dire che, nonostante adori guidare ed abbia anche una certa esperienza alle spalle, non mi sentivo completamente a mio agio.
Se si rompe in un posto del genere sono davvero ca***, e “water and shade” (come dicevano in loco) sono in effetti gli unici modi per salvarsi..

Finalmente arriviamo al resort http://www.kingscanyonresort.com.au/ , dire che è nel mezzo del nulla è riduttivo. Due parole sul resort: si trova a 10km dall’ingresso del canyon omonimo, ed offre vari tipi di accomodation, dal camping a camere 4*sup, come la nostra.

Il posto è complessivamente carino e gradevole, ma non merita le stelle attribuitegli, in quanto le camere sono un po’ datate e l’unico ristorante presente sembra più una mensa aziendale.

Peraltro anche qui i cellulari non prendono, l’unico modo per comunicare con il mondo è acquistare un costosissimo (e brevissimo) pacchetto internet ed arrangiarsi con skype.
Se volete pernottare a Kings Canyon ad ogni modo di alternative non ce ne sono.

Infine un consiglio: se andate, passateci solo una notte, farne 2 (come abbiamo fatto noi) è eccessivo visto che a parte l’hiking in zona non c’è niente da fare o da vedere.
Classifica personale dell’hotel: 5° posto su 6.

Stanza

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Quello oltre la vasca sembra un quadro, ma non lo è ;)

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Questa la temperatura h 21

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Siamo nel loro regno, mi fa un po’ specie vederli indicati come potenziale pericolo dal momento che ho un cane lupo fisicamente identico. Tra l’altro caso vuole che la moglie si troverà faccia a faccia da sola al tramonto con uno di questi, che per fortuna passerà oltre.

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L’alba successiva, giorno di Natale, andiamo ad affrontare il canyon. Si parte prestissimo perché le temperature previste sono queste, ed oltre le 9 di mattina al sole non si resiste.

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Albeggia

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Due le alternative, una più panoramica ed impegnativa, l’altra amatoriale ma meno spettacolare. Andiamo per la prima

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Il primo pezzo è impegnativo, bisogna arrivare su in cima

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Da lì è più facile, ed i panorami diventano mozzafiato

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A circa metà percorso si ridiscende verso la parte bassa del canyon, dove (direi incredibilmente visto che siamo in pieno deserto) si trova il Garden of Eden, un polmone verde pieno d’acqua e di vegetazione, dove scorre anche il Kings Creek.

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Per i più esperti/appassionati c’è anche un terzo percorso possibile. Not for us

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Tornati al resort, decidiamo di rivedere il canyon da una prospettiva diversa, in elicottero.
I piloti spiegano che trascorrono qui 5 giorni ogni 2 settimane, il resto del tempo lavorano alla base principale ad Ayers Rock (dove c’è ovviamente più domanda).

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Si parte!

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Anche in questo caso le foto non rendono onore all’immensità del deserto. I sentieri tracciati sono quelli da noi percorsi a piedi in precedenza, in effetti abbiamo fatto un bel giro.

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Garden of Eden visto dall’alto

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Dintorni del canyon

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In quota c’è un bel po’ di vento e si balla parecchio

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Kings Canyon Resort dall’alto

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Si atterra, esperienza veramente indimenticabile

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Dopo poche ore inizio a sentirmi veramente male, al punto che, dopo una notte d’inferno, il giorno seguente (in cui è prevista la partenza) è la moglie a prendere il volante ed a condurmi semi-moribondo sino a Ayers Rock (300km, tutti asfaltati).

Dopo aver incontrato sulla strada, nell’ordine: un dromedario che ha attraversato la strada, due canguri morti sulla carreggiata, un dingo moribondo preda di un’aquila/falco, ed un altro dromedario passato a miglior vita, oltre a ben 3 macchine, arriviamo a Yulara, il villaggio a 10km da Uluru dove si trovano tutti gli hotel (gestiti dalla medesima compagnia), con sistemazioni che variano dal camping a hotel 5* luxury.

Noi alloggiamo qui http://www.ayersrockresort.com.au/sails/ . L’hotel è davvero grande, ristrutturazione finita 4 mesi fa, camere nuovissime e molto belle, ristoranti di tutti i tipi e mega-piscina (ancora di salvezza durante la giornata visto il divieto di escursioni per il caldo).

Non male davvero per essere in pieno outback. Nella personale classifica arriva 2° su 6.

Per chi volesse fare il “di più” c’è questo http://www.longitude131.com.au/ , che però è nel mezzo del nulla (ed a me era già bastato Kings Canyon).

Stanza

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Hall e facilities

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Piazzetta di Yulara

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Trascorro il primo giorno ancora moribondo, la seconda sera andiamo alla Sounds of Silence Dinner, che prevede una corposa cena BBQ nel bel mezzo del deserto con tramonto su Uluru e Monti Olgas e spiegazione di stelle/costellazioni una volta calata l’oscurità.

La luna era talmente splendente che rendeva praticamente inutili le candele poste sui tavoli.

Esperienza indimenticabile ed assolutamente consigliabile, unica macchia è che si è un po’ in tanti e l’esclusività/romanticismo della cosa viene un po’ meno.

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Un po’ di foto con le varie fasi del tramonto

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Monti Olgas, sempre nella zona anche se meno famosi rispetto ad Uluru

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Colori incredibili in cielo, di notte si vedeva anche la Via Lattea

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L’alba successiva saremmo dovuti andare a visitare Uluru, ma essendo ancora convalescente ho preferito evitarmi altro hiking sotto il sole cocente, di conseguenza ci svegliamo con calma e nel primo pomeriggio pick-up per andare in aeroporto (qui a AYQ tutti gli hotel forniscono gratuitamente navette da/per l’apt).

Esterno del Connellan Airport (AYQ)

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Il sesto senso mi aveva suggerito il giorno prima di fare check-in online; mai scelta fu più azzeccata, dal momento che sono riuscito a trovare i posti in fila 1 e ad evitarmi la coda al check-in, dato che a AYQ non ci sono le macchinette di self-checkin.

Fatto sta che, sceso dal pullman per ultimo, sono stato il primo a superare i controlli. Sono soddisfazioni :D

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Va di moda la safety 3D qui nel deserto

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Airside ci sono un negozio di sovenir e un bar, che peraltro ha chiuso 30 mins prima dell’imbarco (bah). Landside nulla a parte i car rental

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Da AYQ si parte (e si arriva) solo per tre destinazioni, di cui una è la nostra (Cairns), per un mirabolante totale di 4 voli/gg. Il nostro velivolo proviene da ASP.

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Puntualissimo, arriva l’aereo. Mi mancava il 717 (o, per gli amici, MD95)… e certo non mi strappo i capelli dalla felicità dal momento che non amo gli aerei “vintage” (anche se questo leggendo su airfleets sembra abbia solo 11 anni).
Tra l’altro sembra sulla carta che il volo sia operato da tale Cobham, della quale però non vi è traccia né sull’aereo né sulle divise del crew (tutte Qantaslink)

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Imbarco rigorosamente a piedi

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Configurazione 2-3, noi siamo in fila 1

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Legroom imbarazzante, superiore persino a quello della J di EY

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Puntualissimi ci muoviamo. Fire brigade

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Backtrack e decollo

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Fuori tutto rosso e zero vita

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Safety card

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Il tavolinetto sente tutto il peso degli anni. Gli spigoli sono peraltro affilatissimi

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Stuzzichino

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Rancio. Non male per essere un volo interno di una regional (anche se abbastanza lungo, ca. 2h e 30)

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Peccato che la pasta sia immangiabile e che rinunci anche solo ad aprire lo snack dopo averne letto il contenuto. Bevo quindi l’acqua e divoro il pane, poi digiuno

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Volo abbastanza movimentato, soprattutto nella parte centrale e finale. Mentre ci si avvicina a CNS il panorama cambia e diventa all-green

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Finale sopra la costa ed il Barron River, spettacolare. Peccato le nubi

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Touchdown

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Code JQ

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Prima ancora del cartello a darci il benvenuto è stato il clima, poco sopra i 30° ma con un tasso di umidità imbarazzante.
Tutto sommato per quanto mi riguarda comunque meglio qui che nel deserto, dove proprio non riuscivo a stare.

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Solito, rapidissimo ritiro bagagli e 5 minuti dopo lo sbarco siamo ai taxi

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Conclusione: il Red Center merita davvero, ma occhio al periodo in cui lo si visita.

Quello natalizio è davvero cocente e costringe ad attività di primissima mattina per minimizzare gli impatti della calura. Girare in auto è bellissimo anche se dopo poco diventa alienante (non si incontra niente e nessuno per ore ed ore).

Oltre all’arcinota Uluru, Kings Canyon merita assolutamente la visita, i panorami sono forse ancor più belli che ad Ayers Rock.

Prox tappa: OT Cairns + volo per HTI
 
Molto bello. Concordo con ti su Adelaide.

Se ga fatto rosso sta pietra o no? Quante ore hai aspetato la sera?

Te prego togli la foto dei polpacci pien de pei che sto mal. Te me copi.

Su con el resto .
 
Proseguiamo in questo infinito TR..

La decisione di passare per Cairns è dovuta al desiderio di visitare la foresta pluviale, sita a poca distanza da CNS, e vedere un po’ di fauna e flora locale.
Alloggiamo allo Shangri-La http://www.shangri-la.com/cairns/shangrila , da molti ritenuto il miglior hotel della città. In effetti la posizione è magnifica, con una bellissima vista sul porto(centro pulsante della cittadina) e sulla baia.

Struttura internamente molto bella, colazione completa ed abbondante, anche se pure qui le camere non sono nuovissime. Classifica personale: 3* su 6.
Hall con albero di Natale

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Swimming pool

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Stanza

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Vista dal ristorante dell’hotel, notturna e mattutina

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Sarò malato ma appena l’ho vista mi è venuta in mente l’ATC Tower di AUH

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La mattina successiva si parte per una lunga escursione verso la foresta pluviale, Daintree, Cape Tribulation e Mossman Gorge.
Non sono proprio vicini, ma la strada che conduce lì presenta dei passaggi spettacolari, in particolare prima di arrivare a Port Douglas, tanto che da queste parti la chiamano “Great Northern Ocean Road”, facendo il verso alla più famosa strada del Victoria.

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Nelle spiagge della zona è presente ovunque aceto per far fronte ad eventuali disavventure con le meduse

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Eccoci finalmente all’imbarco sul Daintree River, popolato (o forse meglio dire infestato, visto che se ne contano oltre 70 nel giro di pochi km) dai coccodrilli, i c.d. “salties” visto che spesso si spingono anche in mare e sulle spiagge della zona.

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Ecco uno degli abitanti, nel corso della gita (1 ora) ne vedremo altri 3

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Baby-croc

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La flora è eccezionale

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Sbarcati, ci dirigiamo verso Cape Tribulation, in piena rainforest.
Tutta la zona oltre il Daintree River non è allacciata ad utenze, va avanti con generatori diesel e bombole del gas.

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Panorama

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Simpaticoni locali

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Le spiagge e l’acqua sono mozzafiato ma è paradossale che sia meglio non sostarvi troppo e sconsigliatissimo bagnarvisi.

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Mossman Gorge, sulla strada del ritorno.
Qui il bagno si può fare perché è un fiume in zona collinare, dove i salties non arrivano.

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Il giorno dopo escursione al Great Barrier Reef in catamarano

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Dopo 1 ora e mezzo di navigazione, ci fermiamo nel bel mezzo del nulla di fronte a una lingua di sabbia nell’Oceano (Michaelmas Cay), che è anche sede di una delle principali colonie aviarie del Queensland.

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Per visitare il reef, oltre ai tradizionali snorkeling e diving, qui hanno pure dei piccoli sottomarini con i vetri trasparenti, si vede tutto senza neanche bagnarsi un dito.

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Tartaruga

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Dopo una bellissima giornata di sole e mare calmo, il rientro è alquanto.. movimentato. Il mare è abbastanza arrabbiato ed intorno a me per 2 ore è pieno di gente che sta male e rigetta.. io resisto e arrivo quasi come nuovo in porto

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La mattina successiva, di buon’ora, andiamo in apt per il volo verso le Whitsundays (Hamilton Island)

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Dato che voliamo con un aereo “piccolo” siamo costretti ad imbarcare anche i due trolley, speriamo bene! Per il momento siamo riusciti ad evitare qualsiasi costo di extra-baggage (nonostante non siamo proprio compliant con le policies QF), la scampiamo anche stavolta.

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Check-in e drop-off in 2 minuti e siamo airside

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Partenze di oggi

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Ma che forza, qui in Australia praticamente in ogni aeroporto c’è la storia dell’aviazione locale!
Beccatevi un po’ di foto e di storia su CNS va..

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Boarding

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Fuori intanto inizia il diluvio universale, ma i potenti mezzi QF mettono a disposizione ombrelli “brandati”

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Voliamo con la scatola di detersivo, il Dash 8, e vedendo il tempo fuori mi metto l’anima in pace che sarà un volo terribile. Già, non mi piacciono neppure gli aerei piccoli…

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Configurazione 2-2

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Passiamo dai 30 gradi con diluvio dell’esterno agli 8 scarsi dell’interno. Non so come mai ma sono disponibili pillow e blanket nonostante il volo duri solo 1 oretta, e ne approfitto subito.

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(Wet) legroom, discreta

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Safety card

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Sono di fianco all’elica, un piacere per le orecchie

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Ci avviamo verso il mol.. ehm verso la pista

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Via!

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Reef dall’alto

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Niente male il catering per essere un volo così breve su un paperino (intendo la quantità, visto che la qualità lascia un po’ a desiderare)

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Ice on wings

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Dopo un volo completamente tra le nuvole, si iniziano a vedere un po’ di isole

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Giù il carrello

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Finale. Il tempo è abbastanza brutto ma fuori è comunque uno spettacolo

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Su questa spiaggia ci tornerò tra un paio di giorni (via terra)

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Porto di Hamilton Island

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Touchdown e backtrack

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E bravo detersivo, non sei così male dopotutto!

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Terminal di HTI e vista sull’apron

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Mentre ci avviamo al ritiro bagagli, ci imbattiamo nel banchetto del nostro hotel, che ci offre subito una bottiglietta d’acqua e dice di non preoccuparsi dei bagagli, in quanto li ritroveremo direttamente in camera..

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Per il seguito vi rimando alla prossima parte del TR, con OT Whitsundays (davvero notevole) + i numerosi voli per arrivare a MLE
 
Bellissimo anche il seguito. L'Australia non mi stanca mai!
C'e' un motivo particolare per il quale avete scartato il Victoria e optato per il South Australia?

Unica cosa particolare è che tutti in Australia usano i tappi svitabili di plastica e non di sugaro, perché (dicono loro) costa troppo importarli e con il tempo modifica eccessivamente il carattere del vino (bah)

Vero, ma vi sono eccezioni, soprattutto per i rossi. Nella Barossa Valley Torbreck, Penfolds, Glaetzer, e alcuni altri hanno tappi di sughero per i loro vini piu' pregiati.

Trascorro il primo giorno ancora moribondo, la seconda sera andiamo alla Sounds of Silence Dinner, che prevede una corposa cena BBQ nel bel mezzo del deserto con tramonto su Uluru e Monti Olgas e spiegazione di stelle/costellazioni una volta calata l’oscurità.
...

Oltre all’arcinota Uluru, Kings Canyon merita assolutamente la visita, i panorami sono forse ancor più belli che ad Ayers Rock.

Nell'outback avevo fatto a suo tempo campeggio e ricordo le migliaia di stelle, uno spettacolo incredibile!
Concordo su Kings Canyon. Peccato non ti sentissi bene, la scalata di Ayers Rock merita! Anche se a scendere ti massacri le ginocchia...


Ottima scelta le Whitsundays. Personalmente trovo quella zona del Queensland molto piu' interessante rispetto al Tropical North.
Credo di avere intuito quale sara' l'albergo in cima alla lista preferenze ;)
 
Molto bello. Concordo con ti su Adelaide.

Se ga fatto rosso sta pietra o no? Quante ore hai aspetato la sera?

Te prego togli la foto dei polpacci pien de pei che sto mal. Te me copi.

Su con el resto .

hai ragione, prima della prox foto mi depilo :D

riguardo Uluru, il rossastro lo si nota soprattutto di mattina, la sera tende più allo scuro. comunque basta esser lì dall'aurora sino all'alba e dal tramonto sino al crepuscolo per vedere dei colori incredibili

Bellissimo anche il seguito. L'Australia non mi stanca mai!
C'e' un motivo particolare per il quale avete scartato il Victoria e optato per il South Australia?

non me ne parlare, in 3 settimane mi sono innamorato dell'Australia, mai successo prima con nessun altro paese!

riguardo il Victoria purtroppo il vincolo era il tempo (3 settimane), tutti (nessuno escluso) mi hanno detto che non aver fatto Melbourne è stato un peccato mortale!

Il South Australia in realtà mi interessava solo per Kangaroo Island, col senno di poi forse mi eviterei Cairns (anche se le rainforest e i crocs sono carini) e mi farei il Victoria.. o magari ci torno direttamente un'altra volta e risolvo il problema alla base :D


Vero, ma vi sono eccezioni, soprattutto per i rossi. Nella Barossa Valley Torbreck, Penfolds, Glaetzer, e alcuni altri hanno tappi di sughero per i loro vini piu' pregiati.

si hai ragione, fa un po' specie però che il 95% dei produttori opti per la plastica. In Italia (o meglio, in Europa) la percentuale è inversa.

Nell'outback avevo fatto a suo tempo campeggio e ricordo le migliaia di stelle, uno spettacolo incredibile!
Concordo su Kings Canyon. Peccato non ti sentissi bene, la scalata di Ayers Rock merita! Anche se a scendere ti massacri le ginocchia...

si l'outback è spettacolare, però per me era davvero troppo caldo. Anche qui, col senno di poi, il periodo natalizio è probabilmente perfetto per NSW, SA e Victoria, troppo caldo per il NT e troppo piovoso per il QLD..

Ottima scelta le Whitsundays. Personalmente trovo quella zona del Queensland molto piu' interessante rispetto al Tropical North.
Credo di avere intuito quale sara' l'albergo in cima alla lista preferenze ;)

hai intuito bene, a breve posto il seguito

dopo esserci stato ho finalmente capito perchè tutti gli Aussies con cui ho parlato considerano le Whitsundays un paradiso. Peccato solo che in generale in tutta l'Australia tra meduse, squali e coccodrilli (a seconda dei luoghi) non si è mai liberi di farsi un bagno in santa pace!

Ps altro posto dove devo assolutamente andare è Brisbane, Gold Coast e Fraser Island, che ho intravisto anche in tuoi precedenti, spettacolari TR
 
nulla da dire, viaggio spettacolare!
aspetto il seguito
inizio ad amare l'australia senza esserci mai stato
 
Eccoci arrivati alla parte più lunga ed a mio avviso più spettacolare di questo TR, Hamilton Island e le Whitsundays, che abbiamo deciso di visitare dopo aver sentito meraviglie sulle acque dell’arcipelago, ed in particolare di una certa Whitehaven Beach.
Le Whitsundays sono un gruppo di 74 isole situate nella costa tropicale del Queensland, al centro del Great Barrier Reef. Di queste, meno di 10 sono abitate, ed il principale insediamento è Hamilton Island.
Quest’isola, di dimensioni all’incirca comparabili alla nostrana Procida, è di proprietà privata, ed attualmente appartiene a Bob Oatley,un nome che potrà dire qualcosa ad appassionati di vini e/o di vela: i primi in quanto la cessione della sua famosa multinazionale vinicola alla Southcorp anni fa lo ha reso uno dei principali billionaires aussie, i secondi in quanto lui è il patron di Wild Oats, imbarcazione pluri-vincitrice (anche 2012, con tanto di record) della Sydney to Hobart Race.

Porto (un po’ il centro dell’isola)

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Natura locale

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Negozio con storia Rip Curl

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La spiaggia principale dell’isola, Catseye Beach

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Chiesa per matrimoni, vista spaziale

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Oatley ha costruito vari hotel sull’isola negli ultimi anni e tra questi, a fine 2007, il qualia http://www.qualia.com.au/, dove alloggiamo noi. Il resort occupa tutta l’estremità settentrionale dell’isola (30 acri, per “sole” 60 camere) e, per quanto possano valere certi titoli, ad ottobre 2012 è stato eletto Best Resort in the World (Conde Nast Traveler Readers' Choice Awards), diventando al contempo uno dei soli 4 resort nella venticinquennale storia del premio ad avere ottenuto un punteggio di 100/100.
Stravince la mia classifica personale degli hotel australiani della vacanza, qui siamo proprio in un’altra categoria. Ulteriore menzione di merito per non aver incrociato neanche un italiano tra gli ospiti.
Prima di lasciare spazio alle foto, un paio di cose simpatiche: i clienti del resort non necessitano di portar con se il portafoglio quando girano l’isola. Presso tutti gli esercizi commerciali dell’isola, di qualsiasi tipo essi siano (dal panettiere all’affitto dell’aereo privato), possono addebitare la cifra sul conto della propria camera.
Inoltre, a tutti i clienti del resort viene dato in uso gratuito un golf buggy, che è l’unico mezzo di trasporto consentito ai turisti per muoversi sull’isola (le vetture “normali” sono infatti utilizzabili solo dagli esercenti per finalità operative, ed i car rental offrono solo buggies).

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Ingresso del resort (blindatissimo)

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Main Hall e relativa vista sull’arcipelago, commovente

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Piscina e spiaggia privata

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Camere, chiamate Pavillions (la nostra, la più plebea, era 90mq + terrazzo).
La cosa più bella, oltre alla stanza in sé, è il fatto che i Pavillions siano distanti almeno 100 metri l’uno dall’altro risultando quindi sostanzialmente “invisibili” e dando una sensazione di privacy impareggiabile. Fuori da ognuno c’è il posto auto privato per parcheggiare il buggy (con tanto di presa elettrica per ricaricarlo).

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Resort map

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Per chi come noi ha optato per il Gourmet Package (consigliatissimo), tutto il F&B (dall’acqua allo champagne, al cibo) è complimentary in qualsiasi parte dell’isola, dal minibar della camera ai ristoranti della struttura (ce ne sono due, uno più formale ed uno più “casual”). Chiedete e vi sarà dato. Livello di servizio, qualità del personale e del cibo da cinema.

Per la serie “in Australia c’è la crisi”, il qualia è stato il primo resort di tutta la vacanza che ho dovuto confermare in quanto a maggio le camere disponibili per fine dicembre già scarseggiavano.
Dopo una serata di bagordi per l’ultimo dell’anno, la tarda mattinata successiva decidiamo di fare un giro in Quad per esplorare i sentieri dell’isola e godere delle magnifiche viste dell’arcipelago (tempo un po’ così, purtroppo).

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Island map

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Marina e Yacht Club

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Questa è Dent Island, letteralmente il “campo da golf” di Hamilton Island. Sull’isola ci sono infatti solo le 18 buche + club house, si dice che sia uno dei green con le viste più spettacolari del mondo.

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Veduta aerea di HTI, aeroportino mica male per un’isola così piccola (pista di quasi 1,8 km).
A parte i (pochi) voli schedulati, c’è un via vai pazzesco di elicotteri, idrovolanti e AG, mai visto un traffico simile. Non a caso fa più pax/anno di quello di Ayers Rock, che turisticamente parlando è località molto più nota, almeno all’estero.

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ATC Tower

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Il giorno dopo è previsto bel tempo e decidiamo di andare a Whitehaven Beach, la spiaggia più famosa dell’arcipelago che si trova su Whitsunday Island, l’isola che dà il nome al gruppo ed è anche la più grande (benché disabitata). Per arrivare tre opzioni: barca, elicottero o idrovolante. Dato che l’ala rotante l’avevamo già sperimentata a Kings Canyon e la barca a Cairns, proviamo l’idrovolante.

Terminal AG di HTI, l’interno è niente male

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Voleremo su un Beaver carrellato (DHC-2)

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Itinerario (ca. 15 mins di volo)

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Scheda tecnica di HTI

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Siamo in seconda (e ultima) fila, max capacity sono pilota + 6 pax
Legroom

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Safety Card

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Strumentazione

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Entriamo in pista

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Gasse!!

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D’ora in poi parlano le foto

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Ecco Whitehaven Beach, giuro che neanche alle Maldive (prossima parte del viaggio) il mare ha questi colori e la sabbia è così bianca (è silicio puro al 98%). Unico problema è che, causa rischio meduse, per fare il bagno si è costretti ad indossare la muta (che però ha il vantaggio di proteggere dal sole cocente).

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Landing (o meglio, ammaraggio)

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Giù l’ancora e spiaggia

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Complimentary champagne (o presunto tale) offerto da Hamilton Island Air, che opera questi voli

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Dopo qualche ora si riparte, taxing

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Full power!!

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Panorami

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Il qualia visto dal cielo

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HTI in sight

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Landing. Questo lo prendiamo domani

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La mattina della partenza decidiamo di usufruire di un altro servizio gratuito del resort: il picnic su un’isola deserta.
In pratica loro ti accompagnano in barca su una spiaggia e ti mollano lì fin quando non gli dici di venirti a riprendere. Carino. L’isola è Henning Island, e la spiaggia è quella immortalata dal Dash 8 prima dell’atterraggio a HTI.

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Ci passa sopra il mio amico detersivo

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Emergency kit

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Questa è la casa di Oatley ad Hamilton Island (dotata di piscina olimpionica), sita all’interno del complesso del Qualia.

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Purtroppo a metà giornata si riparte.
Ci aspetta un viaggio più lungo di quello che ci ha portato da MXP a SYD, oltre 30 ore.
La meta è MLE (o, meglio, il nostro resort alle Maldive), e per arrivarci ci sono tre voli + l’idrovolante per raggiungere il resort. Arriveremo la sera del giorno dopo.
La prima tratta (HTI-SYD) voliamo Jetstar. Per fortuna neanche qui abbiamo problemi di excess baggage.
Atrio partenze di HTI

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Pubblicità del Yacht Club e del Golf Club di Hamilton Island

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Lounge riservata ai clienti Qualia

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Voli di oggi

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Boarding

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Siedo come sempre sull’ala

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Legroom strettino, d’altronde siamo su una low-cost (o presunta tale)

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Safety card

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Ci muoviamo, di fianco all’aeroporto c’è anche il molo per le boats oversize

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Via!

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Al decimo volo ricordo di aver portato con me i logbook, meglio tardi che mai!! Chiedo alla hostess di recapitarlo al CPT, dopo un iniziale attimo di perplessità esegue e il CPT a fine volo mi invita in cockpit a scambiare 4 chiacchiere.

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Onboard, non essendoci PTV, noleggiano Ipad al costo di 8 euro per la durata del volo.

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Dopo 2 ore uneventful, l’avvicinamento a SYD è memorabile, la giornata è fantastica e si vede tutta la baia

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Bondi Beach

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SYD prima della virata

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Finale e touchdown

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Attracchiamo al T2, dobbiamo ritirare i bagagli e andare al T1, ma abbiamo oltre 4 ore di connessione e siamo arrivati in anticipo, no problem.
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Bus per il terminal transfer (5,5 AUD a testa per 5 minuti, mica male..)

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Partenze

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Check-in. Anche su questo volo, incredibilmente, non riusciamo ad avere i posti centrali vicini, nonostante li avessi preselezionati in precedenza. Il motivo è che c’è stato un cambio macchina last-minute e le preselezioni sono andate a farsi benedire. Davvero incredibile questa cosa. Ad ogni modo i voli con EY sono stati tutti full in J al 100%, per cui non c’è stato mai verso di farsi cambiare posto. Amen, come all’andata, staremo uno davanti all’altro.

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Controlli uneventful e siamo airside. Proprio bella la shopping mall di SYD.

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Fauna locale

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EY manda i propri pax nella lounge NZ, situata proprio sopra il nostro gate d’imbarco. Molto ampia e poco affollata, ma catering piuttosto scadente

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La vista però è notevole. Arriva anche il nostro 346.

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Ci vado leggero

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Boarding, stavolta finger unico

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Figata, c’è la nuova J! Sono all’8A, situato nella parte anteriore della J, adiacente alla F e prima del galley, posizione nettamente migliore e più tranquilla del 12K del volo di andata, posto in fondo alla J.

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Prima ancora di sedermi, noto due migliorie rispetto alla vecchia J: 1) lo schermo è più vicino al sedile; 2) ci sono varie tasche o zone dove poggiare le proprie cose. Bene!

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Particolari del sedile. Anche qui miglioramenti notevolissimi rispetto alla vecchia J. In full recline è più lungo, non ha strutture contenitive ai lati del poggiapiedi e la struttura contenitiva dietro la testa è bassa e meno tondeggiante, il che consente di dormire anche a pancia in giù (finalmente!). Complessivamente, un passo in avanti notevole, questa J non ha niente da invidiare ai top-performer del settore.

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Altro giro, altra ruota

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La lista dei vini è sempre lei, stavolta mi propongo di provare il rosso cileno

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Il menu a-la-carte è un ulteriore reshuffle dei precedenti, la kitchen anytime è sempre lei

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Ennesimo kit Korres

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Più ci sto sopra, più questo 346 mi piace
Ancora l’inquietante filastrocca

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Pronti alla partenza.. via! Stavolta le cameras funzionano, sull’AUH-SYD erano fuori uso.

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Meglio non guardare quanto manca..

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Prima di passare al cileno, l’AV mi consiglia il Ca’ Bolani.. sono 3 settimane che non provo vino italiano, e cedo facilmente. Promosso, proprio buono! Mi piace così tanto che al cileno non ci arriverò mai.

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Salto l’antipasto e vado direttamente al Main. La moglie opta per la pasta, io per lo Stroganoff. Buona la carne, ma quella dell’AUH-SYD vinceva su tutta la linea.

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Eccellente invece il banoffee pie, sinora il miglior dessert provato su EY

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Il servizio stavolta è stato rapido, ed il crew è stato veramente eccellente, gentile, sempre presente quando necessario e disponibile a richieste extra. A tutt’oggi il migliore dei voli EY provati. Quando stiamo per sorvolare Coober Pedy (un posto dove ci sono solo opali, ma che non so perché mi intriga molto) sono pronto a tentare di dormire.

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Miracolo, riesco! Pur con qualche interruzione mi faccio 5-6 ore abbondanti di sonno, miracoli della nuova poltrona!

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La cosa alienante di questo volo è che, andando verso ovest, è completamente notturno. 14 ore di volo senza vedere mai il sole (si parte di notte e si arriva che è notte) è veramente allucinante. Con un po’ di anticipo rispetto al previsto, e complice il fatto che sono uno dei pochi svegli in cabina, il crew mi propone di fare la colazione. Accetto e ci vado leggero, con frutta e succo di mela.

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Dopo pochi minuti l’AV mi ritorna con un incartamento impressionante dal cockpit, il CPT mi ha riempito di carte, un mito! Eccovi tutti i dati del volo, interessanti delle cose (alcune sono domande che pongo ai più esperti)
A SYD siamo partiti praticamente al MTOW e data (credo) la lunghezza della tratta, ci sono 2 CPT onboard. Ma perché si sale alla quota massima sempre e solo a fine viaggio?

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Il fuel imbarcato era il max, segno che eravamo prossimi al limite di autonomia del 346?

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Mi spiegate cosa vuol dire la pagina “critical point for fuel requirements”?

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Il “finres” sulla pagina dei dettagli del fuel cosa vuol dire? È quella a discrezione del comandante, tanto dibattuta ultimamente?

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La mappa delle perturbazioni era precisissima, abbiamo ballato solo dove segnato nella mappa

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La carta delle rotte dell’Oceano Indiano è una figata, ma impossibile da riportare in una foto unica (il foglio di 12 pagine si apriva a ventaglio)

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La colazione mi è stata servita troppo presto, dopo 2 ore ho di nuovo fame e chiedo croissant. Accontentato, anche se non erano il massimo

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Ci siamo quasi, finalmente il sorvolo oceanico è finito e si vede terra

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Finale verso AUH

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Arrivati!

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Il volo per MLE imbarca dal T1, per cui stavolta facciamo il percorso inverso dell’andata. 3h e 45 di connessione + volo arrivato in anticipo, siamo larghissimi

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Andiamo alla lounge EY del T1, sostanzialmente identica a quella del T3 anche se più piccola

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Mi prenoto per un altro massaggio, stavolta un più tradizionale “back support”. Decisamente meglio del precedente.
Doccia rigenerante, anche i bagni sono in scala 1:2 rispetto al T3, e neri invece che chiari. Per fortuna il mega-soffione c’è anche qui.

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Terza colazione della mattinata, non male considerando che ancora non albeggia.

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Nella lounge non solo non vengono annunciati i voli in imbarco, ma gli schermi proiettano solo una pagina di voli. Conclusione: noi ci muoviamo 30 mins prima dell’ETD quando il nostro volo ancora non compariva sui FIDS, ma scopriamo di essere in mega-ritardo, manchiamo in pochissimo ed il gate sta per chiudere. Veramente assurdo! Ad ogni modo il personale ci fa saltare la fila dei controlli di sicurezza ed in 3 minuti siamo al gate.
Curioso che al gate non ci sia alcuna indicazione che si stia imbarcando per MLE

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Voleremo su un 320-200

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Siamo in seconda fila, anche qui LF al 100% in J

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Standard kit

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Legroom molto generoso

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Stavolta mi chiedono se vogliamo acqua, soft drink o juices, per cui vado di coke.

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Il menu e la lista vini sono sostanzialmente una versione in scala 1:2 di quello del volo precedente

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Ma allora c’era lo champagne, perché non lo offrono all’imbarco??

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Ci muoviamo

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Il PTV è nel bracciolo, e l’E-Box è anch’esso una versione ridotta del fratello “maggiore”, anche se le cose per me importanti (movies, AS, cameras) ci sono tutte

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Via!

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Eccolo il Ferrariworld

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Non è proprio brevissimo neanche questo

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Deserto

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Forte della positiva esperienza dell’andata, riprovo l’antipasto arabico, ma con mia sorpresa mi cambiano la composizione. Stavolta è davvero immangiabile.

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Abbandoniamo le coste della penisola arabica, mentre io convinco la moglie a fare a cambio di antipasto. Questo è decisamente meglio

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Ecco i dettagli del volo. Anche qui una domanda: per quanto tempo abbiamo volato in ETOPS?

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Ottima invece la pasta, veramente al dente e dal sapore eccellente

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Anche il telecomando è piccolino

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Safety card

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Eccoci sopra le Maldive, che spettacolo di colori!

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Touchdown a MLE

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C’è anche lui

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Ritiro bagagli abbastanza rapido, ma subito dopo spiacevole sorpresa. Alle Maldive è tassativamente vietato introdurre alcolici, e le mie due belle bottiglie di rosso aussie che fine fanno? In dogana me le requisiscono lasciandomi un foglio che mi dovrebbe di riprenderle al momento della ripartenza (speriamo)!
All’uscita troviamo il personale del resort che ci conduce immediatamente al check-in dell’idrovolante. Qui l’excess baggage me lo beccano, e me lo fanno pagare. Mi va tutto sommato bene: 47 USD

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Lounge del resort in attesa dell’imbarco dell’idrovolante

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Seaplane terminal. La Maldivian Air Taxi ha 20 aerei ed è uno dei principali operatori di Twin-Otter “anfibi” del mondo

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I piloti vengono dall’Alaska (!) e sono scalzi, che vita!

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Safety card

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Ci muoviamo. Sea-traffic control tower

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Gas!

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Siamo in volo

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Malè, ci vivono 100k persone (che densità abitativa c’è??)

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FL

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Twin Otter story

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Resort ovunque

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Prima tappa dopo 20 mins di volo, noi scendiamo alla prossima

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Alcuni resort (come questo) non dispongono di un attracco per l’idrovolante, e di conseguenza hanno delle piattaforme ad un centinaio di metri dall’isola, dove il personale del resort viene a prendere via barca i turisti. O meglio, dovrebbe venire a prendere, visto che aspettiamo quasi 10 minuti prima che qualcuno si palesi.

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Ripartiamo, a bordo siamo rimasti solo noi
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Neanche 5 minuti e siamo arrivati, solo 31 ore dopo la partenza da Hamilton Island. Da un paradiso ad un altro comunque!
Attracchiamo a 3 metri di distanza dai sub

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Prossima parte OT Maldive + volo per AUH (arriverà tra qualche giorno visto che sono ancora qui)
 
Non si raggiunge subito il FL massimo previsto per questioni di peso: man mano che il volo procede si consuma carburante, quindi l'aereo pesa meno, quindi riesce a raggiungere quote più elevate. Spiegazione molto a spanne, ma spero renda l'idea :D
 
Ottima prosecuzione del TR.
Vedo con piacere che sei riuscito a volare con A6-EHF che è già dotato delle "nuove" Solstys EADS. Sono infinitamente migliori del modello precedente.
Buona continuazione del viaggio!
 
Wow, veramente tanta roba, ve la state spassando alla grande.
Ma....l'aceto azzurrino in spiaggia???
Aspettiamo il resto!
Ciao