[TR] De otium, o dell’arte di non lavorare.


Lancia Fulvia a Lusaka ! ma forse non era cosi strano come una Fiat in Japan dove le auto le sanno fare.
Quello che voglio dire eh che Scarab avra' pensato:
se l Avis mi avesse dato quella... :-)
 
Giorno 11. Sulla strada.

Se questo fosse il Giro, la tappa di oggi verrebbe definita come “di avvicinamento”. Un arrivo abbastanza “dietro la schiena di Dio”, ma ho dovuto fare dei cambi abbastanza in corsa.

Vedete, il mio obiettivo è la zona di Ainokura, dove già andai (ben accompagnato, c’era 8200 che non condivide la mia ciclomania e, soprattutto, non è stata licenziata) ma dove volevo assolutamente tornare.

Inizialmente pensavo a un tappone cosmico, un’odissea da 150km e 2500 metri di dislivello. Se non fosse che la strada-perno di tutto, la route 360, è chiusa.

Faccio piani forsennati, nella lounge dell’ostello, e rimedio quanto segue. Una tappa da 77km e 1000 metri per Hida-Osaka, e poi treno. Ma andiamo con ordine.

Mi sveglio alla Magome Furusato Gakkou che il sole fa capolino dopo due giorni bigi.

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Monto tutto e sono fuori per le 8. Ho un magone che non vi dico, adoro ‘sto posto. Se ci fosse anche una clientela non composta da tedeschi timidi e olandesi afoni sarebbe pure meglio.

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Prego di notare il boccino del miele comprato alla Coop di Biella.

Scendo a valle, e la giornata è perfetta per il cicloturismo:

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I dettagli sono meravigliosi.

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La prefettura di Gifu si sta spopolando a ritmi vertiginosi, tra emigrazioni e calo delle nascite, per cui appaiono sempre piú posti vuoti, come quello di cui sotto (more on that later). Sotto un certo punto di vista è comprensibile, l’over-investment giapponese in tutto è fuori di testa. Per fare un esempio a Magome (paese che contava 1000 anime se va bene) hanno costruito una scuola enorme per 5 classi, con palestra, e un campo da calcio con riflettori che lo stadio del Bukhara se li sogna.

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Parliamo di questo edificio che ho fotografato malamente. Si trattava, per quanto mi riesce di capire, di un negozio di liquori/bar/nightclub con annesso mini-osservatorio planetario. Perchè? Perchè no. Si vede che il fu proprietario, come me, venne portato in gita all’osservatorio in val d’Aosta dopocena, cena durante la quale buona parte di noi si ubriacò nella maniera piú invereconda possibile.

Andiamo oltre. La strada continua, tra saliscendi molto divertenti:

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Mi domandavo cosa potrebbe essere piú incredibile della Multipla di ieri; ecco una Giulietta spider (credo) sotto restauro.

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O questo splendido cazzabotto [cit. Dancrane]

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All’improvviso vedo garrire al vento il Tricolore. Mi fermo e ovviamente è un ristorante italiano, purtroppo chiuso.

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Ieri, al ritorno a Magome dal Nakasendo Trail, avevo aiutato l’attraversamento stradale da parte di un granchio fluviale. Buddha mi ha sorriso fino ad adesso, allorquando, con 25km dall’arrivo, il vento cambia e inizia a spirarmi contro. Spingo duro oltre Gero, cittadina termale in cui intravedo i primi turisti, e poi sento un profumo di caffè torrefatto che mi riporta all’infanzia. Lo seguo come un bracco, ignorando gli urli del Garmin che, ogni volta che esco di traccia, dà di matto, e arrivo qui:

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Purtroppo non posso portarmi dietro un kg di caffè, ma vado comunque a farmi un buon drip. Buddha, alla fin fine, non m’ha abbandonato.

La strada continua:

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E in meno di 4 ore sono a destinazione. Hida-Osaka, popolazione poca, ma simpatia tanta.

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Coadiuvato dal signore che gestisce la casa dove mi fermo elaboro un piano per domani, ma ne parleremo - appunto - tra 24 ore. Buonanotte.

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Io trovai una Panda a Nuuk ma la tua Multipla vince per distacco.

Alfa Romeo Arna: 1994, in quel di Longyearbyen (ho le prove fotografiche, ma dio solo sa dove è finita la scatola con la dia)

Lancia Fulvia a Lusaka ! ma forse non era cosi strano come una Fiat in Japan dove le auto le sanno fare.
Quello che voglio dire eh che Scarab avra' pensato:
se l Avis mi avesse dato quella... :-)

Comunque una Multipla in Giappone e' l'equivalente di un frigorifero al polo. Prova fotografica necessaria perche' altrimenti non ci avrebbe creduto nessuno.

Beh, secondo me vincerebbe chi riesce a trovare un’Alfa 33 all’estero. O una Uno Turbo intonsa.

Quell'ultima foto mi fa pensare a qualcosa del genere ... Qualcuno si ricorda di MS Train Simulator?

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Quasi!
 
Giorno 12. Type 2 fun.

Gli arrampicatori hanno un modo di dire per definire quelle giornate che, lì per lì, sono terribili ma che in retrospettiva sono buone: Type 2 fun.

Bene, oggi la giornata è stata completamente “Type 2”.

Ci ritroviamo a Hida-Osaka, ridente paesello appena dopo Gero. Arrivo in stazione prestissimo, pronto per salire a bordo del treno che, con un comodo cambio, mi porterà a Etchu-Yasou.

Le istruzioni per salire a bordo sono lette, fotografate e testé dimenticate.

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Nuovamente a smontare la bici nella Rinko bag. As useful as a chocolate teapot, come si dice nella perfida Albione.

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Ma ecco la littorina de loroartri. Ovviamente canno tutto, salendo dalla prima porta. Dentro ci sono almeno un centinaio di studenti in uniforme. Non vola una mosca. Fossimo in Italia, la littorina nipponica (Nittorina?) sarebbe già in fiamme.

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Comunque, ho cannato tutto e sono senza biglietto. Immagino il peggio ma, in realtà, dopo Takayama il treno si svuota e faccio il biglietto a bordo da un complice capotreno che parla anche un buon inglese. Trenitaliaaaaa…

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Arrivo a Inotani, e si deve scendere. Mi domando come mai non ci siano treni da Takayama a Toyama, ma a quanto pare la differenza sta nel fatto che a Inotani, un po’ come in quei ponti a Potsdam tipo Guerra fredda, c’è io passaggio di consegne tra JR Central e JR west. Scendiamo tutti e risaliamo di corsa, chè fuori piove.

Altro giro, altra Nittorina.

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Scendo dopo 4 fermate e inizia la tappa. Sarebbero solo 47km con 1,000 di dislivello, ma la pioggia, e il freddo, sono imponenti.

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Vado avanti rinchiuso nel mio guscio per 27km, ma poi devo fermarmi. A Nanto Toga trovo un negozio ricavato nel municipio, e gli impiegati mi mettono a disposizione la loro sala relax:

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Preso il caffè, cambiati i calzini, è ora di continuare. Il sole fa capolino:

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Ma poi torna a farla da padrone la pioggia, e rimarrà cosí fino all’arrivo a Gokayama.

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Domani, mi dicono, sarà meglio.

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Vorrei tornare brevemente sul tema Biella ed ho una domanda [mention]Scarab [/mention] : ma sei andato a salutare Toni?
Per il resto posso dire che mi fanno male le gambe e sento dolore in quel posto dovuto alla pressione eccessiva e continua sulle tuberosita’ ischiatiche. Il potere della suggestione di essere a ciclare teco.


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Giorno 13. Cicloturismo.

Mi sveglio e la giornata si preannuncia splendida, e ciò vuol dire solo una cosa: prendere la bici e andare a vedere i villaggi Gassho-Zukuri di questa zona, in particolar modo Suganuma e Gokayama.

Prendo il mezzo, che tra l’altro ha bisogno disperato di una pulita, e m’infilo in una Rindō road (una strada secondaria, di montagna) che bypassa uno dei tunnel. E dopo poco sono a Gokayama, dove già venni nel 2023.

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È presto e non c’è quasi nessuno in giro. Decido di salire al belvedere:

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E poi, da lí, inizio a girare un po’ a casaccio. Infilo un’altra Rindō che si rivela anche un mezzo gravel, dove trovo impronte (e sterco) di orso per strada. Continuo il percorso cantando ad alta voce una versione di Like a Rolling Stone di Bob Dylan così infima che sono sicuro che nessun orso vorrá avvicinarmi.

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E poi scendo a Suganuma:

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Anche qui, poca gente.

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Mangio un gelato soft-serve e faccio foto agli stagni coi carponi dentro:

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Continuo ad andare su e giú senza meta, scattando foto a cose che mi interessano, come gli onnipresenti messaggi sugli orsi.

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Oppure il mio velocipede:

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Arrivo a Gokayama e mi fermo a prendere un piatto di Soba. Mentre slurpo felice, con la bici di fianco, sento una coppia italiana che, vedendo il mezzo, si domanda ad alta voce da dove venga io. Tra una slurpata e l’altra rispondo “Da Biella!” e loro se la danno a gambe, giustamente.

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Ieri chiedevo di una Alfa 33. E gli dei mi hanno ascoltato, seppur parzialmente. A Gokayama villaggio trovo una 155 Quadrifoglio abbandonata.

Che mezzo, signori. Ricordo che il padre di Mimmo Calise a Biella ce l’aveva, lo veniva sempre a prendere a scuola quando non era ai domiciliari. Aveva il volante in legno, metteva sempre Tony Tammaro a stecca e se non ricordo male aveva il clacson bitonale.

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Altroche Stellantis.

La giornata volge al termine e torno in ostello per una cena in compagnia. Domani si riparte, e Kanazawa è quasi dietro l’angolo.

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Allegati

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Leggo e seguo con vivo interesse. Grazie per il tuo racconto.
Il Giappone riesce sempre ad incantare, anche tornando in luoghi già visitati in precedenza.
Ma anche Biella, grazie a te, adesso ha il suo perché.....
Fantastici i ritrovamenti automobilistici italiani.
Gambatte e in bocca al lupo per il tuo futuro lavorativo.
 
Giorno 14. Gemellaggi Vercelli/Giappone.

Seconda settimana on the road conclusa, e una tappa che ha bisogno di un po’ di spiegazioni.

Sono in dirittura d’arrivo, e manca poco al traguardo di Kanazawa. Teoricamente, da Ainokura sono a malapena 40km, ma… c’è un ma.

Tra Ainokura e Kanazawa ci sono due tunnel lunghi lunghi, e l’idea di spipparmi praticamente un terzo della strada sottoterra, a respirare gas di scarico, non mi sconquinfera. Le Rindō road a disposizione sembrano piú ciapà con le bombe [cit. quello che ora va piú solo al Four Seasons] di quella che ho fatto ieri, e sono veramente ripide.

Per cui prende piano un’idea: quella di andare a Kanazawa via Nanto. Seguirò la route 156, e poi piegherò nella piana di Toyama, dove 8200 ed io avevamo fatto quella splendida gita in treno nel 2023. La distanza inizia a farsi importante, per cui decido di spezzare il viaggio con una notte in una guesthouse abbastanza remota.

Sono triste ad andarmene da Ainokura, e mi mancheranno le conoscenze che ho fatto lì. Mentre mi preparo il bambino della coppia dei gestori, che ieri mi ha sorvegliato mentre pulivo la bici e cui ho dato una banana come regalo per avermi aiutato, arriva tutto compito e mi dà in regalo un caco.

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La bici è abbastanza in buon ordine, ma devo far vedere la pinza del freno posteriore che sta un po’ raschiando contro il rotore. Non è poi chissà che problema, ora come ora, ma mi è già capitato durante un giro sul Grappa.

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Parto salutando tutti i nuovi amici, e inizio la mia salita. La giornata è splendida, ma mi spiace veramente di andarmene. Stavo proprio bene qui e temo che la nuova guesthouse sarà un po’ un “downer”.

La strada inizia con salite abbastanza veloci, e poi diventa una delizia. Si costeggia il fiume, e gli ingegneri giapponesi hanno creato kilometri e kilometri di parapetti e tettoie anti-frana:

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Delle visuali molto industriali, molto béton-brut. Per non saper né leggere né scrivere metto su i Kraftwerk.

Alla fine, dopo giorni e giorni, sbuco in pianura. Di là c’e Toyama e, invisibile, il mare.

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Il gemellaggio con Vercelli è presto spiegato:

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A differenza della bassa piemontese, però, questa zona non mi riempie di tristezza cosmica. Le case sono veramente belline (anche se so, essendoci stato dentro, quanto siano fredde). Ci sono templi qua e là, e veramente poco traffico. Il meteo, poi, è da maglietta. Incredibile che sia il 30 di ottobre.

Mi fermo in un paesello per pranzo. 1000 yen per questo ben di Dio:

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Poi il tempo di un’ultima salita, e sono arrivato alla guesthouse:

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Come immaginavo, la clientela è scarsa: ci sono io e un kazako praticamente afono. Provo nostalgia per il mio vecchio ostello, e ho voglia di arrivare a Kanazawa, ma ogni cosa a suo tempo. Ora è il momento di tirare fuori le sacche, trovare dove andare a prendere da mangiare, e fare un giretto. Sono vicino a un laghetto che sta venendo riqualificato, e l’aria pullula di libellule, che in piemontese si chiamano pista pistun. Vederle mi mette sempre di buon’umore.

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Lungo la strada per la guesthouse trovo questo bunker. Il segno di fianco dice che, negli anni 20/30, questa zona era un poligono di tiro. Ovviamente zero menzioni di cosa è successo dopo…

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Ebbomme. Mi faccio un upgrade a una stanza privata (£25 in piú!) e stasera mi godo un bagno.

Buonanotte e a domani per l’ultima tappa verso Kanazawa.

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Vorrei tornare brevemente sul tema Biella ed ho una domanda [mention]Scarab [/mention] : ma sei andato a salutare Toni?
Per il resto posso dire che mi fanno male le gambe e sento dolore in quel posto dovuto alla pressione eccessiva e continua sulle tuberosita’ ischiatiche. Il potere della suggestione di essere a ciclare teco.


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Purtroppo niente Tony, e la cosa mi pesa. Dovevo andarci lunedi in pausa pranzo, ma grazie a Merdantis… niente.

Per la zona ischiatica, il consiglio è di andare col bib in quella che si chiamava una volta “pelle di daino” e che ora è in sintetico, piú abbondanti libagioni di crema anti-chafing. E quando dico abbondanti, dico A CAZZUOLATE.

Gran TR ma col Nihon ti piace vincere facile, Scarab-san!

Arigatou gosaimas!

Leggo e seguo con vivo interesse. Grazie per il tuo racconto.
Il Giappone riesce sempre ad incantare, anche tornando in luoghi già visitati in precedenza.
Ma anche Biella, grazie a te, adesso ha il suo perché.....
Fantastici i ritrovamenti automobilistici italiani.
Gambatte e in bocca al lupo per il tuo futuro lavorativo.

Grazie a te per leggere :)

Foto fantastiche!

Grazie!
 
Ma la domanda che mi pongo e': Hai un zaino, nel quale riponi tutto quello che ti serve per il viaggio, o sta tutto nella sacca sotto la sella della bici?

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Tutto qui. Ho uno zainetto Osprey Duro 1.5 in cui tengo documenti e cianfrusaglie varie, piú le tasche del jersey e del bib in cui mettere cose come monete, cibo, guanti e roba simile, ma altrimenti tutto sta nelle 3 sacche che si vedono qua: handlebar, frame e under-seat.
 
La cosa che più di invidio di questo viaggio incredibile è la possibilità di vedere, anzi vivere in prima persona, un Giappone rurale molto distante da ciò che trovi nelle classiche mete turistiche.
Possibilità di trovare qualcuno che parli inglese da quelle parti, prossime a zero, ma in compenso autenticità e meraviglia a secchiate.