Re: [TR] Cronache di un lungo viaggio: Stati Uniti coast-to-coast
_______________________________________________
CAPITOLO IV
_______________________________________________
Ed eccoci finalmente giunti all'ultimo capitolo di questo lungo racconto, dove si conclude quest'altrettanto lungo viaggio che ci ha portato a percorrere idealmente e fisicamente le migliaia di miglia che dividono le due coste di questo enorme Paese.
Tappa finale e in parte mèta del nostro viaggio è San Diego, la c.d. "ultima città degli Stati Uniti" posta direttamente al confine con il glorioso Messico.
Questa è in parte anche la nostra mèta dal momento che qui ho avuto la fortuna di vivere tempo fa, assieme al mio amico, e dunque era anche per tornare a rivedere questi posti, respirare questa aria da west coast in infradito e shorts, e per rivedere i tanti ottimi amici che ci siamo riusciti a fare, che ci siamo presi la briga e di certo il gusto di muovere il sedere dalla sedia e ricominciare a viaggiare.
E poi oh, questo posto, è semplicemente un paradiso in terra.
Parliamo di una città molto ricca, dove il meteo è clemente per quasi tutto l'arco dell'anno, nello Stato tra i più avanzati culturalmente ed economicamente del Paese, estremamente rilassata ed informale, con una morfologia interessantissima, un pizzico di storia che se per noi è scontata qui non lo è affatto, il dinamismo che solo i posti di confine hanno, una cucina di gran lunga sopra la media americana, servizi di alto livello, paesaggi magnifici a sole poche ore di macchina e, ladies and gentlemen, una strisciante idolatria nei confronti del maschio italiano, circa la quale non mi sono mai riuscito a dare una ragionevole spiegazione ma, ehi!, quando sei ospite in un paese straniero ti devi adeguare alle loro regole.
Ah, e ci stanno qualcosa come 500 micro-birrifici artigianali che ne fanno l'indiscussa capitale americana della birra.
Io adoro la birra.
Le prime settimane in cui ho vissuto da queste parti, parlando con la gente che mi capitava di incontrare, veniva sempre fuori la fatidica domanda "do you like San Diego?", alla quale in prima battuta rispondevo sempre con un "yes, it's nice".
Sentire appellare la loro città con un umile "nice" ha aperto più volte (e non sto esagerando) delle discussioni anche accese, che vedevano da una parte me sostenere le tesi del viaggiatore abituato ai ricchissimi paesaggi urbani europei, e dall'altra loro che non riuscivano a capacitarsi come non mi riferissi alla "America's finest city" come il posto più simile alla bellezza del divino.
Col tempo, però, sono riuscito a darmi una spiegazione.
Dal canto mio, e per "mio" intendo italiano/europeo, questo posto non può essere apprezzato a pieno senza un periodo più o meno lungo di permanenza: sono infatti le piccole ma continue gioie che questo posto ti regala a costruirne una fama per niente immeritata, mentre un turista di passaggio, non integrato nel tessuto sociale e alla ricerca delle sole mete da guida Lonely Planet, potrebbe financo rimanerne deluso.
Dal canto loro, invece, e cioè per gli americani, questo posto è un paradiso semplicemente perchè levati altri 4-5 esempi, le città americane fanno mediamente schifo. Sono posti brutti (sempre per i nostri canoni estetici), senza storia, talmente ordinati da causare alla lunga un encefalogramma piatto e noiosi. E questa cosa l'ho capita andando a Richmond o a Memphis, e immaginando come dovesse apparire agli occhi di chi vive lì un posto come San Diego.
Nulla di strano dunque, e nulla di strano se qui non si trova uno straccio di lavoro a causa di una domanda di gran lunga superiore all'oferta, figuriamoci poi se si devono mettere a sponsorizzarti il visto.
'tacci vostra.
Toh! Un altro preambolo infinito!
Torniamo a noi, dai...
Da qui ho già fatto un TR, e dunque tenterò di andare veloce caricando giusto qualche foto.
Paesaggio tipico locale.
Omaggio al comandante che viene da lontano.
Balboa Park.
L'approccio a SAN, e la vista sull'aeroporto.
Le case sono tutte di legno, dunque ogni tanto tocca disinfestare (chi è fan di Breaking Bad?)
Ma l'altro plus non indifferente di San Diego, è che è un attimo che puoi attravrsare il confine e andartene a Tijuana.
L'international border è un mondo a parte, e con delle dinamiche che lo rendono completamente autosufficiente.
Entrare in Messico dagli USA è solitamente molto veloce, e i controlli sono praticamente inesistenti. Quando invece è dal Messico che si ritorna negli States, la musica cambia completamente, ed è come fare l'immigration negli aeroporti ma con qualche attenzione in più. Avere un passaporto europeo e una faccia presentabile, però, ti mette generalmente al riparo da noie e lungaggini.
Ma non dalla coda: in macchina mi è capitato a volte di restare in fila per diverse ore, mentre a piedi, grazie anche al numero verde che ti avverte della fila che troverai, me la sono sempre cavata con poco.
A sinistra la fila dei veicoli, a destra quella pedonale (siamo dal lato messicano, ovviamente)
Un dettaglio della fila pedonale.
Queste invece le entrate dal lato USA.
Subito dopo le quali, si passa improvvisamente da questo paesaggio...
...a questo.
Da wiki una immagine che rende l'idea più di mille parole.
Ma personalmente, pur di gioire di questo nettare degli dei a base di cilantro e avocado, sono disposto davvero a tutto.
Insomma signori: questo è il mare, dunque il coast to coast è finito.
S'è fatta purtroppo ora di tornare a casa. Saluto il mio amico che triste almeno quanto me se ne torna a Madrid, e me ne vado.
L'itinerario di quest'oggi prevede un SAN-LAX-CDG-FCO, mentre giù nelle Calabrie si tornerà solo dopo un breve stop a Roma per riprendere il fiato.
Il Commuter Terminal del Lindbergh Field di San Diego, destinato esclusivamente ai voli per LAX e SFO.
Come per l'andata, anche adesso mi dirigo verso il check-in Delta, dato che non l'ho effettuato online.
Facendo bene
-
Buongiorno
- "Dai su, dammi sta cattiva notizia"
-
Scusi???
- "Dico, qual è il problema a sto giro?"
-
Tutto bene signore?? - Uno sguardo al tipo della sicurezza in fondo alla sala...
- "Certo, tutto bene, perchè?"
-
Guardi che, negli apt USA, di senso dell'umorismo ne abbiamo niente
- "Ok ok. Ricominciamo d'accapo. Buongiorno!"
-
Buongiorno a lei! Dove vola quest'oggi?
- "A LAX e poi CDG e FCO"
-
Ah, che bella l'Europa, ci sono stato in viaggio di nozze!
- "Maddai! Sono contento!"
-
E senta, potrei vedere anche il suo passaporto?
- "Ah certo! Che sbadato... Ecco a lei"
-
...
- "...?"
-
C'è un problema, signore...
- "Ma allora lo vedi che c'avevo ragione io?!?!?!?!"
-
Scusi?
- "Niente, niente... Vai avanti, qual è il problema?"
-
Il problema è che la sua prenotazione era per l'aereo partito 6 ore fa
- "Vabò e che je fà!! Prendo quello di adesso, no?"
-
E certo, e che je fa?
- "Ma me stai a cojonà?"
-
Non lo so, te che dici?
- "Ma mo com'è che parli romano?"
-
E' perchè Alitalia Fan dice che je dovevi fa la citazione nel TR
- "E quindi?"
-
E quindi così sarebbe annata 'a conversazione se ar posto mio ce stava lui
- "Devo partìììì!!!!!"
-
Ah sì, giusto. Allora, non trovo la sua prenotazione
- "E fin qua ci siamo"
-
Chiamo il mio superiore
- "Chiama"
[10 minuti buoni. Non ne vengono a capo]
- "Senta, mi perdoni"
-
Dica
- "Che itinerario vede?"
-
SAN-FCO via ATL
- "Con?"
-
Tutto Delta
- "Ok. Può controllare se ho qualche prenotazione con AF"
-
...
- "Che t'avevo detto?"
-
Ah ragione signore: ha una seconda prenotazione con AF
- "Mi stampa la carta d'imbarco e me ne vado?"
-
Si
- "Me la stampa fino a FCO?"
-
Certamente
- "Davvero????"
-
Certo!
- "Grande!"
-
Ecco a lei. Le auguro un buon volo
Sinceramente, io non lo so qual è il mio problema.
Ad ogni modo il peggio sembra essere passato. Controlli e in un attimo sono qua.
Il tempo che i pax appena arrivati sbarchino.
E imbarchiamo.
Mi viene assegnato d'ufficio il posto all'uscita di emergenza.
Spaccando il minuto, sblocchiamo...
...e decolliamo.
Mission Bay.
Il promontorio de La Jolla, ovvero uno dei posti più ricchi di tutti gli Stati Uniti.
E via sul mare perdendo la visuale con la costa.
SAN-LAX dura un'inezia, e perdiamo quasi più tempo in fila per atterrare che di volo effettivo.
Ovviamente nessun servizio. Forse qualcosa in J, ma nemmeno ne sono sicuro.
Nemmeno il tempo di annoiarti che hai già la costa in vista. Però si atterra da terra.
San Diego ha un'orografia estremamente variegata, piena di canyon e altopiani.
Los Angeles no. Los Angeles è nient'altro che un'immane spianata di case.
Dannazione l'ho tagliato per un pelo, sennò veniva pure una bella foto!
27 minuti effettivi di volo.
Ma questo non è il 767 privato di Abramovich?
787
Her Majesty
Arrivo a LAX.
Ho circa 2 ore di relax prima del volo per CDG col 380.
Povero illuso che non sono altro.
Scendo dall'aereo e vado a controllare agli schermi dove devo andare.
Il mio volo è portato in orario, e l'indicazione del gate recita "TB".
Che chiaramente significherà qualcosa come "to be annoinced", dico io.
Ovviamente no.
"TB" significa "Tom Bradley", e cioè un altro Terminal separato da quello dove arrivo io. E questa cosa la scopro solamente perchè, in un raro momento di lucidità, mi ricordo della sfiga che sto avendo ultimamente negli aeroporti e chiedo a qualche addetto.
E non è che devo prendere un tapis roulant, un trenino o una navetta. No, devo proprio uscire e farmela a piedi.
Eccolo qua.
Volete un carrello?
Al check-in del mio volo c'è una coda maestosa, ovvero composta da tutta la gente che può caricare un 380 praticamente al completo.
Ma tanto io ho la carta d'imbarco! Tiè!!!!
Vado direttamente ai controlli di sicurezza.
-
Sorry sir, you need to reprint your bording pass
- "Eh?!?!"
-
Sorry sir, you need to reprint your bording pass
- "Ma questa E' la mia carta d'imbarco!"
-
Sorry sir, you need to reprint your bording pass
- "Guardi, ci deve essere un equivoco: me l'hanno stampata a SAN, da dove vengo"
-
Sorry sir, you need to reprint your bording pass
- "Ma la possiamo avere una forma di comunicazione iterattiva?"
-
That's no good boarding pass
- "E quindi?"
-
Sorry sir, you need to reprint your bording pass
Non so voi al posto mio, ma io mi sto cominciando a divertire!
La fila chilometrica di cui sopra, si può ora vantare di annoverarmi.
A quanto pare, la carta d'imbarco che ti stampano a SAN non ha alcuna valenza, e a LAX ti devono ristampare la propria.
Come siano riusciti a conquistare mezzo mondo, da un punto di vista economico, militare e culturale, rimane per me uno dei più grandi misteri della storia contemporanea.
FIDS
Dopo circa un'ora arriva finalmente (nel senso che sono proprio alla fine della coda) il mio turno.
Ora voi mi dovete credere: io sicuramente ci metto del mio nella scelta dello stile con cui raccontare la storia, ma vi assicuro che tutte le cose che ho scritto finora e che scriverò innanzi sono veramente accadute.
-
Buongiorno Signore! Posso avere per favore la carta d'imbarco che le hanno dato a SAN?
- "Certamente, signorina!"
-
Posso avere anche la ricevuta del bagaglio imbarcato?
- "Non ho imbarcato nessun bagaglio"
-
...
- "..."
-
C'è un problema
- "Ohhh c'mon!!!!!!!!!"
-
Qui mi dice che lei ha imbarcato un bagaglio a SAN
- "Il mio unico bagaglio è questo davanti a lei: un bagaglio a mano"
-
E quello che ha imbarcato a SAN?
- "Non ho imbarcato nessun bagalio a SAN"
-
Ma qui mi dice che lei ha imbarcato un bagalio a SAN
- "Ma io non l'ho fatto"
-
Ma il computer mi dice il contrario
- "Mi avvalgo della facoltà di non rispondere"
-
Sorry??
- "Come possiamo uscire da questa che è chiaramente una candid camera?"
-
Vado a chiamare il mio supervisore
[20 minuti di orologio ad attendere al banco]
[La signorina di cui sopra torna con la sua collega più alta in grado]
-
Manca la ricevuta del suo bagaglio
- "Non ho imbarcato nessun bagaglio"
-
Io qui ho un bagaglio a suo nome
- "E se insiste sarò felicissimo di ritirarlo a Roma. Ma non è mio"
-
Sì ma quindi di chi è questo bagaglio?
- "E se questo bagaglio in realtà non esistesse?"
-
Lei è sicuro di non avere imbarcato il suo bagaglio a SAN?
- "Sì, abbastanza"
-
Non so sinceramente come si possa risolvere questa situazione
- "Quindi?"
-
Chiamo il mio supervisore
- "Ma non è lei il supervisore?"
-
Intendo il supervisore dei supervisori
- "Chiaro..."
- (Superv.)
Manca la ricevuta del bagaglio del signore
- (Superv. ++)
Fatevela dare dal signore
- (Superv.)
Il signore dice che non ha imbarcato alcun bagaglio
- (Superv. ++)
Il signore si sbaglia
- "Ehiii!!! Sono qui!!! Vi sento!!! E parlo pure la vostra lingua!!!"
- (Superv.)
Scusi signore, stiamo cercando di risolvere un problema
- (Superv. ++)
Chiama ****
- (Superv. +++)
Ehi, che succede qui?
[gli spiegano il problema]
- (Superv. +++)
E allora? Cancellate il bagaglio dal sistema
- "No dai, non può essere così semplice!!!! Non ci credo!!!!"
- (Superv.; Superv. ++; Superv. +++)
Ci lasci lavorare per favore!!!! - Mi rimbrottano all'unisono
E invece cancellano il bagaglio dal sistema, mi stampano la carta d'imbarco, si scusano e chiudono tutto, visto anche che sono di gran lunga l'ultimo passeggero. In ritardissimo.
Cerco in qualche modo di saltare un po' di gente in fila ai controlli di sicurezza, corro agile e slanciato, mi fermo con la milza a pezzi dopo uno sputo di metri, e strisciandomi in maniera indecorosa arrivo qua.
Finalmente mi riasso un po'.
Ho il posto 30qualcosa "E", un bel posto corridoio così sto bello com....
3+4+3
Dunque ABC+D
EFG+etc...
Non sto al corridoio.
Sto in mezzo.
E me lo sono pure preassegnato da solo!!
Ma per una volta una botta di lato B capita anche al sottoscritto: questo 380 in servizio tra LAX e CDG oggi volerà con un riempimento in Y pari al 99,99% (meno male, così nessuno si farà male).
Insomma c'è solo un posto libero.
Insomma quel posto libero è il 30qualcosa "D".
Insomma mi ci siedo io e non solo sto al corridoio, ma c'ho pure il posto accanto vuoto.
Possiamo partire, grazie.
Prendiamo nota e...
..airborne.
Vi ricordate tutto il papello che vi ho fatto all'andata sulle sensazioni strane che si provano al decollo col 380?
Ecco, uguale identico anche stavolta: strilla, urletti e imprecazioni.
Ma quasi tutte in francese.
Uhmmm... il cerchio si si restringe...
E sentite, vi ricordate anche di quando vi dicevo di come in aereo io proprio non ce la faccio a chiudere occhio?
Ecco, tiro una legnata colossale e mi risveglio che siamo qui:
Non faccio nè cena nè colazione. Spettacolo.
Ma non pago di ciò, mi riaddormento subitaneo e mi risveglio con gli avvisi di tirare su lo schienale, ché siamo qui:
Avvicinamento in derapata.
Ci siamo quasi e...............
............booooooooooooom!!!!!!!!!!!!!!!!!
Tiriamo una botta micidiale come mai mi è capitato di sentire su un aereo, di quelle che se ti capitano in macchina ti fermi e scendi a vedere se hai ancora il semiasse.
Il capocabina che subito dà l'annuncio di benvenuto a Parigi, infatti, esordisce con un eloquente e francesissimo "ahi ahi ahi!!".
Spero di rendere l'idea.
Sono le ore boh. Per il mio corpo invece le:
Ci entra per un pelo.
Troviamo parcheggio.
E anche questa è andata.
Una macchina stupenda. Brutta come la fame, ma stupenda.
Mi dirigo verso la mia connessione per Roma, questa volta fortunatamente senza intoppo alcuno.
Sulla strada trovo anzi un utilissimo gabbiotto di vetro adibito a sala fumatori. Un gesto davvero molto apprezzato. Me ne fumo 3.
I controlli di sicurezza, invece, mi fanno perdere un bel po' di tempo, che unito alla connessione stretta e alle sigarette fanno in modo che mi ritrovi subito qua ad imbarco già iniziato:
E via di nuovo. Esclusa la sigaretta non c'è stato praticamente alcun tempo morto. Sembrava mi stessero aspettando per partire.
Entriamo in una coltre di nubi che rende il viaggio bello movimentato. O almeno così mi è sembrato di percepire tra una dormita e l'altra.
Ne usciamo qua, già in territorio italiano:
Copriti sporcacciona, che si vede tutto!
Sarà che sono imbambolato nonostante la dormita - che è stata lunga ma per niente riposante - sarà che forse qualche lavoro l'hanno fatto, sarà che non c'era praticamente nessuno, tant'è che per la prima volta uscire da FCO non mi ha fatto poi troppo schifo.
Immarcescibile trenino.
Un mese e più passato fuori dall'Italia, lontano da casa, riesce sempre a farsi sentire, anche se essendo ultimamente in quella fase repulsiva nei confronti del mio Paese la cosa quasi mi fa piacere.
Abbandonare per qualche giorno le cose che ami di più fa però sempre il suo effetto, soprattutto quando entri nell'ottica per cui, in prospettiva, a casa tua potresti finire per non tornarci più.
Questo tipo di pensieri è certamente un po' triste, ma ha un grande pro, e cioè il costringerti a focalizzarti su ciò che davvero più conta per te, su quello che davvero per nessuna ragione al mondo vorresti lasciarti alle spalle, quello che, ovunque tu vada, vorresti sempre portare con te.
Non credo ce ne fosse particolarmente bisogno, perchè già tante sono state le volte che ho fatto il fagotto e me ne sono andato via. Ma allora come oggi, nella mia mente e nei miei ricordi non c'è altro che lei.
Non ti lascerò mai per nessuna ragione al mondo!
Vabè dai, facciamo i seri.
L'itinerario acquistato con AF originava da SUF per terminare a FCO, sia perchè così facendo ho risparmiato non so quanti ma di sicuro tanti soldi (tecnicamente è un open jaw), e sia perchè non avendo troppa fretta volevo lasciarmi libero di fermarmi qualche giorno a Roma per incontrare i tanti amici.
Una volta decise le date del rientro ho quindi cercato il biglietto, che sotto data e con AZ è venuto a costarmi una cifra ridicola. Mo che ci penso, anzi, mi sa che nel primo capitolo ho scritto che avrei volato FR, e invece no, mi sono confuso.
Ryanair era certamente un'opzione, ma a parità di prezzo volo AZ.
Stazione Tuscolana di prima mattina.
Dentro la linea FR1 che porta all'aeroporto della Capitale di un Paese del G8 si viaggia in questo stato. Alla modica cifra di 8 euro o/w.
E intendiamoci: Trenitalia, anche e per colpa delle singole Regioni, non ha mai posto al vertice delle sue priorità il trasporto locale, e molte colpe sono certamente sue. Ma a mio avviso al banco degli imputati dovrebbero comparire innanzitutto gli animali che riducono in questo stato i treni, con i pennarelli ma soprattutto con gli acidi, nei confronti dei quali ho in mente delle cure medievali (per chi coglie la citazione).
Zero lungaggini e stiamo già imbarcando. E' uno dei primi voli del lunedì mattina, dunque c'è sempre qualche pax VIP. Oggi si vola con i vertici della Commissione antimafia, che scendono al sud a testimoniare la costante presenza di uno Stato che si costerna, s'indigna, s'impegna e poi getta la spugna con gran dignità.
Certo che se questa compagnia fallisse, a me dispiacerebbe.
Questa la carico giusto perchè testimonia del 320 di Riace, a sinistra.
E via. Sinceramente ho perso il conto.
Se la tratta sud-nord è sempre molto affascinante, regalando una superba vista sulla costa tirrenica, quella nord-sud è abbastanza insignificante, in quanto molto più occidentale e quindi sul mare. Soprattutto se sei seduto a destra come me, quindi, fino a poco prima dell'atterraggio c'è ben poco da vedere.
Poi oggi c'è pure brutto tempo, altrimenti quella cosa scura che si vede laggiù, cioè Stromboli, si vedrebbe pure meglio assieme al resto delle Eolie.
L'architettura dell'aerostazione di Lamezia non mi ha mai fatto impazzire, però bisogna riconoscere come sia molto particolare e a modo suo interessante.
Sono prolisso più che altro nei prologhi, mentre negli epiloghi vado più veloce.
Mi congedo quindi da voi tutti con un semplice "E qui si conclude questo lungo lungo viaggio", aggiungendo solamente come altro non voglio che partire di nuovo, e altro non spero che anche voi facciate altrettanto.
Tanti cari saluti a tutti.
Quick link al Capitolo I
Quick link al Capitolo II
Quick link al Capitolo III