Su Dedalonews il punto:
Dal 2014 Alitalia avrà anche gli A350. Ultime bordate di AP Holding in vista della decisione di domani (oggi ndr).
Da un lato una proposta rinunciataria che distruggerebbe un’azienda. Dall’altra, la «creazione di una nuova bella azienda». È in questi termini che l’a.d. di IntesaSan Paolo Corrado Passera descrive la contrapposizione reale tra le vedute industriali di Air France-KLM e AP Holding su Alitalia in una conferenza stampa convocata all’improvviso per l’ultimo tentativo di spiegare perché guardare al valore futuro piuttosto che al prezzo attuale. Che, per la cronaca, vede Air One offrire un centesimo ad azione contro i 35 di Air France.
A meno di ulteriori rinvii, la decisione dovrebbe essere presa domani da un cda Alitalia il cui presidente Maurizio Prato ha già detto che il piano di Jean-Cyril Spinetta è la prosecuzione del proprio. Una posizione allineata, secondo molti, a quella dello stesso Romano Prodi, ma che negli ultimi giorni ha perso molti consensi anche grazie all’offensiva politico-relazionale sferrata da Carlo Toto e dai suoi alleati.
«Faremo in modo che dal mondo all’Italia e dall’Italia al mondo si possa andare con una compagnia italiana», spiega in apertura Toto, proclamando di voler «dare al paese quel sistema di trasporto aereo di cui ha bisogno». La prospettiva non è diversa dalla settimana scorsa: fare di Alitalia - che viene spesso chiamata la "nuova Alitalia" o la "grande Alitalia" - il quarto vettore indipendente europeo. Confermata anche l’idea del polo manutentivo di eccellenza con prospettive dal Portogallo al Medio Oriente. Gli investimenti sono però saliti da quattro a cinque miliardi di euro. La compagnia non uscirebbe da Skyteam, alla quale è legata - ma anche protetta - da un contratto fino al 2011. Questo permette di operare sin d’ora all’interno dell’alleanza senza dover effettuare scelte «con il cappello in mano».
«Contiamo di riportare indietro metà, o forse più, di quei signori italiani che oggi viaggiano dall’estero». Per Toto i fondamentali di mercato, personale, aerei, finanza e management ci sarebbero tutti e consentirebbero di raggiungere realisticamente una quota di mercato domestico del 64%, inferiore a quella che Air France detiene a casa propria ma più alta di quella di Lufthansa o SAS. La compagnia opererebbe su sei basi - oltre alle solite Roma e Milano, anche Torino, Venezia, Napoli e Catania - in grado di offrire voli diretti serviti da aerei ed equipaggi basati localmente, ma anche manutenzione di linea tramite Alitalia Servizi. «Non costringeremo più i signori clienti Alitalia a passare dal punto C per andare da A a B.»
Per Passera «Non c’è dubbio che l’azienda andrà fortemente ristrutturata, ma è inutile fare la gara a chi ristruttura meno.» «Non ci vorrà molto a riportare Alitalia in bonis: pareggio nel 2009 e utile nel 2010», dice Toto.
Uno dei punti chiave del programma è il rinnovamento della flotta, presentato da Riccardo Monti di Boston Consulting. Nell’arco di piano dal 2008 al 2012 dovrebbero entrare in flotta 116 nuovi aerei ed uscirne 131. Il saldo negativo di 15 macchine sarebbe dovuto al taglio di ben 30 macchine di medio raggio dovuto all’integrazione delle due reti ma verrebbe compensato in termini qualitativi dall’aumento di 16 macchine a lungo raggio. Una macchina in meno per il settore regionale. Su base annuale il 2008 vedrebbe un saldo negativo di 11 macchine, il 2009 di sette ed il 2010 di due, mentre il 2011 salirebbe di cinque ed il 2012 sarebbe stabile. Al centro del rinnovamento innanzi tutto la sostituzione delle flotte MD80 di Alitalia e 737 di Air One con la famiglia A320 per un totale di 90 macchine. A chi faceva notare come il sito Airbus parli a tutt’oggi di 40 A320 ordinati di cui 10 consegnati, Toto ha ribadito che si tratta di ordini già firmati e di pagamenti già effettuati. Il presidente di Air One ha inoltre aggiunto che per il lungo raggio giungeranno 20 A330 - compresi, sembra di capire, i due già noleggiati presso ILFC per Air One - e dal 2014 persino gli A350 XWB.