anzi quest'articolo è di borsa.it e mi piace di più, oltre a riportare motivazioni non molto dissimili da quelle che han visto deserta la gara per az: la politica non piace al mercato
21/12/2005 20:52 - SEA:OFFRE SOLO GOLDMAN,COMUNE ALLUNGA GARA A 31 GENNAIO
(ANSA) - MILANO, 21 DIC - E' arrivata una sola offerta oggi a palazzo Marino per la privatizzazione del 33% di Sea, la societa' che gestisce gli aeroporti milanesi. A farsi avanti con una proposta non vincolante e quindi irricevibile, e' stata la Goldman Sachs , a fronte di ben 4 manifestazioni d'interesse presentate lo scorso novembre da Baa, Hochtief e Babcock & Brown. Di fronte al nulla di fatto il Comune ha dunque deciso di allungare i tempi della gara, facendoli slittare al 31 gennaio 2006. Alla nuova procedura Palazzo Marini, invitera' non solo la Goldman che oggi e' stata l'unica a farsi avanti, ma tutti i ''soggetti ammessi alla gara appena conclusa''. L'offerta della banca d'affari, giunta oggi in extremis a soli due minuti dalla chiusura, era in realta' sottoscritta dalla controllata lussemburghese Airport Investment, che ha messo sul piatto 630 milioni di euro, poco piu' della base d'asta fissata in base ad una apposita perizia di Mediobanca. La societa', pur rilevando la ''localizzazione geografica strategica e la primaria importanza degli aeroporti milanesi'', la ''solida struttura sociale e finanziaria'' e la ''stabile generazione di flussi di cassa'' di Sea, ha pero' precisato di non poter presentare ''una offerta vincolante''. La busta sigillata, inoltre, conteneva le lettere di presentazione di 3 banche (Mcc, Caixa e Dexia) disponibili ad affiancare Goldman Sachs, redatte in lingua inglese, contravvenendo cosi' alle richieste di Palazzo Marino di ricevere solo documenti in italiano. All'appello, poi, sono mancate la fideiussione bancaria, la sottoscrizione del patto parasociale e del contratto di acquisto. Immediata la reazione dell'assessore al traffico Giorgio Goggi, unico rappresentante della giunta in sala, il quale ha spiegato che Palazzo Marino ''valutera' la situazione'' riservandosi di ''decidere quali passi compiere per non considerare chiusa la gara''. ''Non e' vero che stavamo svendendo Sea - ha puntualizzato - perche' dei quattro soggetti che avevano manifestato il proprio interesse tre non hanno presentato l'offerta e uno solo ha presentato una offerta condizionata e quindi non accettabile''. ''Su tutti e quattro i soggetti - ha proseguito l'assessore - ha pesato la ristrettezza dei tempi''. Riguardo all'interesse dei partecipanti alla due diligence ''tutti sembravano molto interessati''. Secondo Goggi hanno quindi prevalso i ''problemi tecnici con le banche dati dalla difficolta' di ottenere una fideiussione sotto Natale''. L'altro problema identificato dall'assessore riguarda la ''governance, perche' chi compera vuole avere la possibilita' di partecipare in modo piu' consistente'', come dimostrato dalle varie correzioni apposte da Goldman Sachs al testo dell'accordo parasociale allegato alla cessione del 33% di Sea. Un ulteriore ostacolo, poi, secondo Goggi, e' stato ''il decreto sui requisiti di sistema approvato dal governo che ha ridotto l'interesse economico su Sea''. Visto l'insuccesso della gara e' rispuntata l'ipotesi della quotazione di Sea in Borsa, caldeggiata tra gli altri dal segretario regionale della Fit Cisl Dario Balotta, che la considera come la ''via maestra''. Una ipotesi su cui Goggi ha comunque frenato perche' ''richiederebbe una nuova delibera in consiglio comunale e tempi adeguati''. Intanto, sul fronte aeroportuale, si sono registrati nuovi movimenti per quanto riguarda Gemina, la holding che controlla gli Aeroporti di Roma. Secondo fonti finanziarie, oltre al gruppo Ligresti, anche Generali e il gruppo Fassina stanno valutando infatti di arrotondare le loro partecipazioni, proprio alla vigilia della riunione del patto di sindacato che dovra' sancire l'uscita di Italmobiliare, Pirelli ed Edison. Queste ultime hanno gia' siglato con Miotir (ora Infrastrutture e Sviluppo), passata sotto il controllo di Clessidra e dei Benetton, accordi per la cessione delle quote, pari rispettivamente al 4,37%, all'1,73% e allo 0,93% per un totale poco superiore al 7%. Fondiaria-Sai, oggi al 3%, ha gia' fatto sapere agli altri azionisti di essere pronta a incrementare la propria presenza anche oltre quanto le spetta pro-quota, mentre Generali (oggi al 2,31%) e Fassina Partecipazioni (all'1%), sarebbero interessate a esercitare il diritto di rilevare pro-quota il pacchetto indirizzato verso Infrastrutture e Sviluppo. (ANSA).