Ryanair, il ceo O’Leary: «In Europa presto falliranno altre compagnie. EasyJet verrà smembrata, Wizz Air non ha futuro
di Leonard BerberiParla il ceo della principale low cost europea: a Roma toglie un aereo perché «Fiumicino costa troppo», cresce negli scali che tolgono la tassa municipale
ROMA - Il capo di Ryanair si aspetta che nelle prossime settimane e mesi altre piccole e medie compagnie aeree vadano in bancarotta in Europa, creando maggiori opportunità per la più grande low cost del continente. Allo stesso tempo prova a mettere in seria difficoltà Wizz Air nel suo mercato principale (l’Europa centro-orientale), invita la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ad andarsene e garantisce che anche se da metà novembre i passeggeri saranno obbligati a fare il check-in online soltanto sull’app dell’aviolinea, «non respingeremo di certo chi si presenterà al gate d’imbarco con il biglietto stampato su carta».
Michael O’Leary, amministratore delegato di un gruppo di vettori (Ryanair, Malta Air, Lauda e Buzz), non bada molto alla diplomazia, toglie un aereo a Roma Fiumicino perché secondo lui costa troppo, chiede di rimuovere i limiti ai movimenti a Ciampino, l’altro scalo della Capitale, e invita a seguire l’esempio di Regioni come Friuli-Venezia Giulia, Calabria e Sicilia che hanno tolto l’addizionale comunale dagli aeroporti consentendo alla low cost di mettere velivoli e voli in quelle zone. «Abbiamo oltre un milione di posti che possiamo aggiungere all’Italia da subito», dice durante una chiacchierata con il Corriere della Sera a margine di una conferenza stampa a Roma.
Partiamo dagli eventi delle ultime 24 ore: prima l’islandese Play e poi una parte della svedese Braathens sono fallite. In Europa dobbiamo prepararci ad altri vettori che smettono di volare?
«Sì».
Quando?
«Direi nei prossimi mesi, man mano che ci avviciniamo all’inverno. Il problema in Europa è che ci sono molte compagnie che fingono di voler essere low cost, ma hanno una struttura dei costi elevata. Play non ha mai fatto utili. E ci saranno altri piccoli operatori che faranno fatica nel mercato. Ci saranno altri fallimenti prima di Natale. Penso anche che Wizz Air sia in difficoltà».
Pensa che finirà per mettere gli aerei a terra?
«Non credo che fallirà nelle prossime settimane, ma penso sia inevitabile che o fallisca o venga acquisita da qualcuno a un certo punto».
Wizz Air sta ristrutturando il proprio network, ha anche chiuso la base di Abu Dhabi.
«Si stanno concentrando di più sull’Europa dell’Est».
Anche voi state investendo molto lì, nel loro mercato.
«Oh no, quelli sono i nostri mercati. Wizz Air non ha un suo mercato».
Mi chiedo se non stiate mettendo in discussione il loro futuro facendo questa concorrenza diretta e agguerrita.
«No, il loro futuro l’hanno messo a rischio da soli. Durante il Covid hanno venduto i loro aerei e li hanno riaffittati a tassi elevati. Negli ultimi anni hanno fatto crescere la flotta comprando i jet dal loro principale azionista. Poi si sono rivolti a una banca per rifinanziarli con questi costosi contratti di vendita e riaffitto. Negli ultimi cinque anni, Wizz ha registrato profitti derivanti da queste operazioni nel loro bilancio, come se fosse una specie di schema Ponzi. Più cresci, più profitti fai. Ma ora ha smesso di crescere e non può più fare questo».
E ora questo li sta danneggiando?
«Si muovono in modo disordinato. Cinque anni fa volevano espandersi in Italia, poi a Vienna. E sono scomparsi. Poi dovevano diventare la compagnia numero uno in Medio Oriente. E hanno chiuso la base di Abu Dhabi perché... c’è la sabbia nel fottuto deserto. Una vera sorpresa per tutti. Ora vogliono andare in Kazakistan, vogliono crescere di nuovo in Polonia. Ma è troppo tardi per crescere in Polonia, perché noi stiamo già investendo lì. Sembra che in generale non faranno nemmeno un euro di profitto. Mentre noi abbiamo la fila degli aeroporti europei che vogliono che cresciamo da loro».
Come mai?
«Sa perché? Perché vengono a dirci, a voce bassa, che hanno sì Wizz che vola da loro, ma temono che spariranno l’anno prossimo».
Non sta salvando nessuna low cost.
«Nemmeno easyJet: che non è nei guai, ma non sta crescendo. Ha solo una forte presenza a Londra Gatwick, Parigi Charles de Gaulle e Orly, e in Svizzera».
Che fine farà?
«Nel medio periodo penso che Air France-Klm comprerà le operazioni di easyJet a Parigi e in Svizzera. E magari British Airways comprerà quelle a Gatwick».
Nei giorni scorsi c’è stata questa lite furibonda tra voi e Aena, l’operatore spagnolo che gestisce quasi tutti gli scali del Paese.
«Ci hanno accusato di mentire. Il che, detto da un ex politico che ora gestisce Aena è tutto dire».
Vi accusano di falsificare la realtà, di estorsione.
«Un monopolista aeroportuale, che accusa un cliente di estorsione. La situazione in Spagna è abbastanza semplice. Aena ha questa visione: è il nostro monopolio, gestiamo noi gli aeroporti. Fanno pagare, essenzialmente, lo stesso prezzo per passeggero a Barcellona e Madrid che fanno pagare negli aeroporti regionali, tipo Valladolid, Jerez, Santiago. E Santiago e Valladolid sono fottutamente vuoti, mentre tutti vogliono andare a Madrid, Barcellona, Malaga e Palma».
E quindi?
«Vogliono che cresciamo negli aeroporti regionali. Noi abbiamo detto: possiamo crescere lì, ma dovete abbassare le tariffe. E loro: no, non abbassiamo le tariffe».
Cos’è successo negli scali regionali?
«Avevamo un accordo triennale di crescita, grazie al quale siamo entrati a Valladolid, Jerez e Santiago. E alla fine dei tre anni, ci hanno detto: scusate, ora tariffe piene. E noi: se le tariffe sono le stesse di Barcellona, allora mettiamo più voli su Barcellona. Quindi abbiamo tolto un milione di posti dagli aeroporti regionali spagnoli quest’inverno, di nuovo, e abbiamo detto che questo succede perché ci fanno pagare le stesse tariffe».
Avete tolto diversi voli.
«Mezzo milione di posti sono stati spostati su Palma, Malaga, Madrid e Barcellona, e l’altro mezzo milione è andato verso le regioni in Italia. Il governo centrale e Aena danno la colpa a Ryanair, perché a quanto pare siamo una banda di pirati e fottuti ricattatori, o qualsiasi altra cosa».
Ma il tema si pone: siete diventati così forti da gestire voi il gioco?
«L’abbiamo sempre fatto. Quando abbiamo aperto a Ciampino, cercavamo di fare leva su ciò che avevamo a Ciampino per entrare a Fiumicino. E siamo entrati a Fiumicino. Abbiamo aperto una base a Trapani ma solo dopo che i siciliani hanno abolito la tassa municipale. Stiamo cercando di fare leva su quello, per abolirla anche altrove in Italia».
Non ritenete di abusare di questa posizione?
«Niente affatto. Stiamo facendo campagna per costi più bassi e tasse più basse sul trasporto aereo. Il mio lavoro è urlare, lamentarmi, protestare contro gli aeroporti regionali in Spagna, contro la tassa municipale in Italia. Nel frattempo, stiamo crescendo come pazzi in Polonia. Stiamo crescendo nel Regno Unito. È quello che dobbiamo fare».
Come procedono i prezzi dei biglietti?
«L’anno scorso le tariffe medie sono diminuite del 7%. Quest’anno pensiamo che si riprenderanno quasi del tutto. Quindi stimiamo un aumento del 6–7% quest’anno, il che significa che, su un periodo di due anni, le tariffe del 2025 saranno le stesse del 2023. In un momento in cui tutto aumenta, noi stiamo ancora facendo pagare le stesse fottute tariffe di due anni fa. Ma trasportiamo il 20% di passeggeri in più».
Da metà novembre la carta d’imbarco si potrà ottenere solo dalla vostra app. Ci sono però timori sulle persone che potrebbero avere difficoltà con le procedure, come gli anziani.
«Anche io sono anziano. Ogni volta che abbiamo fatto un cambiamento tecnologico c’è stato qualcuno che ha detto gli anziani non ce la faranno. Ma i primi ad adattarsi sono stati proprio gli anziani, hanno tanto tempo e anche se non sono bravi col digitale, chiedono ai figli o ai nipoti».
Ma che succede dal 14 novembre?
«Se qualche anziano si presenta con un fottuto foglio lo prenderemo lo stesso. Accetteremo le carte stampate durante l’inverno».
Perché questa decisione?
«Guardi cosa è successo con l’attacco informatico a Collins Aerospace a Berlino e Bruxelles: se uno ha tutto sul cellulare viene aggiornato in tempo reale».
Di recente ha aumentato a 2,5 euro il bonus per gli addetti al gate d’imbarco che scovano chi sale con il trolley non incluso nel biglietto o viaggia con bagaglio troppo grande. State diventando una compagnia cattiva?
«No. Uno dei motivi per cui stiamo aumentando da 1 euro a 2,5 è che il numero di bagagli al gate sta calando rapidamente. Ora abbiamo meno di un bagaglio al gate ogni 10 voli. Io stesso controllo ai gate a Dublino e arriva qualcuno con uno zaino, di solito americano, e dice che non lo sapeva. Mi spiace, ora paga la penale».
Quindi siete più cattivi.
«No. Stiamo solo applicando le nostre regole. Non pensate di farla franca, perché non succederà. Ma se tutti cambiassero, se riuscissimo a far viaggiare tutti con solo una borsa piccola o con il piccolo bagaglio a mano, l’imbarco sarebbe più veloce. Tutto diventa più efficiente. E la ragione per cui non siamo una compagnia cattiva è che continuiamo ad abbassare le tariffe».

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