«MyAir volerà entro Natale»AZIENDE IN CRISI. La società romana Irc ha presentato ieri al Marco Polo di Venezia la sua offerta di affitto di ramo d'azienda. E rilancia
Ma prima bisogna sbloccare le licenze ed evitare il crac Scarfoglio Ferrara: «Poi partiremo con due aerei» VINCENZO D'ELIA 09/09/2009e-mailprint
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Gli esponenti della società Irc presentano il loro progetto su MyAir nella sala conferenze al Marco PoloMarino Smiderle
INVIATO A VENEZIA
«MyAir decollerà prima di Natale». Il desiderio-auspicio dei nuovi aspiranti gestori farà tornare un barlume di speranza tra i 318 dipendenti che al momento sono in cassa integrazione e che fino a ieri ritenevano più che probabile il fallimento della compagnia aerea di Torri di Quartesolo.
Si parla di gestori e di non di nuovi proprietari perché, al momento, Irc (Industrie Riunite Conset), questo il nome della società che intenzione di riprendere la cloche di MyAir dopo le voragini di bilancio create dalla gestione di Vincenzo Soddu e Carlo Bernini, ha presentato una proposta di affitto di ramo d'azienda. E il canone che questo nuovo gruppo garantirà alla vecchia compagnia dovrebbe essere tale da garantire un'intesa con i creditori per arrivare al concordato preventivo nell'udienza fallimentare fissata in tribunale a Vicenza il prossimo 2 ottobre.
Nella sala conferenze dell'aeroporto Marco Polo di Venezia, con la finestra che dà sulla pista e sugli aerei che decollano, i protagonisti del tentativo di salvataggio si presentano. Anzi, è un consigliere della vecchia MyAir, Aldo Bianchini, a presentarli, ultimo atto di un cda al passo di addio. Spazio ai nuovi: Paolo Scarfoglio Ferrara (azionista di riferimento di Industrie Riunite, holding di partecipazioni che con la società di consulenza aziendale Conset ha dato vita alla newco che seguirà anche MyAir), Aldo e Fabio Ramondelli (di Conset), il principe Domenico Napoleone Orsini, genero del presidente di Generali, Antoine Bernheim, oltre che presidente di Industrie Riunite, e Vincenzo D'Elia, già designato come presidente di Irc.
«Non siamo ancora acquirenti - ha premesso Scarfoglio Scarfoglio - ma è chiaro che l'affitto del ramo di azienda è solo una tappa. Il nostro obiettivo è di tornare a far volare gli aerei di MyAir quanto prima e, più avanti, di rilevare il capitale della compagnia».
Già, ma quanto soldi metterà Irc sul piatto del rilancio? E quanti su quello dei creditori? «In questo momento le licenze sono state sospese - osserva Fabio Ramondelli - e noi stiamo lottando contro il tempo per ottenere da Enac la riattivazione. Per sintetizzare, Enac ci ha fatto capire che ci vogliono tre milioni di euro ad aereo per tre mesi. Questa è la garanzia finanziaria minima. Ma nel nostro caso è presto per parlare di cifre perché ancora un piano industriale dettagliato non l'abbiamo redatto».
«È ovvio che non vogliamo fare il passo più lungo della gamba - spiega Scarfoglio Ferrara - e la nostra partenza operativa avverrebbe con due velivoli. E siamo intenzionati a prendere una parte dei 318 dipendenti in proporzione alle esigenze operative».
È proprio il capitale umane l'asset più ambito di MyAir. «È una compagnia molto apprezzata perché vanta personale molto specializzato - ha sottolineato Domenico Orsini - e invidiato dalla concorrenza. Poi ha un forte posizionamento strategico e possiede un know-how specifico nel settore low cost».
È presto per parlare di programmi futuri, visto che i primi fondamentali passaggi sono dettati dai tempi stringenti e riguardano lo sblocco delle licenze e l'adesione al concordato preventivo. «Anche se - ricorda Scarfoglio Ferrara - l'eventuale fallimento, che noi ci auguriamo venga evitato grazie anche all'operato dei nostri consulenti, riguarderebbe la vecchia società».
Vero, però è chiaro che in caso di fallimento i tempi si allungherebbero alle calende greche e l'ipotesi di affitto di azienda da parte di Irc si scioglierebbe come neve al sole. In ogni caso, tra i primi punti saldi della "Nuova MyAir" c'è il mantenimento della sede legale a Torri di Quartesolo («I dipendenti sono legati a questa zona e noi non abbiamo alcuna intenzione di cambiare», assicura il presidente D'Elia).
Quanto alle possibili rotte su cui puntare, l'idea di partire con due soli aerei fa pensare alla focalizzazione sulle linee che in passato hanno avuto maggiore successo, «come la Bergamo-Parigi - ricorda Scarfoglio Ferrara - o i collegamenti tra Venezia e la Puglia».
Del vecchio cda, presieduto da Carlo Bernini, non resterà alcun rappresentante. Si volta pagina. Sempre che, il prossimo 2 ottobre, si riesca a evitare il fallimento.
Entro il 2 ottobre, giorno dell'udienza fissata davanti al tribunale dopo la richiesta di fallimento della compagnia aerea MyAir e della finanziaria MyWay avanzata da parte della procura, la nuova cordata dovrà avere presentato il ricorso per il concordato preventivo che dovrà passare al vaglio dei creditori, dopo il via libera dei giudici.
La richiesta della dichiarazione dell'insolvenza avanzata dalla procura è avvenuta dopo la relazione della polizia tributaria della Gdf - che dallo scorso inverno ha avviato un'inchiesta per bancarotta prefallimentare nella quale sono indagate otto persone tra i cui vertici aziendali - e del consulente Paolo Cacciari che hanno stimato una perdita per il 2008 variabile tra i 70 e 100 milioni di euro. Per rendere praticabile il concordato si ipotizza l'iniezione di capitali freschi di almeno 15 milioni di euro