MILANO — «Nonostante tutto noi restiamo l’unica compagnia europea. Easyjet è concentrata su Regno Unito e forse Svizzera, Vueling sulla Spagna. Azzarderei anche a dire che siamo la vera compagnia italiana, grazie anche al miliardo di euro di tasse comunali versato dal 1998 a oggi». Dopo settimane a gestire l’improvvisa carenza di piloti che — ufficialmente — sarebbe stata causata da una pessima gestione delle loro ferie, tocca a David O’Brien, il Chief commercial officer di Ryanair, fare il punto sulla prima compagnia low cost nel Vecchio continente per passeggeri trasportati. Ma il punto parte con la conferma di quello che è successo da settembre in avanti. «Ci sono pochi dubbi: abbiamo fatto un casino con i turni di comandanti e primi ufficiali. Ma al netto dell’attenzione mediatica, ora quel problema è risolto», dice O’Brien in una lunga conversazione a Milano con il Corriere della Sera. «Peccato che tutto questo ci abbia distratti da Alitalia: i tedeschi di certo non farebbero gli interessi del vettore tricolore».
Quindi non siete a corto di comandanti e primi ufficiali?
«Assolutamente no. E abbiamo pure altri 2.500 piloti pronti a unirsi a noi».
Così tanti?
«Sì. Ce ne sono pure diversi di Air Berlin che chiedono di venire da noi. Ovviamente ci vuole tempo per prenderli, devono soddisfare i nostri requisiti...».
Perché i problemi allora di settembre?
«Perché chi si doveva occupare dei turni ha fissato le ferie di molti piloti in quelle settimane e ovviamente questo è stato un problema. Ma i responsabili di quel casino non lavorano più nella compagnia e abbiamo provveduto a prendere persone davvero in gamba, a partire da Peter Bellew che è tornato lasciando la guida di Malaysia Airlines».
Quante persone avete allontanato?
«Preferisco non dirlo: ma non li abbiamo cacciati, sono loro che hanno deciso di lasciare. Però certo è notevole tutto il risvolto mediatico che ci ha riguardato».
In che senso?
David O’Brien
«Lufthansa negli ultimi due anni e mezzo ha cancellato 15 mila voli a causa degli scioperi, ma questo non è stato nemmeno notato. Per due giorni, lo scorso settembre, Air Berlin ha annullato 200 voli senza attirare alcuna attenzione. Ma è ovvio che se fai rumore, come noi, poi al primo intoppo l’esposizione mediatica ti si ritorce contro».
Però voi non avete i sindacati, non li accettate...
«La questione è cos’è meglio per lo staff e per i consumatori: Air Berlin i sindacati li aveva ed è fallita. Mentre quelli britannici facevano rumore per Ryanair Monarch è saltata. I nostri piloti hanno condizioni molto buone: lavorano cinque giorni e riposano altri quattro, tornano ogni sera a casa. In più hanno un mese di ferie, più altri incentivi in denaro».
Eppure c’è insoddisfazione, diversi piloti non sono contenti con le condizioni di lavoro, chiedono di formare un sindacato.
«Abbiamo accordi di lungo termine con tutte le 86 basi: se ne parla molto, ma è chiacchiericcio creato ad arte dai sindacati di altre compagnie, come quelli di Alitalia, Lufthansa, Aer Lingus e altri minori. Vero che ci sono problemi tipo a Londra Stansted e Dublino, ma li risolveremo...».
State investendo molto sulla Germania.
«E questo sarà un problema per Lufthansa ed easyJet. La seconda ha comprato una parte di Air Berlin ma solo per prendersi i suoi slot allo scalo di Berlino-Tegel. Mentre Lufthansa avrà vita difficile a Francoforte: lì piazzeremo dieci dei nostri Boeing 737. In generale cresceremo del 20% nel Paese».
Lufthansa ed easyJet si comporteranno allo stesso modo con Alitalia?
«Non credo. L’obiettivo di Lufthansa è annientare le potenzialità di Roma e Milano. Loro hanno due grandi hub, Francoforte e Monaco, perché dovrebbero sacrificarli per Fiumicino? Ci sono milioni di turisti cinesi che non hanno Francoforte in cima alla loro lista, ma Roma sì: la missione di Lufthansa sarà quella di far crescere la capitale italiana per darle un contentino, ma proteggendo i loro due hub, spostando i visitatori attraverso la Germania».
Avete chiuso il capitolo Alitalia?
«Per ora siamo concentrati a risolvere le nostre questioni. Una volta che abbiamo ristabilito la fiducia dei clienti, dello staff e degli azionisti allora possiamo tornare a considerare il dossier della compagnia italiana, ma non mi va di fissare una data. Di certo resta la nostra disponibilità a collaborare con loro».
Anche se finisse dentro il Gruppo Lufthansa?
«Vedo difficile una cosa del genere. Ma a loro — come ad Air France e Klm — abbiamo già proposto di “alimentare” i voli di lungo raggio da Francoforte, Parigi e Amsterdam. Ovviamente sono troppo orgogliosi per dire di sì».
Ma il lungo raggio resta comunque un obiettivo...
«Sì. Abbiamo iniziato a permettere l’acquisto dei voli di Air Europa, stiamo ragionando con Aer Lingus. Su questo fronte resta ancora valida la proposta fatta ad Alitalia».
Ryanair continua a investire molto sugli scali lombardi...
«I risultati sono molto buoni e cresceremo ulteriormente del 10% a Bergamo e Malpensa aprendo nuove rotte. Abbiamo buoni rapporti con i vertici di entrambi gli aeroporti. A Orio al Serio avremo 86 rotte la prossima estate, Heathrow ne ha 88 dentro l’Europa: questo per dire quanto stiamo investendo. Nel periodo aprile 2018-marzo 2019 trasporteremo da e per l’Italia 39 milioni di passeggeri, un record. Per la prossima estate ci saranno 48 nuove rotte dal vostro Paese per un totale di 430».
Poi c’è il capitolo Trapani: la società è in perdita, il Comune non partecipa all’accordo per il co-marketing...
«Per noi c’è un prezzo — giusto — da pagare per portare traffico. Se Trapani non è in grado di pagare quel prezzo allora noi spostiamo i nostri velivoli milionari da qualche altra parte. Loro hanno problemi, ma noi stiamo parlando con loro in modo propositivo. Parte del problema sono i 6,5 euro di addizionale comunale che poi finisce nelle tasche dei dipendenti di Alitalia».
E questo cosa c’entra con Trapani?
«Beh, forse il governo dovrebbe aiutare questo e altri aeroporti, diciamo quelli con meno di due milioni di passeggeri, togliendo del tutto la tassa. Di certo lo Stato non ci perde soldi in ogni caso».
@leonard_berberi
21 novembre 2017 (modifica il 22 novembre 2017 | 00:12)
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