Thread Alitalia giugno 2012


Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Affari&Finanza pag.1
Alitalia, i conti non tornano il piano Ragnetti per rilanciare la compagnia. L'affare Wind Jet e l'accanimento "terapeutico" dell'Antitrust
Alitalia, allarme mercati l'equilibrio finanziaiio "nonèpiùsostenibile" Paola Jadeluca finanza Salini-Gavio gli eserciti in campo per la sfida dell'assemblea Sara Bennewitz a pagina 15 «La situazione finanziaria di Alitalia è insostenibile, la compagnia sarà costretta a vendere»; Uda Mantzavinou, Consulting Analyst Aerospace&DefencediFrost & Sullivan, dal suo osservatorio di Londra lancia il u/flrm/igsulla nostra compagnia che, nonostante gli sforzi, rischia di venire travolta dalle turbolenze dell'industria del trasporto aereo europeo. Spiega Mantzavinou: « AtrFrance-Klm è considerata il piu naturale acquirente di Alitalia, ma ha consistenti perdite, i debiti del gruppo restano a 6,6 miliardi e questo rende ladecisione sul fare aequisizioniìncerta. Alitalia ha concluso finora con successo il processo di privatizzazione e ha fatto partire un e piano di ristrutturazione, implementando un ambizioso piano di riduzione dei costi su molti anni. Ma ha costantemente conseguito risultatinega ti visui margini netti sin dal 2003 e nel primo trimestre del 2012 le perdile nette ammontavano a diversi milioni. A lungo termine la proprietà di Alitalia è insicura, perché dipende dallasalutefinanziariadiAirFrance-Klrn». Nel 2013 scade U lock up degli azionisti, tra un annosi potranno vendere quote e cambiare assetti proprietari. segue a pagina 2 Alitalia, i conti non tornano il piano di Ragnetti per rilanciare la compagnia ILNUOVO AMMINISTRATORE DELEGATO VARA DIECI STRATEGIE DI MARKETING PER PORTAREIBII ANCI IN UTILE NEL2013 Paola Jadeluca Roma Nelle previsioni fatte precedentemente si ipotizzava una naturale fusione con Air France-Klin, che attualmente detiene la quota più consistente di Alitalia-Cai, il 25%. Ma Io scenano è cambiato completamente, «Lecompagnie aeree europee hanno avuto la performance peggiore nel primo trimestre - continua l'analista - e con la crisi dell'Eurozona e le fluttuazioni del prezzo del petrolio, il futuro diquestaindustriaènero». La corsa al consolidamento e a massicci tagli è già partita in massa, tra le pnme ad annunciarli proprio Air France-Klm. «Molte compagnie più deboli chiuderanno, altre saranno comprate da investitori stranieri orientati a trovare opportunità di espansione attraverso network di rotte valide», continua Mantzavinou. Nelle mire di Air France, per i prossimi due anni, tutto c'è meno che aumentare la partecipazione in Alitalia-Cai. La partita ora si gioca sul lungo raggio, le rotte più redditizie, e il nostro vettore, di dimensioni e portata più ridotta, rischia di restare tagliato fuori. Andrea Ragnetti, il nuovo amministratore delegato che tre mesi fa ha sostituito Rocco Sabelli, U manager che ha condotto in porto la privatizzazione e la fusione con AirOne.ha già predisposto un nuovo piano di rilancio della compagnia. E si dice fiducioso di riuscire a tenere sotto controllo la situazione. «Faremo utili entro il prossimo anno», ha dichiarato alla stampa. A breve dovrebbero uscire i dati del secondo trimestre, ma il primo intanto ha evidenziato alcuni aspetti positivi: crescono, sullo stesso periodo dello scorso anno, seppur di poco, il load factor e la quota di mercato, ma sono in flessione sia il risultato operativo che U risultato netto. Una maggiore attenzione ai ricavi ancillari, come le partnersh ip con le carte di credito, la vendita congiunta di pacchetti con autonoleggio, premia. Le incertezze, però, sono tante e rendono impossibile, a bocce ferme, fare previsioni attendibili. Lo stesso Ragnetti ha ammesso due settimane fa che questo sarà Yhannus horribilis. Cento milioni di costi esterni in più graveranno sui conti anche del 2013. Ma sia Ragnetti che U presidente Roberto Colaninno si sono dichiarati fiduciosi sulle strategie adottate per riprendere quota. Taglio dei costì e riposizionamento del marchio sono le due strade imboccate dal management. La prima è una strada obbligata, di fronte a margini in calo che stanno facendo soffrire tutta l'industri a del trasporto aereo La seconda è una scelta. I vertici hanno deciso di fare leva anche su strategie di marketing finalizzate a dare un nuovo volto all'immagine della compagnia che, secondo le intenzioni, punta a differenziarsi rispetto a tutte le altre sigle, fino a laro che quando sale gioca contro il patrimonio in euro del gruppo. Infine la stagnazione economica europea. «Con questi chiari di luna mi devo preoccupare del peggio», ha dichiarato Ragnetti. Ma appena si è diffuso il rumor che avrebbero messo in cassaintegrazione 1000 dipendenti, si è sbrigato a gettare acqua sul fuoco. « Se parliamo di inefficienze, qualche aggiustamento lo faremo -haprecisato - ma non saranno quei l.OOOdicuisi parla». Sarà, ma intanto Ì4.500 tra assistenti di volo e piloti che dovevano essere reintegrati secondo il piano di ristrutturazione sonoancora a casa. Nessun annuncio di scioperi, al momento. Tuttavia, il tore. «E' solo un accordo dì code sharing - si affretta a precisare Alitalia - sono rotte troppo brevi e quindi antieconomiche anche perché effettuate con piccoli velivoli e quindi le abbiamo affidate a loro». Secondo Ubs, unione sindacale di base, di fatto si traduce nella formula dell'affitto di velivoli ed equipaggi, cosa chemina la stabilità interna, con personale retribuito e trattato diversamente. Lo stesso problema sì porrebbe con la fusione con Wind Jet, il vettore low cost siciliano, che al momento è bloccata. L'Antitrust ha infatti aperto una istruttoria in merito e dovrebbe pronunciarsi a breve. Alitalja ha risposto con un ricorso al Tar, che dovrebbe pronunciarsi a finc mese. Se dovesse dar torto ad Alitalia, il management è pronto a ricorrere al Consiglio di Stato. H risultato: tutto è fermo. I .esinergie traiduevettori risarebbero. «Diventerebbe indub- blamente leader su alcune rotte tra nord e sud, con Catania che è uno scalo con traffico di gran lunga maggiore di Palermo», spiega Oliviero Baccelli. In piccolo, la Roma-Catania sarebbe la nuova Roma-Milano, oggi la rotta più profittevole. Col matrimonio Wind let porterebbe però in dote anche i suoi debiti, come successo in passato con Air One. Ogni anno gli esperti stanno alla finestra, chiedendosi se Wind Jet chiuderà oppure no, per il susseguirsi di alcuni errori. Problemi che potrebbero essere superati una voira assorbita Wind Jet in un gruppo più grande e nella cornice di una strategia nazionale. Ma il sentiment è che si tratti di fare, ancora una volta, un favore alle banche esposte, stavolta con Wind Jet. Lo stesso rischio si era profilato anche con la Blu Panorama del fiorentino Franco Pecci, che Sabelli aveva previsto di comprare, specializzata in voli sviluppo di Malpensa dove sono Petrolio Le Impennate di prezzo gravano sul conti della compagnia fi presidente df Alitalìa-Caì Roberto Colaninno (1), Andrea Ragnetti {2) amm.del. e Giovanni Pitruzzella (3) presidente Antitrust Ï L'ANALISI ] L'affare Wind Jet eraccanimento "terapeutico"dell'Antitrust NON HA SENSO LO SCRUTÌNIO DELL'OPERAZIONEDAPARTE DELL'AUTORITÀ ITALIANA "P.RCHÉ NON Cl SONO RILIEVI t JNCORRENZIAII, VISITI NLIMER1.BISOGNAORMAI GUARDARE ILMERCATO IN OTTICA CONTINENTALE E FAVORIRE I CONSOLIDAMENTI Alfredo Roma Autorità per la Concorrenza italiana si sta interessando al possibile accordo tra Alitalia-CAI e Wind Jet. AlitaliaCAI è un gruppo con una Botta di 146 aeromobili che ha un peso minore rispettoallavecchiaAlitaliaorainamministrazionestraordinarìa. Wind Jet è una compagnia di modeste dimensioni con soli 12 Airbus 319 e 320 dì medio raggio. La prima impressione e, dunque, che la loro unione non possa turbare sensibilmente U mercato italiano. U tema deve comunque essere inquadrato nel contesto nazionalee in quello europeo. Il mercato europeo del trasporto aereo è stato liberalizzato nel 1992; da allora qualsiasi vettore con sede nell'Unione Europea può operare da qualsiasi aeroporto situato nei Paesi membri della stessa unione. Dodici anni fa Loyola De Palacio, il compianto commissario ai trasporti della Commissione europea, affermò che il mercato europeo dei vettori aerei richiedeva un processo di consolidamento per far fronte alla concorrenza delle grosse compagnie americane. Così sono nati gli accordi o fusioni tra KLM e Air France, British Airways e Iberia o Lufthansa e Swiss Air, accordi che in effetti hanno rafforzato la presenza delle compagnie europee nel mercato mondiale. Nello stesso periodo si sono affermati come hub europei Londra, Parigi e Francoforte dove hanno base di armamento questi grossi gruppi. Inoltre è noto che, attraverso accordi commerciali di vario tipo, soprattutto Air France e Lufthansa controllano in pratica il mercato nazionale, distribuendosi con le altre compagnie minori le rotte interne e internazionali in modo da rendere un servizìo efficiente per il passeggero e assicurare a tutti un ragionevole margine di profitto. Il mercato italiano è formatoda una ventina di compagnie aeree più o meno tutte in perdita. Nessuna può giocare un ruolo determinantesìa in Italiasiain Europa, anche perché ognuno ha sempre seguito una propria strategia. Considerato che gli aerei possono muoversi ovunque, la difesa della libera concorrenza, cioè l'evitare il crearsi di posizioni dominanti nel mercato, va vista in chiave europea e non so lo nazionale. Se esistesse già l'unione politica europea, quindi uno Stato come gli Stati Uniti d'America, di certo l'Autorità europea per la concorrenza non si preoccuperebbe dì un'eventuale fusione tra AlitaliaCAI e Wind Jet, ma neppure se si fondessero quattro compagnie italiane, perché nel contesto europeo queste potrebbero alterare ben poco la concorrenzanel mercato. Le affermazioni di Angela Merkel di questi giorni, dirette ad accelerare il processo d'integrazione politica europea prevedono una parziale rinuncia alla sovranità nazionale. Una visione europea e non nazionale delle norme antitrust per il settore aereo può rappresentare un primo passo verso questa unione. 0 (WHOOUUONE «SÏHWTH A destra, un'immagine dell'aeroporto di Catania base operativa di Wind Jet al centro di una ipotesi di fusione con Alitalia Qui sopra, il commissario europeo ai Trasporti Sum Kallas [IL TRENO] I passeggeri negli scali Italiani hanno avuto lo sviluppo maggiore Nonostante la crisi II traffico aereo ha fatto registrare un trend in crescita nel 2011 a livello globale con un incremento del 5,9%, dicono le rilevazioni del Certet-Boccont. Dato confermato anche nel mese di gennaio 2012 con +5,75% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Nonostante la spirate economica negativa si vola sempre di più in Europa, con il traffico passeggeri in crescita del 9,1%. Negli ultimi 7 anni il traffico negli scali italiani ha avuto il tasso di sviluppo più elevato tra i mercati maturi in Europa, sebbene ben inferiore a quello di alcune grandi realtà extra-Ue. La volata è stata tirata dalle compagnie low cost: nel corso degli ultimi sei anni il numero di passeggeri di Ryanair e easyjet è aumentato di 57 milioni, mentre per te 30 compagnie full service aderenti all'Aea l'aumento è stato di 18 milioni.
 
Alitalia, i conti non tornano il piano di Ragnetti per rilanciare la compagnia
IL FUTURO È APPESO ALLE SORTI DI AIR FRANCE-KLM. IL BILANCIO È IN ROSSO NONOSTANTE IL SUCCESSO DELLA RISTRUTTURAZIONE. IL NUOVO AMMINISTRATORE DELEGATO VARA DIECI STRATEGIE DI MARKETING PER PORTARE I BILANCI IN UTILE NEL 2013

Paola Jadeluca

«La situazione finanziaria di Alitalia è insostenibile, la compagnia sarà costretta a vendere»: Lida Mantzavinou, Consulting Analyst Aerospace & Defence di Frost & Sullivan, dal suo osservatorio di Londra lancia il warningsulla nostra compagnia che, nonostante gli sforzi, rischia di venire travolta dalle turbolenze dell’industria del trasporto aereo europeo. Spiega Mantzavinou: «AirFrance- Klm è considerata il più naturale acquirente di Alitalia, ma ha consistenti perdite, i debiti del gruppo restano a 6,6 miliardi e questo rende la decisione sul fare acquisizioni incerta. Alitalia ha concluso finora con successo il processo di privatizzazione e ha fatto partire un e piano di ristrutturazione, implementando un ambizioso piano di riduzione dei costi su molti anni. Ma ha costantemente conseguito risultati negativi sui margini netti sin dal 2003 e nel primo trimestre del 2012 le perdite nette ammontavano a diversi milioni. A lungo termine la proprietà di Alitalia è insicura, perché dipende dalla salute finanziaria di Air France- Klm». Nel 2013 scade il lock up degli azionisti, tra un anno si potranno vendere quote e cambiare assetti proprietari.
Roma Nelle previsioni fatte precedentemente si ipotizzava una naturale fusione con Air France-Klm, che attualmente detiene la quota più consistente di Alitalia-Cai, il 25%. Ma lo scenario è cambiato completamente. «Le compagnie aeree europee hanno avuto la performance peggiore nel primo trimestre
- continua l’analista - e con la crisi dell’Eurozona e le fluttuazioni del prezzo del petrolio, il futuro di questa industria è nero». La corsa al consolidamento e a massicci tagli è già partita in massa, tra le prime ad annunciarli proprio Air France-Klm. «Molte compagnie più deboli chiuderanno, altre saranno comprate da investitori stranieri orientati a trovare opportunità di espansione attraverso network di rotte valide», continua Mantzavinou. Nelle mire di Air France, per i prossimi due anni, tutto c’è meno che aumentare la partecipazione in Alitalia-Cai. La partita ora si gioca sul lungo raggio, le rotte più redditizie, e il nostro vettore, di dimensioni e portata più ridotta, rischia di restare tagliato fuori. Andrea Ragnetti, il nuovo amministratore delegato che tre mesi fa ha sostituito Rocco Sabelli, il manager che ha condotto in porto la privatizzazione e la fusione con Air One, ha già predisposto un nuovo piano di rilancio della compagnia. E si dice fiducioso di riuscire a tenere sotto controllo la situazione. «Faremo utili entro il prossimo anno», ha dichiarato alla stampa. A breve dovrebbero uscire i dati del secondo trimestre, ma il primo intanto ha evidenziato alcuni aspetti positivi: crescono, sullo stesso periodo dello scorso anno, seppur di poco, il load factor e la quota di mercato, ma sono in flessione sia il risultato operativo che il risultato netto. Una maggiore attenzione ai ricavi ancillari, come le partnership con le carte di credito, la vendita congiunta di pacchetti con autonoleggio, premia. Le incertezze, però, sono tante e rendono impossibile, a bocce ferme, fare previsioni attendibili. Lo stesso Ragnetti ha ammesso due settimane fa che questo sarà l’hannus horribilis. Cento milioni di costi esterni in più graveranno sui conti anche del 2013. Ma sia Ragnetti che il presidente Roberto Colaninno si sono dichiarati fiduciosi sulle strategie adottate per riprendere quota. Taglio dei costi e riposizionamento del marchio sono le due strade imboccate dal management. La prima è una strada obbligata, di fronte a margini in calo che stanno facendo soffrire tutta l’industria del trasporto aereo. La seconda è una scelta. I vertici hanno deciso di fare leva anche su strategie di marketing finalizzate a dare un nuovo volto all’immagine della compagnia che, secondo le intenzioni, punta a differenziarsi rispetto a tutte le altre sigle, fino a riuscire a far percepire i voli Az come “servizio di alta qualità” anche grazie al rinnovamento della flotta, la più giovane al mondo. «Faranno le stesse cose di prima, ma le faranno meglio, il concetto del piano è questo», spiega Oliviero Baccelli, vice direttore del Certet-Bocconi, attento osservatore del settore. L’obiettivo è rafforzarsi per poi convolare a nozze con un partner importante presentandosi con un maggiore peso alle trattative. Ma i sindacati sono scettici: «Ti puoi far venire le idee più strabilianti, ma allo stato attuale non basta», commenta Mauro Rossi, segretario nazionale Filt Cgil. Spiega Rossi: «Dobbiamo copiare dagli altri, il problema Alitalia- Cai non si può risolvere senza una politica dei trasporti globale, come hanno fatto gli altri paesi europei». Intermodalità e sistema paese da una parte. Dall’altra, sulla compagnia pesano altre variabili, non controllabili a tavolino. Il prezzo del petrolio, per esempio, che era salito oltre ogni previsione facendo saltare le proiezioni di Alitalia- Cai. Le fluttuazioni del prezzo del greggio sono la bestia nera delle compagnie aeree. Persino il gigante Ryanair, che quest’anno ha superato Alitalia-Cai per numero di passeggeri in Italia, sente il colpo delle impennate. Ora il prezzo del barile è di nuovo in discesa, ma se l’economia dovesse ripartire, rischizzerebbe in alto. E nessuno può immaginare a quali picchi potrebbe arrivare. C’è poi il cambio col dollaro che quando sale gioca contro il patrimonio in euro del gruppo. Infine la stagnazione economica europea. «Con questi chiari di luna mi devo preoccupare del peggio », ha dichiarato Ragnetti. Ma appena si è diffuso il rumor che avrebbero messo in cassa integrazione 1000 dipendenti, si è sbrigato a gettare acqua sul fuoco. « Se parliamo di inefficienze, qualche aggiustamento lo faremo - ha precisato - ma non saranno quei 1.000 di cui si parla». Sarà, ma intanto i 4.500 tra assistenti di volo e piloti che dovevano essere reintegrati secondo il piano di ristrutturazione sono ancora a casa. Nessun annuncio di scioperi, al momento. Tuttavia, il malumore serpeggia tra i sindacati, soprattutto dopo che si è sparsa la notizia della cessione di rotte a una compagnia rumena, la Carpatair: da metà maggio i collegamenti da Ancona a Roma per conto di Alitalia con propri piloti, hostess e aerei, e da giugno si è aggiunto il Pisa-Roma: voli venduti come Az, ma fatti da un altro vettore. «E’ solo un accordo di code sharing - si affretta a precisare Alitalia - sono rotte troppo brevi e quindi antieconomiche anche perché effettuate con piccoli velivoli e quindi le abbiamo affidate a loro». Secondo Ubs, unione sindacale di base, di fatto si traduce nella formula dell'affitto di velivoli ed equipaggi, cosa che mina la stabilità interna, con personale retribuito e trattato diversamente. Lo stesso problema si porrebbe con la fusione con Wind Jet, il vettore low cost siciliano, che al momento è bloccata. L’Antitrust ha infatti aperto una istruttoria in merito e dovrebbe pronunciarsi a breve. Alitalia ha risposto con un ricorso al Tar, che dovrebbe pronunciarsi a fine mese. Se dovesse dar torto ad Alitalia, il management è pronto a ricorrere al Consiglio di Stato. Il risultato: tutto è fermo. Le sinergie tra i due vettori ci sarebbero. «Diventerebbe indubbiamente leader su alcune rotte tra nord e sud, con Catania che è uno scalo con traffico di gran lunga maggiore di Palermo», spiega Oliviero Baccelli. In piccolo, la Roma- Catania sarebbe la nuova Roma- Milano, oggi la rotta più profittevole. Col matrimonio Wind Jet porterebbe però in dote anche i suoi debiti, come successo in passato con Air One. Ogni anno gli esperti stanno alla finestra, chiedendosi se Wind Jet chiuderà oppure no, per il susseguirsi di alcuni errori. Problemi che potrebbero essere superati una volta assorbita Wind Jet in un gruppo più grande e nella cornice di una strategia nazionale. Ma il sentiment è che si tratti di fare, ancora una volta, un favore alle banche esposte, stavolta con Wind Jet. Lo stesso rischio si era profilato anche con la Blu Panorama del fiorentino Franco Pecci, che Sabelli aveva previsto di comprare, specializzata in voli di linea e charter e con una divisione low cost. Altra compagnia non messa bene. Su questa acquisizione Alitalia ci ha poi ripensato, perché ritenuta poco conveniente. L’altra partita ancora aperta è lo sviluppo dell’aeroporto di Fiumicino, fermo finché non si arriva all’accordo di programma con Enac, che dovrebbe portare a un decisivo aumento delle tariffe, altra minaccia per i conti Alitalia. Dopo l’apertura di un’altra istruttoria Antitrust, quella sulla posizione dominante a Linate, Alitalia ha ceduto alcuni slot ad Air France- Klm, che ha spostato voli, prima basati a Malpensa, su Linate. «Alitalia ci guadagna, perché resta sovrana nel suo hub, gli altri rilanciano portando i passeggeri sui propri hub, ma questo mina lo sviluppo di Malpensa dove sono tramontate ipotesi di nuove rotte verso India e Cina», racconta Baccelli. E con la crisi che si è aggravata, Air France-Klm proverà a dirottare ancora più passeggeri su Parigi e Amsterdam. Sulla Linate-Milano pende anche la nuova minaccia dell’Alta velocità. Dopo l’impatto negativo dei primi anni, nel 2011 l’emorragia si è fermata, grazie alle contromosse di Alitalia, come gli imbarchi veloci e le politiche di prezzo. Quest’anno però è partito Italo, agguerrito concorrente privato di Trenitalia. Non solo. A breve dovrebbe essere terminato il passante di Bologna e i tempi di percorrenza su rotaia saranno ulteriormente abbattuti. E allora, tutti i giochi saranno di nuovo aperti. L’ALTALENA DELLE VOCI CHE CONTANO 1 2 3 Il presidente di Alitalia-Cai Roberto Colaninno (1), Andrea Ragnetti (2) amm.del. e Giovanni Pitruzzella (3) presidente Antitrust Petrolio Le impennate di prezzo gravano sui conti della compagnia Alta velocità Più agguerrita concorrenza con Italo-Ntv e la fine lavori del passante di Bologna

Fonte/
 
La partita ora si gioca sul lungo raggio, le rotte più redditizie, e il nostro vettore, di dimensioni e portata più ridotta, rischia di restare tagliato fuori.
Ma il piano fenice e la vecchia dirigenza non dicevano che i soldi si facevano sul medio?
In ogni caso anche Ragnetti su questo sembra allineato "spezzeremo le reni alle low cost".
Quando, dove e soprattutto come, non é dato saperlo.
 
che si sia capito che i soldi si fanno sul lungo è positivo, da dire che sul lungo è facile anche perderne molti
 
no no wordlwide, basta che vedi i numeri delle compagnie americane che vivono in regime di appartente concorrenza: tra chapter 11 e scope clause, solo le regional sono passate in30 anni da quasi 300 a 61, segno inequivocabile che solo con le spalle grosse vivi, e quindi il mercato(libero) non e' poi cosi' libero, piu' che altro perche non e' un mercato
 
[h=1]Alitalia / Saudia Launches Codeshare Service[/h] by JL
Update at 0900GMT 02JUL12
Alitalia and Saudia since late-June 2012 has launched reciprocal codeshare service, which covers service between Italy and Saudi Arabia. Saudia’s “SV” code also appears on Alitalia’s service to selected European cities.
Codeshare routes:

Saudia operated by Alitalia (SV6200 – 6239 Series)
Rome – Barcelona
Rome – Madrid
Rome – Munich
Rome – Riyadh
Rome – Vienna
Alitalia operated by Saudia (AZ7230 – 7249 Series)
Jeddah – Milan Malpensa
Jeddah – Rome
Riyadh – Milan Malpensa
Riyadh – Rome
 
Ma il piano fenice e la vecchia dirigenza non dicevano che i soldi si facevano sul medio?
In ogni caso anche Ragnetti su questo sembra allineato "spezzeremo le reni alle low cost".
Quando, dove e soprattutto come, non é dato saperlo.

RS ha sempre dichiarato che il profitto si fa sul LR. AZ con il 20 per cento dei voli ci fa il 65 del fatturato...
quindi basterebbe incrementarli ma non lo fanno...
 
Le compagnie solitamente lanciano programmi di riconfigurazione che prevedono la standardizzazione dell'hard product con flotte composte da ben più di due famiglie di macchine (AF ne ha 4, LH e BA ne hanno 3), perchè i produttori di sedili non sfornano prodotti di una sola misura, ma in più tagli proprio per consentirne l'utilizzo su tipologie di aerei diverse.
Avranno ritenuto più opportune le scelte fatte, in fondo più o meno sono quasi sovrapponibili.

Comunque a che pro la solita lamentela?
AF ha ben 3/4 versioni perfino sullo stesso tipo di macchina solo per la businnes, l'economy poi è nettamente diversa fra le varie famiglie di macchine. LH anch'essa ha diverse configurazioni diverse perfino per la First.
Qualunque cosa fa AZ non va mai bene...
 
che si sia capito che i soldi si fanno sul lungo è positivo, da dire che sul lungo è facile anche perderne molti
da quello che ha affermato ragnetti alla conveSCIon, non si direbbe.
In ogni caso l'attuale configurazione di CAI non solo non genera utili ma perde milioni a pioggia. Un mea culpa sul piano industriale da parte di qualcuno, semmai ce ne fosse mai stato uno, non ci starebbe male ma, si sa, siamo in italia e la colpa é sempre di qualcun'altro. Ora ci si trova nella situazione di una flotta orientata al medio dove le LC la fanno da padrone. Si sceglie la via del marketing piú spinto per convincere la clientela a scegliere CAI perché piú figa delle altre ( quando lo stesso cliente non ha la sfiga di volare con i rumeni di carpatair ovviamente), ignorando il fatto che in questa crisi devastante la gente se proprio deve volare lo fa scegliendo il prezzo piú basso.
Tutto questo avendo un numero dipendenti/aereo elevato che spinge i vari ad a fare ogni tanto capolino sulla possibilità della cassa integrazione e nella speranza di una ripresa del mercato che oramai si fidelizza sempre piú sulle LC, efficenti ed economiche.
 
caracas è daily? pensare ad un suo prolungamento verso altre mete potenzialmente interessanti senza usare altre macchine puo avere un senso?
Che so, sul messico ad esempio
Se hanno buoni riempimenti no, perchè vai a fare cicli aggiuntivi alla macchina per riempire sempre gli stessi posti a bordo.

Potrebbe essere interessante per destinazioni molto richieste da FCO, con riempimenti non eccezionali e diritti bilaterali per vendere anche solo il volo di proseguimento. Il tutto fatto salvo che la macchina per operare buoni orari debba stare ferma molte ore a destinazione e che non ci sia un buon servizio da parte di concorrenti da hub europei.

Più che altro qua abbiamo la smania che si aprano mille e mila destinazioni nuove, se poi non hanno senso o non sono profittevoli non pare un problema.
 
volumi e yield a precipizio causa crisi ,costi di rinnovo flotta e prezzo del carburante insostenibile sono una serie di scuse piu' che plausibili...poi bisognerebbe vedere se la gestione e' stata efficace o meno..secondo me meno....ma e'solo la mia opinione..
 
Avranno ritenuto più opportune le scelte fatte, in fondo più o meno sono quasi sovrapponibili.

Comunque a che pro la solita lamentela?
AF ha ben 3/4 versioni perfino sullo stesso tipo di macchina solo per la businnes, l'economy poi è nettamente diversa fra le varie famiglie di macchine. LH anch'essa ha diverse configurazioni diverse perfino per la First.
Qualunque cosa fa AZ non va mai bene...

Farfallina, i programmi lanciati sono unitari, solo che ci sono casi (tipo AF) in cui in una manciata di anni si sono lanciate evoluzioni su evoluzioni del NEV, ma in linea di massima il prodotto rimane lo stesso, altri (LH) dove si sono dovute fare scelte in cui la tipologia di poltrona scelta non era fisicamente adatta alla macchina (la nuova first nell'upper non ci sta).
Prendi qualsiasi altra compagnia al mondo e vedrai che quello che ho affermato non è la solita critica per partito preso contro AZ, ma una valutazione più globale sulle scelte operate dalla compagnia e dalla sua concorrenza in materia di uniformità degli allestimenti.
 
RS ha sempre dichiarato che il profitto si fa sul LR. AZ con il 20 per cento dei voli ci fa il 65 del fatturato...
quindi basterebbe incrementarli ma non lo fanno...
Attenzione che come ha già sottolineato Kenyaprince sopra sul LR si fanno grandi investimenti e rischi, questi possono ripagare con buoni utili ma anche con grandi perdite.

Per esempio ci dimentichiamo sempre che una delle rotte che più soffre e cioè Pechino è una delle nuove e poi bisogna ricordarsi che il periodo in Europa è difficile per tutti.
 
volumi e yield a precipizio causa crisi ,costi di rinnovo flotta e prezzo del carburante insostenibile sono una serie di scuse piu' che plausibili...poi bisognerebbe vedere se la gestione e' stata efficace o meno..secondo me meno....ma e'solo la mia opinione..

Se non sbaglio, i dati indicano un costante aumento dei passeggeri sugli aeroporti italiani. Passeggeri che non sono intercettati dal vettore Cai.
Tutti gli altri fattori credo debbano far parte di un piano industriale.
Certo che se si paga un leasing 350k usd per un a 320 contro una media di 200 (meridiana se non sbaglio paga una media di 180) qualche dubbio sulla gestione viene. A meno che non si pensasse di scaricare il pacco a qualcun'altro visto che i contratti sono a dodici anni..
 
Farfallina, i programmi lanciati sono unitari, solo che ci sono casi (tipo AF) in cui in una manciata di anni si sono lanciate evoluzioni su evoluzioni del NEV, ma in linea di massima il prodotto rimane lo stesso, altri (LH) dove si sono dovute fare scelte in cui la tipologia di poltrona scelta non era fisicamente adatta alla macchina (la nuova first nell'upper non ci sta).
Prendi qualsiasi altra compagnia al mondo e vedrai che quello che ho affermato non è la solita critica per partito preso contro AZ, ma una valutazione più globale sulle scelte operate dalla compagnia e dalla sua concorrenza in materia di uniformità degli allestimenti.
Alla fine le differenze degli interni AZ sono comunque inferiori a quelli delle citate AF o LH, cosa cambia se le poltrone sono leggermente diverse seppur comunque buone?
Per esempio l'hard product di J è inferiore sia per AF che per LH, la Y+ è comunque al top sia nella versione A332 che in quella B772, la Y le due macchine sono diverse e per i B772 hanno probabilmente scelto quella che si adatta meglio ai 10 posti per fila, insomma non è un dramma sono differenze comunque minime e che a parte qualche frequent flyer non vengono notate dai pax e non è detto che debba essere un problema.

Praticamente la flotta Regional verrà uniformata con gli Embraer una volta usciti i 10 CRJ, il corto/medio raggio è tutto uniforme sulla famiglia Airbus una volta usciti gli ultimi MD80, sul lungo raggio tolti i 2 A332 ex AP anch'essi in uscita prossimamente si avranno 12 A332 identici e almeno 10 B772 con J praticamente uguale agli A332, Y+ diversa ma comunque valida, Y idem ma la differenza di design non è significativa.
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.