Il ministro difende, come fatto storicamente dalla politica, il bacino di voti che da sempre i sindacati AZ garantiscono.
Gli azionisti commettono errori e perdono i loro soldi, i top manager perdono il lavoro a stretto giro di comunicazione, gli altri dipendenti sono intoccabili senza poter isolare e licenziare chi non fa bene il proprio lavoro arrivando perfino a boicottaggi e finte malattie. E la cosa più triste è che i dipendenti bravi ed onesti difendono corporativamente la minoranza di pecore nere.
Ferma un attimo Farfallina: anche io sono contrario all'ingerenza della politica, ma non posso non rilevare che se lo Stato ci deve (per l'ennesima volta) mettere i quattrini per casse integrazioni ed oneri sociali sugli esuberi, abbia tutto il diritto di fare la voce grossa.
Sopratutto con un'azienda che continua a ripetere che il Governo non ha mantenuto fede ai patti, e che, da quanto si legge, sta andando a chiedere altri favori di stampo protezionistico (le sovvenzioni per le rotte che non può reggere, la continuità territoriale su REG e via dicendo).
Sarebbe bello che qualcuno dicesse chiaro e tondo quel che ogni volta non si può dire, e cioè che c'è una buona dose di fancazzismo e che, al di là del piano industriale, sarebbe bene cominciare a contare gli esuberi iniziando da chi lavora male. Senza fare sconti nemmeno ai quadri/dirigenti.
Se c'è un appunto che mi sento di fare a Calenda è quello di non avere specificato a quale categoria si riferisca quando parla di "lavoratori": nell'immaginario collettivo ogni assunto è un lavoratore, ma sappiamo bene che così non è. E' sacrosanto tutelare chi il mazzo se lo fa.
Quoto questi due messaggi perché li ritengo significativi per fare una disamina della situazione. Mi scuso (rileggendolo) del post logorroico.
Iniziamo da quanto ha scritto Farfallina.
Scrivi che i top manager perdono il loro lavoro a stretto giro di comunicazione per gli errori commessi. Ma ‘ndo stanno in Alitalia ‘sti manager che sono stati gentilmente e con affetto accompagnati alla porta? Tempo fa scrissi che il middle management non è stato mai toccato. Tutti là stanno. Mentre Alitalia va a picco. Ma quanti ne hanno accompagnati alla porta per i danni fatti, e quanti sono davvero necessari ed indispensabili? Alitalia nell’ultima tornata ha assunto giornalisti che raramente sono intervenuti pubblicamente per spiegare le scelte dell’Azienda. Un utente comune come me che legge i giornali e fa un giro ogni tanto sui social network fatica a capire come mai l’unica risposta pubblicamente data sia relativa ad un articolo di Dragoni.
Parliamo però di cose concrete: il passaggio a Sabre. Esso merita un approfondito studio universitario per mostrare come NON deve essere effettuato un cambio di piattaforma IT. Lo scrivo seriamente: chi abbia voglia di analizzare in dettaglio come Alitalia ha effettuato la migrazione dei sistemi si fa ricco. E’ un caso di scuola che può realmente essere utile perché mostra come NON ci si deve comportare in un’evenienza del genere.
Chi vi scrive ha vissuto, in altro ambito, ben 3 migrazioni di piattaforma. L’ultima delle quali non è andata a buon fine con la decisione finale del management di tornare indietro e mantenere la piattaforma precedente. Lo scrivo solo perché, pur lavorando in un altro settore, ritrovo molti temi affini e molte ‘liturgie’ comuni che si perpetuano nelle società ex statali che fintamente sono state privatizzate.
Qui vengo al secondo punto: ma Alitalia è un’Azienda privata? Se sì, perché continua a tirare in ballo il Governo un giorno sì e l’altro pure? Perché invoca l’intervento del Governo affinché elargisca soldi per mantenere aperte le rotte per Reggio Calabria? Perché non agisce in modo IMPRENDITORIALE, ma ricerca una sponda governativa per incassare qualche milione di euro? Lo fa davvero per salvare qualche decina di posti di lavoro a Reggio Calabria? NO. Lo fa solo per incassare qualche soldo certo. Un’azienda seria si confronta con il mercato e le sue dinamiche, non con i capricci delle istituzioni locali.
E qui, infine, mi ricollego con l’ottimo post di Drancane: ma perché Alitalia va dal governo e richiede favori di stampo protezionistico? Mi permetto di rubare le parole di Drancane perché ritengo siano davvero centrate.
Ora: Farfallina scrive (cito con cut&paste): “i top manager perdono il lavoro a stretto giro di comunicazione, gli altri dipendenti sono intoccabili senza poter isolare e licenziare chi non fa bene il proprio lavoro arrivando perfino a boicottaggi e finte malattie”.
Bene, se è vero (ed è vero) quanto scrive Farfallina, chi mi spiega perché l’Azienda va dal governo e anziché chiedere norme che aiutino ad isolare e licenziare IMMEDIATAMENTE chi non fa bene il proprio lavoro con boicottaggi e finte malattie, chiede qualche soldo per mettere in cassa qualche milione di euro?
Alitalia potrà (forse) iniziare a resuscitare il giorno in cui guarderà al mercato. In modo spietato, incurante di chicchessia, in primis del pressing politico delle amministrazioni locali e centrali.
Alitalia oggi è fintamente privata. Continua a bussare alla porta del Governo.
Solo se taglierà il cordone ombelicale con esso e con ogni Istituzione pubblica esprimendo un Piano Industriale che tuteli gli interessi privati dei suoi Azionisti potrà ambire a generare utili. Se invece la priorità è, per dire e per fare l’ultimo esempio concreto, mantenere aperta Reggio Calabria, che fallisca oggi stesso. Non c’è futuro per un’Azienda che ragiona con logiche che nulla hanno a che fare con l’imprenditoria, e che succhiano soldi a noi contribuenti.