Thread Alitalia / Etihad - Parte II


Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
ho letto finalmente su dagospia l'articolo di Umberto Mancini per il Messaggero:

in particolare, ne riporto la parte finale:

"Eppure sia Intesa Sanpaolo che il presidente Colaninno avevano messo in dubbio questa soluzione, evocando la possibilità di rimettere in gioco Air France e ribadendo che il piano industriale elaborato dall'amministratore delegato avrebbe potuto valorizzare fino a 2 miliardi Alitalia. Del resto, Colaninno non ha mai interrotto i contatti con Parigi. La rotta però adesso è un'altra. Con la corsa contro il tempo per mettere a punto l'operazione newco che Del Torchio e lo stesso Colaninno illustreranno nei dettagli lunedì 5 ad Abu Dhabi."
 
DEBITO IL MACIGNO DA 2 MILIARDI CHE ZAVORRA IL VOLO DEGLI ITALIANI
Roberta Amoruso per Il Messaggero


Circa 2 miliardi di euro. Forse anche qualcosa di più se si considerano gli ultimi tre mesi del 2013 sui quali mancano ancora numeri ufficiali. L'ultima fotografia aggiornata sul fardello del debito fornita dalla stessa Alitalia non è poi così lontana, ormai, dall'allarme lanciato a novembre 2008 da Augusto Fantozzi, l'ultimo commissario straordinario che ha conosciuto la compagnia di bandiera prima dell'operazione Cai-AirOne. Certo, oggi si parla di una società diversa, passata da una faticosa ristrutturazione e diversi piani industriali messi sul tavolo in cinque anni, anche con rotte profondamente diverse. Ma fa un po' impressione trovarsi come allora di fronte a un debito che si aggira intorno a 2 miliardi di euro.

L'ETERNA MINACCIA

Già, perchè è bene ricordarlo, quando un partner potenziale come Etihad va a guardare i conti del gruppo, mette subito la lente sull'indebitamento finanziario, quello verso le banche, ma il conto dei debito in realtà non si chiude affatto qui. Visto che ai 951 milioni di posizione finanziaria netta negativa fotografata a fine ottobre del 2013, vanno aggiunti almeno 165 milioni di nuovi finanziamenti arrivati dalle banche a gennaio scorso. Ma vanno anche sommati ben 785 milioni di debiti verso i fornitori per avere la situazione completa del debito della compagnia.


Chiariti questi numeri, va anche detto che è su quel miliardo scarso di saldo negativo tra debiti e crediti finanziari del gruppo (951 milioni di euro appunto) principalmente per finanziare gli investimenti nella flotta di proprietà (600 milioni) che si concentrano tutte le preoccupazioni. Vediamo in dettaglio perché. Da questa cifra in realtà andrebbero già stornati 97 milioni di euro, che corrispondono al prestito obbligazionario ormai convertito a fine anno in occasione dell'aumento di capitale. Poi ci sono i debiti verso altri finanziatori, come le società di factoring. E tolti i crediti finanziari e le disponibilità liquide (per 161 milioni) rimangono dunque 813 milioni di debiti verso banche.

Qui si arriva al punto cruciale delle richieste avanzate da Etihad. Metà di questi debiti, circa 400 milioni, sono rappresentati da finanziamenti a breve. Un conto rotondo di impegni che la compagnia di Abu Dhabi chiede di convertire in equity insieme ai nuovi finanziamenti di gennaio scorso (70 milioni arrivati da Intesa Sanpaolo, 70 milioni da Unicredit e 25 milioni da Popolare di Sondrio e Mps).

La cifra nel mirino degli emirati arabi sale dunque almeno a 565 milioni di euro, di cui poco più della metà (circa 300 milioni) pesano sui bilanci di Intesa Sanpaolo. Naturale che sia la banca guidata da Carlo Messina a guardare con maggior attenzione il dossier. Da parte sua, Unicredit ha un conto aperto più esiguo con Alitalia. Senza contare che dopo aver messo in fila 9,3 miliardi di rettifiche di valore e 7,2 miliardi di accantonamenti su crediti straordinari nell'ultimo trimestre del 2013, deve aver messo in conto anche una perdita secca sulla compagnia aerea.

Il dossier rimane comunque di quelli caldissimi per le banche. Non solo perché le perdite del conto Alitalia nei bilanci degli istituti vengono da lontano. Ma anche perché sembra che uno dei paletti fissati da Etihad sia di fatto l'azzeramento del debito attraverso lo stralcio del resto dei debiti a breve non oggetto di conversione. Un boccone non facile da digerire per le banche che ieri hanno discusso a lungo anche di questo nell'incontro con il numero uno della compagnia Gabriele Del Torchio.

Per il resto, Abu Dhabi punta su un fondo ad hoc da 24 milioni per gestire la mobilità dei dipendenti Alitalia in esubero (non meno di 3.000 per Etihad). Ma esclude anche di farsi carico di qualsiasi minaccia dal passato. Compresi i contenziosi con Toto per Airone o con Easyjet.

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/alitalia-etihad-fatta-vittoria-arabi-newco-51-76470.htm


mi sembra un ulteriore articolo interessante, che si affianca a quello di Mancini, giornalista che ha avuto il merito, tra le righe, di evidenziare chi è "poco convinto" di questo matrimonio con EY e preferirebbe AF.
 
Angeletti: alleanza Alitalia-Etihad un bene per sistema Paese

Roma, 3 mag. (TMNews) – “Alitalia è una compagnia sottocapitalizzata da sempre. Per fare voli ci vogliono gli aerei e mettere le basi che costano una barca di soldi. Per introdurre una nuova linea intercontinentale ci vogliono decine di milioni. Se alla fine andrà tutto quanto come noi speriamo, cioè l’investimento si realizzerà, sarà un fatto positivo per Alitalia, ma anche per il sistema paese”. Lo ha detto a TMNews il leader della Uil, Luigi Angeletti, commentando le indiscrezioni sul piano derivante dall’alleanza con Etihad.

“Il 51% alla Cai e il 49% a Etihad è scritto da sempre ed è l’unica soluzione possibile – ha proseguito – se qualunque società non europea prendesse la maggioranza di una compagnia aerea dell’Ue perderebbe automaticamente tutti i diritti derivanti dal fatto di essere una compagnia europea. Etihad non può andare oltre il 49%, né adesso né in futuro. Per quanto riguarda l’accollo dei debiti pregressi mi sembra abbastanza naturale che una società che vuole investire in Alitalia sia disposta a mettere soldi non per coprire i debiti passati, ma per creare sviluppo. E’ evidente che in una situazione come questa non si poteva chiedere a Etihad di versare non so quante centinaia di milioni per coprire i debiti. Mi sembra una soluzione assolutamente ragionevole”.
 
Certo, i conferimenti di azienda impongono per legge delle perizie giurate: alcune valutazioni sono facili mentre altre, tipo gli slots, potrebbero generare parecchie polemiche.
Non mi stupierei affatto se la newco tornasse a chiamarsi LAI.

berioz 19th December 2013, 16: 01 #679 - Citando ENI dovremmo però anche ricordare la causa per circa 1 mld attivata dalla vecchia LAI nei confronti della compagnia petrolifera, causa che pare essere piuttosto solida. Sì lo so, vecchia LAI e Cai sono due soggetti diversi, pero LAI ha tanti soldi e CAI ha bisogno di quattrini ...

http://www.giustizia-amministrativa...2013/201308752/Provvedimenti/201401098_11.XML
 
Ultima modifica:
Dopo il Toto-rotte ecco a voi il Toto-codice civile.
Fidandomi di Erede, che potrà anche non essere simpatico ma che di diritto ne sa certamente più di me, direi che l'ipotesi sensata potrebbe essere:
scorporo di un ramo d'azienda, che per legge comprende anche diritti attivi e passivi (compresi gli slot) comprendente quella che vi ostinate a chiamare food company (termine che ha senso solo in caso di procedura concorsuale) e che invece andrebbe chiamata NewCo. Questo ramo d'azienda può contenere di tutto, da un singolo a/m fino all'intera flotta, a condizione di essere un complesso di beni organizzati in grado di avere vita autonoma (non a caso in inglese: going concern). Questo ramo d'azienda, comprendente anche il personale, viene conferito in una nuova società (appunto la NewCo) come sottoscrizione di una parte -minimo 51% - del capitale sociale; il restante cs viene sottoscritto da EY in contanti. La OldCo conserva una parte dei debiti e il personale non necessario - gli esuberi - e vive di vita autonoma. Non contabilizza perdite se non in caso di svalutazione della partecipazione, non ha dipendenti attivi (quelli rimasti andranno in CIG) e non ha altri costi. In questo modo si assicura l'italianità della NewCo -rectius, del controllo della NewCo.
Non vedo francamente alcun problema per quel che riguarda i diritti di traffico, che sono evidentemente parte integrante del patrimonio del ramo d'azienda conferito.
 
berioz 19th December 2013, 16: 01 #679 - Citando ENI dovremmo però anche ricordare la causa per circa 1 mld attivata dalla vecchia LAI nei confronti della compagnia petrolifera, causa che pare essere piuttosto solida. Sì lo so, vecchia LAI e Cai sono due soggetti diversi, pero LAI ha tanti soldi e CAI ha bisogno di quattrini ...

http://www.giustizia-amministrativa...2013/201308752/Provvedimenti/201401098_11.XML
Eccolo che torna. LAI ha più debiti che soldi, e quei pochi che ha servono per pagare i debiti
 
Dopo il Toto-rotte ecco a voi il Toto-codice civile.
Fidandomi di Erede, che potrà anche non essere simpatico ma che di diritto ne sa certamente più di me, direi che l'ipotesi sensata potrebbe essere:
scorporo di un ramo d'azienda, che per legge comprende anche diritti attivi e passivi (compresi gli slot) comprendente quella che vi ostinate a chiamare food company (termine che ha senso solo in caso di procedura concorsuale) e che invece andrebbe chiamata NewCo. Questo ramo d'azienda può contenere di tutto, da un singolo a/m fino all'intera flotta, a condizione di essere un complesso di beni organizzati in grado di avere vita autonoma (non a caso in inglese: going concern). Questo ramo d'azienda, comprendente anche il personale, viene conferito in una nuova società (appunto la NewCo) come sottoscrizione di una parte -minimo 51% - del capitale sociale; il restante cs viene sottoscritto da EY in contanti. La OldCo conserva una parte dei debiti e il personale non necessario - gli esuberi - e vive di vita autonoma. Non contabilizza perdite se non in caso di svalutazione della partecipazione, non ha dipendenti attivi (quelli rimasti andranno in CIG) e non ha altri costi. In questo modo si assicura l'italianità della NewCo -rectius, del controllo della NewCo.
Non vedo francamente alcun problema per quel che riguarda i diritti di traffico, che sono evidentemente parte integrante del patrimonio del ramo d'azienda conferito.

Secondo me il vero problema è la coerenza che 'sto leva/metti/leva avrebbe coi discorsi del governo e dell'UE, qualora fosse legale.
 
da intermarketandmore.finanza.com

ALITALIA: raggiunto un accordo con Etihad?

Finalmente sembra fatta. Secondo alcune indiscrezioni, sembra che finalmente ci sia il via libera: una nuova società (Newco) con il 51% in mano a Cai e il 49% ad Etihad.
Dagli arabi un aumento di capitale pari a 560 milioni di Euro (sottoscritto anche dai soci italiani per 200 milioni di Euro), più una “bad company” dove finiranno tutto il “marciume” (debiti, esuberi, contenziosi vari).
Ovviamente nella newco ci sarebbe tutta la parte sana della società, che quindi partirebbe sul pulito con delle concrete prospettive.
 
da intermarketandmore.finanza.com

ALITALIA: raggiunto un accordo con Etihad?

Finalmente sembra fatta. Secondo alcune indiscrezioni, sembra che finalmente ci sia il via libera: una nuova società (Newco) con il 51% in mano a Cai e il 49% ad Etihad.
Dagli arabi un aumento di capitale pari a 560 milioni di Euro (sottoscritto anche dai soci italiani per 200 milioni di Euro), più una “bad company” dove finiranno tutto il “marciume” (debiti, esuberi, contenziosi vari).
Ovviamente nella newco ci sarebbe tutta la parte sana della società, che quindi partirebbe sul pulito con delle concrete prospettive.

La bad-LAI se la accollò grossomodo lo Stato.

Una bad-CAI chi se l'andrebbe ad accollare?
 
ma è ancora possibile fare sto giochetto? Ma se è così facile, perchè non lo fanno tutte le aziende in crisi?
 
Eccolo che torna. LAI ha più debiti che soldi, e quei pochi che ha servono per pagare i debiti

Personalmente non sarei cosi' categorico su questo punto. Anche parmalat aveva piu' debiti che soldi, eppure hanno offerto ai creditori azioni della nuova societa'. Succede quasi sempre cosi' nelle procedure di amministrazione straordinaria e non si capisce perche alitalia dovrebbe costituire l'eccezione.
Visto che e' stato scritto che i soggetti italiani metteranno 200 mln cash, non capisco perche' dobbiamo escludere a priori che possa essere proprio l'amministrazione straordinaria a metterceli visto che ce li ha.
 
Personalmente non sarei cosi' categorico su questo punto. Anche parmalat aveva piu' debiti che soldi, eppure hanno offerto ai creditori azioni della nuova societa'. Succede quasi sempre cosi' nelle procedure di amministrazione straordinaria e non si capisce perche alitalia dovrebbe costituire l'eccezione.
Visto che e' stato scritto che i soggetti italiani metteranno 200 mln cash, non capisco perche' dobbiamo escludere a priori che possa essere proprio l'amministrazione straordinaria a metterceli visto che ce li ha.

Perchè è un soggetto diverso (non socio) e ogni procedura è diversa da un'altra e tra l'altro qui non si parla di aprirne una. A quale titolo dovrebbe intervenire?
 
Perchè è un soggetto diverso (non socio) e ogni procedura è diversa da un'altra e tra l'altro qui non si parla di aprirne una. A quale titolo dovrebbe intervenire?

Glielo puoi spiegare in 3500 modi diversi, non c è modo di farglielo capire

Inviato dal mio u8800pro
 
Una domanda... ma CAI ha pagato tutte le rate della newco alla LAE? Perchè mi ricordi di un contenzioso per cui era stata versata solamente la prima tranche .. e un Fantozzi che batteva cassa per il saldo.

Sicuramente finisce che CAI sparisce e manco quei pochi soldi rivedono i creditori della LAE
 
Una domanda... ma CAI ha pagato tutte le rate della newco alla LAE? Perchè mi ricordi di un contenzioso per cui era stata versata solamente la prima tranche .. e un Fantozzi che batteva cassa per il saldo.

Sicuramente finisce che CAI sparisce e manco quei pochi soldi rivedono i creditori della LAE

LAE?
 
Con lo stesso titolo con cui sono entrati tutti gli altri soci. Non ho capito perche secondo voi i soldi dell'a.s. puzzano più di quelli di percassi
 
da intermarketandmore.finanza.com

ALITALIA: raggiunto un accordo con Etihad?

Finalmente sembra fatta. Secondo alcune indiscrezioni, sembra che finalmente ci sia il via libera: una nuova società (Newco) con il 51% in mano a Cai e il 49% ad Etihad.
Dagli arabi un aumento di capitale pari a 560 milioni di Euro (sottoscritto anche dai soci italiani per 200 milioni di Euro), più una “bad company” dove finiranno tutto il “marciume” (debiti, esuberi, contenziosi vari).
Ovviamente nella newco ci sarebbe tutta la parte sana della società, che quindi partirebbe sul pulito con delle concrete prospettive.

La bad-LAI se la accollò grossomodo lo Stato.

Una bad-CAI chi se l'andrebbe ad accollare?

ma è ancora possibile fare sto giochetto? Ma se è così facile, perchè non lo fanno tutte le aziende in crisi?

Oltre a rinnovare il mio quesito, da non intendere in senso provocatorio, mi chiedo anche:

la vecchia LAI aveva dei beni che il procuratore fallimentare, Fantozzi, si impegnò per monetizzare (aerei, slot, e altro patrimonio non funzionale alla nuova CAI).

Sta nuova eventuale bad-CAI, invece, che cosa avrebbe da monetizzare per ripagare anche solo in parte i creditori?
 
La newco permetterà probabilmente di non pagare i contributi INPS per i primi tre anni, proprio come ha fatto CAI, sfruttando la norma che agevola chi assume i dipendenti di un'azienda in crisi. Solo che si tratta sempre di Alitalia e non di due aziende diverse.
 
La mia sensazione è che non rimarrà alcun debito in CAI. Fanno la newco solo per aggirare i vincoli UE, ma, non essendo carino dichiararlo, hanno inventato questa storia dei contenziosi
 
Stato
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