Thread Alitalia / Etihad - Parte II


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in questo modo AF, che ha il 7% di CAI, avrebbe poco più del 3,5% della nuova società? non ci credo.....

Non funziona esattamente cosi' AF ha il 7 di AZ CAI, AZ CAI 51% di NewCo. AF non e' legalmente fra gli azionisti di NewCo. Di fatto partecipa alla gestione di NewCo tramite AZ CAI. E' una partecipazione indiretta.

Rimane da vedere come sia possibile il trasferimento di tutti i contratti, bilaterali, slot, etc. da AZ CAI a NewCo senza mettersi nelle condizioni di una implicita continuita' di gestione (altrimenti diventa molto difficile per EY proteggersi da pendenze legali pregresse). Ci vogliono avvocati al quadrato!
 
Grazie per la spiegazione, forse ho capito qualcosa in più.
Ma in caso di holding, non è obbligatorio il bilancio consolidato? Come fa la soc. x a detenere quote e partecipare alla holding se è piena di debiti e pendenze?

Non conosco la legislazione italiana in merito, ma in quella anglosassone sarebbe possibile con certe cautele (Da qui il mio commento "avvocati al quadrato!" in un altro post)
 
Gia' l'ipotesi di conversione dei crediti da parte delle banche si fonda sul presupposto che non esista nessun soggetto disposto a sottoscrivere l'aumento di capitale, oltre naturalmente ad ey.
Se sara' proprio cosi' lo sapremo solo alla fine. Anch'io, finche' non lo vedro' coi miei occhi ci credo poco che i francesi si sfileranno completamente. Non dimentichiamoci che ai sensi del codice civile i vecchi soci hanno il diritto di prelazione sulla sottoscrizione degli aumenti di capitale.

Come ho detto non conosco la legislazione italiana, ma NewCo sarebbe una nuova entita' legale, quindi non esisterebbero "vecchi soci"
 
Prendendo per vero la situazione azionisti New Company (Chiamiamola "AZ Once more with feeling") 51% AZ CAI 49% EY. Ogni azionista di AZ CAI diventa di fatto azionista della NEWCO. On realta' sono due compagnie separate. L'influenza che possono esercitare sulla NewCo sara' indiretta, per intenderci loro potranno solo discutere sull'operato di AZ CAI e, a sua volta, AZ CAI sara' in grado di eleggere X membri del CD della NewCo. D'altra parte mi sembra una delle soluzioni per essere sicuro che un soggetto EU (AZ CAI) mantenga il controllo sulla New Company, altrimenti EY con il 49% sarebbe anche sulla carta il socio che detiene il controllo della compagnia in quanto socio di maggioranza (ognuno degli altri avrebbe meno del 49%)
Ci sono vari aspetti che non mi quadrano. Innanzitutto la bad company si troverebbe ad essere nella scomoda condizione di collettore di ogni problema creato da CAI, ma nella necessità di evitare il fallimento in quanto maggior azionista della new AZ. Non vedo come sarebbe possibile visto che la bad company non avrebbe più entrate mentre dovrebbe fare fronte a debiti e cause.
C'è poi un'altra questione: gli slot e i blaterali, che sono in utilizzo a CAI, ma non di sua proprietà. E almeno teoricamente, non potrebbero essere passati da CAI alla new AZ come se fossero parte del patrimonio della prima. E' anche vero che è già stato fatto ai tempi del fallimento LAI, ma stavolta dubito che in sede UE tutti girerebbero la testa dall'altra parte come avvenne allora. Se non con ampia contropartita, tipo slot in quantità a LIN per le major comunitarie.
Altro aspetto rilevante è l'incognita di come verrebbe valutato a Bruxelles il controllo effettivo della nuova compagnia.
Che dal RE è definito come segue:

«controllo effettivo», un complesso di diritti, rapporti
contrattuali, o ogni altro mezzo che separatamente o
congiuntamente e tenendo presenti le circostanze di fatto o
di diritto del singolo caso conferiscono la possibilità di
esercitare direttamente o indirettamente un’influenza
determinante su un’impresa, per mezzo, in particolare:

a) del diritto di utilizzare in tutto o in parte il patrimonio
di un’impresa;

b) dei diritti o dei contratti che conferiscono un’influenza
determinante sulla composizione, sulle votazioni
o sulle deliberazioni degli organi di un’impresa
oppure conferiscono un’influenza determinante sulla
gestione delle attività dell’impresa;

Obiettivamente serve ardua immaginazione per sostenere che una CAI tecnicamente fallita, starindebitata, con cause pendenti e senza più asset (passati alla nuova AZ), avrebbe il controllo della gestione rispetto ad una EY che sta già dettando (anzi imponendo...) le proprie richieste prima ancora di aver investito 1€.
Se non è un controllo effettivo questo, non so cosa possa esserlo...
Ma come scrivevo sopra, magari troviamo il modo di "comprare" l'inazione della UE anche stavolta.
In ogni caso, il nuovo scenario è ben diverso da quello del 2009, quando gli attori erano tutti UE. E non sarà affatto scontato che a Bruxelles si turino occhi, naso e orecchie.
 
Ti ringrazio, ma non me lo potevi scrivermelo prima? Non capisco perchè potrei aver avuto intenti polemici. Io nemmeno lo sapevo che se ne sia discusso decine di volte.

Il discorso mio casomai è un altro: vorrei capire se e quanto costerà il tutto alle casse pubbliche.
Infatti te l'avevo scritto prima, solo che non lo hai letto.
 
Alitalia-Etihad, ecco i termini del piano che farà decollare l’alleanza nei cieli
Accordo fatto tra azionisti e banche


La soluzione è arrivata in extremis e dopo che Intesa, nel summit di ieri con le altre banche, aveva bocciato le richieste di Etihad sulla ristrutturazione del debito, mettendo così seriamente a rischio, tanto per usare un eufemismo, la trattativa per arrivare al matrimonio con Alitalia. Matrimonio che invece resta miracolosamente in pista perché, sempre ieri in un successivo e acceso vertice tra i soci industriali e le stesse banche, è spuntata l’idea che ha messo tutti d’accordo. La creazione di una newco, 51% in mano a Cai e 49% in quota Etihad, che darà vita a quella che potremo chiamare Alihad. Si tratta, secondo lo schema che Il Messaggero può anticipare, di una nuova società in cui confluirà la parte sana del vettore tricolore: l’operatività in tutti suoi aspetti industriali (voli e slot) e i dipendenti necessari a far volare la compagnia nel numero indicato dagli arabi. Per dare sprint finanziario alla newco è in programma un sostanzioso aumento di capitale che sarà sostenuto, oltre cha da Etihad per circa 560 milioni di euro, anche dai soci italiani (200 milioni) che potranno così fare fronte anche alle maggiori perdite previste per il 2014. Nella bad company finiranno invece - in uno schema già utilizzato in passato proprio per Alitalia - la maggioranza dei debiti bancari, una buona fetta degli esuberi (3.000 mila dipendenti), i rischi finanziari legati ai contenziosi legali e fiscali aperti. Insomma, tutto il fardello del passato, con gli extra costi del personale considerato in esubero e il macigno del debito di cui Etihad, come ribadito nelle due lettere inviata ai vertici di Alitalia, non vuole più sentir parlare. I soci italiani e le banche azioniste si sono date tempo fino a lunedì per mettere tutto nero su bianco e consentire così a Gabriele Del Torchio e a Roberto Colaninno di volare lunedì ad Abu Dhabi con una proposta concreta che, è evidente, va proprio nella direzione di quanto chiesto dagli arabi con l’aut aut.


TEMPI RAPIDI
La complessa operazione, che come detto richiama una delle tante scorciatoie imboccate nel passato per evitare il fallimento, ha comunque disinnescato la dura presa di posizione di Intesa che, come accennato, aveva rifiutato il piano taglia-debiti proposto da Etihad. Un no secco che nel pomeriggio di ieri aveva lasciato di sasso gli altri istituti di credito, riuniti ieri insieme all’ad Del Torchio per trovare una posizione comune in vista del viaggio ad Abu Dhabi...

Continua a leggere sul Messaggero in edicola o sul Messaggero Digital

http://economia.ilmessaggero.it/economia_e_finanza/alitalia_etihad_cai_accordo_piano_azionisti_banche_newco/664318.shtml



Qualcuno potrebbe pubblicare l'articolo in forma estesa ?
 
non ho capito: ma Intesa che partita sta giocando? per se o per altri?

non dimentichiamoci che, proprio grazie a Intesa e ai propri interessi, è stata inserita Airone nella trattativa di CAI, cosi come tutti quegli inutili A320 di medio raggio, cosi come gli A330 a un prezzo di leasing non chiaro
Gli A332 non sono in leasing da APF, almeno per la maggioranza, ma direttamente da Airbus o altri lessor.
 
Prendendo per vero la situazione azionisti New Company (Chiamiamola "AZ Once more with feeling") 51% AZ CAI 49% EY. Ogni azionista di AZ CAI diventa di fatto azionista della NEWCO. On realta' sono due compagnie separate. L'influenza che possono esercitare sulla NewCo sara' indiretta, per intenderci loro potranno solo discutere sull'operato di AZ CAI e, a sua volta, AZ CAI sara' in grado di eleggere X membri del CD della NewCo. D'altra parte mi sembra una delle soluzioni per essere sicuro che un soggetto EU (AZ CAI) mantenga il controllo sulla New Company, altrimenti EY con il 49% sarebbe anche sulla carta il socio che detiene il controllo della compagnia in quanto socio di maggioranza (ognuno degli altri avrebbe meno del 49%)
Servirebbe un patto di sindacato che detenga la maggioranza, ma in quel caso in caso di rottura ci potrebbe essere il problema con la UE perché EY si troverebbe in controllo.
 
Come ho detto non conosco la legislazione italiana, ma NewCo sarebbe una nuova entita' legale, quindi non esisterebbero "vecchi soci"

Si' certo, tecnicamente e' come dici tu pero' nel momento in cui decidi di fare entrare altri nel capiale della newco non puoi proprio compeltamente infischiartene delle richieste dei soci della societa" controllante, cioe' cai, soprattutto se questi fossero disposti a mettere denaro e allo stesso tempo obbligare le banche a metterli loro controvoglia al posto dei francesi
Insomma, non e' cosi' semplice mantenere l'equilibrio.
 
La newco serve proprio per evitare patti di sindacato che hanno per legge una durata limitata e possono esserre modificati in qualsiasi momento.
 
La newco serve proprio per evitare patti di sindacato che hanno per legge una durata limitata e possono esserre modificati in qualsiasi momento.
Infatti la precisazione era proprio legata a quell'assetto possibile ma che andrebbe gestito con attenzione.
La New company supererebbe certe difficoltà, ma deve essere gestita benissimo a livello di gestione dei passaggi delle attività.
L'obiettivo comunque non può essere di liquidare CAI, quindi non dovrebbero esserci problemi di continuità.
 
Infatti la precisazione era proprio legata a quell'assetto possibile ma che andrebbe gestito con attenzione.
La New company supererebbe certe difficoltà, ma deve essere gestita benissimo a livello di gestione dei passaggi delle attività.
L'obiettivo comunque non può essere di liquidare CAI, quindi non dovrebbero esserci problemi di continuità.

Come dicevo prima... avocati al quadrato !
 
Infatti la precisazione era proprio legata a quell'assetto possibile ma che andrebbe gestito con attenzione.
La New company supererebbe certe difficoltà, ma deve essere gestita benissimo a livello di gestione dei passaggi delle attività.
L'obiettivo comunque non può essere di liquidare CAI, quindi non dovrebbero esserci problemi di continuità.

Certo, i conferimenti di azienda impongono per legge delle perizie giurate: alcune valutazioni sono facili mentre altre, tipo gli slots, potrebbero generare parecchie polemiche.
Non mi stupierei affatto se la newco tornasse a chiamarsi LAI.
 
I reintegri già ordinati (circa 600), potrebbero essere i primi esuberi per juniority...

Appunto, se si andasse per juniority, ma la legge non detta criteri, dicendo solo che l'assegnazione della cigs debba essere equa. Stavolta ho la sensazione che però non ci sarà alcun accordo a Palazzo Chigi.
 
Ma come fai in un'azienda che deve mantenere una regolarità operativa? Sarebbe impossibile farlo nel segreto più assoluto.


Chi ha parlato di regolarita' operativa? Per fare una cosa inattaccabile bisogna fare un bel grounding copn tutti i crismi PERO' sapendo gia' prima come rimettere insieme tutti i pezzi dopo, quali lavoratori riprendere, come recuperare i diritti ecc.

Questo si che e' tombale, non c'e' piu' la minima possibilita' che ci si possa rifare sulla nuova societa'.

Si perdono diritti, ma soprattutto si perdono obblighi e debiti.

Gli unici diritti che non sono facilmente recuperabili sono gli slot di Linate. Infatti IMHO il grounding di AZ e quello di LIN vanno fatti insieme. Poi AZ la fai ripartire con un altro nome, e i bilaterali si recuperano tutti velocemente, cosi' come slot ben piazzati in aeroporti dove ci sono margini di crescita e non piu' concorrenza sleale dall'Idroscalo. LIN non lo fai ripartire piu', se non su basi molto molto diverse.

Si puo' fare salvando anche piu' lavoratori, capre e cavoli che continuando a cercar di far ripartire una macchina palesemente compromessa da troppo tempo e con troppi fantasmi che la inseguono.

Ma questa e' la mia visione per una ripartenza pulita. Mi pare che la soluzione che hanno tirato fuori, per quel poco che se ne sa, invece non risolva un piffero, anzi, rende la situazione ancora piu' incasinata, lascia in gravi incertezze per il futuro, rimanda una vera soluzione e fa danno ancora per un po' di tempo.
 
Appunto, se si andasse per juniority, ma la legge non detta criteri, dicendo solo che l'assegnazione della cigs debba essere equa. Stavolta ho la sensazione che però non ci sarà alcun accordo a Palazzo Chigi.

Vedremo cosa verrà fuori dall'accordo sindacale che dovrebbe individuare i criteri. In caso non lo facesse o fossero viziati da illegittimità o contrari ai principi di buona fede, saranno applicabili i principi di cui alla 223/91. Non si sfugge, o quasi...
 
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