(AGI) - Milano, 5 feb. - Agli emiri dell'Etihad piace l'aeroporto di Linate. Nella complessa ma serrata trattativa che dovrebbe condurre a breve alle nozze con Alitalia, la compagnia degli Emirati Arabi Uniti, secondo fonti vicine al dossier, ha posto una serie di condizioni a garanzia dell'investimento. Tra le altre, il via libera istituzionale ad un piu' intenso utilizzo dello scalo cittadino milanese controllato dalla Sea - che gestisce anche Malpensa - per le rotte verso tutte le capitali europee, verso Mosca, Istanbul e il Nord Africa. Si tratta di direttrici che gli arabi considerano commercialmente molto interessanti e complementari al loro traffico su Abu Dhabi e, un domani, su Fiumicino e che i loro alleati di Air France-Klm - destinati a conservare un ruolo importante nel futuro assetto di Alitalia - vedono con altrettanto favore. Ma non e' detto che la richiesta possa essere accolta.
L'aeroporto di Linate e' infatti oggi uno scalo a traffico limitato, a seguito del decreto Bersani che ne proibii', sostanzialmente, l'utilizzo intercontinentale e ne contingento' quello internazionale, per lasciare spazio di sviluppo all'hub di Malpensa, anche in accoglimento della richiesta avanzata all'epoca da Air France-Klm che voleva preservare la complementarieta' degli hub di Parigi e Roma, riducendo al minimo il potere di interferenza dell'area milanese. Oggi su Linate ci sono alcuni "slot" (diritti di decollo e atterraggio) sottoutilizzati che potrebbero essere riconvertiti nel senso auspicato dagli arabi. Ma cio' comporterebbe fatalmente un simmetrico ridimensionamento di Malpensa a scalo intercontinentale (ma con problemi non indifferenti di convergenza dei passeggeri) merci e low-cost. Le implicazioni della nuova alleanza di Alitalia sul sistema aeroportuale italiano entrano quindi prepotentemente nello scenario delle trattative.
La Sea ha interesse a difendere lo status quo e potenziare semmai Malpensa, e non Linate. Sul city-airport grava un vincolo di legge, che solo un'altra legge potrebbe superare, e sempre col permesso delle autorita' europee. Naturalmente l'indebolimento di Malpensa non potra' che incontrare l'opposizione del Comune di Milano, nominalmente ancora primo azionista della Sea pur dopo l'ingresso di F2i come "socio forte", e della Regione Lombardia, sollecita custode degli equilibri attuali. Il ministro Lupi viene considerato contrario all'ipotesi-Linate ma ligio alla disciplina di governo, per cui se la linea del premier fosse quella di favorire in ogni modo la concretizzazione dell'intesa Alitalia-Etihad, chi gli sta vicino non ne prevede un'opposizione intransigente. A complicare il quadro si aggiungono le ragioni di sicurezza che da tempo l'Enac individua su Linate e che consigliano di non incrementarvi il traffico rispetto ai livelli attuali. Sullo sfondo, resta la possibilita' - ventilata negli ambienti finanziari e ieri esclusa dal gruppo Benetton - di un ingresso di Etihad anche nel capitale di Aeroporti di Roma, l'azienda che gestisce Fiumicino ed e' controllata da Atlantia al 97%.
L'interesse del gruppo di Treviso alla positiva conclusione della tormentata vicenda Alitalia, in cui controlla l'8%, e' pero' evidente e rappresenta quindi pur sempre un valido motivo di attenzione allo scenario arabo
Agenzia Giornalistica Italiana