Thread Alitalia dal 1° gennaio


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Segno di non curanza

Nella parte del sito di Alitalia riguardante SkyTeam è ancora presente Continental Airlines e Copa Airlines, ma è possibile che non si siano accorti di questa dimenticanza, sarà anche una delle parti non importantissime per il viaggiatore medio (che non guarda queste cose), nè per il viaggiatore assiduo (che è informato), però mi sembra un segno di strascuratezza.
http://corporate.alitalia.it/it/group/skyteam.htm
 
Ragazzi vi segnalo che nel nuovo film di Carlo Verdone ricompare Az come sponsor ci sono alcune scene girate a bordo zona magnifica e un 767 in decollo, interagiscono due assistenti di volo.
 
Perché il 2010 sarà un anno cruciale per il trasporto aereo italiano

La battaglia tra Ryanair ed ENAC sui documenti d’identificazione si è conclusa con una tregua. La compagnia low cost irlandese accetterà oltre alla carta d’identità e il passaporto anche i tesserini ministeriali. Le licenze di caccia o la patente di guida non saranno accettate dal vettore. Nel comunicato ENAC si afferma invece che le due parti in causa “hanno poi condiviso la necessità di procedere ad approfondimenti tecnici sulla possibilità di accettare anche altri documenti, tra cui la patente di guida”.

Questa tregua ha permesso di ottenere un risultato importante: la prevista cancellazione dei voli domestici di Ryanair non avrà luogo e tutto riprenderà normalmente nel trasporto aereo, o quasi.
Nonostante questa battaglia sia terminata, la guerra tra il vettore irlandese e le autorità italiane del settore non ha fine. Rimane, infatti, aperta la questione di Ciampino. La politica ha più volte spinto per la chiusura di tale aeroporto poiché rendeva troppo competitiva la compagnia irlandese che utilizza il secondo scalo romano. Si è inoltre prevista l’apertura di Viterbo, a due ore di distanza dalla capitale, con un enorme spreco di risorse pubbliche. Ryanair molto difficilmente trasferirà tutti i suoi voli su di uno scalo tanto distante dal centro di Roma e la capitale perderà diversi milioni di turisti.
Il 2010 sarà un anno cruciale per il trasporto aereo italiano. La politica dovrà decidere se favorire la concorrenza o una presunta italianità.
Ryanair, il primo vettore low cost europeo con oltre 65 milioni di passeggeri trasportati nel 2009 diventerà la prima compagnia in Italia per i voli intraeuropei. Questo anno le low cost conquisteranno sempre maggiori quote di mercato e si confermerà la tendenza evidenziata nel 2009, quando Easyjet e Ryanair hanno incrementato in maniera molto importante la propria presenza nel mercato italiano.
La compagnia irlandese ha raggiunto il 18 per cento la market share dei passeggeri, mentre Easyjet ha sfiorato il 10 per cento. La compagnia di bandiera privatizzata, Alitalia, nel 2009 dovrebbe aver raggiunto circa il 21 per cento del mercato italiano.
Il 2009 si è inoltre caratterizzato per l’entrata di un nuovo vettore tradizionale nel panorama italiano: Lufthansa Italia. La filiale italiana del colosso tedesco, primo vettore mondiale, ha deciso nello scorso febbraio di porre una propria base nell’aeroporto di Milano Malpensa. Nel corso di 11 mesi è diventato il secondo operatore sullo scalo milanese, superando anche Alitalia.
Questi dati ben evidenziano l’accresciuta importanza dei vettori stranieri che trasportano i passeggeri italiani che hanno bisogno di spostarsi da un punto all’altro dell’Italia o per destinazioni straniere.
Le compagnie aeree portano nel nostro paese milioni di stranieri che altrimenti non potrebbero venire. La possibilità di trovare i voli a poche decine di euro ha permesso lo sviluppo di un turismo meno legato alla stagionalità e che permette di riempire gli hotel e le città anche in periodi “non di punta”. Il ministro del Turismo, Maria Vittoria Brambilla, conosce bene la situazione difficile del settore turistico italiano e, per questa ragione, puntare anche su questa tipologia di viaggio è molto importante.
Il 2009 è stato inoltre caratterizzato dalla “rinascita” di Alitalia. Lo scorso 13 gennaio la CAI, dopo la fusione tra alcuni pezzi della vecchia Alitalia ed AirOne, ha cominciato a volare. La situazione è stata la più difficile immaginabile poiché nel primo semestre del 2009 il trasporto aereo mondiale ha subito un tracollo.
Le perdite operative del primo anno di gestione dovrebbero superare i 300/320 milioni di euro, dovute in gran parte ad un primo semestre molto complicato. I conti sono stati in parte salvati da un prezzo del petrolio molto meno elevato del previsto e da una gestione privatistica che comincia a dare i suoi primi effetti.
Tuttavia vi è un altro fattore che sta aiutando Alitalia: la politica. La legge 166 del 2008 permette al vettore di avere una posizione di monopolio su moltissime rotte domestiche. Una delle poche tratte concorrenziali è quella di cui si parla maggiormente: la Milano–Roma. Il collegamento tra le due principali città d’Italia è l’unica che vede la concorrenza, grazie all’entrata in funzione del treno ad alta velocità. Il restante 90 per cento del mercato – la Roma Fiumicino, Milano Linate incide infatti solo per il 10 per cento del mercato domestico – vede nella maggior parte dei casi una situazione di monopolio. Alitalia potrebbe replicare che i prezzi dei biglietti sono rimasti stabili e questo, molto probabilmente, è vero. Tuttavia i prezzi sono da confrontare con l’andamento del mercato che ha visto una caduta del prezzo medio del biglietto di almeno il 20 per cento. Proprio in questa differenza di prezzi si può notare la posizione monopolistica del vettore italiano.
È bene tuttavia distinguere gli errori. Alitalia non ha colpe. Essendo un’impresa privata, la compagnia cerca di limitare le proprie perdite con le leggi a disposizioni. Deve essere la politica a cercare di fare norme che favoriscano tutti i viaggiatori italiani e non solo un determinato vettore.
Il 2010 dunque dovrà essere un anno a favore della concorrenza in modo che tutti i cittadini possano beneficiare degli effetti positivi della liberalizzazione del trasporto aereo, così come si è verificato nell’ultimo decennio.
Speriamo che la risoluzione del conflitto tra ENAC e Ryanair sia un buon auspicio.
A.Guiricin

L'Occidentale
 
La compagnia irlandese ha raggiunto il 18 per cento la market share dei passeggeri, mentre Easyjet ha sfiorato il 10 per cento. La compagnia di bandiera privatizzata, Alitalia, nel 2009 dovrebbe aver raggiunto circa il 21 per cento del mercato italiano.
Le solite classifiche alla Trilussa, fatte contando i passeggeri e non il fatturato, per cui 10 pax BGY-CIA a 19,99 euro l' uno valgono dieci volte un pax LIN-FCO a 200.
 
Rimane, infatti, aperta la questione di Ciampino. La politica ha più volte spinto per la chiusura di tale aeroporto poiché rendeva troppo competitiva la compagnia irlandese che utilizza il secondo scalo romano. Si è inoltre prevista l’apertura di Viterbo, a due ore di distanza dalla capitale, con un enorme spreco di risorse pubbliche. Ryanair molto difficilmente trasferirà tutti i suoi voli su di uno scalo tanto distante dal centro di Roma e la capitale perderà diversi milioni di turisti.

Ma come si fa a dare credito a chi scrive robe del genere?
Ma nemmeno i pensierini dei bambini di terza elementare sono tanto superficiali. Totale incapacità di comprensione e sintesi della questione, conclusioni semplicistiche, nessuna profondità di analisi, tutto fa veramente cadere le braccia. E sono sicuro sia proprio questo, non certo malafede.
 
Il collegamento tra le due principali città d’Italia è l’unica che vede la concorrenza, grazie all’entrata in funzione del treno ad alta velocità. Il restante 90 per cento del mercato – la Roma Fiumicino, Milano Linate incide infatti solo per il 10 per cento del mercato domestico – vede nella maggior parte dei casi una situazione di monopolio.

Ma cosa sta dicendo? E Blue Express, Windjet, Air Italy, Meridiana, le stesse Easyjet e Ryanair di cui andava parlando fino a un momento prima cosa sono? Ma suvviaaa... ma si informi.
E questi sarebbero i giornalisti italiani più edotti sulla questione?
 
E questi sarebbero i giornalisti italiani più edotti sulla questione?

Dovresti averlo capito ormai: da quando sono entrate le low-coast nel mercato italiano e da quando il fallimento di Alitalia è stato riportato pure su Novella 2000 in Italia abbiamo, oltre che 54 milioni di commissari tecnici, anche 54 milioni di amministratori delegati di compagnia aerea.
 
che poi a ben vederla è esattamente il contrario, la Linate-Fiumicino è l'unica rotta in cui la concorrenza è bloccata e la posizione monopolistica di AZ è salvaguardata per legge. Ne avesse azzeccata una. :D
 
Alitalia, così è volato il primo anno di Cai

Cancellazioni in calo, la puntualità migliora solo sulla Roma-Milano: la compagnia italiana in Europa è 25esima su 27. Tanti bagagli persi quanti nella vecchia gestione, ma il trend è positivo. Ecco il bilancio dal decollo Cai del 13 gennaio 2009




È tutto pronto in piazza Almerico da Schio a Fiumicino per festeggiare il primo compleanno della nuova Alitalia-Compagnia aerea italiana, nata il 13 gennaio 2009 dalle ceneri della storica e disastrata compagnia di bandiera e dalla fusione con Air One. “Io sto meglio qui che a casa", assicura nella campagna pubblicitaria lanciata in questi giorni Raoul Bova, coccolato da un’avvenente hostess che poi è sua moglie.

Ma cosa ne pensano i passeggeri anonimi, quelli che negli ultimi 12 mesi hanno volato con Alitalia? Come è uscita la nuova compagnia dalla prova del fuoco di ritardi, cancellazioni, bagagli persi e qualità del servizio? Il primo volo targato Cai, un AZ676, è decollato il 13 gennaio 2009 alle 6.10 da Malpensa per San Paolo. Da allora a oggi la compagnia e i suoi passeggeri hanno attraversato momenti critici e periodi con il segno più. La cronaca del primo anno ha raccontato un avvio molto faticoso, un’estate da incubo, con migliaia di bagagli persi a Fiumicino, un autunno con i reclami dei clienti in calo e un tasso di puntualità in linea con quello dei principali vettori europei, e ancora un periodo natalizio segnato dai velivoli costretti a terra dalla neve.

I numeri aiutano a fare un bilancio. Tra luglio e settembre Alitalia ha registrato un tasso di regolarità del 99,7 per cento, ovvero meno di due voli cancellati al giorno, e un tasso di puntualità del 74 per cento, con punte a ottobre dell’80,4 per cento. La vecchia compagnia nel 2008 arrivava all’83 per cento. “Abbiamo raggiunto livelli di eccellenza sulla Roma-Milano-Roma – è la risposta in una nota di Cai –, dove la puntualità è stata del 92 per cento a settembre e del 94 per cento a ottobre. Miglioramenti anche su Fiumicino, che nel terzo trimestre 2009 ha avuto un tasso di puntualità del 60 per cento, con il 68 per cento a ottobre”.

Per quanto riguarda novembre l’amministratore delegato, Rocco Sabelli, ha comunicato numeri ancora più soddisfacenti: bassi i volumi di traffico, tendenza tradizionale per questo mese, ma regolarità al 98,7 per cento e puntualità all’82,8 per cento. Il vettore copre oggi il 56 per cento del mercato nazionale ed è tornato il primo del Paese (certo anche grazie alla fusione con Air One, allora secondo vettore tricolore e lasciando spazi di mercato a compagnie low cost come Ryan Air ed Easy Jet o alla neonata Lufthansa Italia).

Le tabelle della Aea (Association of european airlines) sulla qualità del servizio danno un quadro più negativo. Certo, va considerato che quelle più aggiornate sono relative a gennaio-marzo 2009 ma nel confronto della compagnia di bandiera con gli altri vettori europei sul corto-medio raggio, Alitalia-Cai non esce benissimo. Con i suoi oltre 49 mila voli effettuati partiti puntuali (cioè entro 15 minuti dall’orario previsto) nel 76,4 per cento dei casi Alitalia era 25esima su 27 compagnie, seguita solo da Iberia, con 121 mila voli partiti puntuali 74,5 volte su cento, e Turkish Airlines, con 67 mila voli e un tasso di puntualità al decollo del 73,2 per cento.
In cima alla lista, Romanian Airlines (5.800 voli puntuali nel 92,4% dei casi), Luxair (4.800 voli, 91,9% di puntualità) e Icelandair (2 mila voli, il 90,2% dei quali in orario). Tra i vettori più importanti invece Air France, il maggiore in Europa e il quarto al mondo, ha fatto 195 mila voli, l’83,7 per cento decollato in orario (17esimo posto in classifica), British Airways (19esima) su 83 mila voli ne ha fatti partire in tempo l’83,1, mentre l’84 per cento degli oltre 246 mila voli Lufthansa (15esima) sono decollati puntuali. Il tasso medio europeo di puntualità alla partenza era in quel periodo dell’83,2 per cento.

In linea con la vecchia gestione i numeri dei bagagli disguidati, cioè non arrivati a destinazione con il proprietario. Gli ultimi dati, sempre forniti da Cai, sono altalenanti. In agosto ben il 3,1 per cento, l’1,6 per cento a settembre, il 2,3 per cento a ottobre e l’1,5 a novembre. Valori comunque superiori alla media d’Europa, dove, secondo la Aea, vanno perse 1,3 valigie ogni cento passeggeri.

Gli aerei invece hanno volato sempre più pieni. Alla partenza della nuova gestione il load factor, cioè l’indice di riempimento dei velivoli, era inferiore al 40 per cento. Nel periodo gennaio-ottobre 2009, ancora secondo l’associazione europea delle compagnie, Alitalia ha trasportato 18 milioni di passeggeri (a fine 2009 sono arrivati a 22 milioni) e ha riempito il 65,4 per cento delle poltrone. La media europea di riempimento nei dieci mesi è stata del 76,2 per cento, Air France ha fatto volare 40 milioni di persone, con un tasso di riempimento del 78,8 per cento e British Airways ha trasportato 27,5 milioni di passeggeri, con un tasso del 78,4 per cento.

I punti di forza e i progressi di questi 12 mesi li elenca la compagnia, ma sono per lo più riconosciuti anche dall’Enac e da sindacati come Uil e Anpac. La flotta, attualmente composta da 149 velivoli, è stata incrementata e sono già in vendita i biglietti per la nuova tratta Roma-Los Angeles, che parte a giugno. La Malpensa-Miami invece è in programma ma non è ancora confermata ufficialmente. Hanno placato molte delle lamentele dei consumatori novità come i varchi fast-track per i controlli di sicurezza sulla Linate-Fiumicino, il terminal unico dello scalo romano, le aree dedicate sulla Roma-Milano, tratta di punta su cui sono stati fatti i maggiori investimenti (anche per contrastare la concorrenza del Frecciarossa) e dove è attivo anche il mobile check-in.

Il peggior tasto dolente, quello che più ha alimentato le proteste degli utenti, riguarda Fiumicino, scelto come hub di riferimento della compagnia al posto di Malpensa. Lo scalo romano, gestito da Adr ma dove le attività di handling (l’assistenza a terra) spettano ad Alitalia, resta al di sotto degli standard di qualità sia per i bagagli sia per la puntualità.
Anche la fusione tra i sistemi operativi e informatici di Alitalia ed Air One è ancora imperfetta.
Opposte infine le valutazioni sui prezzi dei biglietti. “Non sono certo aumentati, complice la crisi internazionale del settore”, sottolinea la compagnia. “Le tariffe Cai sono troppo alte, fuori mercato. Per accorgersene è sufficiente fare un confronto con la concorrenza”, ribatte Gianluca Di Ascenzo, dell’ufficio legale Codacons.

Fa il punto di un anno di Cai-Alitalia il presidente dell’Enac, Vito Riggio: “Ci sono state forti difficoltà iniziali e un’estate di rodaggio, ma ora il servizio si è assestato su livelli più che accettabili. Le operazioni in volo vanno bene, rimangono alcuni problemi a terra, l’azienda però sta rimediando. Complessivamente il giudizio è positivo, anche se i mesi decisivi saranno i prossimi, quando Alitalia dovrà affrontare due sfide importanti: coprire meglio la fascia del low cost e incrementare la rete intercontinentale”.

Forse non volano più Alitalia, ma di certo sulla vecchia compagnia ci avevano puntato. Sono i circa 40 mila piccoli azionisti e gli obbligazionisti, che sono stati risarciti in titoli di Stato. Ai primi sono stati restituiti 0,272 euro ad azione, la metà del prezzo medio dell’ultimo mese di contrattazione, mentre i secondi hanno avuto il rimborso del 70,9 del capitale. È più di quanto abbiano recuperato gli investitori di qualunque altra società fallita, da Cirio, a Parmalat, a Giacomelli.



fonte: SKY
 
Alitalia, quale futuro un anno e 7 mila esuberi dopo Cai

A dodici mesi dalla fusione con Air One e dal salvataggio della ex compagnia di bandiera, i sindacati fanno il bilancio: 5500 cassintegrati, precari non confermati, piano di riassorbimento niente affatto chiaro. E il 5 febbario si torna a scioperare




Alitalia si è salvata, ma migliaia di lavoratori sono rimasti a terra. Per tenere a galla la compagnia di bandiera sono stati sacrificati 7 mila posti di lavoro tra cassintegrati e precari non confermati.
La Filt Cgil fornisce i numeri dei tagli. I dipendenti attualmente in cassintegrazione sono 5.500, 2.500 dei quali raggiungeranno la pensione nei sette anni coperti dagli ammortizzatori sociali. I piloti sono 840, 1.100 gli assistenti di volo, 4 mila gli addetti del personale di terra. “La maggior parte dei lavoratori tagliati fuori dalla ristrutturazione – attacca Mauro Rossi, segretario nazionale della Filt Cgil – non ha un’età vicina alla pensione. Una ferita aperta, che si aggiunge a relazioni industriali inadeguate e improntate all’unilateralità. Si rischia una ripresa del conflitto con i sindacati. Il tempo per trovare una via negoziale c’è, ma attendiamo un drastico cambio di passo da parte dell’azienda”.

Al centro delle tensioni, oggi come nei giorni della vertenza di un anno e mezzo fa, ci sono i piloti. La categoria ha subito una batosta e oggi è più debole di allora, con i dipendenti rimasti che lavorano di più ma hanno lo stesso stipendio e in alcuni casi vengono trasferiti nelle sedi più decentrate a forza e senza seguire i criteri di anzianità. Come denuncia uno dei rappresentanti del “fronte del no” e leader dell’Anpac, Fabio Berti: “Il nodo degli oltre 800 piloti cassintegrati rende molto difficile il clima interno. Si tratta di professionisti inattivi, che stanno perdendo il mestiere, in certi casi anche il brevetto. L’unica soluzione sarebbe mantenerli in allenamento, facendoli ruotare con i colleghi assunti, molti dei quali sarebbero disposti a lavorare part-time per questo. Alitalia non crescerà abbastanza da riassorbire i cassintegrati, il mercato è difficile e la compagnia paga un decennio di gestione sbagliata”.

Più morbida la posizione di alcuni colleghi, che riconoscono al nuovo management una migliore organizzazione e gli sforzi fatti sia per il dialogo con i lavoratori sia per migliorare il prodotto. “Per i piloti non c’erano alternative a Cai, il nostro atteggiamento è costruttivo: ci sono molti problemi da risolvere, ma quella che abbiamo fatto si è rivelata la scelta giusta. Se non l’avessimo fatta, non saremmo qui a parlare di Alitalia – spiega Ivan Viglietti, rappresentante dei piloti della Uil trasporti –. Certo, il contesto economico difficile non ha permesso all’azienda di sviluppare tutte le potenzialità e il ridimensionamento ha sacrificato molti colleghi. Ma i lavoratori Alitalia non sono i soli in cassintegrazione, ci sono quelli di My Air, Air Vallée, Alpi Eagles, Air One. Sono abbastanza ottimista per il futuro, c’è grande voglia di riscatto. Se l’azienda avrà la forza di investire prima che il mercato riparta, potrà fare un salto in avanti e anche i cassintegrati potranno essere riassorbiti. Nel 2009 già 80 di loro sono rientrati al lavoro”.

Anche tra le “colombe” però non mancano i dubbi e le riserve. “Le cose in Alitalia sono migliorate – ammette un pilota di lungo corso –, ma con tutti quei licenziamenti era il minimo. Oggi l’azienda ha un atteggiamento positivo verso i dipendenti e la gestione è buona. L’impressione di chi lavora qui tuttavia è che manchi un vero orientamento al futuro. È carenza di coraggio oppure il management non ci crede davvero? È solo la paura di rischiare o, peggio, l’intenzione di mollare?”.

Al di là degli umori interni e delle previsioni, il secondo anno di Cai-Alitalia parte con uno sciopero. La Filt Cgil e le associazioni del personale navigante Ipa, Avia e Anpac hanno indetto per il 5 febbraio un’agitazione di quattro ore. Il motivo: piloti e assistenti di volo lamentano il mancato rispetto da parte dell’azienda degli accordi su organici, retribuzioni, trasferimenti e assunzioni dei colleghi cassintegrati e precari.



fonte: SKY
 
Alitalia, quale futuro un anno e 7 mila esuberi dopo Cai

A dodici mesi dalla fusione con Air One e dal salvataggio della ex compagnia di bandiera, i sindacati fanno il bilancio: 5500 cassintegrati, precari non confermati, piano di riassorbimento niente affatto chiaro. E il 5 febbario si torna a scioperare
Che noia questi papiri sindacali.
 
Ultima modifica da un moderatore:
dello sciopero CISAL di oggi non se n' è parlato?

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COMUNICATO CISAL ASSOVOLO DELLE ORE 18.00 DEL 10 GENNAIO 2010

Alle 18.00 il totale delle adesioni allo sciopero di 24 ore proclamato dalla CISAL ASSOVOLO a tutela degli Assistenti di Volo erano 48 scioperanti, con molti voli partiti in sottorganico e 3 voli in fortissimo ritardo:
- AZ348 per BUDAPEST con circa 3h di ritardo;
- AZ578 per GINEVRA con circa 2h di ritardo;
- AZ1317 per BOLOGNA attualmente con 2h di ritardo

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dello sciopero CISAL di oggi non se n' è parlato?

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COMUNICATO CISAL ASSOVOLO DELLE ORE 18.00 DEL 10 GENNAIO 2010

Alle 18.00 il totale delle adesioni allo sciopero di 24 ore proclamato dalla CISAL ASSOVOLO a tutela degli Assistenti di Volo erano 48 scioperanti, con molti voli partiti in sottorganico e 3 voli in fortissimo ritardo:
- AZ348 per BUDAPEST con circa 3h di ritardo;
- AZ578 per GINEVRA con circa 2h di ritardo;
- AZ1317 per BOLOGNA attualmente con 2h di ritardo

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48 su oltre 12.000 dipendenti....non male come aliquota.
 
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