Thread Alitalia da giugno 2016


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Sarebbe cosa buona e giusta ma non mi stupirei se non ci fosse nulla. In tutti i modi l'aereo è EI-DBL.

Domanda: ma mi ricordavo che nella tratta doveva essere utilizzato il 330... È cambiato qualcosa? Sempre il problema delle limitazioni operative causa altitudine aeroporto?
 
Domanda: ma mi ricordavo che nella tratta doveva essere utilizzato il 330... È cambiato qualcosa? Sempre il problema delle limitazioni operative causa altitudine aeroporto?
Ricordi male, sempre B772 in programma. Al massimo era una delle tratte su cui si ipotizzava potessero essere utilizzati A345 ex EY per via del fatto che il B772 al ritorno soffre di una limitazione di carico.
 
Alitalia, inaugurato volo diretto Roma-Città del Messico
Cerimonia a Fiumicino col ministro Franceschini e l'a.d. Ball


Alitalia, inaugurato volo diretto Roma-Città del Messico
Roma, 16 giu. (askanews) - Alitalia ha inaugurato il nuovo collegamento diretto tra Roma Fiumicino e Città del Messico. Alla cerimonia, tenuta all'area imbarchi G del Terminal 3, hanno partecipato tra gli altri il ministro dei beni culturali Dario Franceschini, l'amministratore delegato di Alitalia Cramer Ball e il direttore marketing di Adr Fausto Palombelli.
Il collegamento, il primo effettuato da Alitalia nella sua storia, viene effettuato con un Boeing B777 che per il volo inaugurale ha registrato un load factor dell'85% all'andata (235 passeggeri) e del 100% al ritorno.
Si tratta della seconda nuova rotta a lungo raggio inaugurata da Alitalia negli ultimi due mesi, dopo quella per Santiago del Cile, cui seguirà a luglio l'avvio del collegamento diretto tra Roma e Pechino.
"È il modo giusto di lavorare insieme" ha detto il ministro Franceschini "l'Italia è il paese più desiderato dai viaggiatori di tutto il mondo, poi non tutti vengono da noi per diverse ragioni e una di queste è la mancanza di voli intercontinentali".
"Il governo ha fatto un investimento importante su cultura turismo e musei - ha aggiunto - e supporteremo tutti i privati cje decidono di accettare questa sfida di cambiamento".
"È la prima volta che Italia e Messico sono direttamente connessi - ha sottolineato Ball - e questa è la seconda destinazione di lungo raggio che inauguriamo in due mesi, con Pechino saranno 3 in 3 mesi". Alitalia, ha aggiunto, "sta tornando a collegare il Paese con il mondo e voglio ringraziare le istituzioni italiane e messicane che si sono messe insieme per rendere questo nuovo volo possibile".


Immagino 100 % al netto della limitazione imposta al ritorno
 
Anche la bugia sul Messico per la prima volta collegato direttamente all'Italia. Abbiamo avuto Aeromexico a FCO qualche tempo fa per qualche stagione
 
(Teleborsa) - "Un'azione miope e immotivata, uno sciopero che rischia di rovinare un anno e mezzo di lavoro", è stata definita dall'Ad di Alitalia, l'australianoCramer Ball, l'astensione dal lavoro di 4 ore del personale navigante della compagnia proclamata dalle organizzazioni sindacali per martedì 5 luglio.

"Credo sia proprio un'azione incredibile e immotivata - ha rimarcato Ball, presente al Leonardo da Vinci per l'inaugurazione del nuovo volo Roma-Mexico City - e rischia di compromettere tutto il duro lavoro che è stato fatto e per me questo è estremamente deludente. Stiamo cercando di ricostruire Alitalia e questo non succede per caso, c'è molto lavoro dietro e l'azione di pochi puo' rovinare il lavoro di 18 mesi. Questa è una visione miope e spero che il buon senso prevalgaperché è importante che quando parliamo con i clienti constatiamo che sono tornati ad avere fiducia e non possono tornare ad avere dubbi".

Alla domanda se fosse in vista un incontro con i sindacati, Ball ha risposto: "il mio team sta lavorando per un risultato, ma bisogna capire che in questo business per avere successo bisogna cambiare ed andare avanti. Questo è un viaggio verso il ritorno all'utile nel 2017. Solo quest'anno abbiamo assunto 500 persone nel settore operativo, fatto training a 6000 persone e investito 400 milioni di euro. Quindi è un business che cresce ed è molto frustrante che alcune persone non si accorgano di questo".


 
Anche la bugia sul Messico per la prima volta collegato direttamente all'Italia. Abbiamo avuto Aeromexico a FCO qualche tempo fa per qualche stagione
A cavallo tra 2008 e 2009 chiuso in pochi mesi ppi con lo scoppio della febbre suina in Messico.Allora AM faceva scalo a MTY però, non era Nonstop.
Può essere che sia la prima volta di voli regolari senza scalo tra FCO e MEX un po come per SCL.
Qualcuno si ricorda l'ultima volta che AZ volava a MEX che operativo avesse? Credo anni 90 al max
 
A cavallo tra 2008 e 2009 chiuso in pochi mesi ppi con lo scoppio della febbre suina in Messico.Allora AM faceva scalo a MTY però, non era Nonstop.
Può essere che sia la prima volta di voli regolari senza scalo tra FCO e MEX un po come per SCL.
Qualcuno si ricorda l'ultima volta che AZ volava a MEX che operativo avesse? Credo anni 90 al max

Ho collezionato per anni gli orari cartacei di AZ e non mi ricordo di un volo diretto FCO-MEX.
 
Qui si dice che la rotta fu chiusa nl 1985 (mentre l'ufficio di MEX con 15 dipendenti rimase aperto fino al 1999...)

Voli&SPRECHI: Il volo Roma-Albenga e i soggiorni degli equipaggi al Lido di Venezia. Trucchi e segreti della casta volante

Politici, manager, calciatori. La saga della compagnia. Anche una commissione a 8 per scegliere i nomi degli aerei

ROMA — C'era una volta una compagnia aerea che perdeva 25 mila euro l'anno per ognuno dei suoi dipendenti. Che aveva 5 (cinque) aerei cargo sui quali si alternavano 135 (centotrentacinque) piloti. Che arrivò ad avere un consiglio di amministrazione composto di 17 poltrone: tre per i sindacalisti e una assegnata, chissà perché, al Provveditore generale dello Stato, l'uomo incaricato di comprare le matite, le lampadine e le sedie dei ministeri.

Che istituì perfino una commissione di otto persone per decidere i nomi da dare agli aeroplani: e si possono immaginare i dibattiti fra i sostenitori di Caravaggio e quelli di Agnolo Bronzino. Che in vent'anni cambiò dieci capi azienda, nessuno uscito di scena alla scadenza naturale del suo mandato. E che negli ultimi dieci anni ha scavato una voragine di tre miliardi chiudendo un solo bilancio in utile, ma unicamente grazie a una gigantesca penale che i preveggenti olandesi della Klm preferirono pagare pur di liberarsi dal suo abbraccio mortale.

C'era una volta, appunto. Perché una cosa sola, mentre scade l'ultimatum di Augusto Fantozzi, è certa: quella Alitalia lì non c'è più. La corsa disperata di cui parlò Tommaso Padoa-Schioppa quando ancora confidava di poter passare la patata bollente ad Air France, dicendo di sentirsi come «il guidatore di un'ambulanza che sta correndo per portare il malato nell'unica clinica che si è dichiarata diposta ad accettarlo», è comunque finita. E con quell'ultimo viaggio, fallito in modo drammatico, si è chiusa un'epoca. Con un solo rammarico: che la parola fine doveva essere scritta molti anni prima. Se soltanto i politici l'avessero voluto.

Già, i politici. Ricordate Giuseppe Bonomi? Politico forse sui generis, leghista e oggi presidente della Sea, ora ha chiesto all'Alitalia 1,2 miliardi di euro di danni perché la compagnia ha deciso di lasciare l'aeroporto di Malpensa. Anche lui è stato presidente dell'Alitalia: durante la sua presidenza la compagnia prossima ad essere «tecnicamente in bancarotta», per usare le parole del capo della Emirates, Ahmed bin Saeed Al-Maktoum, sponsorizzò generosamente i concorsi ippici di Assago e piazza di Siena. Alle quali Bonomi, provetto cavallerizzo, partecipò come concorrente. Ma senza portare a casa una medaglia. Ritorno d'immagine? Boh.

E ricordate Luigi Martini? Ex calciatore della Lazio, protagonista dello storico scudetto del 1974, chiusa la carriera sportiva diventò pilota dell'Alitalia. Poi parlamentare e responsabile trasporti di Alleanza nazionale: ma senza smettere mai di volare. Per conservare il brevetto gli fu concesso di mantenere anche grado e stipendio. Faceva tre decolli e tre atterraggi ogni 90 giorni, quando gli impegni politici lo consentivano, pilotando aerei di linea con 160 passeggeri a bordo. Inconsapevoli, probabilmente, che alla cloche c'era nientemeno che un parlamentare in carica. Questa sì che era degna di chiamarsi italianità. In quale altro Paese sarebbe stato possibile?

Domanda legittima anche a proposito di quello che accadde nel 2002, quando con la benedizione di Claudio Scajola venne istituita una linea quotidiana Alitalia fra Fiumicino e Villanova D'Albenga, collegio elettorale dell'allora ministro dell'Interno. Numero massimo di passeggeri, denunciò il rifondarolo Luigi Malabarba, diciotto. Dimesso il ministro, fu dimessa anche la linea. Ripristinato il ministro, come responsabile dell'Attuazione del programma, fu ripristinato pure il volo: in quel caso da Air One, con contributi pubblici. Volo successivamente abolito dopo la fine del precedente governo Berlusconi e quindi ora, si legge sui giornali, riesumato per la terza volta.

Ma politici e flap in Italia hanno sempre rappresentato un connubio spettacolare. Lo sapevano bene i 9 sindacati dell'Alitalia, che non a caso nei momenti critici, ha raccontato al Corriere Luigi Angeletti, regolarmente pretendevano di avere al tavolo il governo, delegittimando la controparte naturale, cioè l'amministratore delegato. E i ministri regolarmente si calavano le braghe. Forse questo spiega perché mentre tutte le compagnie straniere, alle prese con le crisi, tagliavano il personale e riducevano i costi, all'Alitalia accadeva il contrario.

Nel 1991, dopo la guerra del Golfo, si decisero 2.600 prepensionamenti. Poi arrivò Roberto Schisano, che diede un'altra strizzatina, e i dipendenti scesero nel 1995 a 19.366. Armato di buone intenzioni, Domenico Cempella nel 1996 li portò a 18.850. Nel 1998 però erano già risaliti a 19.683. L'anno dopo a 20.770. E nel 2001, l'anno dell'attentato alle Torri gemelle di New York, si arrivò a 23.478. Poi ci si stupì che per 14 anni, fino al 1999, fosse stato tenuto in vita a Città del Messico, come denunciò l'Espresso, un ufficio dell'Alitalia con 15 dipendenti, nonostante gli aerei avessero smesso di atterrare lì nel lontano 1985. Come ci si stupì che gli equipaggi in transito a Venezia venissero fatti alloggiare nel lussuoso Hotel Des Bains del Lido, con trasferimento in motoscafo. O che per un intero anno (il 2005) la compagnia avesse preso in affitto 600 stanze d'albergo, quasi sempre vuote, nei dintorni dell'aeroporto, per gli equipaggi composti da dipendenti con residenza a Roma ma luogo di lavoro a Malpensa. Per non parlare della guerra sui lettini per il riposo del personale di bordo montati sui Jumbo, al termine della quale 350 piloti portarono a casa una indennità di 1.800 euro al mese anche se il lettino loro ce l'avevano. O dell'incredibile numero di dipendenti all'ufficio paghe del personale navigante, che aveva raggiunto 89 unità. Incredibile soltanto per chi non sa che gli stipendi arrivavano a contare 505 voci diverse.

Tutto questo ora appartiene al passato. Prossimo o remoto, comunque al passato. Della futura Alitalia, per ora, si conosce soltanto il promotore: Compagnia aerea italiana, Cai, stesso acronimo di un'altra Cai, la Compagnia aeronautica italiana, la società che gestisce la flotta dei servizi segreti. E le cui azioni, per una curiosa e assolutamente casuale coincidenza, sono custodite nella SanPaolo fiduciaria, del gruppo bancario Intesa SanPaolo, lo stesso che supporta la cordata italiana per l'Alitalia.

Sergio Rizzo( Corriere della Sera)
12 settembre 2008
 
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