da corriere.it
L'offerta Ryanair
Altolà dell'Alitalia: le rotte ce le teniamo
«Useremo gli slot lombardi per i voli a medio raggio» I sindacati sul piano: subito un vertice con il governo
ROMA — Roberto Formigoni, l'attivissimo governatore della Lombardia, lo sa bene. C'è un unico modo per ottenere il rilascio degli slot di Alitalia su Malpensa e rimediare alla perdita di 150 voli: convincere il governo, che è ancora azionista di Alitalia al 49,9%, a mollarli. Formigoni finora ha fatto di tutto, soprattutto ha chiesto un incontro a Prodi. Alla fine, in mancanza di un invito del premier, gli ha scritto. Il tempo è poco: Alitalia potrebbe essere venduta entro Natale, e il futuro acquirente non farà sconti ai concorrenti, anche se volano nell'ex- hub. Ma finora tanta insistenza da parte delle istituzioni lombarde non ha trovato sponde nella capitale. Il governo non ha aperto bocca. Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, si è limitato a convocare il presidente di Alitalia, due giorni fa, per farsi spiegare le ragioni di una mossa così politicamente «costosa», come l'abbandono di Malpensa. Prodi avrebbe chiesto a Prato se a uno strappo simile esiste un'alternativa meno cruenta. Ma la risposta sarebbe stata netta: Malpensa si può salvare soltanto a patto di ridimensionare Linate a city airport, una proposta che i lombardi rifiutano da sempre. Allo stesso modo il presidente della compagnia ha chiarito che è vitale che gli slot su cui Ryanair ieri ha messo gli occhi, non siano ceduti. Prima di tutto perché Alitalia intende utilizzarli massicciamente per fare collegamenti non più intercontinentali ma point to point, principalmente in Europa, tramite la controllata Volare</u>. Ai sindacati sarebbe stato spiegato che questa piccola compagnia, la cui titolarità è ancora sub iudice, visto che è contesa da Air One (il giudizio è atteso a ottobre), aumenterà le ore di volo da 8 mila a 17 mila già nel 2008 fino a 51 mila nel 2010. La seconda ragione per cui Alitalia non sgancerà gli slot è perché non vuole ripetere a Malpensa gli errori che sono stati commessi sugli altri scali. </u> Qui, grazie a una liberalizzazione mai realizzata in altri Paesi europei, agguerriti concorrenti hanno trovato porte aperte, a discapito di Alitalia. Ora, nel caso specifico, Alitalia non ha alcun interesse all'arrivo di Ryanair a Malpensa, visto che su quello scalo intende operare voli simili a quelli del vettore low cost. Peraltro esiste già il problema di Easyjet: l'altra compagnia a basso costo che è la numero due a Malpensa, dopo Alitalia, con 2 milioni di passeggeri nel 2007, e che costituisce un concorrente imbattibile sui prezzi. I rapporti tra Alitalia e le compagnie low cost non sono mai stati idilliaci: Giancarlo Cimoli, ex amministratore delegato, aveva intentato causa a Ryanair per concorrenza sleale, perché il vettore può contare su tariffe di sorvolo scontate. Ryanair non ha mai lesinato giudizi taglienti su Alitalia, considerata un «carrozzone» retto da aiuti pubblici. Lo scontro perciò è inevitabile. Alitalia difenderà gli slot sostendendo che, siccome Malpensa non è uno scalo saturo, non vi è obbligo, secondo la normativa Ue, che Alitalia ceda i propri slot inutilizzati. Insomma, se qualcuno volesse andare a Malpensa, lo spazio c'è. Peccato che le fasce migliori siano occupate. Ma Alitalia non ha alternative: deve difendersi perché è in piena crisi industriale. Dalla semestrale appena approvata emerge che l'incremento dei passeggeri (+2%) è ascrivibile all'apporto della controllata Volare, operante finora su Linate, e al maggior utilizzo dei punti MilleMiglia in via di scadenza, oltre ai prezzi stracciati. Ciò significa che la compagnia ha volato in perdita. Non meraviglia perciò che, per ridurre le spese di traffico e scalo, Alitalia si sia messa a contestare i servizi (non proprio all'altezza) degli aeroporti, non pagando 7 milioni di euro. Allo stesso modo non ha pagato la controllata Az Servizi per 23 milioni. La situazione è al limite del collasso. Ma i sindacati non si arrendono: «Se il governo vuol vendere a Air France - dice Fabrizio Solari della Filt-Cgil - almeno tratti con noi la resa». Ma la richiesta di convocazione finora è rimasta inascoltata.
Antonella Baccaro
14 settembre 2007