Intanto qualcuno propone una smart tax a carico di chi volontariamente (quindi non obbligato da lockdown) sceglie di lavorare in smart working. E' innegabile che chi lavora da casa ha dei vantaggi e dei minori costi rispetto all' ufficio come zero spese di viaggio benzina, treni o mezzi, abbonamenti per recarsi al lavoro, spese di pausa pranzo, ecc oltre a non sprecare ore di viaggio al giorno per raggiungere l'ufficio, tutto questo si traduce in una migliore qualità della vita, rispetto a chi è obbligato ad andare in ufficio. Il ricavato della tassa verrebbe utilizzato per aiutare i lavoratori e le aziende in difficoltà, difficoltà causate sia dalla crisi ma anche direttamente da chi lavora in smart working ad esempio bar, ristoranti e negozi che hanno visto un forte calo di fatturato per l'assenza dei lavoratori che normalmente li frequentavano e ora sono in smart working.
La smart tax, pari al 5% del salario, secondo gli strategist della banca frutterebbe 49 miliardi di dollari all’anno negli Usa, da distribuire a favore dei redditi bassi di chi non può lavorare da remoto. I sindacati: si tassassero i manager, non i lavoratori
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