Piano contenimento perdite AZ


Allora puntualizziamo:
La struttura di MXP si addice abbastanza bene ai transiti ma nel lontano 80 non si pensava che sarebbe diventato un hub. Questo ha portato ad alcune pecche di progetto come il sistema bagagli che non riusciva a gestire una capacità sufficiente.
Puntualizziamo che la MXP del 2007 ha poco a che spartire con quella del 98.
Di mezzo c'è:
una nuova torre,
due radar di terra,
nuovi raccordi per le piste,
sistema di smistamento rifatto 2 volte,
più gates,
molte più piazzole,
due treni l'ora.
Insomma è davvero cambiata, l'unica cosa che manca è la terza pista per avere una capacità di picco migliore. A parte questo direi che come hub di media taglia (solo da un punto di vista strutturale) può andare più che bene. D'altra parte è l'aeroporto che ha avuto meno ritardi nel primo trimestre, nel 98 è andata diversamente. Ok è vero si è arrivati impreparati all'evento però da allora dire che le cose sono abissalmente migliorate dal punto di vista della qualità.
 
La terza pista praticamente e' stata ufficializzata tra la Moaratti e Bonomi Giovedi scorso a Malpesa, sara' pronta per l'Expo e s iutilizzeranno i contributi di Bruxell, piuttosto, chissa' quale sara la compagnia aerea che sara' il carrier ufficiale dell'expo'....i soldi in ballo non saranno pochi....;)
 
1/7/2007 (9:4) - CDA DELLA COMPAGNIA AGGIORNATO AL 27 LUGLIO. LE NUOVE ROTTE FORSE A SETTEMBRE
Alitalia, slitta il piano anti-Malpensa

Il consiglio rinvia la decisione sui tagli. Il ministro Bianchi: "Lunedì vertice sulla crisi"

ARMANDO ZENI - MILANO
Due ore di discussione. E poi il rinvio, per le decisioni sul nuovo piano industriale, al prossimo consiglio d’amministrazione di Alitalia che si terrà il prossimo venerdì. Insomma, altri sette giorni di tempo per definire cosa fare e quali tagli nelle rotte e nei collegamenti rendere operativi per migliorare la drammatica situazione finanziaria di una compagnia che continua a perder un milione e mezzo di euro al giorno. Ma da quanto filtra, nemmeno dal prossimo cda del 27 luglio dovrebbe uscire la decisione finale sulle linee guida immaginate dal superdirettore Giancarlo Schisano. Serve più tempo per valutare meglio la razionalizzazione delle rotte, tant’è che il limite temporale di cui si parla, per il decollo del nuovo piano industriale, si colloca tra fine estate e inizio autunno. «Ne parliamo lunedì», si è limitato a dire da Palermo il ministro ai Trasporti, Alessandro Bianchi. Mentre per il sindacato Piloti Italiani Uniti è «inaccettabile parlare di liquidazione di Alitalia». Così in una nota, il sindacato Piu, a cui aderiscono Filt-Cgil, Fit-Cisl, Ugl Piloti e Unione piloti, considera «il fallimento dell’asta per la privatizzazione di Alitalia un evento gravissimo le cui responsabilità vanno ricercate nelle modalità fumose, poco trasparenti e mai condivise con le organizzazioni sindacali dei lavoratori, con le quali il Governo ha gestito l’intera gara negli ultimi sette mesi.

Nel frattempo, ovviamente, si intrecciano le possibili soluzioni sul fronte azionario dopo che il ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa ha ribadito che, dopo lo stop della gara con il ritiro di tutti i pretendenti, l’unica alternativa al fallimento, resta la cessione di Alitalia. L’idea è quella di avviare una seconda gara, con regole precise e trasparenti ma molto meno rigide di quelle che hanno costretto alla fuga tutti i precedenti concorrenti. Un secondo tempo che vederebbe partecipare, forse, alcuni dei precedenti concorrenti ma soprattutto scendere in lizza nuovi competitor: e qui, al di là delle smentite, si riparla di Air France e di Lufthansa.

Intanto, anche per rendere più appetibile quell’Alitalia che continua a perdere tutt’ora 1,6 miliardi di euro al giorno, ecco che si studia il nuovo piano industriale targato Schisano il cui nocciolo duro è quello di tagliare i costi insostenibili di rotte scarsamente frequentate e migliorare la profittabilità di quelle più redditizie. L’operatività di questo nuovo riposizionamento di Alitalia dovrebbe partire da settembre. E dovrebbe confermare le indiscrezioni apparse nelle ultime ore sulla chiusura di alcune rotte intercontinentali, soprattutto verso l’Estremo Oriente, e sull’intensificazione della frequenza di collegamenti interni: una scelta destinata a produrre un forte ridimensionato di Malpensa rispetto a Fiumicino.

Gran parte dei tagli riguarderanno infatti proprio l’hub milanese da dove oggi parte il 60% circa dei voli intercontinentali della compagnia tricolore: l’unico volo giornaliero Alitalia per la Cina (il Milano-Shanghai), per esempio, ma anche parecchie altre rotte destinazione Oriente. Il ridimensionamento di Malpensa, secondo le ipotesi più accreditate, potrebbe arrivare fino al 30% rispetto ad oggi. Per contro verrebbe potenziato lo scalo romano di Fiumicino dove potrebbero essere riportati alcuni collegamenti (verso l’America e verso altre città europee) e concentrato tutto il traffico cosidetto in arrivo verso l’Italia, traffico a forte connotazione turistica. A Piazza Affari, intanto, dopo il tonfo di ieri legato al fallimento della gara, Alitalia ha guadagnato lo 0,71% a 0,75 euro, ma il rialzo sarebbe legato solo a movimenti tecnici dopo le ultime sedute negative.
 
Alitalia verso i francesi Sgambetto romano a Malpensa

ALESSANDRO MONTANARI
Roma - Oltre il danno, la beffa. Dopo essere stato “sabotato politicamente” per anni, come rileva l’Associazione Nazionale Piloti dell’Aviazione Commerciale, a pagare il conto più salato della pessima gestione aziendale di Alitalia potrebbe essere l’aeroporto di Malpensa. Efficiente, in crescita, economicamente strategico, l’hub milanese sarebbe infatti lo scontato agnello sacrificale in caso di vendita, ma sarebbe meglio dire “svendita”, della compagnia di bandiera ad Air France.
Dopo il disastroso esito della gara allestita dal Tesoro, con il ritiro di tutte e tre le cordate partecipanti (Tpg-Matlin Patterson-Mediobanca, Aeroflot-Unicredit e Air One-Intesa) e altri sette mesi di lievitamento del debito, il ritorno in campo dei francesi è l’ipotesi che pare acquistare maggior quota. Ma se questo scenario si dovesse realizzare le conseguenze per il sistema economico del Nord sarebbero pesanti, perché potenziare gli scali milanesi non sarebbe, nell’ottica dei francesi, né logico né profittevole. «Il problema - semplifica Andrea Gibelli - è che Malpensa è troppo vicino allo “Charles De Gaulle” per il quale sta diventando un concorrente temibile essendo risultato quest’anno l’aeroporto che ha registrato il maggiore aumento di traffico in Europa. L’unico limite di Malpensa è proprio il non avere una compagnia di riferimento. Chiaro perciò che i francesi salverebbero Roma, facendone un hub satellite del “De Gaulle” per l’emisfero meridionale, mentre gli aeroporti di Milano, in questo quadro, servirebbero solo ad alimentare Parigi a nord e Roma a sud».
Il paradosso della situazione sta dunque nel fatto che il “tesoretto” dei viaggiatori padani, che assorbono la gran parte dei biglietti “business”, verrebbe in parole povere “delocalizzato” altrove. Sul punto è tornato vigorosamente anche il presidente della Regione Lombardia. Denunciando «il romano-centrismo esasperato» che ha ispirato la gara allestita dal ministero del Tesoro, Roberto Formigoni ha rimarcato che «l’unico valore ancora a disposizione di Alitalia è il Nord con il suo mercato attuale di 50 milioni di passeggeri l’anno e il suo mercato potenziale, tra 15 anni, da 100 milioni di passeggeri». Dal canto suo l’artefice della crescita degli scali milanesi, Giuseppe Bonomi, cerca di non abbandonarsi al pessimismo. «Chiunque intenderà investire su Alitalia - dice infatti il presidente di Sea - non potrà non tenere conto di ciò che Alitalia sviluppa in qualità e quantità su Malpensa e sugli aeroporti di Milano. Indubbiamente - aggiunge -la gara ha fatto perdere del tempo, ma dal punto di vista industriale non è stata del tutto inutile. Si potrebbe ancora aprire una porta ad ipotesi di rilevanti partnership industriali europei».
Roberto Calderoli però sente già puzza di bruciato e di fronte all’ipotesi di una vendita, diciamo così, “all’italiana” invita il Governo «a mettere fine alla pagliacciata» nel modo più trasparente. «Ogni contribuente - spiega il vicepresidente del Senato - ha dovuto dare qualcosa per far proseguire l’agonia di una compagnia che brilla per gli scioperi, per gli esuberi di personale e per i disservizi che offre. La Svizzera con la Swiss Air ci ha dato l’esempio di come agiscono le persone serie e che hanno il coraggio di dire basta: si portino i libri in Tribunale per far ripartire un’azienda vera e in grado di produrre e non di creare solo disavanzi».
Ma il Palazzo romano sembra intenzionato a battere la pista della trattativa privata e secondo quanto rivelava ieri Il Messaggero, sul tavolo del presidente di Alitalia, Berardino Libonati, ci sarebbe già un piano industriale ad hoc. Stando a quanto riferisce il quotidiano capitolino il piano ruoterebbe intorno a un punto preciso: «il ridimensionamento graduale della presenza sullo scalo di Malpensa» con il taglio di diverse rotte intercontinentali, a tutto vantaggio dello scalo di Fiumicino.


[Data pubblicazione: 20/07/2007]
 
L’Anpac denuncia: «Sabotaggio politico» contro l’aeroporto del Nord

Dare meno ascolto all’Unione Europea e badare di più agli interessi nazionali che prevedono la valorizzazione di Malpensa, finora vittima di un continuo “sabotaggio politico”.
L’Anpac, Associazione Nazionale Piloti Aviazione Commerciale, irrompe nel dibattito sul futuro di Alitalia con una nota stampa dai toni molto decisi nella quale invita il Governo ad assumere «posizioni politiche meno attente alle sensibilità strumentali dell’Europa e più focalizzate agli specifici interessi nazionali che dovrebbero essere orientati al consolidamento della compagnia di bandiera», definita «un’assoluta necessità».
L’Anpac gela poi Bruxelles, parlando di «ennesima invasione di campo prodotta dalla Ue», e nota come negli ultimi dieci anni Air France, Lufthansa e British Airways «attraverso una politica sostanzialmente basata su principi statalisti hanno incrementato enormemente le loro rispettive flotte di aeromobili e network». E tutto ciò, osserva ancora l’Anpac, «sotto gli occhi di una politica italiana debole e rinunciataria che ha mancato di assumere, nei momenti più determinanti, una posizione drastica e di contrasto verso scelte lobbistiche che tendevano, attraverso la mancata chiusura di Linate al traffico aereo internazionale ed il sabotaggio politico di Malpensa, a consegnare il mercato del trasporto aereo italiano alle realtà estere».
A.Mon.
[Data pubblicazione: 20/07/2007]
 
ALITALIA: FORMIGONI, FALLISCE PER PERVICACIA ROMANOCENTRICA

(ANSA) - MILANO - ''Purtroppo Alitalia sta fallendo per la sua pervicacia ad essere romanocentrica. Una compagnia che vuole essere nazionale e che ha il 90% dei dipendenti collocati a Roma, perde tempo e denaro per pagarli e farli volare perche' prendano servizio a Milano''. Il presidente lombardo Roberto Formigoni torna anche oggi, a margine del convegno sul nuovo piano di governo del territorio di Milano, sulla crisi di Alitalia. Per il governatore della Lombardia il vettore nazionale dovrebbe puntare maggiormente sul nord, e in particolare sull'hub di Malpensa. ''Noi difenderemo Malpensa a denti stretti - ha aggiunto Formigoni - ma la stessa Alitalia dovrebbe capire che l'unica sua vera risorsa sono le decine di milioni di viaggiatori che si muovono dal nord''. Formigoni ha sottolineato che ogni anno l'aeroporto di Malpensa conta 50 milioni di passeggeri, destinati a raddoppiare nel 2020. ''E' qui - ha aggiunto - che deve puntare una compagnia che guarda al mercato''. A chi gli ha chiesto un parere sull'ipotesi per Malpensa di una compagnia del nord in sostituzione di Alitalia, il presidente lombardo ha chiamato in causa l'operato del Governo. ''Il governo - ha detto Formigoni - deve dire con chiarezza e in fretta che cosa vuole fare. Finche' c'e' di mezzo Alitalia, che e' una sorta di cadavere tenuto in vita in maniera artificiale non si puo' pensare a nessun progetto alternativo''. (ANSA) YN3-MD

© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 19/07/2007 15:18
 
Citazione:Messaggio inserito da ottanta

Il target erano i 2 milioni di biglietti che le compagnie straniere vendevano nel nord-Italia.
Il piano era di chiudere Linate e di fare Malpensa un hub. Ma anche di spartire i 1800 miliardi che la UE aveva stanziato per Malpensa...

Il passeggero lombardo che doveva andare ad una destinazione X, o ci andava direttamente da Malpensa con Alitalia o la compagnia di quel paese, o ci andava con un qualsiasi altro vettore facendo almeno uno scalo.

Il piano faceva paura e allora ecco i finanziamenti ai gruppi di protesta e il contrattacco per tenere aperto Linate.

C'era un altro mercato da curare ed era il feederaggio con altri aeroporti del centro-nord che dovevano alimentare MXP: penso a Verona, Bologna,Ancona,Trieste,Pisa, etc

Per il passeggero di quelle zone, andare a MXP o in un altro hub e' la stessa cosa ed ecco che le compagnie straniere hanno messo voli diretti ai loro hub per sottrarre linfa a MXP.
Di suo, poi, sia SEA che AZ hanno sottovalutato questa clientela e l'hanno trattata come sappiamo.

La disaffezione del cliente "periferico" per il "casino" Malpensa e la non chiusura di Linate sono a mio avviso le due cause che hanno messo in crisi AZ, che si e' trovata a fare a gestire 2 hub e mezzo, e di Malpensa, che poteva avere piu' successo se funzionava a dovere.


Finalmente qualcuno che l'ha contata giusta!
Malpensa non è nato come anti FCO, ne come valvola di sfogo di Linate, è stato progettato (e mi ci metto in mezzo anche io) come AEROPORTO DI MILANO, come unico aeroporto di Milano, tanto che a Linate avrebbero dovuto restare solo i collegamenti per Roma.
Alitalia ci è venuta non perchè costretta, ma perchè il mercato di Milano le interessava più di quello di Roma punto e basta.
Se AZ tornasse a Roma e venisse cacciata da Linate, non ci sarebbero problemi a mettere in piedi una seria compagnia basata a Milano che operasse su un greenfield.
è questo che io spero .....
 
AZ qualora rompesse il contratto con SEA verra 'cacciata acnhe da LIN e chi e' anora interessatao alla gara con AZ molllera' definitavamente per poi ripresentarsi in SEA "alone".

Dopotutto una compagnia aerea (AZ) che non sa' mantenere un misero volo sulla cina da Milano e' meglio che chiudi bottega....
 
Citazione:Messaggio inserito da Pelush

Citazione:Messaggio inserito da ottanta

Il target erano i 2 milioni di biglietti che le compagnie straniere vendevano nel nord-Italia.
Il piano era di chiudere Linate e di fare Malpensa un hub. Ma anche di spartire i 1800 miliardi che la UE aveva stanziato per Malpensa...

Il passeggero lombardo che doveva andare ad una destinazione X, o ci andava direttamente da Malpensa con Alitalia o la compagnia di quel paese, o ci andava con un qualsiasi altro vettore facendo almeno uno scalo.

Il piano faceva paura e allora ecco i finanziamenti ai gruppi di protesta e il contrattacco per tenere aperto Linate.

C'era un altro mercato da curare ed era il feederaggio con altri aeroporti del centro-nord che dovevano alimentare MXP: penso a Verona, Bologna,Ancona,Trieste,Pisa, etc

Per il passeggero di quelle zone, andare a MXP o in un altro hub e' la stessa cosa ed ecco che le compagnie straniere hanno messo voli diretti ai loro hub per sottrarre linfa a MXP.
Di suo, poi, sia SEA che AZ hanno sottovalutato questa clientela e l'hanno trattata come sappiamo.

La disaffezione del cliente "periferico" per il "casino" Malpensa e la non chiusura di Linate sono a mio avviso le due cause che hanno messo in crisi AZ, che si e' trovata a fare a gestire 2 hub e mezzo, e di Malpensa, che poteva avere piu' successo se funzionava a dovere.


Finalmente qualcuno che l'ha contata giusta!
Malpensa non è nato come anti FCO, ne come valvola di sfogo di Linate, è stato progettato (e mi ci metto in mezzo anche io) come AEROPORTO DI MILANO, come unico aeroporto di Milano, tanto che a Linate avrebbero dovuto restare solo i collegamenti per Roma.
Alitalia ci è venuta non perchè costretta, ma perchè il mercato di Milano le interessava più di quello di Roma punto e basta.
Se AZ tornasse a Roma e venisse cacciata da Linate, non ci sarebbero problemi a mettere in piedi una seria compagnia basata a Milano che operasse su un greenfield.
è questo che io spero .....


Lo spererei anche io!! Pero' chi sarebbe il possibile soggetto che potrebbe mettere in piedi una seria compagnia? E con che soldi?
 
Citazione:Messaggio inserito da Boeing747

Citazione:Messaggio inserito da TG945

Sono anni che si parla di un trasferimento delle rotte intercontinentali AZ su FCO ma a me sembrano solo illazioni puntualmente smentite dai fatti.
Il piano di Schisano prevede il trasferimento tra le altre cose. Magari non se ne farà niente, ma da qualche giorno è sui tavoli di Libonati, Padoa-Schioppa e Prodi.

Marco

Io ricordo anche tempo fa il piano che prevedeva il ritorno a FCO dei voli intercontinentali ed il coinvolgimento nell'operazione di Basile. Anche lì levate di scudi e piagnistei vari. Il problema è che quando li fanno a Milano vanno bene mentre a Roma no. Cerchiamo di essere coerenti e ribadiamo il concetto che la politica tutta, ovunque alberghi (Nord, Centro e Sud), deve stare alla larga da AZ.
Non applaudiamo il Formigoni di turno e condanniamo Marrazzo, altrimenti si è incoerenti. La disapprovazione per il coinvolgimento nelle vicende AZ dovrebbe andare ad entrambi.
 
intanto per sdrammatizzare
Citazione:Messaggio inserito da concorde
ormai lo sanno anche i conigli di malpensa che linate è un problema!
e le lepri di Linate che fanno pure invasione di pista dove le lasci? [:308][:308][:308][:308][:308]

poi, secondo me la questione Linate si risolverà da sola con una implosione entro qualche anno (anche meno): la LAV Bologna-Firenze è in avanzato stato di completamento dell'armamento, la LAV Milano-Bologna idem, tra 2 anni secondo voi quanti voli resteranno a Linate con la sparizione dei MI_RO di AZ ed AP?

questione Malpensa, l'unica cosa da augurarsi secondo me è che cada al più presto questo governo in modo da bloccare la vendita ad AirFrance
 
Be alla fine l'abbandono di PVG e dell'india non dovrebbe essere poi una grandissima perdita: nelle attuali condizioni su quelle rotte è diventato impossibile fare soldi. E anche i propositi di riutilizzo delle macchine per il lungo non sembrerebbero malvagi (ricordatevi inoltre che un 767 se ne andrà a breve). Inoltre l'idea della vendita di qualche slot da LHR sarebbe a mio avviso fattibile! Ad esempio i voli da LIN sarebbero sicuramente rimpiazzabili sul LCY con il 170, anzi sarebbe un diversificare il servizio ed un emarginarsi dagli altri. Si potrebbe iuscire a fare un pò di cassa, magari ottenere qualche soldo per rinnovare la flotta.

Purtroppo però le affermazioni sull'abbandono di MXP mi fanno paura, mi sanno tropo di inciucio e ricatto politico...
 
Citazione:Messaggio inserito da AZ 1699

Be alla fine l'abbandono di PVG e dell'india non dovrebbe essere poi una grandissima perdita: nelle attuali condizioni su quelle rotte è diventato impossibile fare soldi. E anche i propositi di riutilizzo delle macchine per il lungo non sembrerebbero malvagi (ricordatevi inoltre che un 767 se ne andrà a breve).

Ma i voli per DEL, BOM e PVG sono sempre pieni !! Ma come, diciamo sempre che i $oldi si fanno sul lungo raggio, e quel poco che ce n'è, strapieno, lo dismettiamo ?? Oltretutto si parla tanto della Cina, il volo su PVG è meglio di PEK perché su PVG ci si va di più per lavoro, mentre su PEK si va per turismo. Ma come, si fa a gara ad avere uno slot per la Cina, e noi lo diamo via ? Ok, va bene: e con cosa lo potremmo sostituire ? Torneremo mai a LAX ?
 
Io però continuo a capirci poco...la soppressione di Delhi e PKG va di pari passo coi 2 767 che dovrebbero uscire per fine leasing....quindi non vedo come si possa spostare il business su destinazione più redditizie a parità di macchine.....piuttosto dico una bestialità.....e se il piano prevedesse il riportare tutti i WB a FCO lasciando però MXP come sosta ? Ad sesmpio FCO-MXP-NRT...oppure GRU-MXP-FCO....EZE.MXP-FCO......insomma un ritorno alla situazione anni 85-86 ????
 
Citazione:Messaggio inserito da Fabiazzo
Ma i voli per DEL, BOM e PVG sono sempre pieni !! Ma come, diciamo sempre che i $oldi si fanno sul lungo raggio, e quel poco che ce n'è, strapieno, lo dismettiamo ?? Oltretutto si parla tanto della Cina, il volo su PVG è meglio di PEK perché su PVG ci si va di più per lavoro, mentre su PEK si va per turismo. Ma come, si fa a gara ad avere uno slot per la Cina, e noi lo diamo via ? Ok, va bene: e con cosa lo potremmo sostituire ? Torneremo mai a LAX ?

Non conosco il load factor, ma India e Cina sono due bagni di sangue per Alitalia.
 
Premetto che non ho dati, quindi è un modo molto empirico per fare una valutazione ma la PVG, escluso 2 periodi ben definiti, è messa male, abbastanza vuota dietro e molto magra davanti dove si fanno i soldi.

Strano perchè il comfort a bordo è al top [:308]
 
Citazione:Messaggio inserito da AZ680

Io però continuo a capirci poco...la soppressione di Delhi e PKG va di pari passo coi 2 767 che dovrebbero uscire per fine leasing....

che informazioni avete? Ne esce uno solo o due ?
 
Dalla flotta Alitalia uscirà solo il 767 I-DEIB Pier Paolo Racchetti che passerà a Gol/Varig (la quale riprenderà a volare su FCO, magari con lo stesso aereo ex Alitalia :D).

Per il resto l'abbandono di PVG e DEL era nell'aria da tempo quindi, purtroppo, non sono sorpreso più di tanto.